Momenti interminabili di buio, poi una luce illuminò e scaldò
il corpo deturpato del prigioniero evaso, finalmente di nuovo a contatto con
quella fiamma che tanto gli aveva dato sollievo. Alzò il capo titubante e vide
un’alta fiamma accanto a sé. Non riuscì bene a capire il motivo ma le si
avvicinò, toccandola, ma senza bruciarsi. Quello che sentì fu benessere: ogni
ferita si stava rimarginando e sentì quasi il bisogno di portarsi con sé un po’
di quel tesoro. Cercò nel proprio inventario e trovò una fiaschetta verde.
«Che strana… e affascinante allo stesso tempo» disse piano.
Quindi la girò e lesse alcune parole che vi erano incise:
“I non morti bramano queste
fiaschette verdi.
Riempile di Estus ai falò. Ripristina punti vita.
Le Fiaschette Estus sono collegate alle Guardiane del Fuoco.
Dai racconti oscuri: "Una fiala dall'anima della Guardiana. Ella vive per
preservare la fiamma, e morirebbe pur di proteggerla."”
Il
non morto rimase a pensare qualche minuto a quelle parole, cercando di rivelare
il mistero che vi era dietro quelle parole criptiche, poi però una voce lo
destò facendolo sussultare:
«Avvicinale al fuoco e si riempiono, idiota» disse un uomo comodamente seduto
su una sporgenza di pietra.
«Qui c’è scritto estus, non fuoco» rispose il prigioniero evaso con tono
deciso.
«Uh… beh, si, il fuoco è detto anche estus, penso…» rispose senza troppa
convinzione, ma l’interlocutore fece finta di crederci e gli si avvicinò dopo
aver rifornito le fiaschette.
«Chi sei? Cos’è questa sorta di santuario? Non sai che cosa ho passato venendo
qui…» cominciò il nuovo arrivato. Il guerriero se la rise, poi rispose con un
tono sarcastico, secondo lui almeno:
«Questo è il santuario del legame del fuoco, ma tanto perderai, morirai,
diventerai vuoto, però esistono due campane, una nella città infame e lì
morirai, l’altra nella chiesa dei non morti ma morirai uguale. Tutti muoiono,
sono tutti segnati, io pure» disse, mentre l’interlocutore inarcava un
sopracciglio.
«S-sì, beh, lo vedremo. Il mio nome è Hydell comunque. Tu chi sei?» chiese il
non morto con gentilezza, nonostante tutto continuava a mostrare cordialità.
«A Lordran non hanno importanza i nomi, tanto falliscono tutti, perdono tutti,
bla bla» continuò perentorio il guerriero. Hydell scrollò le spalle e cominciò
un giro di esplorazione del luogo. Si fermò a esaminare ogni singolo fascio
d’erba che superava, raccolse ogni oggetto che vide leggendone l’ormai tipica
scritta sul retro ma tra le cose più strane che aveva trovato vi erano due cose
che l’avevano incuriosito: le fantomatiche “ossa del ritorno” e le “umanità”.
Sui primi rimase più tempo: si accorse infatti solo allora che il falò era
alimentato da ossa!
«Assurdo, tutto ciò è assurdo, quel fuoco è alimentato da ossa di non morto…»
si ripeté tra sé e sé, incredulo. Era estasiato da tanta bellezza di design,
quasi come stesse vivendo un videogioco. Per quanto riguardo le umanità, rimase
più che altro dubbioso:
“Rara fatina nera trovata sui
cadaveri.
Usata per ottenere 1 punto umanità e per recuperare un alto numero di punti
vita”.
«Io
non credo nelle fate, però boh» pensò. Continuò il giro d’esplorazione senza
lasciarsi nulla alle spalle e al primo bivio si introdusse verso un luogo
bagnato da una superficie d’acqua cristallina. Qui un ronfo di qualcosa fece lo
fece sussultare, ma nei dintorni, di sospetto, vi era solo il corvo che l’aveva
condotto a Lordran.
«Che meravigliosa creatura… sicuramente simboleggerà ben altro rispetto a
quanto sembra» disse da solo. Si inoltrò sempre di più fino a incontrare due
scheletri che alla sua vicinanza si ricomposero.
«Non mi fate paura, creature del male!» gridò sguainando la spada larga. Lo
scontro fu però più duro di quanto immaginasse: sbagliò ogni tentativo di parry
e dovette bere almeno quattro sorsi di estus per sopravvivere. Uscito da quella
situazione, avanzò trionfante ma non appena vide uno scheletro grosso il triplo
di quelli affrontati, indietreggiò balbettando robe e cadde malamente nel
precipizio lì nei pressi… morendo.
SEI
MORTO…
«DOVE SONOOOOO? Cacchio sta diventando un'abitudine
risvegliarmi in luoghi sconosciuti» Hydell si guardò attorno e notò un uomo in
armatura a lui sconosciuto che lo fissava.
«Ehi tu che minchia guardi? Vuoi botte?» L'uomo non reagì alla provocazione e
sussurrò semplicemente «Tu sei matto, vattene da questo luogo».
«Okok me ne vado, ma perché voglio io, non perché me lo dici tu».
Camminando notò un pozzo decorato con un cadavere, oltre il quale un gruppo di
non-morti stazionava nella prossimità di una scalinata. Facendosi strada lanciando
fendenti riuscì a superare le scale e da qui si ritrovò all'interno di un
acquedotto.
«M-ma quel topo sta mangiando un cadavere? Che schifo!» Ignorandolo, percorse
il lungo corridoio buio che lo riportò in superficie. Qui fece ancora qualche
passo, ma ad un certo punto un'enorme creatura alata sputafuoco gli tagliò la
strada, appoggiandosi per qualche istante sul ponte che stava percorrendo.
«Non ci posso credere... UN DRAGOOOOOOOO!!!!» preso da un grande slancio di
adrenalina continuò in corsa il giro per quel borgo e dopo varie uccisioni si
ritrovò di fronte a due scheletri con scudo. Tentò di colpirli, e nel tentativo
di schivare alcuni colpi cadde al piano di sotto del palazzo coperto fino ad
allora da alcune casse. Decise di non preoccuparsi dei due rivali e continuando
per quella strada si trovò di fronte a quello che sembrava un mercante.
«WOW! Tu sei un mercante!»
«Si ci hai visto bene, e tu hai ancora il senno. Ma stai attento, dalle
profondità sono risaliti fino al borgo un demone toro e anche un demone dalla
forma caprina».
«No tu forse non hai capito... io sono un super boss!»
Così dicendo iniziò a tirare alcune spadate a caso, e uccidendo il mercante
poté derubarlo di una chiave di qualcosa e una katana. «Ma come si usa sta
rogna di spada? Bah...»
Tornando indietro si ritrovò al cospetto di quei due nemici ignorati
precedentemente, che parando i suoi colpi e affondando con la lancia lo stavano
ownando come quel nabbo schifoso che era. Decise di scappare, e nel suo
allontanarsi vide una spada simile a quella trovata in precedenza.
«La spada magica!» Quando fu sul punto di toccarla prese nuovamente fuoco, ed
uno strano tepore lo colse in tutto il corpo.
«Sono di nuovo al top... anche se ho un po' sete. Che è sta roba?» Notò una
strana borraccia gialla e senza pensarci ne ingurgitò il contenuto.
«CAAAA**O ma che è sto schifo incandescente? Non sento nemmeno alcun
cambiamento in me».
Proseguì per la strada e dopo aver percorso un ponte, nel quale rischiò di
esser colpito da numerose bombe, si ritrovò circondato in una stanza piena di
scheletri. Dopo aver nuovamente lanciato fendenti a caso si ritrovò l'unico
vivo e non poté fare a meno di gasarsi. Poco oltre si ritrovò ad un bivio: in
alto uno scheletro alquanto stupido lo aspettava macchinando qualcosa, in
basso, un enorme cavaliere in armatura nera gli dava le spalle.
«Finalmente un nemico al mio livello... Ehi pirla io son qui, ti affronterò con
la spada a due mani». L'imponente cavaliere gli corse incontro e una volta
vicino con un solo fendente shottò lo sprovveduto che in un insieme di
imprecazioni e lamentele lasciò quel posto.
SEI
MORTO…
Si risvegliò frastornato ma paradossalmente con una scintilla
di consapevolezza in più che non aspettava altro che essere alimentata. Hydell
si rialzò guardandosi intorno e ancora una volta ebbe quella sensazione di
deja-vu. Quella volta cercò però di ricordare con esattezza quello che era
successo e rivide nella sua testa immagini dapprima confuse, poi sempre più
nitide e concrete: dei non-morti, una viverna rossa, un cavaliere dalla
bellissima armatura nera. Quando aveva vissuto però quegli incontri? Quelle
battaglie? Non riusciva ancora a comprendere bene ma non aveva intenzione di
rimanere al falò, per quanto il suo corpo ne giovasse. Uscì camminando, facendo
a pezzi i vari non morti che gli si pararono davanti.
«Devo esercitarmi con i parry, sono la mia firma!» si disse mentre schivava
abilmente i fendenti degli avversari. Aveva uno scudo ottimo ma per qualche
ragione preferiva la destrezza alla resistenza… un mito, o un cretino. I parry
cominciavano a funzionare e il suo ego raggiunse livelli che neanche Duke
Nukem. Proseguì schivando un paio di bombe lanciate a caso da alcuni non morti
appostati in alto e fece altra strage sempre a suon di parry. Poi giunse lì
dove ricordava essere in qualche modo morto: alla base di una scalinata vi era
un cavaliere nero che brandiva una possente spada.
«Cosa rappresenterà mai quella pozza di sangue verdognola?» disse osservando
ciò che rimaneva delle anime della sua precedente vita, quindi la sfiorò e si
sentì pervadere da nuova forza e conoscenza. A ogni modo, il cavaliere si
accorse di lui e partì sparato con un fendente laterale, intento a shottarlo
così come la prima volta.
«In culo!» gridò riuscendo a fare un altro parry, per poi punirlo lì dove non
batte il Sole.
«Coraggio!».
Era ormai in trance e dopo un altro paio di parry perfetti, riuscì a devastare
anche quel pericoloso avversario. Non aveva avuto paura di lui, lo aveva già
incontrato… ma non riusciva ancora a capire bene. Raccolse l’anello che il
cavaliere aveva lasciato e ne osservò attento la fattura:
«È un blu fantastico… scommetto A CASO che ha una scritta sul retro» pensò, e
infatti così era: un anello particolare che gli permetteva di essere più
resistente quando stava per morire… wow. Proseguì non senza intoppi, anche se
un non morto scemo che prova a buttare un barile di fuoco da una scala non può
definirsi tale, e giunse a una torre.
«Una porta! Diamine, avessi avuto la possibilità di scegliere a caso un oggetto
con cui cominciare questo viaggio fantastico attraverso le lande desolate e
pericolose di Lordran, una chiave capace di aprire porte sarebbe stata
perfetta» si disse mentre scalciava una barile amareggiato e una lucertola
lucente gli scappava da sotto il naso.
«Che cos’era?! Che io sia Maledetto quando non sto attento!».
Fu allora però che trovò nelle proprie tasche una chiave come quella che
avrebbe voluto possedere. Strano, ma boh. Entrò lentamente nella porta
finalmente aperta e scendendo la lunga scalinata della torre, incontrò un
qualcosa in armatura enorme con tra le mani un’arma di forma fallica.
«Che creatura fantastica!» disse schivando il primo colpo. Non voleva
combatterlo, voleva osservarlo per capire chi fosse. All’ennesimo attacco dunque,
andò di parry ormai sicuro delle proprie capacità e… BOOM.
SEI MORTO…
«Sono ancora qui?» disse Hydell come risvegliatosi da un lungo
sonno ristoratore.
«Basta, è arrivato il momento di lasciare questo posto» così deciso e risoluto
iniziò a correre per quel borgo disseminato di non morti, e distribuendo
fendenti si ritrovò di fronte alla zona del suo precedente game over.
«Qui non c'è più nessuno... MA ALLORA SONO RIUSCITO A BATTERLO QUEL CAVALIERE!»
Colto da nuove energie riprese il cammino, ed entrato in un'alta torre, ignorò
la porta aperta davanti a lui e salì le scale: arrivato di fronte ad una porta
ricoperta di nebbia la superò. Si ritrovò in un enorme corridoio all'aperto, la
vista era magnifica da lassù e proprio di fronte a lui si ergeva un'altra
torre. Continuò a camminare pensando di essere finalmente in pace, senza nessun
nemico da battere, ma proprio a quel punto cambiò la musica di sottofondo, e un
enorme demone cornuto iniziò a corrergli incontro dopo esser sbucato dal nulla.
«Ehi amico, non hai speranze» disse intrepido mentre si bagnava i pantaloni.