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Autore: a cello song    30/07/2014    2 recensioni
Scorpius si è ormai diplomato da qualche anno ad Hogwarts; si è lasciato il mondo magico completamente alle spalle per stare con la sua nuova ragazza, Nessa, una Babbana che non sospetta nemmeno lontanamente dell'esistenza di questa realtà.
Ma è a un mese dal matrimonio, grazie anche a un vecchio album di foto trovato durante il trasloco, che tutte le certezze che Scorpius aveva su quella vita vengono messe in discussione...
«E lei chi è?»
«Ah, lei... lei è la cugina di un mio amico.»
Nessa alzò un sopracciglio. «Ah sì? Siete molto vicini, molto sorridenti e molto abbracciati per avere solo un amico in comune.»
«Era un grande amico. Per tutti e due. Ma andiamo, basta coi ricordi.»

Songfic sulla canzone "Photograph" dei Nickelback
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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photograph

NB: Nickelback, Photograph: here

»Photograph. 

Look at this photograph, everytime I do it makes me laugh

 

            Scorpius varcò la porta del soggiorno e abbracciò la stanza con gli occhi. Memorizzò ogni centimetro delle pareti bianche, delle modanature che ne decoravano la parte alta, del motivo floreale che in tutti quegli anni aveva odiato e di cui sentiva già la mancanza; passò poi all’osservare gli scatoloni chiusi, le scritte nere che ne identificavano il contenuto, i ciuffi di polvere che incorniciavano il luogo. Si rimboccò le maniche e, uno per volta, cominciò a caricarli sul vecchio furgoncino appostato fuori; arrivato a uno degli ultimi contenitori la stanchezza si fece sentire e il contenuto si riversò completamente a terra, mostrando un vecchio album di pelle di drago che aveva completamente dimenticato.

 

And this is where I went to school
Most of the time had better things to do

            Nessa fu attirata dal baccano udito al piano di sotto; si liberò dei soprammobili che stava inscatolando e, scavandosi un passaggio tra tutto quel caos di scatoloni e nastro adesivo, si precipitò a controllare appena possibile. Fu allora che trovò il suo quasi marito a ridere – o piangere? – davanti a un vecchio album. Scorpius, come la vide ferma sulla porta, le fece segno di entrare e sedersi accanto a lui.
            «Guarda questa foto: me l’ero dimenticata completamente, ma ogni volta che la guardo mi fa ridere. Che diavolo aveva in testa Joey, allora...! E oh, oh, qui è dove sono cresciuto: la mia prima casa, intendo. Penso che l’attuale proprietario l’abbia sistemata un po’... sai, non avrei mai creduto che ce ne saremmo andati da lì. E oh, guarda! Qui è dove andavo a scuola.»
            «Sul serio?» Nessa sgranò gli occhi nel vedere il castello che si arrampicava sulla collina. Babbana di nascita, non doveva aver visto niente di simile prima.
            «Sì. Be’, era un collegio privato.»
            «Non mi avevi mai detto di essere stato in collegio.»
            «Sono certo che ti sbagli. » Scorpius le diede un bacio e continuò a voltare le pagine tutto sorridente. «Guarda qui! Li riconosci? Sono i miei compagni del collegio, Theo, Albus e Richard. Questo qui dietro è il vecchio centro commerciale, ci andavamo ogni estate quando volevamo rivederci... Dicono che ora l’abbiano bruciato.»
            Nessa arricciò il naso. «Sì, ricordo i volti di Richard e Theo... o almeno di aver scritto il loro nome su una partecipazione.»
            «Ma sì, ma sì, sono stati anche a cena con noi in questi anni. E oh! Lei è Kim. È stata la mia prima ragazza, il mio primo bacio. Ero così nervoso... credo che ora sia sposata e abbia due figli, ma non la vedo da una vita.»
            «Niente Kim al matrimonio, vero?» Nessa fulminò la ragazza che sorrideva nella foto con uno sguardo.
            «Niente Kim, te l’ho detto, non la vedo da una vita.» Scorpius le fece l’occhiolino, lo sguardo dolce che si rifletteva negli occhi della donna.

 

I miss that town
I miss the faces
You can't erase
You can't replace it

 

            «E questi?» Nessa indicò un’altra foto di gruppo; ragazzi con una divisa verde e argento sorridevano, le scope nascoste dai componenti della squadra seduti in basso. Scorpius ringraziò di aver reso statiche quelle foto prima che lei arrivasse, o non avrebbe davvero saputo come spiegarle tutto quello.
            «La squadra di lacrosse del collegio», si inventò al momento. «Giocavamo con mazze di legno, vedi? Somigliano a scope, ma sono mazze da lacrosse. Avevano anche la stessa consistenza di manici di scopa, ora che ci penso.»
            «Loro hanno in mano delle scope, però.» Osservò Nessa, indicando una seconda foto di gruppo: ragazzi dalle divise oro e rosse mostravano con orgoglio le loro scope.
            «Ma loro erano degli idioti!» Scorpius rise. «Tutti ci prendevamo in giro perché le mazze sembravano scope, così loro hanno fatto davvero una foto con delle scope. Buffo, eh?»
            «Tipi strani, tra tutti...»
            «Oh, non sai quanto. Quel collegio aveva una calamita, per gente fuori dall’ordinario. Guarda qui... i compagni, alcuni di loro non so nemmeno che fine abbiano fatto. Mi mancano, sai. Questo tipo qui, si chiama Louis, l’ho incontrato qualche giorno fa al supermercato. Pensa com’è piccolo il mondo, al supermercato! Mi ha detto che partirà tra qualche mese con suo zio, andrà in Romania per studiare... non mi ricordo cosa.» Sviò all’ultimo, prima di nominare la parola “drago”. «Sarà difficile rimpiazzare tutto questo.»
            Nessa gli accarezzò i capelli. «Dobbiamo farlo, lo sai. So che è difficile, so che è lontano, ma dobbiamo andare, è il mio lavoro. E poi avevi detto che niente più ti tratteneva qui. Lei chi è invece?»

 

If I could relieve those days
I know the one thing that would never change
 

            L’unica cosa che mi trattiene qui.
            «Ah, lei... lei è la cugina di un mio amico.»
            Nessa alzò un sopracciglio. «Ah sì? Siete molto vicini, molto sorridenti e molto abbracciati per avere solo un amico in comune.»
            «Era un grande amico. Per tutti e due. Ma andiamo, basta coi ricordi.» Scorpius lasciò cadere l’album a terra e offrì una mano a Nessa per alzarsi.
            «Pensa che tra meno di un mese saremo su un’isola giapponese a mangiare sushi e bere sakè. Mano per mano, come adesso. Sposati. Non sei contento?»
            «Contentissimo.» Le lasciò un lieve bacio sul capo.
            Stretti l’uno all’altra uscirono dalla casa. Per una serie di sfortunati eventi, fu Nessa a terminare il trasloco; Scorpius si lasciò alle spalle per sempre la casa dov’era cresciuto, la casa che aveva l’aveva visto tornare ogni anno e ripartire ogni primo settembre per Hogwarts.
            Anche se, dopotutto, non era pronto a lasciare un bel niente.

 

It's hard to say it, time to say it
Goodbye, goodbye
.


        Here I am again! Non ho molto da dire e di cui parlare; solo, questa breve shot e la riesumazione della mia infanzia mi hanno ispirato una breve (? si vedrà) fanfiction sulla nuova generazione alle prese con la vita post-Hogwarts. Albus, Scorpius, Rose, Lorcan, Lysander, Lily, Roxanne e Louis diplomati, insomma, con tutti i problemi e la nostalgia di questo periodo che tra pochissimo dovrò affrontare anche io.

    Grazie per aver letto! :-) 

   
 
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