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Autore: Clara_Oswin    28/07/2014    1 recensioni
AVVISO : La storia è il seguito di Another Ending
Dopo il matrimonio Arren e Ariel sono partiti alla volta dell'oceano Indiano per incontrare la famiglia dello sposo, l’avventura li perseguita e un perfido nemico ha in mente un piano che distruggerà la loro tranquillità, nasceranno improbabili alleanze, inimicizie e infine sboccerà nuovamente l'amore. La storia è collegata alle vicende del primo racconto.
SPOILER dal CAP 4
"Da quando quelle tre parole erano entrate nella sua vita quella mattina si era sentita morire. Non si sentiva pronta a diventare madre, c’erano ancora molte cose che voleva fare, un figlio non rientrava nelle sue priorità, era ancora troppo presto… si era cacciata in una situazione più grande di lei e questa volta non c’era via di scampo.
-“aspettiamo un bambino”- proferì infine aspettando una sua reazione. "
STORIA NUOVAMENTE ATTIVA
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ariel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 2 La gelosia non è più di moda

Nella stanza adiacente al salone principale vi erano tre figure intente a studiarsi a vicenda, Ariel guardava quella sirena poco più grande di lei con aria interdetta, quest’ultima invece ricambiava il suo sguardo con aria arrogante, come se Arren le appartenesse, come se nessun altro a parte lei avesse il diritto di stargli intorno.
Fu per primo il ragazzo a parlare per interrompere quella guerra non verbale che si era accesa tra le ragazze, titubante su come affrontare la situazione.
–“è da tanto che non ci si vede…”- la sua voce era bassa e non faceva trasparire alcuna emozione, Arren sapeva bene chi era quella sirena e purtroppo, sapeva anche il motivo della sua ostilità.

La giovane scuoteva la coda d’un arancione fiammeggiante avanti e indietro nervosamente, prese ad arricciarsi i capelli del medesimo colore fino a formare una grossa treccia fermata con stelle marine turchesi. Aveva gli occhi color caramello e un fisico longilineo ma il suo carattere sembrava tutt’altro che amichevole.

La ragazza si stizzì, incrociò le braccia sotto le generose conchiglie viola che avvolgevano un seno prominente – “ dopo mesi che non ti fai né sentire né vedere te ne esci con questa frasupola…” – lo guardò dall’alto in basso –“sei davvero cambiato molto a quanto pare...” – gli lanciò una frecciatina.

Ariel decise di intervenire in quella situazione che iniziava a farla sentire di troppo –“ non so ancora chi tu sia,” – iniziò lei poco prima di venire interrotta.

-“a beh, la cosa è reciproca, nemmeno io ho la minima idea di chi sia tu e per quale motivo sei qui a casa di Arren” – le nuotò vicino avvicinandosi per studiarla meglio, probabilmente aveva qualcosa di familiare ma al momento non le veniva nulla in mente su dove potesse aver visto quel volto.

Ariel rivolse un fugace sguardo ad Arren, domandandogli silenziosamente chi fosse quella ragazza e perché fosse così ostile nei suoi confronti. Quasi come avesse intuito i suoi pensieri la ragazza parlò.

-“io sono Casside, pesciolina; e sono la migliore amica di questo ragazzo di cui evidentemente tu ti sei presa un bella cotta” – disse sogghignando con il puro scopo di metterla in imbarazzo.

Dopo una breve pausa in cui la squadrò dall’alto in basso le porse la mano con aria arrogante.

Ariel sorrise spontaneamente proseguendo a presentarsi, adesso era tutto chiaro –“ piacere di conoscerti Casside, io sono Ariel,”- le strinse la mano con fermezza

– “e sono la moglie di questo bel ragazzo per cui come già hai capito, ho preso una bella “cotta” ” –
 

Lo disse con talmente tanta tranquillità che ci volle qualche minuto per far recepire l’informazione a quella sirena arrogante davanti a lei e di cui evidentemente aveva suscitato la gelosia.

-“oh Casside cara, hai già avuto modo di conoscere Ariel allora, non è adorabile?” – la madre di Arren li sorprese nel corridoio dopo essersi accorta di esserseli persi sulla strada per andare in giardino;  prese Ariel sotto braccio e la trascinò verso il salone per farle vedere le vetrate che davano su prospetto interno della casa circondato da un ampio parco di alghe ben tagliate. Arren fece per raggiungerle ma fu interrotto da Casside –“ avresti potuto anche avvisarmi…” – il suo tono non era più spavaldo o arrogante, era dimesso e nascondeva in malo modo delle note di tristezza, il suo volto era chino sul pavimento. –“sarebbe potuta bastare anche una lettera…” – Arren fece per risponderle ma lei non gli diede il tempo. –“ costava troppo tempo scrivere una lettera, vero?? Giocavi a fare il tritone innamorato e non potevi sprecare nemmeno un minuto di tempo a scrivere ai tuoi familiari come stavi! A me!”- il suo tono si riempì di rabbia e disprezzo, strinse i pugni tentando di mantenere la propria dignità.

-“sono successe troppe cose, una lettera non sarebbe basta per raccontare tutto, e poi non volevo fare preoccupare nessuno.” –

-“e alla fine si scopre che l’unica che non sapeva niente sono io…”- disse fra se e se. –“…perché a quanto pare i tuoi genitori sono ben informati sul piccolo particolare per cui non ti sei preso la briga di informarmi!”- gli disse a voce più alta.

-“Cassy mi sembra che tu la stia prendendo sul personale,”- iniziò lui difendendosi.

-“sul personale dici? Credevo di essere la tua migliore amica, credevo che noi due non avremmo avuto mai segreti e che ci saremmo detti sempre tutto, ma mi sbagliavo!”- quasi gli urlò in faccia. –“e poi scopro da un’arrogante sconosciuta che ti sei sposato!”

-“Bada a come parli Casside, è di mia moglie che stai parlando, e lei non è di certo arrogante”- le puntò il dito contro. –“mai quanto te” – aggiunse.

Come poteva la sua migliore amica rinfacciargli la sua amicizia, lui non aveva niente da nascondere, era così felice che avrebbe affisso manifesti in tutto il regno quando Ariel gli disse Sì;  non aveva alcun permesso ne motivo per trattarla a quel modo, e lui aveva giurato di proteggerla per sempre, anche se si fosse trattato di difenderla dalla sua migliore amica.

-“Ariel… la figlia del Re Tritone, la principessa di Atlantica.”- il suo fu appena un sussurro, ricollegò tutti i tasselli di quel puzzle, lei era una principessa di sangue reale e pronunciare il suo nome ad alta voce le provocò una fitta al cuore, come se già la realtà non facesse abbastanza male. Improvvisamente le balenò in mente l’idea che Arren l’avesse sposata solo per il titolo nobiliare, aggrappandosi a quella stupida ragione, a quell’insensata motivazione che l’avrebbe portato a non scegliere lei.

-“mi sembra di non conoscerti …”- sussurrò lei poco prima che arrivasse Core, il fratello di Arren.

-“che succede qui? Cassy tutto bene?” – il ragazzo dagli occhi ametista le rivolse uno sguardo preoccupato, la sua amica non sembrava essere molto in sé.

Per tutta risposta Casside alzò lo sguardo e due occhi castani feriti e umiliati andarono a sbattersi contro quel muro di occhi verdi freddo che ora come mai le sembrava impenetrabile.

-“mamma e papà sono soli con Ariel in giardino, non so quanto potrà resistere ancora tra le loro chiacchere…” – Core interruppe il silenzio cercando di far calare la tensione.

-“sarà meglio che vada allora…”- sussurrò Arren facendo per andarsene

-“indossa la tua armatura lucente e salva la donzella!” – gli fece l’occhilino Core prima di incoraggiarlo con una pacca sulla spalla, poi si rivolse a Casside ancora irritata davanti a lui. –“Che ne pensi di Ariel? Sembra molto carina!” – mai parole in quel momento potevano essere meno azzeccate.

La sirena dalla coda arancione sentendo l’ennesimo complimento verso quell’estranea sbuffò scuotendo la chioma del medesimo colore –“ ma che vi ha fatto questa qui!? Vi siete innamorati tutti di lei!!” – gridò esasperata poco prima di sparire dietro un corridoio mandandolo malamente a quel paese.

Core rimase fermo nel corridoio, era successo qualcosa tra lei e suo fratello, qualcosa che non aveva ben capito ma che si sarebbe apprestato a scoprire presto.

****


Ariel era stata condotta dalla madre di Arren nel parco limitrofo al salone principale, era un ampia distesa di alghe verdi puntellate in alcune zone ben studiate da anemoni di mare e alghe colorate di rosso o giallo, in lontananza si poteva intravedere un pergolato nascosto dagli alberi di corallo e cui i rampicanti avevano contribuito a celare da occhi indiscreti. –“vieni cara, ti presento mio marito” – la donna nuotò verso un angolo ben preciso del giardino a cui Ariel non aveva fatto caso, seduto su una poltrona panna vi era un tritone dalla coda turchese e i capelli castani che
non appena li vide abbandonò il giornale sul tavolino di fronte e si alzò per andargli incontro –“Salve presumo tu sia Ariel,” – le strinse la mano lui calorosamente. Ariel notò immediatamente la somiglianza con lo sguardo del suo Arren. –“io sono Axio, il padre di Arren”- le sorrise gentilmente.

-“il piacere è mio, avremmo dovuto venir prima a farvi visita ma a causa di un’imp...”-iniziò Ariel sedendosi sul dondolo dove Ofelia le aveva fatto cenno di sedere.

-“sciocchezze! Non importa quello che è successo adesso siete qui ed è questo ciò che conta!” – Ofelia era molto simpatica e allegra, mentre Axio sembrava più introverso e pacato, la ragazza dai capelli rossi esaminò Ofelia, era una signora non troppo alta, anzi lei l’avrebbe definita bassina, dai capelli così biondi da sembrare quasi bianchi e diversamente dalle altre sirene corti fino al collo, con solo un filo sottile di perle ad adornarli. La coda era di un bel viola freddo tendente al glicine, in contrasto con il suo carattere così solare e espansivo.

Ofelia continuava a parlare e parlare ma Ariel non vi prestava molta attenzione, continuava a guardarsi attorno affascinata da quei colori sgargianti e dal nuovo ambiente.

-“… e per questo motivo Core non è potuto partire con Arren”- concluse la donna prendendo un biscotto dal piattino in ceramica sul tavolo.

-“Core?” – chiese risvegliatasi dal suo sogno ad occhi aperti.

-“si Core, è il fratello maggiore di Arren, te ne ho appena parlato…” – disse mordendo un secondo biscotto.

-“mi spiace credo di essermi distratta un momento…” – si giustificò Ariel

-“Ofelia i ragazzi saranno stanchi , non puoi pretendere che Ariel per quanto buona sia ascolti tutte le tue chiacchiere senza distrarsi un momento!” – la rimproverò il marito, poi si rivolse ad Ariel –“ oh, sta tranquilla, quasi nessuno riesce a seguirla davvero quando inizia uno dei suoi noiosi discorsi, ahahahah!” – rise di gusto bevendo il caffè pomeridiano.

La sirena dai capelli platino si stizzì del rimprovero del marito e stava per controbattere quando fu fermata dall’arrivo di suo figlio.

-“Papà!” – Arren salutò con una pacca sulle spalle suo padre –“ Mamma, papà, sicuramente avremo molte cose da raccontarci e da raccontare ad Ariel” – si avvicinò ad Ariel e le prese la mano –“mia madre muore dalla voglia di raccontarti episodi imbarazzanti della mia vita” – le sussurrò nell’orecchio facendola ridere. –“ ma dateci almeno il tempo di riposare e disfare la valigie!” –

-“mamma non vorrai fare scappare Ariel prima del tempo!” – Core era sopraggiunto da dietro, aveva appoggiato una mano sulla spalla della madre lanciando un occhiata d’intesa ad Ariel.

-“immagino…” – iniziò Ofelia vinta dai suoi due figli –“ che vi rivedrò questa sera a cena…”- disse sospirando arrendendosi.

Arren e Ariel si congedarono da tutti ma poco prima di scomparire nella villa, Core potè vedere Ariel che gli sillabava un “grazie” a fior di labbra.

Non conosceva ancora bene quella sirena, però ne era sicuro, a primo impatto già gli era simpatica.

 

****
-“ma cosa mi tocca fare… e alla mia età!!” – il granchio stava procedendo lentamente sulla carrozza guidata da due pesci rossi. –“ahh se non fosse stato per quello che mi ha detto il re!! A quest’ora non sarei mai venuto!”- Sebastian si scuoteva tutto dentro la conchiglia che lo ospitava. –“fai da balia una volta, fai da balia per sempre! Sono un compositore io, non una tata!!” – il suo tono era lamentoso così come il suo atteggiamento, ma sapeva bene che nonostante le lamentele avrebbe dovuto svolgere il suo compito, questa volta non erano ammessi errori.

 

 

 

****
-“non capisco perché dobbiamo aspettare!!”- diceva una voce profonda e roca.

-“Non abbiamo ancora il nostro pezzo più importante… se vuoi fare fuori il Re, devi togliergli la sua Regina… ma se vuoi neutralizzare la Regina cosa si fa…?” – chiese la voce femminile retoricamente.

Lo squalo tigre guardò la strega attendendo una risposta, non era un gran giocatore di scacchi.

-“la torre, Undertow, per prima cosa miriamo alla torre! AHAHAHAHAAHA!” – la sua frase terminò con una risata malefica seguita a ruota dalla risata dello squalo, che nonostante non avesse ancora capito si ostinava a ridere senza alcun motivo.

-“Credi che funzionerà davvero?” – lo squalo smise di ridere e iniziò a fissare la strega con titubanza.

-“ma certo che funzionerà! Idiota! Andrà tutto esattamente come voglio io,”- si avvicinò ad una parete che fungeva nel tempo libero da tiro al bersaglio, incastrata accanto ad una foto e vari appunti c’era un ritratto, era fatto a matita su un foglio di carta ormai ingiallito.

-“io non dimentico” – disse a bassa voce fissando gli occhi della foto.

-“te l’avevo giurato sulla mia vita, e costi quel che costi mi riprenderò quello che mi avevi promesso…”-

Strappò la foto con violenza dalla parete, avvicinandosela di più al viso, quasi volesse sfidarla.

-“Arren Versiv, la tua vita mi appartiene.”

 

 

 

 

Olà

Questo  secondo capitolo mi serviva per presentarvi i personaggi che principalmente compariranno nella trama principale, ho fatto un piccolo accenno anche alla cattiva… qualcuno di voi ha indovinato di chi si tratta? E di quale promessa sta parlando?
Attendo le vostre idee, vediamo se riuscite ad indovinare… XD

Ci rivediamo al capitolo 3 tra un mesetto ;)
un saluto a tutti!

  
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