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Autore: Nidham    30/07/2014    1 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevi la febbre, ma ti rifiutavi di ammetterlo. La ferita si era infettata e eri troppo cocciuta e infantile per permetterci di prenderci cura di te. Un capo deve essere forte, ma di certo non è invulnerabile: eri troppo giovane per saperlo, troppo inesperta per accettarlo.

Lo scontro con quei maledetti cultisti era stato particolarmente duro e il wraith era stato la classica ciliegina sulla torta per ridurci tutti in condizioni piuttosto imbarazzanti, ma avevamo una missione da compiere, uno stramaledetto vaso da recuperare e, dopo averci curato le ferite, come sempre, pensavi non dovessimo sprecare ulteriore tempo a preoccuparci delle tue.

Avevi inalberato il cipiglio da stoico guerriero insensibile ed eri corsa a destra e sinistra per rattopparci tutti, limitandoti a spalmare di nascosto un po' di unguento sulla bruciatura che quel mago era riuscito a procurarti sulla coscia.

Credo che Wynne se ne fosse accorta, ma, conoscendo il tuo bel carattere, avesse deciso di soprassedere. Scelta piuttosto stupida, visto che di solito non si faceva problemi a sputare consigli assolutamente non richiesti; a onor del vero, non era troppo in forma neppure lei e può darsi non avesse le energie per opporsi alla tua ostinazione.

Io le avevo, ma, se anche mi mandava in bestia la scarsa cura che dimostravi per te stessa, ammiravo ancor di più il coraggio con cui continuavi a sopportare un peso per altri intollerabile e non volevo intromettermi nelle tue scelte, per quanto imprudenti le ritenessi. Così mi limitai a lanciarti un'occhiata ammonitrice che ignorasti bellamente e non smisi di sorvegliarti, probabilmente provocando un feroce attacco di gelosia nel tuo innamorato, che ha sempre avuto troppa fiducia in te per immaginare una tua possibile menzogna su un qualsiasi argomento, compreso il tuo stato di salute.

Probabilmente se ti fossi presentata a lui coperta di sangue e gli avessi assicurato di sentirti benissimo, ti avrebbe creduto a scatola chiusa.

Invece io sapevo che eri perfettamente in grado di mentire, anche se tu hai sempre creduto di farlo a fin di bene, e non mi fidavo per niente del passo sicuro con cui procedevi, né della patetica scusa di aver caldo per giustificare il sudore che ti imperlava la fronte.

Quando rischiasti di farti infilzare da un cultista abbastanza imbranato perché la gamba non aveva retto il tuo peso, decisi che fosse ora di infischiarmene della tua sensibilità e pensare piuttosto a salvarti la vita, ma non potevo semplicemente prenderti per un orecchio e legarti da qualche parte per tenerti al sicuro, né potevo imbastire una scenata davanti agli altri e in mezzo ad un combattimento, l'unica cosa che potevo fare era guardarti le spalle e impedirti il suicidio, in attesa del momento giusto in cui costringerti a riposare.

È stato così che mi sono beccato quella freccia nel fianco che mi ha quasi trapassato il fegato e ho potuto farti assaggiare un po' della tua stessa medicina, ottenendo anche il duplice vantaggio di far fermare la compagnia per una sosta non prevista e che non avresti mai ordinato per te stessa.

Tutto sommato fu una ferita molto propizia.

 

Zevran!” il tuo grido mi risuonò nell'orecchio quasi prima che sentissi la punta di ferro piantata nelle mie viscere. Come te ne fossi accorta, dato che mi davi le spalle, rimane tutt'ora un mistero.

Sto bene” mentii, seguendo il tuo esempio e limitandomi a spezzare l'asticella della freccia, perché non mi intralciasse nei movimenti. “Non preoccuparti.”

Mi guardasti come avessi perso il cervello e ti dedicai il sorriso più serafico che mi concedesse la situazione concitata in cui ci trovavamo, sapendo quanto fosse odiosa una frase del genere per qualcuno che, in realtà, ben sapeva di aver ogni motivo di preoccupazione.

Speravo imparassi la lezione, lo ammetto. Fui volutamente spavaldo e forse un po' sadico, ma sul momento pensai soltanto che quella freccia stesse meglio su di me che su di te e non provai dolore, solo sollievo.

In un certo senso posso dire di aver imparato anch'io una lezione e di aver capito per la prima volta fino in fondo cosa ti spingesse a metterti sempre davanti a noi, a proteggerci col tuo sangue e la tua fatica, a non risparmiarti niente pur di alleviare il nostro fardello; l'unica differenza è che io desideravo farlo per te sola, mentre tu lo facevi per tutti.

Molto nobile, se non si pensa agli infarti sopportati da quanti non avrebbero mai voluto vederti in pericolo.

Rimani dietro di me” ordinasti, ignorando l'ironia della tua affermazione.

Scordatelo!”

Volevi protestare e sapevo che mi sarebbe toccata una sonora lavata di testa, appena ne avessi avuto l'occasione, ma avevi troppo buonsenso per metterti a discutere in quel momento.

Combattemmo fianco a fianco e Alistair venne in nostro soccorso, proteggendoci dietro al suo scudo, mentre Morrigan e Leliana uccidevano gli ultimi arcieri rimasti.

Non fu uno scontro molto impegnativo e mi trovai a fissare la fiamma furente dei tuoi occhi prima di quanto avessi supposto.

Apristi la bocca una, due volte, mentre stringevi la spada con tanta forza da farti sbiancare le nocche e sembravi non trovare insulti abbastanza coloriti da dedicarmi, poi dicesti soltanto:

Controllate il corridoio fino alla prossima svolta e concordate doppi turni di guardia, per stanotte ci accampiamo qui.”

Oghren e Alistair si affrettarono in avanscoperta, mentre Wynne iniziò a sistemare un campo improvvisato, ma tu non spostati l'attenzione da me e, prendendomi per l'orecchio da cui avevo pensato di trascinarti io, mi portasti vicino alla parete, facendomi stendere sul tuo mantello, barbaramente piegato a mo' di giaciglio, e iniziasti ad armeggiare con mani tremanti sui ganci del mio corpetto, provocandomi la prima vera fitta di dolore dal reflusso di adrenalina.

Sei un incosciente” mormoravi. “Un disgraziato senza cervello.”

Avrei voluto protestare, ma ero momentaneamente concentrato sul mordermi le labbra per non ridicolizzarmi con qualche patetico gemito di dolore: la freccia in se stessa l'avrei sopportata, ma continuavi ad agitarla nella mia pancia, cercando di sfilarmi l'armatura di cuoio, e provocavi l'effetto di decine di lame intente a tagliuzzarmi allegramente.

Eilin” per una volta fui felice di vedere il volto della maga anziana. “Gli stai facendo male.”

Forse avresti voluto ribattere in malo modo che me l'ero meritato, ma nel tuo rossore fu evidente la tua inconsapevolezza e, deglutendo, lasciasti spazio a chi sembrava più padrone di sé.

Quello non mi rese felice; avrei preferito fossero le tue mani a curarmi, per quanto rese incerte dalla preoccupazione, avrei preferito fossero i tuoi occhi a carezzarmi, mentre la ferita veniva allargata per far uscire la punta uncinata strappando meno carne possibile e poi veniva cicatrizzata col fuoco, perché Wynne era comunque troppo sfinita per nuovi incantesimi. Tu avresti reso tutta questa sgradevole operazione molto più tollerabile.

Invece ti allontanasti da me, non appena pensasti, erroneamente, di essere dannosa invece che utile, e ti perdesti in decine di altre preoccupazioni che, di solito, avresti delegato agli altri, pur di non riflettere su quanto era successo.

Ovviamente non volesti prendermi in considerazione per fare turni di guardia, ma altrettanto ovviamente non potevi davvero aspettarti che avrei obbedito.

Era la prima volta che qualcuno si feriva al tuo posto?”

Sapevo che mi avevi sentito avvicinare, anche se avevi ostinatamente tenuto lo sguardo fisso sul corridoio vuoto e oscuro davanti a te.

No.”

Allora dovresti sapere che non hai motivo di sentirti in colpa.”

Infatti.”

Sospirai. Quella conversazione sarebbe stata faticosa.

Eilin...”

All'improvviso, come se sentire il suono del tuo nome avesse rotto degli argini invisibili che non avevo idea di dove avessi eretto, esplodesti in una tirata a mezza voce che mi lasciò stordito e senza parole.

Cosa? Cosa vuoi dirmi, Zevran? Che non sei rimasto ferito per colpa mia? Che non è stata la mai stupidità a portarmi a combattere senza essere al meglio della mia forma e che solo per questo sei stato costretto a prenderti una freccia che, in altre circostanze, avrei potuto schivare?”

Veramente...”

Vuoi dirmi che non eri lì proprio perché sapevi che avrei potuto aver bisogno di aiuto e che hai dovuto farmi da scudo umano piuttosto che mettermi sulle ginocchia e darmi una sonora sculacciata come fossi stata una bambina, visto che è così che mi sono comportata, rifiutandomi di accettare i miei limiti?”

Posso farlo?” non riuscii a esimermi dal dirlo, con un sorriso probabilmente troppo sciocco sul volto.

No!” sei arrossita di colpo, rendendoti conto solo allora delle implicazioni piccanti della tua sfuriata, e mi hai colpito alla spalla, per poi scusarti subito, all'impercettibile ruga di dolore formatasi sulla mia fronte.

Sono una sciocca, Zevran, una mocciosa che fino a qualche mese fa prendeva in mano la spada solo per divertimento e non aveva una vera preoccupazione che le attraversasse la mente.”

In quel momento avrei voluto davvero scrollarti fino a farti rimpiangere quella scarsa stima che dimostravi per te stessa, quello stupido e insensato colpevolizzarsi per qualcosa che altro non era se non altruismo e coraggio e incredibile capacità di abnegazione.

Nessun bimbo viziato potrebbe fare ciò che tu stai facendo” lo dissi con durezza, perché odiavo vederti così fragile, perché non potevo stringerti a me e far sciogliere i tuoi dubbi nel mio abbraccio. “Non so come vivessi prima che il tuo mondo ti venisse strappato, ma so per esperienza che non si impara a combattere un Flagello se non si hanno le spalle abbastanza forti da sopportarlo.”

Se quella freccia fosse stata appena più inclinata...”

Sarei stato uno stupido a non deviarla meglio” ti ho posato un dito sulle labbra, trovandole secche e bollenti, più di quanto io stesso non avessi immaginato. “Ascoltami, Eilin e poi ti prego di darmi retta: non sei un capo perfetto, è vero; sei troppo impulsiva, sei inesperta e forse anche un po' ingenua, ma a tutto questo rimedierai col tempo. Ciò che possiedi già, invece, e che ti rende il capo migliore che potessimo desiderare, è una dote che nessun' esperienza al mondo potrebbe portarti: la fede. Non quella idealista e religiosa di Leliana, né quella dogmatica e purista di Wynne, ma quella più semplice e brillante che esista, quella che ci spinge a seguirti in ogni circostanza, anche la più folle: tu hai fede in noi, Eilin. Hai fede nella nostra forza di sconfiggere ciò che sembra invincibile, hai fede nel futuro di un regno che non possiede neppure un presente e hai fede di poter donare tutta te stessa per proteggere chi non vorrebbe mai vedere la tua morte al posto della sua.”

Mi hai guardato senza parlare, quasi a constatare con gli occhi la veridicità delle mie affermazioni, poi hai scosso la testa e rialzato le spalle, in un gesto più significativo di mille parole.

Avevo finito per parlare di tutt'altro rispetto a quanto mi ero prefissato, ma tu dovevi averlo intuito, perché, dopo un attimo, confessasti spontaneamente: “Credo di avere la febbre, Zev.”

Il Creatore sia lodato, avrei voluto gridare.

Ho bisogno di curare meglio questa bruciatura.”

Avrei voluto pensarci io, accertarmi di prendermi cura al meglio di te, ma non era un mio compito, né un mio diritto.

Credo che Alistair abbia ancora un po' di pomata nello zaino” sussurrai semplicemente. “Io preparo qualche trappola qui, così che anche senza fare la guardia, nessuno possa coglierci alle spalle.”

Mi hai sorriso e non hai avuto bisogno di altre parole, mentre ti dirigevi a passo malfermo a svegliare il tuo innamorato, perché finisse ciò che io avevo potuto solo cominciare.


Ecco, questo è il penultimo capitolo di flashback; un attimo di pazienza ancora e poi arriverà la tanto decantata "fine" ^_^, stavolta definitiva, lo prometto ;-P Per capire meglio il nascere e lo svilupparsi del sentimento tra Eilin e Zev ho pensato che l'unica soluzione possibile fosse ricreare qualche momento della loro storia... i primi attimi di fiducia, l'amicizia, i combattimenti fianco a fianco... giusto per vedere come fosse diventato saldo il loro legame anche senza che gli dessero un nome. Non so se io sia riuscita nel mio intento. Me lo auguro ^_^ anche perché, come dicevo, il prossimo capitolo sarà la "confessione" definitiva e se non son riuscita a rendere bene adesso la loro empatia, poi sarà troppo tardi O_o
  
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