Fanfic su artisti musicali > David Bowie
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Autore: MadnessInk    29/07/2014    2 recensioni
-Mi spiega come faccio a truccarle l'occhio se non lo chiude? Vuole che le trucchi il bulbo oculare?-. E David si limitò solamente a dire:-Trevor, dopo lo show provvedi a licenziare questa dipendente inutile-. -Ma mr. Bowie, che sta dicendo? È la m...- e lui, sbraitando letteralmente: -Taci, fa' quello che ti ho detto!-. A quel punto Mya non resse più.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amias camminava a passo sostenuto, tenendo Mya per il polso trascinandosela dietro senza guardarla. Lei si limitava a seguirlo, ponendogli ogni tanto qualche domanda, che spesso non trovava risposta o non dava soddisfazione alla sua curiosità e perplessità, derivate dal gesto improvviso e irruento di Amias.
-Potrei sapere dove siamo diretti? E perché con così tanta fretta?- domandò Mya all'uomo mentre passavano per un viale alberato.
-Adesso che ci arriviamo vedi- rispose distrattamente Amias, continuando a camminare.
In aria il vento trasportava l'umidità e l'odore di pioggia di un temporale che a breve sarebbe scoppiato, gli alberi già si inquietavano, ondeggiando e oscillando nervosamente come ghiacciati dal freddo pungente.
Dopo qualche minuto i due arrivarono di fronte a una struttura in legno, consumata dal tempo e dalle intemperie, circondata e ornata da rampicanti secche e da fiori bianchi.
Un tempo era una casa.
Mya e Amias stavano in silenzio impietriti davanti a quel relitto testimone di tristi vicende. A rompere il silenzio solo il sinistro cigolio degli infissi graffiati e instabili. Il gracchio dei corvi passeggeri e il cielo scuro rendevano il luogo opprimente e angoscioso.
-Papà-.
Amias guardava la casa con occhi commossi: l'immagine si faceva sempre più sfocata, annebbiata dalle lacrime che stentavano a scendere ma che, tuttavia, riempivano gli occhi del giovane. Dopo qualche attimo l'immagine tornò chiara e le guance di Amias si inumidirono. Mya gli posò una mano sulla spalla.
-Ce l'hai ancora?- disse Amias, facendo segno col capo alla mano di Mya.
-Sì- rispose lei, sfilandosi dall'anulare della mano destra un sottile anello d'argento. -Te l'avevo promesso, l'avrei tenuto sempre con me. E così ho fatto. Eccetto per una notte, quando mi cadde in un bar di Parigi. Quella sera del 18 maggio. In verità non ho mai capito perché hai voluto donarmelo-
-All'epoca avevo una bella cotta per te, sai? Però non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, temevo che mi avresti rifiutato categoricamente. Allora ho preferito tenermi tutto dentro-
-L'avrei fatto-
-Ecco, meglio così allora-
-Già-.
-Allora, cos'hai deciso di fare?-
-Riguardo a cosa?-
-A David-.
Mya sospirò -Cosa pensi che abbia deciso di fare? Non andrò, è ovvio-
-Ma dai... sei seria?-
-Certo-
-Tu? Tu ti sei data per vinta? Tu?! Proprio tu, Mya Sion, che hai sempre dato filo da torcere a tutti con la tua incredibile caparbietà. Proprio tu che hai sempre fatto fronte a tutto e a tutti, che mai ti sei rifiutata di aiutare qualcuno, adesso ti rifiuti di aiutare te stessa e David, il tuo migliore amico e probabilmente l'uomo che ami e di cui sei innamorata! Che ti succede? Cos'è adesso David per te?-
-Non lo so, Amias. Non lo so- fece Mya a voce bassa, con lo sguardo rivolto alle nuvole con le braccia a stringersi lo stomaco, con la mente confusa e piena di pensieri.
-Allora, visto che non lo sai, vai- rispose Amias. Mya lo guardò stranita. Amias si schiarì la voce e continuò il discorso: - Se non sai cos'è David per te ora, allora credo che dovresti scoprirlo. E per scoprirlo non c'è altra soluzione: devi andare da lui, a Berlino. Devi parlargli e devi chiarirti, devi chiarirgli le idee. Dovete chiarirvi, o questa situazione di abbandono mista ad autodistruzione finirà per uccidervi. Dentro e fuori-
-Credi davvero di sapere cos'è meglio per me?-
-Sì, dannazione, sì! Questo non ti fa bene! Stai soffrendo! Quando cazzo ti renderai conto di quanto quello che stai facendo, che state facendo, non fa altro che peggiorare il rapporto con te stessa prima di quello con David e con gli altri! Ama te stessa prima, per poi amare gli altri!-
Ancora una volta, nessuno parlava. Amias era rosso dalla rabbia e stava riprendendo fiato dopo la sfuriata, giusta e legittima, che aveva appena avuto luogo.

Mya non sapeva più a che pensare. Si trovava ancora una volta immersa nei pensieri e nell'incertezza, nella paura di fare una scelta sbagliata.
-Mya- proruppe Amias -io non dimenticherò mai quello che hai fatto per me quando mio padre... si suicidò. Molte persone hanno cercato di aiutarmi, ma nessuno si è mai preoccupato eccessivamente per me. Ma la tua famiglia e tu in particolare... voi mi avete aiutato in tutti i modi a superare quel momento orribile della mia vita. Mi sei stata sempre accanto e ogni giorno che passa penso di non averti ringraziato mai abbastanza per avermi guarito da tutte le mie malattie, mentali o fisiche che fossero. Ed è per questo che voglio aiutarti. Sarò sempre in debito con te-
-Ma smettila di dire sciocchezze!- disse Mya, dando una pacca sul braccio ad Amias - Non sei in debito con me per nessun motivo! Anche tu mi hai aiutato nei miei alti e bassi, lo stai dimostrando adesso. Quindi non provare mai più a ripetere quello che hai appena detto, è chiaro?-. Mya aveva gli occhi severi e addolorati, feriti. Cosa stesse passando per la sua testa forse neanche lei lo sapeva. E anche se lo avesse saputo, tutte le idee furono poi spazzate via.
-Sì, padrona!- disse Amias, congiungendo le mani e chinando il capo -Ogni tuo desiderio è un ordine per me, padrona!- continuò con voce robotica. Mya si aprì in un sorriso, rilassando i muscoli del viso e del corpo, contratti e intorpiditi, facendo posto a un'aria più distesa.
-No, forse tu non hai capito... questo È UN ORDINE!-
-Sì, padrona!-
-Ehi, biondo... poco lo spiritoso, ok?- Amias annuì sorridendo.
-Andiamo a casa, ok? E non pensiamoci più. Tanto sappiamo entrambi molto bene come andrà a finire-.
E così dicendo si incamminarono sulla via del ritorno tirati su dal sole che stava sbucando da dietro le nuvole, ma solo per il breve tragitto: quando furono a casa si scatenò uno dei temporali più belli a cui avessero mai assistito.


 

ANGOLO AUTRICE:

Salve a tutti. Allora, oggi posto questo minimini-chapter che era rimasto in un angolino del pc da almeno due mesi, aspettando pazientemente di essere messo a posto e pubblicato. Se la fortuna mi assisterà nei prossimi giorni dovreste poter leggere il seguito. Vi amo, per questo non mi uccidete. Si accettano pareri e critiche costruttive. Alla prossima!

MadnessInk

  
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