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Autore: Audrien    28/07/2014    6 recensioni
Storia ambientata nell'estate dopo il 5° anno del trio.
Tratto dal primo capitolo: -Abbraccio?- propose Fred aprendo le braccia. Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato, ma poi sorrise e lo strinse all'altezza della vita, con l'orecchio appoggiato sul suo petto sentiva i battiti del suo cuore. La testa aveva smesso di girare.
Dal capitolo 11:
–Ho bisogno di parlarti.- annunciò quando Molly uscì fuori in giardino per posare degli utensili.
-Credo che tu abbia già detto abbastanza.-
La ragazza restò a guardarlo mentre si portava il pollice tra le labbra e leccava un po’ di marmellata rimasta attaccata al polpastrello. Arrossì, lui lo notò e le fece l’occhiolino. –Vuoi favorire anche tu, Granger?- indicandosi il dito.
-No, grazie. Weasley.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Quando l'ultima dei Weasley andò in camera sua per svegliare Hermione, rimase sorpresa dal fatto che lei fosse già in piedi e per di più impegnata a rifare i letti di entrambe. -Alla buon'ora!- esclamò Ginny benevola. -Lo sai che ore sono? E' mezzogiorno, hai saltato la colazione e tra poco dobbiamo anche mangiare.. Da quando sei diventata così dormigliona? E come mai stai riface..- continuò imperterrita, prima di essere interrotta bruscamente da Hermione. -Ginny smettila! Sei entrata nella stanza da nemmeno trenta secondi e mi hai già riempito la testa di nozioni insignificanti!- urlò voltandosi. 
Ginny sobbalzò, Hermione aveva due occhiaie così ampie e scure che pareva non avesse chiuso occhio per tutta la notte, e forse proprio questo era accaduto, pensò, ma non riuscì a capirne il motivo. -Herm stai bene?- si azzardò a chiederle.
-Sto benissimo.- fu la risposta secca della sua amica.
L'altra dopo averla ossservata per una manciata di secondi annuì e scese di nuovo di sotto.

Appena Ginny si fu chiusa la porta alle spalle Hermione si abbandonò sul letto coprendosi il volto con le mani. Come aveva potuto comportarsi così con la persona a cui voleva bene come ad una sorella? La sua migliore amica non aveva colpe..
"Ma allora la colpa di chi è? E soprattutto la colpa di che cosa?" si ritrovò a pensare. Per un attimo le balenarono nella mente un paio di vividi occhi azzurri che si socchiudevano mano a mano che si avvicinavano. Quel pensiero le portò un nodo alla gola, e trattenendo un gemito scosse più volte la testa per cacciarlo via. Quegli stessi occhi non le avevano permesso di riposare per tutta la notte e se avesse continuato così, era sicura, l'avrebbero perseguitata a tempo indeterminato.
"No, non starò male per un altro stupido Weasley."

-Buongiorno Hermione, cara. Potresti aiutarmi ad affettare le carote per favore?- domandò gentilmente la signora Weasley. 
La ragazza annuì in silenzio e prendendo un grosso coltello cominciò a tagliare minuziosamente.
-Mamma fra quanto è pronto il pranzo?- domandò Fred entrando nella cucina in quel momento.
Hermione non alzò la testa dal suo lavoretto, ma spinse il coltello contro la carota più intensamente. "Diamine, ma non ha mai da fare al negozio?! Con così tanta gente se ne sta sempre qui a gironzolare per casa" pensò stizzita.
-Fra una mezz'ora Fred. Ma non dovresti essere da quel tipo di affari che voleva comprare i vostri prodotti per poi rivenderli?- domandò la madre mentre saggiava se quel che stava cucinando fosse salato al punto giusto. 
-Quel rivenditore con la barba più lunga di Silente intendi? Be' ci sono andato ma ho capito che per lui era solo un gioco sporco, voleva truffarci. Così ho lasciato perdere tutto.- rispose il gemello sfregandosi le mani. 
Hermione alle frasi "era solo un gioco" e "ho lasciato perdere" impiegò così tanta forza nel tagliare la fettina seguente che il coltello rimase incastrato orizzontalmente nel tagliere. 
-Capisco... Hermione hai finito con quelle carote?- chiese Molly voltandosi verso di lei, che sentendosi tirata in ballo nel bel mezzo di quel guaio girò di scatto la testa e con una falsa risatina rispose che c'era quasi. In realtà non c'era per niente, quel maledetto coltello non ne voleva sapere a farsi tirare fuori dal legno. Così quando la signora Weasley uscì un attimo in giardino, concentrò tutte le sue forze spingendo sotto il manico del coltello che all'improvviso volò in aria facendola emettere un gridolino di paura e costringendola a guardare la sua traiettoria. Fred lì accanto sbraitò prontamente la bacchetta e con un velocissimo "arresto momentum" bloccò il coltello un attimo prima che questi si piantasse in mezzo agli occhi spalancati di Hermione. Poi si avvicinò, prese la posata e gliela porse. Lei abbassò piano il capo e raccolse l'utensile. Non voleva ringraziarlo, ma dopotutto le aveva salvato la vita e non era da lei essere maleducata. E poi un motivo per cui il cappello parlante l'avesse messa in Grifondoro c'era, quindi guardò un punto imprecisato del suo viso (non riuscì a guardarlo negli occhi nonostante il numeroso coraggio raccolto) e molto flebilmente sussurrò un "grazie", dopodiché si precipitò a gettare le fettine di carote nella pentola. 

Dopo aver pranzato alla Tana i gemelli tornarono al negozio perché c'era un sacco di lavoro da fare. Fred si avviò per primo sostenendo di voler verificare personalmente le spedizioni della giornata, poiché alcuni clienti si erano lamentati dei gufi arrivati in ritardo. Prima di smaterializzarsi, George lo guardò negli occhi e vi lesse frustrazione, ma capì che non era da attribuire al problema dei gufi, anche perché non avevano avuto alcun richiamo. L'aveva visto distratto tutto il giorno, coi clienti era sempre lo stesso, ma era pronto a giurare che il suo sguardo si soffermava troppo spesso e troppo a lungo sul banco dei filtri d'amore. Non era mai stato particolarmente interessato a quella gamma di prodotti, ma allora perché era entrato in fissa?
Gli aveva anche detto le ultime battute che aveva inventato con l'intenzione di rilassarlo ma con scarso risultato. Forse era qualcosa di più grande che non poteva gestire? O peggio, stava acquisendo lo stesso umorismo di Piton? No, non poteva permetterselo. Decise quindi che in un modo o nell'altro sarebbe riuscito a riavere il fratello che aveva.
-Hey Fred! Senti questa: Lo sai chi c'è in fin di vita?- domandò George approfittando della momentanea assenza di clienti.
Fred si voltò. -No, chi?- chiese a sua volta mezzo preoccupato.
-Il sedere!- sbottò George.
Fred rise e il gemello si rianimò tanto in fretta quanto si scoraggiò cinque secondi dopo: Fred aveva smesso di ridere e si era di nuovo rabbuiato.
Decise di smetterla con questi stupidi giochetti e di andare al sodo. Si avvicinò e dandogli un leggero colpetto col gomito gli domandò -Tutto bene Freddie?- 
Fred lo guardò a lungo negli occhi. "Sono uguali ai miei" pensò. "O meglio erano, adesso i miei sono cambiati. C'è un che di disperato all'interno, qualcosa di mai avuto, qualcosa che fa male e credo di capire perché ma non voglio accettarlo. Finirò col perdere me stesso. No, non posso innamorarmi." 
-Tutto ok, sono solo un po' stanco.- rispose facendogli un sorriso a trentadue denti e approfittando dell'entrata di un cliente si dileguò per aiutarlo. Non avendo avuto modo di constatare che davvero stesse bene, George si ripromise che avrebbe colto la prima occasione per parlargli seriamente.


Se ne stava seduta a gambe incrociate sul letto annoiata, Hermione, intenta ad osservare se avesse commesso qualche errore nei compiti di incantesimi che aveva appena finito. La porta si aprì ed entrò Ginny, a braccia conserte, sicura e determinata come lo era sempre. 
-Adesso mi dici cosa diamine ti sta succedendo.- disse con voce calma, eppure Hermione seppe che non poteva ignorarla, e comunque non voleva. 
-Innanzitutto scusa il mio comportamento di stamattina, Ginny- esordì e l'altra sembrò rilassarsi, senza però scomporsi.
-Il fatto è che.. in questi ultimi giorni.. io.. mi sono avvicinata ad una persona..- iniziò Hermione guardandò l'amica che non battè ciglio, quindi continuò. -E.. be' niente mi ci stavo affezionando quando..- qui la voce le si incrinò ma se la schiarì e proseguì, decisa. -Quando d'un botto mi ha detto che per lui non significavo niente. Mi ha fatto molto male, e adesso sono qui come vedi, insonne.- concluse.
Ginny lasciò cadere le braccia lungo i fianchi -Te l'ha detto proprio apertamente?- chiese con l'espressione dura ma con un tono leggermente più dolce.
-Be' si.. no, cioè non lo so.- rispose Hermione.
-Posso sapere chi è questa persona?- 
Ci furono un paio di minuti di silenzio in cui Ginny aspettò pazientemente la risposta di Hermione che si guardava le mani. 
-Fred.- confessò poco dopo quest'ultima.
-CHE COSA?! FRED? PENSAVO CHE RON SI FOSSE DECISO UNA BUONA VOLTA!- urlò Ginny.
Hermione si alzò ed andò verso di lei. -Ginny zitta! Vuoi farlo sapere anche agli gnomi in giardino per caso?!- esclamò stizzita.
Per tutta risposta si sentì un rumore di tubature da due piani più su, segno che anche il demone aveva ascoltato la soave voce della Weasley.
Quest'ultima rise mentre Hermione sbiancava sempre di più.
-Oh cielo! Anche il demone ti ha sentita! E se ti ha sentita lui allora l'ha fatto anche Ron dato che ha la camera proprio sotto di lui! Che figuraccia!- osservò, adesso arrabbiata.
Ginny smise di farsi beffe dell'amica e in un baleno riacquistò la postura di prima, anche se con un mezzo sorrisetto sulle labbra che non ne voleva sapere di andarsene. -Non cambiare discorso Herm, hai detto che quella persona è Fred, cioè mio fratello, quindi adesso ti siedi comodamente e mi racconti una descrizione dettagliata della vostra "quasi relazione".- 
Mentre diceva queste parole aggiustò i capelli ad Hermione, e prendendola per le spalle la guidò verso il letto dove la fece sedere accanto a lei.
Hermione in tutto questo susseguirsi di azioni l'aveva guardata accigliata, ma vedendo che in quel momento aveva la sua più totale attenzione, fece un gran respiro e raccontò la storia dall'inizio.


-Quindi devo aggiungere anche Fred alla lista dei miei fratelli buoni a nulla, dove per adesso giacciono Bill, Percy, Ron e adesso anche lui.- disse Ginny con un finto sorriso gioviale.
-Se ti fa piacere.- mormorò Hermione. Raccontare la vicenda dal principio l'aveva spossata, neanche fosse stato un incontro con Lord Voldemort. 
-Bene Herm, siamo arrivati al punto in cui io ti consolo e ti do dei consigli su come farlo stare male. O su come farti stare bene. Penso sia la stessa cosa.- annunciò Ginny con quel sorrisetto di nuovo in faccia. O forse non se n'era mai andato. 
In ogni caso fece ridere Hermione che disse -Sei perfida!-
-Già, ti voglio bene anch'io.- rispose l'amica -Comunque tutto ciò che devi fare è distrarti, non pensarlo ed evitalo, ti aiuterò anch'io. Alla fine è lo stesso consiglio che mi desti tu con Harry quando ti confessai, anche se già lo sapevi, che ero cotta di lui. Mi dicesti di aspettare e nel frattempo frequentare altri ragazzi.. ti ricordi?- continuò.
-Eccome se ricordo! E penso che quel consiglio abbia dato i suoi frutti! A proposito come va con Harry?- chiese curiosa Hermione.
Ginny abbassò la testa. -Semplicemente non va.. da quell'ultima volta che ci hai visti non abbiamo avuto più contatti, forse per casualità o forse proprio per volontà.. sua.- rispose.
-Capisco, ma hey non ti abbattere! Vedrai che quando ritorneremo a Hogwarts le cose miglioreranno, Ron non gli starà tutto il tempo alle calcagna ne sono sicura. Anche perché vorrà allenarsi per entrare nella squadra di Quidditch.- disse e quando Ginny la guardò illuminandosi, le fece l'occhiolino.
-Anche io farò i provini per entrare nella squadra!- esclamò felice.
-Sono contenta! E sono anche sicura che verrai certamente ammessa.- convenì l'altra.
-Ammessa? Cosa sono questi termini così scolastici? Stiamo parlando di sport, stiamo parlando di Quidditch, capisci cos...- cominciò Ginny ma Hermione la bloccò e disse -Okay, okay verrai "presa" va bene?-
-Perfetto- rispose l'amica annuendo con la testa, poi si guardarono e scoppiarono a ridere.
Dalle scale si sentì la voce della signora Weasley che le chiamava per la cena ed entrambe rimasero stupite nel constatare che avevano trascorso un pomeriggio intero a parlare, ma almeno adesso si sentivano meglio. Così si avviarono verso la cucina ma prima di scendere tutti i gradini, Hermione prese Ginny per un braccio e questi si arrestò di colpo preoccupata.
-Ginny, ti volevo semplicemente dire che... Grazie.-
-Merlino, pensavo cosa avessi visto! Comunque non c'è di che, quando vuoi davvero.- rispose.
Non c'era abbastanza luce ma Hermione era convinta che stesse sorridendo e senza pensarci due volte l'abbracciò. Ginny ricambiò e restarono così per qualche minuto. Quando si sciolsero con ancora il sorriso sulle labbra andarono a riempirsi la pancia.

Allora...ecco il capitolo 5. Prima di tutto mi scuso per l'ENORME ritardo, ma io e la sfiga siamo ormai ottime amiche :') Si è rotto il computer e mi si è cancellato mezzo capitolo che avevo già scritto. Inoltre non è stato per niente divertente scriverlo siccome avevo perso ispirazione, perciò non mi piace tanto :(.Per quanto riguarda il titolo non sapevo cosa mettere, spero vada bene! Qualunque sia la vostra opinione fatemelo sapere, scusate ancora. Al prossimo capitolo <3
  
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