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Autore: Midnight the mad    28/07/2014    2 recensioni
Un vecchio diario trovato per caso, una pagina che racconta una storia di cui non c'è memoria.
Un segreto che centinaia di persone proteggerebbero con la vita, e che altrettante sarebbero disposte a rubare allo stesso prezzo.
Una scelta sbagliata, un potere perduto.
Come puoi scegliere da che parte stare?
E, soprattutto, come puoi essere certo di stare facendo la cosa giusta, se sai di non poterti fidare neanche di te stesso?
"Lo guardai. - Credo che tu non pensi davvero quello che stai dicendo. -
- E come fai a saperlo? Sai che non ho mentito. -
- Sì, ma so anche che non l'hai fatto neanche prima. Non hai mentito, quando hai detto che mi amavi. -"
"- Per proteggere te. E' per questo che l'ho fatto, dannazione! -
- Ah, davvero? Secondo me non è la verità. Secondo me l'hai fatto solo per proteggere te stesso, la tua felicità. Non ti è mai importati di quello che ne sarebbe stato di me. -
- Loro volevano ucciderti. - sussurrò, gli occhi lucidi.
- Anche tu mi hai uccisa. Non sono più io, questa, accidenti! Come fai a non rendertene conto? -"
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FUOCO
Mi sentii risucchiare verso l’alto e, all’improvviso, vidi la luce. Luce e acqua.
Il mio cuore si fermò per un secondo. Eravamo venuti dall’Inferno. Dal basso. E stavamo andando al lago di Waterfire.
Quando guardai Mike, capii che lui lo sapeva. Sapeva sin dall’inizio dove saremmo arrivati, ma non si era fermato perché avevo avuto bisogno di lui per uscire dall’Inferno.
“No.” pensai. Non avevo ali, non potevo portarlo via in volo. Non potevo neanche tornare indietro. Non potevo fare niente.
Non feci in tempo a gridare che il lago ci avvolse.
L’acqua mi riempì la gola. Per quanto non potessi bruciare toccandola, era acqua. E io stavo affogando.
Ma non mi importava. Non mi poteva importare. Sapevo che ero venuta lì per un motivo, per un motivo fin troppo importante, ma non riuscivo a muovermi. Mi sentivo paralizzata. Mike stava bruciando, stava bruciando davanti ai miei occhi, e io non potevo fare niente.
La luce dell’acqua iniziò a scomparire. Tutto stava diventando nero. All’improvviso mi rimbombarono in testa i miei battiti del cuore, sempre più lenti. L’ultima cosa che pensai fu che era davvero un modo stupido per morire, dopo tutto quello che avevamo passato.
Sfiorai la mano di Mike e chiusi gli occhi.
-
Un colpo al petto, così forte da fare male. Sentii l’acqua risalirmi su per la gola. Tossii, spalancando gli occhi.
La prima cosa che vidi fu il viso di Lucifero. Sembrava sconvolto. – Sei pazza? – urlò. – Cosa... cosa ti è venuto in mente? –
Io battei le palpebre, cercando di ricordare cosa fosse successo. E poi rividi il viso di Mike, quell’ultimo sguardo rassegnato.
- Dov’è? – ansimai, fissandolo. – Dov’è? –
Lui batté le palpebre. – Dov’è chi? – chiese, senza capire.
“No. No, non è possibile.” Guardai Lucifero. Non potevo dirglielo. Non riuscivo neanche io ad accettarlo. Perché non poteva essere vero. Mike non poteva essere morto in quel modo. Non poteva.
Mi salirono le lacrime agli occhi mentre mi mettevo seduta. “No, no, ti prego, no...”
Forse fu solo un’ultima difesa. Un modo per non farmi crollare tutto addosso in quel momento.
- Samael. – mormorai, rendendomi conto che c’era qualcosa che non andava. – E’ scomparso. –
Lucifero spalancò gli occhi e si girò. Quando si rese conto che era vero, strinse i pugni. – E’ colpa tua! – ringhiò. – Stupida... schifosa troia! – Mi colpì con un pugno in pieno viso. In qualche modo sentii di meritarmelo, mentre il sangue mi riempiva la bocca. Mi meritavo questo e altro. Mi meritavo molto peggio.
Lui si alzò in piedi e urlò di rabbia, poi spiccò il volo verso la fessura sul tetto, lasciandomi lì.
Forse avrei dovuto pensare che mi ero comportata da stupida. Che ero una codarda. Invece l’unica cosa che riuscii a sperare fu di morire prima che Lucifero scoprisse la verità. Non perché mi avrebbe uccisa, non perché si sarebbe vendicato.
Semplicemente, come facevo a guardare in faccia una persona sapendo di aver ucciso suo figlio?
-
Per chissà quanto tempo rimasi sdraiata lì senza avere la forza di fare niente. Comunque, cosa avrei potuto fare? Non sapevo volare e uscire in altri modi da quel posto era impossibile. Così rimasi lì, senza riuscire neanche a piangere, fissando quella luce irraggiungibile sul soffitto. Doveva essere tardo pomeriggio, o almeno così sembrava. E chissà cosa sarebbe successo ora. Ero venuta lì per cercare di migliorare le cose e non ero riuscita a fare altro che peggiorarle. Magari quel mondo sarebbe stato distrutto, e l’unica cosa che avrei potuto fare sarebbe stato guardarlo finire.
Fu quel pensiero a sbloccarmi, in un certo senso. Riuscii a piangere. Piansi per chissà quanto, finché non mi ritrovai senza altre lacrime da versare. E poi urlai. Adesso che avevo iniziato, non riuscivo a fermarmi. Guardai l’acqua sotto di me e pensai che sarebbe stato estremamente più facile se fossi potuta morire semplicemente buttandomi. Ma non potevo. Non avevo neanche un modo per uccidermi tranne lasciarmi affogare. E forse sarebbe stato quello che avrei fatto se all’improvviso una mano non avesse afferrato la mia.
Mi voltai, e dietro di me vidi una figura nera. Arrow. Ci guardammo per un secondo.
- E’ finita. – sussurrai, sentendo le lacrime tornare. – Arrow, è finita. Mi dispiace. –
Lui non rispose. Chinò la testa. Un attimo dopo si trasformò. Era di nuovo un cavallo.
Un cavallo con enormi ali fatte di piume nere.
E io capii che forse – forse – anche se per me e per Mike non c’era più nessuna speranza, forse ce n’era per quel mondo.
Così salii in groppa ad Arrow e volammo verso il foro sulla cima della collina.



Salve :)
So che il capitolo è corto, ma mi è sembrato già abbastanza... "intenso" così... Mi aspetto molte minacce di morte :)
P.S. Se vi va (sì, lo so, in questo periodo sono in fase di pubblicazione) magari passate a vedere una nuova storia che ho scritto, "Victim of the night"... ambito "vampiri".

 
  
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