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Autore: Gilaui    07/09/2008    2 recensioni
Era solo il silenzio, colui che la accompagnava in quella fredda e piovosa giornata Londinese. Lei era seduta in metropolitana, come ogni giorno, allo stesso posto, alla stessa ora
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio

Piccola dark


capitolo 1

Silenzio



Era solo il silenzio, colui che la accompagnava in quella fredda e piovosa giornata Londinese. Lei era seduta in metropolitana, come ogni giorno, allo stesso posto, alla stessa ora. I suoi occhi viola, unici nel suo genere, due occhi capaci di vedere cose che nessun' altro può vedere o solo immaginare, due occhi che riflettevano il suo animo, fuori freddo e distaccato, ma dentro più vivo di qualunque altro; essi guardavano le sue ballerine nere, che spezzavano la fantasia dellle strisce rosse e nere delle sue calze, le stesse che indossava sempre con la sua minigonna nera e la sua maglietta che raffigurava l'unica persona che poteva capirla, l'unica che poteva vedere con gli stessi occhi, l'unica che poteva consolarla quando si chiudeva in camera piangendo perché tutto il mondo la emarginava; peccato che questa persona non fosse reale, Emily the Strange, era la figura raffigurata nella sua maglietta, celebre personaggio dark, simbolo di una marca di abiti e accessori.

Lei guardava, guardava le persone intorno a lei, a sinistra il solito pendolare che leggeva il giornale, i suoi occhi sono scuri e scrutano con avidità le pagine,ma non con un'avidità relativa ai beni materiali, bensì alla conoscenza. Alla destra la solita ragazza neolaureata in cerca di lavoro che scrive messaggi con il cellulare al suo fidanzato. Davanti invece, lei trovava quasi sempre tre ragazze della sua età, ma loro, non solo non possono vedere il mondo per quello che è, ma nemmeno ci provano, sono troppo accecate dal loro riflesso, loro non si accorgono di essere cadute in quel baratro pieno di specchi e di pregiudizi, chiamato vanità. Lei le vedeva che guardandola, sui loro volti si scolpiva un sorrisetto maligno, quando una di loro parlava le altre pendevano dalle sue labbra, e credendo di fare la cosa giusta, si schieravano dalla sua parte, una parte che poteva sembrare quella delle persone più forti, ma che dentro era la scelta di chi non sa farsi delle opinioni tutte sue, di chi nella vita, non farà altro che pendere dalle labbra a qualcuno che è finito nel baratro.

Lei per non sentire le loro risatine, per evitare le loro occhiate, prendeva dalla sua borsa di Nightmare befor christmas il suo mp3 nero e rosso e metteva la musica rock a tutto volume e aspettava che il treno arrivasse alla sua fermata; scese le ragazze sedute davanti a lei, si toglieva l' mp3 e intorno tornava il silenzio, l'unico suo compagno che la seguiva come un ombra, solo il silenzio.

Quando lei arrivò alla sua fermata scese; andò al solito bar e prese il solito frullato, alla fragola.


Quel frullato era sempre stato il suo preferito, anche da piccola, quando a 2 anni sua madre glielo fece assaggiare, era una calda giornata di luglio, e sua madre non avendo altro da bere, le fece bere il suo frullato, e da lì ne diventò matta. Ovviamente questi non erano i suoi ricordi, bensì dei frammenti della sua prima infanzia raccontatole da amici dei genitori. Di sua madre lei, non aveva alcun ricordo, se non una vaga immagine e una soave voce in lontananza; eppure lei avrebbe tanto voluto ricordare quel volto che sicuramente non aveva cercato di memorizzare a quell'età, per la certezza che per memorizzarla avrebbe avuto ancora molto tempo, mentre invece le sono solo stati concessi 2 anni e mezzo, che lei, per ricordare non aveva sfruttato. Ogni volta che sentiva un aneddoto sulla sua infanzia, lei tentava di ricordare quella figura femminile che l'aveva cresciuta, sua madre.


La metropolitana era sempre piena di gente, ovunque si andasse, sembrava sempre che ci stessero andando tutti gli altri. Lei ora era nella sala centrale della metropolitana, davanti al cartello che indicava le varie linee e le varie fermate, che erano tante, considerando che Londra è la più grande città di tutta l' Inghilterra. Ma per lei Londra non aveva segreti, ormai aveva imparato a trovare il treno più veloce per tornare a casa in pochi secondi e sapeva anche qual' era la linea che la portava il più lontano possibile da casa, quella che aveva intrapreso varie volte nel tentativo di fuggire, questa linea infatti portava all' aeroporto, da lì lei poteva intraprendere un viaggio per ogni tipo di destinazione, Parigi, Granada, Roma, Berlino, Dublino e persino a New York. Tante volte aveva preso quel treno, ma ogni volta che arrivava a quella fermata trovava sempre un proposito che le impediva di scendere dal treno, come una boa tiene stretta una barca impedendole di intraprendere viaggi oltre oceano e costringendola a rimanere sempre nello stesso luogo, ad avere sempre i soliti orizzonti. Per lei quella boa erano i suoi genitori, se fosse partita per una città lontana non avrebbe mai potuto sapere la verità su di loro, non avrebbe mai più avuto la minima possibilità di saperne più qualcosa. Questo pensiero era sufficiente a trattenerla in quella città, che era la sua casa, ma dove lei aveva trovato i suoi più grandi dolori.


Quel giorno non era in vena di tentare la fuga, così prese semplicemente il solito treno che la portava a casa; per quanto si potesse chiamare tale; una volta le venne raccontato che suo padre disse: “La vera casa è quella dove hai trascorso il periodo della tua vita migliore, non il posto dove abiti” e quella per lei non era una vera casa, era solo un luogo dove dormiva, la sua vera casa l'aveva abbandonata contro la sua volontà a soli 2 anni, insieme alle persone a cui ha voluto più bene: i suoi genitori.


Dopo tanto brusio di pensiero, dopo tanti ricordi, dopo tante illusioni, tornò sola,e tornò la sua maledizione, che l'aveva seguita per tutta la vita, il silenzio, solo il silenzio.


Questa ff, l'ho scritta tempo fa di ritorno ad un mio viaggio a Londra. Io preferirei non continuarlo, perché ho paura che possa rovinarlo. Però se piace tanto...chissà!Ciau


  
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