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Autore: SamuelC    29/07/2014    3 recensioni
"Io sono stata ufficialmente delegata dai miei superiori ad informarla che lei è una strega... una strega appartenente alla prestigiosa Setta di Saturno."
"Mi scusi... ma mi sta prendendo in giro?"
"Fate tutte così quando venite a saperlo".
---
Questa è la mia prima storia in assoluto, spero che possa piacere a qualcuno. Recensite in tanti! ^_^
- Samuel
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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♦ ~03~ IL DONO DI OGNI STREGA ♦

"Oh, sì... sei una strega. Tutto molto bello, yeah!" disse in tono sarcastico Leslie.
Charlie non le prestò attenzione, sconvolta com'era da quella scoperta.
Cosa? Lei era una strega? Ma non esistono le streghe... non esiste la magia. Charlia ancora si rifiutava di accettare la verità, però la sua mano, seppure per pochi secondi, aveva preso fuoco e lei non aveva avvertito nessun dolore.
"Com'è possibile che io sia una... una..." Charlie non riusciva a trattenere le lacrime.
"Una strega?" completò Miranda, "oh, tesoro... tu sei una strega perché ce l'hai nel DNA. Nel sangue della tua famiglia scorre la stregoneria."
"Quindi anche mia madre è una strega?" chiese incredula la ragazza.
"Dubito che tua madre sia una strega, altrimento ne saremmo già a conoscenza. Potrebbe esserlo tua nonna, o qualche tuo antenato. Succede spesso che qualche generazione non manifesti nessun potere. Oh... e la stregoneria può essere ereditata anche dalla famiglia del padre, però gli uomini non potranno mai avere nessun potere."
Charlie stava cominciando a calmarsi, ormai non piangeva più.
"Prima di oggi" disse, "non mi era mai successo di... di incendiare le cose"
"Non l'hai ancora capito?" esclamò Leslie con tono saccente, "scopando con quel tipo hai sbloccato i tuoi poteri."
"Signorina!" Miranda sbattè una mano sul tavolo, "moderiamo il linguaggio!"
Leslie fece una smorfia.
"Comunque sì" continuò Miranda, "noi streghe manifestiamo i nostri poteri soltanto quando perdiamo il nostro dono più prezioso, quando doniamo il nostro fiore agli dei".
"Miranda cara... come la fai lunga" la interruppe Cassandra, "credo che Charlie abbia capito perfettamente". Rivolse il suo sguardo fiero verso Charlie e aggiunse "non si può più tornare indietro adesso".
Questa frase colpì particolarmente Charlie. Che cosa voleva dire? Era un avvertimento? Una minaccia? O semplicemente una frase buttata lì?
Miranda notò lo sguardo preoccupato della ragazza e, cercare di calmarla, le disse: "è per questo che adesso sei qui. Noi ti aiuteremo a controllare i tuoi poteri. Stai tranquilla, non corri nessun pericolo. E' importante che tu impari a gestire la tua stregoneria... non vorrai mica appiccare incendi ovunque?" e si mise a ridere. "Guardati intorno" aggiunse con un largo movimento delle braccia, "vedi queste 5 ragazze? Anche loro hanno scoperto da poco di essere streghe e anche loro sono qui per imparare a controllarsi."
Charlie osservò le altre ragazze, oltre a Leslie non ne conosceva nessuna.
"Coraggio ragazze... presentatevi alla vostra nuova compagna" le incitò Miranda.
Una ragazza di colore, con dei lisci capelli neri, si alzò dal tavolo e disse sorridendo: "Ciao Charlotte, io sono Michelle. Benvenuta nella setta."
A seguire le altre tre ragazze si presentarono. "Piacere Ellie", disse una ragazza dalla pelle pallidissima e dei capelli corvini, vestita in maniera alternativa, un po' gotica; "io mi chiamo Grace", "e io sono Vivien", dissero le ultime due ragazze; erano due gemelle dai lunghi capelli rossi e mossi, vestite allo stesso modo.
Leslie non pronunciò nessuna parola, ma si limitò ad un cenno con la mano senza neanche alzarsi dalla sedia.
Charlie si sentiva rassicurata dal fatto che vi fossero altre ragazze come lei, cosa aveva da temere in fondo? Se potevano farlo loro, perché non lei?
"Bene Charlotte, se hai qualche domanda da fare sentiti liberissima di chiedere" disse Miranda.
Be', Charlie ne aveva tantissime di domande e non esitò a porle tutte prima di farsi trasportare a casa.

"Ragazza venticinquenne accoltellata in un vicolo. Continuano gli omicidi del misterioso serial-killer delle farfalle" lesse distrattamente dal suo smartphone Sam, la migliore amica di Charlie.
"Brutta storia..." disse Charlie, mentre mordeva il suo panino, "quel pazzo va in giro ad ammazzare delle ragazze innocenti e non sono ancora riusciti ad arrestarlo".
"Già..." disse Sam, "la cosa più macabra è che sulla bocca di ogni ragazza ammazzata poggia una farfalla morta. Proprio un deviato... oh, perché Leslie ti sta guardando?"
Charlie rivolse il suo sguardo nella direzione in cui guardava Sam e vide Leslie che le sorrideva, sempre con quella sua aria di superiorità; la ragazza si stava avvicinando alle due amiche.
"Che cosa vuole quella poco di buono?" chiese Sam rivolta a Charlie, mentre Leslie si avvicinava. Charlia scosse la testa e disse "non lo so".
Quando Leslie si avvicinò disse "poco di buono a chi?"
Come aveva potuto sentirla? Non era così vicina da poterlo fare quando Sam pronunciò quella frase e, comunque, l'aveva quasi sussurata. Certo, sicuramente avrà usato la sua telepatia, concluse Charlie.
"Ce l'avevo con te, ovviamente..." replicò Sam in tono di sfida, "puoi andartene, non vogliamo avere niente a che fare con te."
Sam era una delle compagne di classe con la quale Charlie aveva legato di più, passano frequentemente l'intervallo insieme. Era una ragazza dai capelli castani e lunghi e suonava in una band, inoltre non aveva peli sulla lingua con nessuno.
Leslie si mise a ridere: "Non sentirti troppo al centro del palco, chitarrista... non sono venuta qui per parlare con te" e rivolse il suo sguardo versò Charlie dicendole: "ciao Charlie".
Charlie rimase perplessa, certamente non poteva ignorare quello che era successo la sera del giorno precedente: con quale coraggio Leslie aveva frugato fra i suoi pensieri? Però decise comunque di risponderle gentilmente: "ciao Leslie, che cosa vuoi dirmi?, accennando un sorriso.
"Ecco...", rispose l'altra, "stasera c'è una serata imperdibile al Bronze, potrebbe essere interessante se ci andassimo insieme".
Charlie e Sam rimasero perplesse; in particolare Charlie. Come era possibile che la sera precedente Leslie si fosse presa gioco di lei e adesso la invitava ad uscire insieme?
"Perché lo chiedi proprio a me?" le disse.
In quel momento Charlie provò la stessa sgradevole sensazione di ieri, quando Leslie le entrò in testa.
"Charlie, ci ho pensato a lungo ieri notte" queste parole riecheggiavano nella testa della ragazza, "cioè... noi due siamo le uniche streghe in questa scuola, penso che dovremmo mettere da parte ogni attrito e cercare di unire le forze, non trovi? In fondo abbiamo un segreto, un legame magico, che ci accomuna."
Charlie lasciò da parte la diffidenza e forse un po' ingenuamente disse, cioè, pensò: "Leslie, forse hai ragione... noi due non ci conosciamo bene. Sono disposta a tentare, però... per favore... smettila di entrare nella mia testa in questo modo!"
Leslie si mise a sorridere, ma non rispose.
Le due ragazze non potevano certamente parlare della stregoneria davanti a Sam, quindi la telepatia di Leslie era certamente una buona soluzione. Però non avrebbero potuto continuare a fare conversazione nella testa di Charlie senza spiaccicare una parole per diversi secondi, così Leslie disse, per interrompere il silenzio di quell'istante: "Charlie, sono convinta che abbiamo molte cose in comune... potremmo diventare grandi amiche!"
Mentre diceva ciò, guardava Sam e se la rideva sotto i baffi: riusciuva a sentire tutte le brutte parole che Sam stava pensando in quel momento.
"Ok, accetto..." rispose Charlie, "ma vorrei che venissero anche Sam e Gerard".
Leslie fece una smorfia, ma disse "ok, porta chi vuoi. Ti lascio il mio numero, così possiamo organizzarci per la serata! Mi raccomando, fatti sentire se ti servono consigli sull'outfit, sai... io sono un'esperta!"
   
 
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