Nella
stanza
adiacente al salone principale vi erano tre figure intente a studiarsi
a
vicenda, Ariel guardava quella sirena poco più grande di lei
con aria
interdetta, quest’ultima invece ricambiava il suo sguardo con
aria arrogante,
come se Arren le appartenesse, come se nessun
altro a parte lei avesse il diritto di stargli intorno.
Fu
per primo il
ragazzo a parlare per interrompere quella guerra non verbale che si era
accesa
tra le ragazze,
titubante
su come affrontare la situazione.
–“è
da tanto che non
ci si vede…”- la sua voce era bassa e non faceva
trasparire alcuna emozione,
Arren sapeva bene chi era quella sirena e purtroppo, sapeva anche il
motivo
della sua ostilità.
La
giovane scuoteva la
coda d’un arancione fiammeggiante avanti e indietro
nervosamente, prese ad
arricciarsi i capelli del medesimo colore fino a formare una grossa
treccia fermata
con stelle marine turchesi. Aveva gli occhi color caramello e un fisico
longilineo
ma il suo carattere sembrava tutt’altro che amichevole.
La
ragazza si stizzì,
incrociò le braccia sotto le generose conchiglie viola che
avvolgevano un seno
prominente – “ dopo mesi che non ti fai
né sentire né vedere te ne esci con
questa frasupola…” – lo
guardò dall’alto in basso
–“sei davvero cambiato molto
a quanto pare...” – gli
lanciò una frecciatina.
Ariel
decise di
intervenire in quella situazione che iniziava a farla sentire di troppo
–“ non
so ancora chi tu sia,” – iniziò lei poco
prima di venire interrotta.
-“a
beh, la cosa è
reciproca, nemmeno io ho la minima idea di chi sia tu e per quale
motivo sei
qui a casa di Arren” – le nuotò vicino
avvicinandosi per studiarla meglio,
probabilmente aveva qualcosa di familiare ma al momento non le veniva
nulla in
mente su dove potesse aver visto quel volto.
Ariel
rivolse un
fugace sguardo ad Arren, domandandogli silenziosamente chi fosse quella
ragazza
e perché fosse così ostile nei suoi confronti.
Quasi come avesse intuito i suoi
pensieri la ragazza parlò.
-“io
sono Casside,
pesciolina; e sono la migliore amica di questo ragazzo di cui
evidentemente tu
ti sei presa un bella cotta” – disse sogghignando
con il puro scopo di metterla
in imbarazzo.
Dopo
una breve pausa in cui la
squadrò dall’alto in basso le
porse la mano con aria arrogante.
Ariel
sorrise
spontaneamente proseguendo a presentarsi, adesso era tutto chiaro
–“ piacere di
conoscerti Casside, io sono Ariel,”- le strinse la mano con
fermezza
–
“e sono la moglie di questo bel ragazzo per cui come
già hai capito, ho preso
una bella “cotta” ” –
Lo
disse con talmente
tanta tranquillità che ci volle qualche minuto per far
recepire l’informazione
a quella sirena arrogante davanti a
lei e di cui evidentemente aveva suscitato la gelosia.
-“oh
Casside cara,
hai già avuto modo di conoscere Ariel allora, non
è adorabile?” – la madre di
Arren li sorprese nel corridoio dopo essersi accorta di esserseli persi
sulla
strada per andare in giardino; prese
Ariel sotto braccio e la trascinò verso il salone per farle
vedere le vetrate
che davano su prospetto interno della casa circondato da un ampio parco
di
alghe ben tagliate. Arren fece per raggiungerle ma fu interrotto da
Casside –“
avresti potuto anche avvisarmi…” – il
suo tono non era più spavaldo o
arrogante, era dimesso e nascondeva in malo modo delle note di
tristezza, il
suo volto era chino sul pavimento. –“sarebbe potuta
bastare anche una lettera…”
– Arren fece per risponderle ma lei non gli diede il tempo.
–“ costava troppo
tempo scrivere una lettera, vero?? Giocavi a fare il tritone innamorato
e non
potevi sprecare nemmeno un minuto di tempo a scrivere ai tuoi familiari
come
stavi! A me!”- il suo tono si riempì di rabbia e
disprezzo, strinse i pugni
tentando di mantenere la propria dignità.
-“sono
successe
troppe cose, una lettera non sarebbe basta per raccontare tutto, e poi
non
volevo fare preoccupare nessuno.” –
-“e
alla fine si scopre che l’unica
che non sapeva niente sono io…”- disse fra se e
se. –“…perché a quanto pare i
tuoi genitori sono ben informati sul piccolo particolare per cui non ti
sei
preso la briga di informarmi!”- gli disse a voce
più alta.
-“Cassy
mi sembra che tu la stia
prendendo sul personale,”- iniziò lui difendendosi.
-“sul
personale dici? Credevo di
essere la tua migliore amica, credevo che noi due non avremmo avuto mai
segreti
e che ci saremmo detti sempre tutto, ma mi sbagliavo!”- quasi
gli urlò in
faccia. –“e poi scopro da un’arrogante
sconosciuta che ti sei sposato!”
-“Bada
a come parli Casside, è di
mia moglie che stai parlando, e lei non è di certo
arrogante”- le puntò il dito
contro. –“mai quanto te” –
aggiunse.
Come
poteva la sua migliore amica
rinfacciargli la sua amicizia, lui non aveva niente da nascondere, era
così
felice che avrebbe affisso manifesti in tutto il regno quando Ariel gli
disse Sì; non aveva alcun permesso ne
motivo per
trattarla a quel modo, e lui aveva giurato di proteggerla per sempre,
anche se
si fosse trattato di difenderla dalla sua
migliore amica.
-“Ariel…
la figlia del Re Tritone, la principessa di
Atlantica.”-
il suo fu appena un sussurro, ricollegò tutti i tasselli di
quel puzzle, lei era
una principessa di sangue reale e pronunciare il suo nome ad alta voce
le
provocò una fitta al cuore, come se già la
realtà non facesse abbastanza male.
Improvvisamente le balenò in mente l’idea che
Arren l’avesse sposata solo per
il titolo nobiliare, aggrappandosi a quella stupida ragione, a
quell’insensata
motivazione che l’avrebbe portato a non scegliere lei.
-“mi
sembra di non
conoscerti …”- sussurrò lei poco prima
che arrivasse Core, il fratello di
Arren.
-“che
succede qui?
Cassy tutto bene?” – il
ragazzo dagli occhi ametista le rivolse uno sguardo preoccupato, la sua
amica
non sembrava essere molto in sé.
Per
tutta risposta Casside
alzò
lo sguardo e due occhi castani feriti e umiliati andarono
a sbattersi contro quel muro di occhi verdi
freddo che ora come mai le sembrava impenetrabile.
-“mamma
e papà sono
soli con Ariel in giardino, non so quanto potrà resistere
ancora tra le loro
chiacchere…” – Core
interruppe
il silenzio cercando di far calare la tensione.
-“sarà
meglio
che vada allora…”- sussurrò Arren
facendo per andarsene
-“indossa
la tua
armatura lucente e salva la donzella!” – gli fece
l’occhilino Core prima di
incoraggiarlo con una pacca sulla spalla, poi si rivolse a Casside
ancora irritata
davanti a lui. –“Che ne pensi di Ariel?
Sembra molto carina!” – mai parole in quel momento
potevano essere meno
azzeccate.
La
sirena dalla coda
arancione
sentendo l’ennesimo complimento
verso quell’estranea
sbuffò scuotendo la chioma del medesimo colore
–“ ma che vi ha fatto questa
qui!? Vi siete innamorati tutti di lei!!” –
gridò esasperata poco prima di
sparire dietro un corridoio mandandolo malamente
a quel paese.
Core
rimase fermo nel corridoio,
era successo qualcosa tra lei e suo fratello, qualcosa che non aveva
ben capito
ma che si sarebbe apprestato a scoprire presto.
****
Ariel era stata condotta dalla madre di Arren nel parco limitrofo al
salone
principale, era un ampia distesa di alghe verdi puntellate in alcune
zone ben
studiate da anemoni di mare e alghe colorate di rosso o giallo, in
lontananza
si poteva intravedere un pergolato nascosto dagli alberi di corallo e
cui i
rampicanti avevano contribuito a celare da occhi indiscreti.
–“vieni cara, ti
presento mio marito” – la donna nuotò
verso un angolo ben preciso del giardino
a cui Ariel non aveva fatto caso, seduto su una poltrona panna vi era
un
tritone dalla coda turchese e i capelli castani che non
appena li vide
abbandonò il giornale sul tavolino di fronte e si
alzò per andargli incontro –“Salve
presumo tu sia Ariel,” – le strinse la mano
lui
calorosamente.
Ariel notò immediatamente la somiglianza con lo
sguardo del suo Arren. –“io sono Axio, il padre di
Arren”- le sorrise
gentilmente.
-“il
piacere è mio,
avremmo dovuto venir prima a farvi visita ma a causa di un’imp...”-iniziò
Ariel sedendosi sul dondolo dove Ofelia le aveva fatto cenno di sedere.
-“sciocchezze!
Non
importa quello che è successo adesso siete qui ed
è questo ciò che conta!” –
Ofelia era molto simpatica e allegra, mentre Axio sembrava
più introverso e
pacato, la ragazza dai capelli rossi esaminò Ofelia, era una
signora non troppo
alta, anzi lei l’avrebbe definita bassina, dai capelli
così biondi da sembrare
quasi bianchi e diversamente dalle altre sirene corti fino al collo,
con solo
un filo sottile di perle ad adornarli. La coda era di un bel viola
freddo
tendente al glicine, in contrasto con il suo carattere così
solare e espansivo.
Ofelia
continuava a
parlare e parlare ma Ariel non vi prestava molta attenzione, continuava
a
guardarsi attorno affascinata da quei colori sgargianti e dal nuovo
ambiente.
-“…
e per questo
motivo Core non è potuto partire con Arren”-
concluse la donna prendendo un
biscotto dal piattino in ceramica sul tavolo.
-“Core?”
– chiese
risvegliatasi dal suo sogno ad occhi aperti.
-“si
Core, è il
fratello maggiore di Arren, te ne ho appena
parlato…” – disse mordendo un
secondo biscotto.
-“mi
spiace credo di
essermi distratta un momento…”
– si giustificò Ariel
-“Ofelia
i ragazzi
saranno stanchi , non puoi pretendere che Ariel per quanto buona sia
ascolti
tutte le tue chiacchiere senza distrarsi
un momento!” – la rimproverò il marito,
poi
si rivolse ad Ariel –“ oh, sta tranquilla, quasi
nessuno riesce a seguirla
davvero quando
inizia uno
dei suoi noiosi discorsi,
ahahahah!” – rise di gusto bevendo il
caffè pomeridiano.
La
sirena dai capelli
platino si stizzì del rimprovero del marito e stava per
controbattere quando fu
fermata dall’arrivo di suo figlio.
-“Papà!”
– Arren
salutò con una pacca sulle spalle suo padre
–“ Mamma, papà, sicuramente avremo
molte cose da raccontarci e da raccontare ad Ariel”
– si avvicinò ad Ariel e le
prese la mano –“mia madre muore dalla voglia di
raccontarti episodi
imbarazzanti della mia vita” – le
sussurrò nell’orecchio facendola ridere.
–“
ma dateci almeno il tempo di riposare e disfare la valigie!”
–
-“mamma
non vorrai
fare scappare Ariel prima del tempo!” – Core era
sopraggiunto da dietro, aveva
appoggiato una mano sulla spalla della madre lanciando un occhiata
d’intesa ad
Ariel.
-“immagino…”
– iniziò
Ofelia vinta dai suoi due figli –“ che vi
rivedrò questa sera a cena…”- disse
sospirando arrendendosi.
Arren
e Ariel si
congedarono da tutti ma poco prima di scomparire nella villa, Core
potè vedere
Ariel che gli sillabava un “grazie” a fior di
labbra.
Non
conosceva ancora
bene quella sirena, però ne era sicuro,
a
primo impatto
già gli era
simpatica.
****
-“ma cosa mi tocca fare… e alla mia
età!!” – il granchio stava procedendo
lentamente sulla carrozza guidata da due pesci rossi.
–“ahh se non fosse stato
per quello che mi ha detto il re!! A quest’ora non sarei mai
venuto!”-
Sebastian si scuoteva tutto dentro la conchiglia che lo ospitava.
–“fai da
balia una volta, fai da balia per sempre! Sono un compositore io, non
una
tata!!” – il suo tono era lamentoso così
come il suo atteggiamento, ma sapeva
bene che nonostante le lamentele avrebbe dovuto svolgere il suo
compito, questa
volta non erano ammessi errori.
****
-“non capisco perché dobbiamo
aspettare!!”- diceva una voce profonda e roca.
-“Non
abbiamo ancora
il nostro pezzo più importante… se vuoi fare
fuori il Re, devi togliergli la
sua Regina… ma se vuoi neutralizzare la Regina cosa si
fa…?” – chiese la voce
femminile retoricamente.
Lo
squalo tigre
guardò la strega attendendo una risposta, non era un gran
giocatore di scacchi.
-“la
torre, Undertow,
per prima cosa miriamo alla torre! AHAHAHAHAAHA!” –
la sua frase terminò con
una risata malefica seguita a ruota dalla risata dello squalo, che
nonostante
non avesse ancora capito si ostinava a ridere senza alcun motivo.
-“Credi
che
funzionerà davvero?” – lo squalo smise
di ridere e iniziò a fissare la strega
con titubanza.
-“ma
certo che
funzionerà! Idiota! Andrà tutto esattamente come
voglio io,”- si avvicinò ad
una parete che fungeva nel tempo libero da tiro al bersaglio,
incastrata
accanto ad una foto e vari appunti c’era un ritratto, era
fatto a matita su un
foglio di carta ormai ingiallito.
-“io
non dimentico” –
disse a bassa voce fissando gli occhi della foto.
-“te
l’avevo giurato
sulla mia vita, e costi quel che costi mi riprenderò quello
che mi avevi
promesso…”-
Strappò
la foto con
violenza dalla parete, avvicinandosela di più al viso, quasi
volesse sfidarla.
-“Arren
Versiv, la tua vita mi appartiene.”
Olà
Questo secondo capitolo mi
serviva per presentarvi i
personaggi che principalmente compariranno nella trama principale, ho
fatto un
piccolo accenno anche alla cattiva… qualcuno di voi ha
indovinato di chi si
tratta? E di quale promessa sta parlando?
Attendo le vostre idee, vediamo se riuscite ad indovinare… XD
Ci
rivediamo al capitolo 3 tra
un mesetto ;)
un saluto a tutti!