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Autore: gin_chan_mt93    29/07/2014    2 recensioni
L'outsider è quella persona che non vive la realtà in prima persona. È quella persona che preferisce non essere il protagonista della storia, ma il narratore esterno di fatti che lo circondano. Cosa succede però, se l'outsider , in questo caso una ragazza, finisce per diventare protagonista di una storia che apparentemente non sembrava essere la sua?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Salve a tutti! Eccomi qui col secondo capitolo di The Outsider.
L’idea di questa fanfiction è nata dopo aver letto un manga che si intitola “Heroine Shikkaku” (vi consiglio di leggerlo, è molto divertente come manga e non è il solito manga romantico u.u). Grazie a questo manga ho avuto un’illuminazione ed eccomi qui al primo capitolo. Non prometto niente per quel che riguarda le date d’aggiornamento, cercherò di mantenere un ritmo costante e spero che l’ispirazione non mi abbandoni (come è capitato per l’altra fanfiction, che sto riprendendo in mano e che continuerò a scrivere in parallelo con questa fanfic).
Una cosa importante: la storia è narrata in prima persona da Anya e anche se si era già capito dal capitolo 00, lo specificherò lo stesso in tutti i capitoli (potrei cambiare POV, dipende da come si svolgerà la storia d’ora in poi).
Detto ciò, ci vediamo per altre chiacchiere a fine capitolo! Buona lettura!
 
01 – SHATUSH VIOLA
POV ANYA
 
Turututu. Turututu. Turututu.
<< Mmmmgh. >>
Turututu. Turututu. Click.
Spensi la sveglia e lasciai penzolare il braccio a fianco del letto. Quel suono segnava la fine ufficiale delle vacanze estive. Era il suono che segnava l’inizio del mio terzo anno di superiori. Mi alzai a fatica dal letto, sbuffando, con la bocca impastata ed i capelli arruffati. Mi diressi subito verso il bagno una volta arrivata davanti alla porta, questa si aprì.
<< Aaaargh! >> urlammo all’unisono io e mio fratello.
<< Sorellina, non farmi prendere infarti di primo matt- COSA SONO QUEI CAPELLI?! >> alzò la voce mio fratello. Effettivamente non era difficile notare i miei nuovissimi capelli con shatush viola.
<< Buongiorno fratello, non era mia intenzione farti prendere un infarto e sono capelli normalissimi con un po’ di colore sul fondo. Volevo cambiare un pochino, tutto qu. Ho anche detto parole di troppo essendo mattina. >> e sbadigliando entrai in bagno a fare le mie cose, lasciando mio fratello sulla soglia.
<< … Però ti stanno bene. >> disse senza troppi giri di parole. Io mi sedetti sul water e gli risposi semplicemente: << Potresti uscire? Devo fare pipì. >>
Alzando gli occhi al cielo mio fratello uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Quella mattina era iniziata come tutte le altre, tranne per il fatto che avevo lo shatush viola. Per il resto era tutto normale, io e mio fratello ci incrociavamo sempre al bagno. Giù nella sala da pranzo era tutto pronto, mamma aveva lasciato come al solito la nostra colazione e i nostri rispettivi pranzi sul tavolo. Mio papà era già a metà della colazione, mio fratello doveva ancora scendere e io, borsa in spalla, ero appena scesa per fare colazione.
<< Anya, buon primo giorno di scuola. >> disse mio padre, con il suo solito tono piatto. Non è un uomo molto espressivo o emotivo, ma dimostra il suo affetto a modo suo. Questo suo augurio è un modo per dimostrarmi affetto.
<< Grazie papà, buon lavoro anche a te. >> dissi con un sorriso. Lui ricambiò con un accenno di sorriso, con cui solitamente mi ringraziava.
Poi sospirò e aggiunse: << Insolito colore il viola. >>
Risi a quell’affermazione e risposi: << Volevo cambiare un po’ e così ho optato per qualcosa di insolito. >>
Finii la colazione, mi alzai e con la borsa sulla spalle raggiunsi la soglia della porta di casa.
<< Buona giornata Zach! >> urlai da basso ed uscii senza nemmeno sentire la sua risposta.
 
Per strada, con le cuffie alle orecchie, la musica ad un volume accettabile e non sparata, ero tornata alla mia routine scolastica. Mi diressi alla solita fermata dell’autobus che mi avrebbe portato sulla strada per andare a scuola. Alla fermata c’erano più persone del solito: c’era qualche ragazzino in più, probabilmente qualche primino e altri uomini e donne in carriera. Mi soffermai su una donna, che sembrava essere di fretta, dato che continuava a guardare l’orologio e a sbuffare. Aveva una giacchetta elegante beige, pantaloni bianchi, i capelli raccolti, un po’ disordinati e un naso molto fine. Probabilmente era in ritardo per aver trascorso la notte a casa del suo amante.
<< Scommetto che la tua mente ha iniziato a immaginare qualcosa. >> disse una voce familiare alle mie spalle, così mi girai e con un sorriso dissi: << Yvonne. >>
<< Awy. >> disse lei con un sorriso << Lo shatush viola è anche meglio nella realtà. La foto che hai mandato ieri sul nostro gruppo Whatsapp, non rende giustizia. >>
<< Grazie Yv. Sono soddisfatta. >> dissi io << Ed eccoci tornate alla nostra solita routine. >>
<< Speriamo almeno di fare qualche incontro interessante sull’autobus o sulla strada per andare a scuola! >> disse lei tutta estasiata.
<< Oh, Yv, sei davvero incorreggibile. Ora capisco perché sei vestita così. >> dissi io ridendo. La mia amica era vestita meglio del solito. Si veste sempre bene, ma quella mattina era vestita meglio.
Yv è una ragazza che ama circondarsi di belle persone, in particolare di bei ragazzi. Si alza presto apposta per prepararsi accuratamente: il trucco deve essere coordinato al vestiario ed i suoi capelli assumono sempre forme diverse. Non che ne abbia bisogno, è bella anche senza trucco e con addosso uno straccio. Capelli castani lunghi e lisci fino alle spalle, due occhi verde opaco, un naso grazioso e due labbra sottili; magra, alta circa 1,70 m e con una bella linea. Inutile dire che qualunque vestito si metta addosso le sta bene… L’ho già detto prima che starebbe bene anche con uno straccio addosso.
<< Oh, arriva l’autobus! >> disse Yv, con l’urgenza di chi ha un appuntamento imperdibile.
<< Che voglia di andare a scuola… >> le risposi io, sbuffando. Gli unici motivi per cui andavo a scuola erano le mie amiche, la folla (un banchetto di scenari) e il diploma alla fine del ciclo scolastico.
<< Andiamo Awy, il mio entusiasmo è dovuto al fatto che oggi potremmo fare un incontro interessante. >> disse lei con un sorriso compiacente. Che stupida, dovevo capire che l’entusiasmo era dovuto alla (mera) possibilità di incontrare qualche tipo interessante.
Salimmo sull’autobus e come al solito non c’erano posti liberi. Non c’era da stupirsi, dato che era settembre e tutti erano appena tornati dalle vacanze estive. Mi guardai attorno, sempre per il mio hobby. Tutti i posti erano occupati e solo una quindicina di persone erano in piedi, tra cui io e Yv. Notai molti volti sciupati, che dimostravano quanto fosse stato difficile rientrare dalle vacanze. Molti erano concentrati sullo schermo del cellulare, chi probabilmente per lavoro o chi per tenersi aggiornato sui social network. Si sentivano voci parlare, chi al telefono e chi a una persona sull’autobus. Io ero in fondo, appoggiata sul fondo. Yv era di fianco a me, concentrata a messaggiare con chissàchi. E poi, osservando una seconda volta, con più attenzione, la gente sull’autobus, vidi lui.
 
Poco più avanti a noi, seduto, c’era un ragazzo con le cuffie rosse. Aveva i capelli spettinati, neri, una maglia a maniche corte grigia con una stampa nera… Dal disegno, sembrava essere uno di quegli eroi dei fumetti americani, in totale stile DC o MARVEL. Teneva lo sguardo fisso verso il finestrino, quasi come se fosse concentrato su qualcosa. Notai anche una catenina, con un ciondolo abbastanza visibile, metallico. Continuai a fissarlo, quasi come rapita da un’opera d’arte.
Aveva un profilo perfetto, forse era questo che aveva attirato la mia attenzione su quel ragazzo. Notai poi un leggero sorriso comparirgli sulle labbra e girarsi verso di me. Io non distolsi lo sguardo, convinta che stesse per guardare l’mp3 o l’iPod o il cellulare a cui erano attaccate le cuffie.
Invece, rimase lì a fissarmi e per un momento i suoi occhi incontrarono i miei. Erano due occhi chiari, non saprei dire di che colore, ma erano visibilmente chiari. Erano in forte contrasto con i capelli scuri. Deglutii. Vedevo sopra la sua testa una nuvoletta con su scritto: << E questa perché mi fissa? Tsk, maniaca. >> Nonostante ciò, non distolsi lo sguardo. Il suo sorriso non scomparve, era ancora lì.
<< …zzo interessante. Ma mi stai ascoltando? >> una voce si fece largo tra i miei pensieri.
<< Hm? >> mi girai io, distraendomi e volgendo lo sguardo verso Yv.
<< Non hai sentito nulla di quello che ho detto vero? >> disse lei, alzando un sopracciglio. La guardai, con aria confusa. Era ovvio che non avevo ascoltato una parola di quello che stava dicendo.
Yv sospirò e disse: << Dicevo che ho trovato un ragazzo interessante. O meglio, questo è il succo di quel che in realtà ho detto. >> e sorrise.
<< Chi è la vittima questa volta? >> dissi io incuriosita. Yv, amava circondarsi di belle persone e spesso adocchiava persone interessanti anche da un punto di vista caratteriale.
L’autobus si fermò e la gente cominciò a scendere. << È la nostra fermata. >> rispose Yv << Uff, l’ho perso di vista. Era poco più avanti a noi, ma  almeno sappiamo che è sceso qui. >>
Occhi di falco Yv non sbaglia mai.
<< Cuffie rosse, occhi chiari, capelli neri spettinati? >> chiesi. Lei annuì con un sorrisetto malizioso. << Oh, ma allora l’hai notato pure tu! >>
<< Ha catturato la mia attenzione. >> Chissà a cosa stava pensando guardando fuori dalla finestra. Sembrava assorto in pensieri felici.
 
<< Shatush viola! >> esclamarono all’unisono Lin e J, ovvero Elinor e Janine. << Sono ancora meglio dal vivo. >> aggiunse Lin. Eccoci qui,ancora tutte e quattro insieme per il terzo anno di seguito nella stessa scuola. Ancora dovevamo controllare le classi e incrociavo le dita per finire nuovamente nella stessa classe delle mie amiche.
<< Andiamo a vedere la bacheca con le classi? >> disse J, che ovviamente non stava più nella pelle di scoprire in che classe fosse e che sperava di ritrovarci tutte nella stessa classe.
Attraversammo l’entrata principale, un corridoio fatto di archi metallici circondati da piante rampicanti e da una strada di mattonelle grigie, tutte regolari. È una strada lunga ed ai lati si estende il cortile, rettangolare, che circonda l’intera scuola. Alla fine del corridoio d’entrata c’è l’edificio scolastico, una struttura imponente e rossiccia, molto elegante, tutta cementata. Il portone centrale, con due porte di legno massiccio, era aperto. Un fiume di persone si dirigeva però alla bacheca, un muro di legno che si trova sul lato destro del cortile, dove vi era già una calca di studenti, curiosi di sapere in che aula dirigersi.
<< Io aspetterei. >> esordì Lin, che vedendo la calca sbarrò gli occhi. Ovviamente non aveva nessunissima intenzione di buttarsi nella mischia.
<< Hai perfettamente ragione. >> concordò J. << Non ho nessuna intenzione di farmi male il primo giorno di scuola solo per vedere in che classe sono. >>
<< Dov’è Yv? >> esordii io e tutte e tre ci guardammo intorno per ritrovare la nostra amica. Che si fosse gettata nella mischia? Guardai con attenzione tra gli studenti ammassati davanti alla bacheca. Poi la vidi sul fondo del cortile in compagnia di un ragazzo molto carino. Capelli castani, probabilmente alto circa 1,80 m, camicia a quadri blu e bianca, jeans scuri stropicciati sul fondo e scarpe sportive. Lo guardai con attenzione ma non sembrava essere del nostro anno… Probabilmente era più grande. Non era il tipico ragazzo che avrebbe attirato l’attenzione di Yv, considerando che era uscita per la maggior parte delle volte con ragazzi biondi, sebbene lei andasse matta per i rossi… Dato che di rossi belli ce ne sono pochi in giro, si è sempre accontentata di ragazzi biondi. La osservai e poco dopo salutò il ragazzo e tornò verso di noi.
<< Ragazze io e Lin siamo nella stessa classe, J e Awy nella classe 2! >> disse Yv, con un sorriso non totalmente soddisfatto.
<< Peccato… >> disse J, che espresse ad alta voce ciò che passava per la mia testa.
<< Beh, comunque le nostre classi sono l’una affianco all’altra, quindi ci vedremo comunque tutti i giorni. E potremo passare il pranzo assieme! >> disse con un sorriso Yv, per risollevarci il morale.
<< Come hai fatto a sapere queste informazioni? >> chiesi curiosa.
<< Ho visto un mio amico ed ho chiesto se per caso aveva visto i nostri nomi sull’elenco. Conoscendomi e conoscendovi di vista e di nome… Beh mi ha detto quello che volevo sapere. >>
<< Momento, momento, momento… Come fa a conoscerci il tuo amico? >> chiese Lin con tono sospetto.
<< Beh, è un mio caro amico e ci conosciamo sin da piccoli. Abita nel mio quartiere ed è un anno avanti a noi. Poi ve lo presenterò, non vi preoccupate. >> disse con un sorriso.
Fu così che iniziò quella mattinata a scuola.
 
DRIIIIIIIIINNNNNNN!
La campanella del pranzo suonò e il primo blocco delle lezioni finì. Io e J, ovviamente, eravamo compagne di banco. Era l’unica persona che conoscevo in quella nuova classe e qualcuno l’avevo intravisto negli anni precedenti girando per la scuola. Quella mattina, appena entrata in classe, le personemi guardarono… Probabilmente il mio shatush viola aveva attirato l’attenzione. Ovviamente non mi aspettavo reazione diversa da quella che avevano avuto loro.
Come ogni anno la prima cosa che feci fu scegliere il banco vicino alla finestra, da cui potevo osservare quel che accadeva fuori nei momenti di noia a lezione. A J andava bene così ci stabilimmo nella terza fila accanto alla fnestra. Poi restai lì seduta ad osservare le persone che entravano in aula e mi guardai attorno. J, che come me era poco propensa ad iniziare una conversazione con degli sconosciuti, restò al mio fianco a guardare alcuni fogli.
<< Ti piace cucinare? >> disse una voce sconosciuta. Davanti a me, seduto, c’era un ragazzo dai capelli brizzolati, color castano scuro, due occhi azzurri, labbra carnose e un naso abbastanza pronunciato. Era carino ed indossava una t-shirt bianca con delle scritte rosse in giapponese. Si era rivolto a J. Mi voltai verso la mia compagna, che sembrava ancora assorta tra i fogli.
<< Dici che non mi ha sentito la tua amica? >> continuò il ragazzo davanti a me, stavolta rivolto verso di me. Gli sorrisi e così mi rivolsi verso la mia amica: << Ehr, J… >>
<< Sì Awy, solo un attimo… >>
<< Veramente non sono io ad aver bisogno. Credo che il ragazzo davanti a me voglia parlare con te. >> dissi io, con un sorriso.
<< Cos… >> disse lei alzando lo sguardo verso il ragazzo, che inevitabilmente scoppiò a ridere. La mia amica arrossì, le sue orecchie assunsero il colore dei peperoni e poi guardò me, che ero sull’orlo di una risata.
<< Scusami, è stato troppo buffo. Non volevo metterti in imabarazzo! >> disse il ragazzo divertito << Comunque ti ho chiesto se ti piace cucinare, visti i fogli di ricette che avevi in mano… Ero incuriosito, ma non pensavo fossi così assorta. >> continuò lui con un sorriso.
<< Ehr, sì… M-mi piace cucinare… >> disse la mia amica imbarazzata. J è una ragazza timida, soprattutto nei confronti dei ragazzi. Non esce spesso fuori questo suo lato, ma quando esce fuori fa davvero tenerezza. È un lato di lei che a me piace.
<< Anche a me! >> disse il ragazzo << Sembravano piatti interessanti, posso darci un’occhiata? >> disse lui con un sorriso.
<< S-sì… >> disse lei porgendogli i fogli che stava guardando << S-sono i piatti tra cui devo scegliere per la cena di stasera…>> continuò lei timidamente.
<< Grazie. >> disse lui con un sorriso << E grazie anche a te per aver attirato la sua attenzione. >> disse rivolgendosi a me. << Bello lo shatush viola! >>
Fu l’inizio di una conversazione con questo nostro compagno di nome Thomas, un ragazzo che sembrava essere un tipo per bene e che si era subito dimostrato un appasionato di cucina. Era pure un tipo simpatico. Al suo fianco invece era seduto un ragazzo coi capelli scuri, tutti ordinati, con gli occhiali e una camicia azzurra opaco, un ragazzo di poche parole che ci voltava la schiena e che non aveva spiccicato parola. Fu tutto ciò che di interessante capitò quella mattina. Non avrei mai pensato che in seguito questo incontro avrebbe influenzato il corso della mia vita.
Per il resto la mattina proseguì con i soliti rituali: presentazione dei professori e dei loro rispettivi programmi, una chiacchierata per conoscersi e vi dicendo. Tutto, proseguì liscio come l’olio fino alla fine del primo blocco.
 
Pranzammo fuori in cortile io e le mie amiche. La scuola offre dei tavoli e delle panche in modo tale che gli studenti possano usarle durante le pause pranzo o nel pomeriggio per studiare.
Durante il pranzo ci raccontammo quanto era successo quella mattina e appena suonò la campanella per indicare l’inizio del secondo blocco delle lezioni, ci avviammo verso le rispettive classi. L’idea di dover tornare alla solita routine era triste e piacevole allo stesso tempo.
 
Finalmente anche le lezioni del pomeriggio terminarono e la scia di studenti si diresse verso l’entrata principale per uscire. Mi guardai attorno e vidi volti conosciuti mischiarsi con volti nuovi. Era davvero interessante quel mix di persone, c’erano persone di ogni tipo. In fondo al corridoio, qualocosa attirò la mia attenzione. Delle cuffie rosse, su una chioma scura tutta spettinata. Seguii con lo sguardo quelle cuffie e senza accorgermene i miei piedi stavano per muoversi.
<< Ma dove stai andando Awy? >> chiese J, di cui avevo completamente scordato la presenza al mio fianco. << Dobbiamo aspettare le altre. >> disse, guardandomi con aria interrogativa.
<< Oh.. Ehm, scusa, pensavo di aver visto qualcuno che conoscevo… >> le dissi. Lei annuì semplicemente e si guardò attorno per vedere se le altre arrivavano o meno. Chissà se quelle cuffie rosse erano quelle del ragazzo visto quella mattina sull’autobus.
Quando arrivarono le altre, uscimmo tutte insieme dall’edificio scolastico. Era ufficialmente iniziato un nuovo anno scolastico.
 
Angolo di Gin
 
Eccomi qui! Ho finito il capitolo. È un capitolo un po’ noioso e molto descrittivo, ma dovevo introdurre i personaggi. Arrivati a questo punto volevo specificare una cosa. Il capitolo si intitola così per i capelli di Anya. Lo shatush viola simboleggia un nuovo inizio e spero che si sia capito! XD Per quel che riguarda il resto, tutti i personaggi introdotti in questo primo capitolo giocheranno il proprio ruolo nella storia. La ruota della vita di Anya ha cominciato a girare e nella mia mente, i personaggi hanno già iniziato a correre sulla strada del loro destino, anche Anya. Credo mi divertirò molto a scrivere questa storia e spero davvero di divertire anche voi lettori! :) detto ciò, vi saluto e spero di avervi incuriosito con questo primo capitolo! Ci vediamo nel prossimo capitolo ;)
  
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