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Autore: scrivodiricordi    30/07/2014    2 recensioni
Julie, brillante e perspicace studentessa, ha come unica preoccupazione l’ultimo esame di matematica, che decreterà il suo futuro.
Sotto le vesti di Isabel, una madre quarantacinquenne , si nasconde un adolescente che ama godersi i piaceri della vita e tra questi Cameron, il suo nuovo fidanzato.
Cameron, oltre ad avere solo ventuno anni, è il solito prototipo del ragazzo stronzo e pieno di sé.
Julie si accorgerà di come la matematica abbia anche a che fare con il mondo “reale”; Cameron sarà per lei una grande incognita e dovrà risolverla.
Estratto dal primo capitolo : “Non riesco a concepire come tu possa essere attratto sessualmente da una donna che potrebbe essere tua madre”
“Non credo di doverti dare spiegazioni ragazzina”
Sbuffai pesantemente.
“Ragazzina? Ma se abbiamo tre anni di differenza”
Alzò gli occhi al cielo, come se stesse supplicando qualcuno di farmi sparire non solo da quella casa, ma anche dalla faccia della Terra, poi mi guardò e disse “Per te è solo una questione di numeri vero?”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Questione di numeri







***


 



Martina's space

 
Buongiorno/pomeriggio/sera a te che sei arrivata coraggiosamente fino al terzo capitolo di questa storia!
Ho spostato lo spazio autrice quissù in modo che voi lo leggiate subito.
Sono così felice che l'ispirazione non mi manchi mai, e anche se non sono molto convinta del capitolo spero che vi piaccia.
Spoiler: Da questo capitolo le cose si movimenteranno tra i personaggi della storia, ma non vi annuncio nulla ahaha.
Sono rimasta scioccata quando il numero delle recensioni ha raggiunto quota 10. Dieci recensioni per due capitoli?! Siete meravigliose.
Un altro mini infarto mi è venuto vedendo chi segue la storia. Siete 14 persone, mio dio!
Sono troppo felice.
Spero che voi continuiate a recensire per farmi sapere la vostra e spero di non deludervi^^
COMUNICAZIONE: Aggiornerò ogni lunedì, così non vi ritroverete capitoli all'improvviso e potrete seguire la storia, senza rimanere indietro.
Al prossimo capitolo, marti xx
P.s alla fine c'è una foto della nostra Julie, ovviamente è come la immagino io, voi siete libere di immaginarvela come volete. Scusate perchè ad alcune di voi avevo promesso una gif, ma non sono riuscita a metterla ahaha





 

***





 
Capitolo tre




Ero in uno stato di coma vegetativo, quando mia madre con la delicatezza di un elefante aprì porta della mia stanza senza bussare.
“Tesoro, Cameron mi ha detto delle ripetizioni di matematica” mi alzai dal letto e con tono scocciato le dissi “Bussare non si usa più? Potevo essere nuda”
Vidi un Cameron Brown apparire dal nulla. Si era nascosto dietro le spalle di mia madre e aveva un sorriso diabolico stampato in faccia.
“Julie!” esclamò mia madre stizzita.
“Che c’è? Non posso pronunciare neanche la parola nuda?” la vidi arrossire, mentre Cameron ci osservava divertito.
“Julie!” mi richiamò con tono severo, sbuffai.
“Che ti ha detto quello?” sottolineai il quello – riferendomi a Cameron - con disgusto.
Cameron di accorse del tono della mia voce e con inumana freddezza disse “Le ho detto che il sottoscritto che tu chiami “quello”, si è  offerto di darti ripetizioni per non compromettere la tua ammissione futura ad un’università di alto livello, solo per un brutto voto in matematica” sottolineò il quello un po’ offeso.
Lo guardai palesemente sorpresa e boccheggiai in cerca di qualcosa di sensato da dire, ma mia madre mi precedette.
“Dovresti essergli riconoscente invece di comportarti come una bambina”
Erano due contro uno, ed io ero in schiacciante svantaggio.
“Bene” mi schiarì la voce, mettendo il broncio “Quando hai intenzione di cominciare?”
“Subito” annunciò con lo stesso tono distaccato di poco prima, ma con un mezzo sorriso.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Il fidanzato di mia madre era completamente diverso quando si parlava di matematica.
Lo trovavo quasi carino quando concentrato, scribacchiava dei calcoli su un foglietto, mordendo il tappo della penna distrattamente. Lo trovavo quasi carino quando si passava una mano tra i capelli e con aria seria, mi spiegava cosa dovessi fare. Lo trovavo quasi carino anche adesso, mentre mi osservava con un’espressione divertita e mi sussurrava “Se mi guardi così mi consumi”

Perchè improvvisamente aveva la voce di una linea telefonica hot?
Ma lo ha detto veramente? Sul serio?
Mi rimangio tutto ciò che ho detto, e mi do mentalmente della stupida per averlo osservato in quel modo….. cioè lo avevo osservato come un cane digiuno da giorni guarda una bistecca, e in questo caso era proprio Cameron Brown la mia bistecca.
“Non ti sto guardando in nessun modo” dissi impermalita. Lui rise e si avvicinò un po’ al mio viso. Un po’ troppo, direi.
Stava invadendo il mio spazio, e non poteva farlo. Ma stupidamente come attirata da una calamita continuavo a osservare quei suoi dannati occhi azzurri, senza fare niente.
Ma perché Madre Natura aveva deciso di donare degli occhi tanto belli, ad un tipo come Cameron Brown?
“C-che stai facendo?” cercai di sembrare calma, ma riuscì solo a balbettare.
“Sei nervosa che io ti stia tanto vicino” non era una domanda, ma una constatazione.
“No” dissi a fior di labbra, continuandolo a fissare.
“Bugiarda” posò una mano sul mio ginocchio, forse –e spero- distrattamente, per potermi scrutare meglio. Scossi la testa.
Mi sentivo un piccolo topo da laboratorio, messo alla prova con dei piccoli esperimenti per testare la sua resistenza.
“Allora cosa pensi di me, piccola Julie?”
Cameron Brown avrebbe risvegliato gli ormoni di qualsiasi ragazza che fosse stata al mio posto.
Ma io non potevo permetterglielo.  Non potevo permettergli di sedurmi.
Con quel piccolo barlume di lucidità rimasta riuscì ad allontanarmi, non di molto, ma quanto bastava per riuscire a fare ragionamenti sensati, e per interrompere il contatto della sua mano dal mio ginocchio.
“Tu sei come il mio libro di matematica” dissi di getto. Ci teneva davvero a sapere la mia opinione?
“Cioè?” mi incitò curioso.
“Con grossi problemi e pieno di stronzate.”
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
“Julie” mi chiamò Leslie Thompson, correndo nella mia direzione. Camminavo frettolosamente verso l’entrata della scuola, e la campanella era già suonata da un pezzo.
Tutta colpa di Cameron Brown si era offerto di accompagnarmi, ed io avevo avuto la pessima idea di accettare. Non sapevo però che quel ragazzo, con l’aria da bad boy, guidasse più lento di una vecchia con problemi alla vista.
E per completare l’inizio della mia catastrofica giornata, la prima ora avevo il simpatico e amorevole professor Evans.
“Non accettare più passaggi dal fidanzato di mia madre”, era una delle cose da aggiungere alla mia lista di cose da non fare insieme a “Non farsi più sedurre dal fidanzato di mia madre”
“Spero che tu ti ricordi di me”
“Oh certamente! Com’era la Francia?” Leslie Thompson era una ragazza con cui avevo legato all’inizio delle superiori, poi in secondo superiore, si dovette trasferire in Francia.
“Molto chic” squittì, facendo ondeggiare i capelli biondo miele.
“Siamo tornati una settimana fa e io non vedevo l’ora di tornare a scuola” continuavamo a camminare , e l’aula di matematica era sempre più vicina.
“Mi fa piacere che tu sia tornata” le sorrisi sincera.
Quella ragazza era davvero dolce e simpatica, era difficile non adorarla.
“Anche io sono felice di essere tornata. Hai qualche novità da raccontarmi?”
Fui tentata di raccontargli di come Cameron Brown fosse irrotto nella mia vita, e mi avesse scombussolato l’esistenza, ma non lo feci.
“Il professore Evans quest’anno è più pazzo del solito” lei rise ma si fermò quasi subito.
“Oh la ringrazio signorina Morgan” la voce del professore mi trapanò le orecchie “ora entrate in classe”.
Entrammo in classe taciturne, e gli occhi ambrati di Jeremiah cercarono subito i miei, interrogativi.
“Signorina Morgan le farà piacere che oggi pomeriggio non sarà sola a scuola perché il  signor  Fisher le terrà compagnia”
Mi aveva messo in punizione? Ma non me lo aveva detto.
“Oh quasi dimenticavo, bentornata signorina Thompson” terminò con un sorriso.
“Che hai combinato?” sospirai, una volta arrivata al mio banco.
“Gli ho fatto un piccolo scherzo. E’ troppo suscettibile quell’uomo” osservai Jeremiah scioccata.
“Lo sai che ti poteva sospendere per molto meno?” lui alzò le spalle, non curante della gravità della cosa.
“Le ripetizioni di matematica come sono andate?” mi domandò infastidito.
Infastidito? Jeremiah Fisher era infastidito? Mi venne da ridere.
“Bene.” Gli sorrisi per rassicurarlo.
“Bene? Solo questo hai da dirmi?” era offeso.
“Jeremiah Fisher tu sei geloso del fidanzato di mia madre?”
“No” sbottò.
“Va bene” dissi dopo averlo scrutato per un po’.
La conversazione terminò così. Nessuno dei due aveva voglia di continuarla.



 


***






Ecco la nostra Julie (Miranda Kerr) ^^
  
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