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Autore: Dryas    30/07/2014    4 recensioni
Terza classificata al contest "Tre il numero perfetto!" indetto da Ayumu7 sul forum di EFP.
Quando si tradisce, la colpa è tutta di chi ha commesso l’errore? O anche l’altro necessariamente ne condivide una parte?
Ino affronterà questa situazione, divisa tra la passione travolgente e un amore più difficile ma completo. Dovrà fare i conti con se stessa, le sue debolezze, i suoi difetti e i suoi limiti per trovare una soluzione.
Pensavo che una volta donato il mio cuore all’uomo giusto gli sarei rimasta fedele per sempre. Non concepivo come fosse possibile fare del male volontariamente alla persona più importante della nostra vita.
Come mi sbagliavo.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Shikamaru Nara | Coppie: Kiba/Ino, Shikamaru/Ino
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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 Tulipani



-Io non ti merito-
La mia coda ondeggiò bruscamente mentre mi voltavo verso Shikamaru. Era una giornata estiva, piena di sole, e le cicale riempivano il silenzio di una città intorpidita dall’afa. Avevamo deciso di passare il pomeriggio sdraiati sotto l’ombra fresca dei ciliegi, così che lui potessi riposarsi in santa pace e io potessi godermi la sua presenza in tutta tranquillità. Non mi aspettavo uno sviluppo di questo tipo, però, e prima che potessi parlare, mi ritrovai il suo capo appoggiato al petto e le sue braccia attorno alle spalle. Teneva la fronte bassa, come un bambino in cerca di conforto.
-Cosa dici?- gli domandai piano, ancora sorpresa per la sua reazione, ma nel frattempo cominciai ad accarezzargli i capelli.
-Ino, io sono uno schifo, me ne rendo conto-
-Di cosa stai parlando, Shikamaru?- gli chiesi, cominciando a preoccuparmi. Non è che mi ha tradita? Pensai tra me e me. In quel caso non l’avrei mai perdonato.
-Di quanto sia difficile starmi accanto-
Non mi aveva tradita. Tirai un sospiro di sollievo.
Gli alzai il capo, prendendo il suo viso tra le mani, e trovai i suoi profondi occhi castani pieni di tristezza. Non mi guardò, ma continuò a evitare il mio sguardo. Non l’avevo mai visto così provato.
-Perché dici questo?-
-Perché è vero- rispose, poi sospirò sonoramente –tu meriti qualcuno migliore di me. Tu mi dai così tanto e io ti do così poco, non è giusto-
-Tu mi ami?-
-Certo che ti amo-
Il modo in cui lo diceva, tutte le volte, quasi con una nota di dolore nella voce, ma faceva capire che il suo cuore era più grande della sua mente. Poi cercò il mio abbraccio e io glie lo diedi, e rimanemmo uniti tra i fili d’erba per minuti interi, in silenzio. Sinceramente, mai avrei detto di desiderare così tanta pace; pensavo che sarei impazzita a non aver niente da fare, ma con Shikamaru era diverso, era lui che mi faceva sentire in pace, e non avevo bisogno di nient’altro.
-Non sono stupido- esordì dopo un po’ e io risi: tra gli idioti era il più idiota. –Scherzi a parte- continuò –Ino, se tu non sei felice con me, allora non è giusto che io ti trattenga-
Rimasi in silenzio. Non era stato un periodo felice, nemmeno un po’. Shikamaru era stato così impegnato che non avevamo potuto vederci per settimane, facendomi arrivare a pensare che mi stesse evitando. Perché lo so, sono un tipo piuttosto ossessivo, sempre in cerca di attenzioni e desideroso di sentirmi apprezzato.
Questo è il mio difetto.
-Io sono felice quando sono con te- risposi. Ed era vero, quando eravamo insieme mi sembrava di vivere in un sogno e tutta l’amarezza, il rancore e i dubbi scomparivano.
-E il resto del tempo?-
-Non può essere sempre rose e fiori-
-Ti sto facendo soffrire-
Non negai. Il mio cuore soffriva le pene dell’inferno al pensiero che tutta l’attenzione di Shikamaru era verso altro e non verso di me. Sì, desideravo di più. Con lui, però.
-Tu impegnati di più e io ti annoierò di meno-
-Ci sto provando, Ino-
-Telefonandomi ogni sera? Lo sai che non è lo stesso che rotolare tra le lenzuola, tutti accaldati ed eccitati-
-Stupida- mi disse, sorridendo divertito –vorrei non essere così, non avere questa maledetta mente. A volte vorrei che si spegnesse e non si riaccendesse più. A quel punto sarei abbastanza ebete da accompagnarti a fare shopping-
-Mi farai morire- gli dissi, dopo aver smesso di ridere, ripensando a tutto il dolore che avevo dovuto sopportare per arrivare ad avere un pomeriggio con lui. E se sarà così per tutta la vita? Me lo chiedevo, ogni tanto, ma accantonavo la domanda.
Non poteva essere così.



Mentre camminavo in fretta, facendo poca attenzione a dove andassi e a chi incontravo sulla mia strada, mi resi conto di essere arrivata di fronte alla casa di Shikamaru. Rimasi paralizzata. Avevo rovinato tutto, lui non sarebbe più stato mio e io non sarei più stata sua.
Avevo bruciato il nostro noi, mettendolo al rogo con crudeltà estrema.
Cominciò a piovere, ma io non mi mossi. Sentivo i tuoni sopra la mia testa esplodere minacciosi, ma la tempesta più violenta era quella dentro di me. Il mio cuore stava cadendo a pezzi, martoriato, dilaniato, in attesa del colpo di grazia.
-Che stai facendo qui fuori?-
Era la sua voce. Lentamente, come se avessi il terrore di vedere uno spettro, mi voltai verso di lui. Non aveva aperto l’ombrello, nonostante l’avesse in mano. Troppa fatica opporre resistenza alla pioggia tenendo un braccio alzato in continuazione, avrebbe detto.
-Stai bene?- mi chiese. Io mi resi conto che non vedevo il suo viso da più di un mese ed ebbi la sensazione gelida che fosse un estraneo.
-No- mormorai, senza riuscire a distogliere lo sguardo da lui –ho fatto una cosa orribile-
-Cosa?- mi chiese. Non lo sospettava nemmeno, era chiaro come il sole. Il suo viso era preoccupato, sì, ma non teso né cupo. Possibile che il suo cuore fosse così ingenuo quando la sua mente era così acuta? Aveva davvero così tanta fiducia in me? A quel punto mi chiesi se tutti i problemi me li fossi inventati io.
-Ino, cosa succede?- mi domandò, assottigliando lo sguardo come tutte le volte che è alla ricerca di una risposta –stai bene?-
-Io … - non riuscii a dirlo.
Shikamaru a quel punto aprì l’ombrello e me lo mise sopra la testa. Uno sforzo enorme, considerando il soggetto, e facendolo venne ancora più vicino. Fui invasa dalla sensazione di pace che solo la sua presenza sapeva darmi e mi sentii a casa. Tutti i miei problemi trovavano una soluzione quando stavo con lui, ma non questa volta.
-Non farlo- lo fermai prima che si piegasse in avanti per baciarmi. Desideravo quel bacio cento volte di più che quelli di Kiba. In quel bacio c’era amore, non solo passione.
-So perché sei qui- mi disse poi, lasciandomi di stucco. I miei occhi azzurri si allargarono a dismisura, completamente confusi. –Per lasciarmi-



-Allora? Quali sono i tuoi sogni per il futuro?-
Avevamo appena fatto l’amore approfittando dell’assenza di qualche ora dei suoi genitori. Io ero ancora nuda, lui aveva indosso solo i boxer e si appoggiava alla mia schiena accarezzandomi i fianchi con le dita. Amavo quel momento, il più intimo che due persone possono avere.
L’eccitazione ancora nell’aria, l’animo sconvolto da tanta intensità e dal pensiero di potersi unire fisicamente all’unica persona in grado di completarci.
Una magia, una reazione chimica, la neve d’estate.
-Non ne ho molti- rispose con voce bassa –so solo che voglio avere una casa in cui vivere con mia moglie e due bambini al massimo, una femmina e poi un maschio. Quindi l’unica cosa che so è che ci sarai tu-
-E saresti disposto a passare l’intera vita sopportando i miei sbalzi d’umore?-
-L’idea è quella-
Io risi e mi girai, lasciandomi avvolgere delle sue braccia forti. Lì, sul suo petto, avrei passato tutte le notti della mia vita. Ero certa, e anche lui lo era, che prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui saremmo stati liberi di farlo.
-Sei bellissima-
Lo so! Avrei esclamato con qualsiasi altra persona ma Shikamaru non era solito fare questo tipo di complimenti e quando accadeva, avevo la certezza che lo pensasse veramente. Arrivava a farmi arrossire.
-Anche tu non sei male- risposi, facendolo sorridere. I nostri nasi si sfioravano e i suoi occhi scuri mi scrutavano con attenzione. Io gli afferrai le guance con le dita e le strinsi, ridendo della sua espressione buffa.
-Sei terribile- mi disse.
-Ma come sei carino!- lo presi in giro.
-Non cambiare mai Ino-



Non vedevo Shikamaru da due mesi. Sotto una pioggia di lampi e grandine, avevo trovato il coraggio di confessare il tradimento. Fino alla fine avevo creduto che, grazie alla sua mente, avrebbe affrontato la situazione con razionalità e sarebbe andato avanti senza troppa fatica.
Invece l’avevo completamente distrutto.
Tradendo la sua fiducia avevo reciso ogni suo sogno. Il nostro “noi” lo salvava dallo sprofondare nell’apatia, dalla piattezza dei giorni tutti uguali, dalla pesantezza di vivere solo di doveri. Choji era l’unico che riusciva ancora ad avvicinarsi a lui, tanto da tenermi informata su come stesse.
-Fa la solita vita- mi disse –lavoro e casa-
-Non uscite qualche volta?-
-Quasi mai. A volte vado a trovarlo a casa sua, ma se ne sta zitto quasi per tutto il tempo-
-Non va più ad allenarsi?-
-Non alza un peso da settimane-
-Non che prima si sforzasse molto di più- commentò a bassa voce Sakura. Lei aveva sempre sostenuto che, all’origine del mio errore, ci fosse stata una grave mancanza da parte di Shikamaru, quasi come se lo meritasse. All’inizio questo suo comportamento mi era stato di grande aiuto, ma ora era diverso. Dopo due mesi passati da sola, senza alcun contatto con lui, avevo capito che invece di provare rancore avrei dovuto parlarne più chiaramente. Forse, in quel modo, le cose sarebbero andate diversamente.
-Mi detesta?- chiesi con timore.
-Non ti ha più nominata-
Era anche peggio.
Li lasciai, quel pomeriggio toccava a me aprire il negozio di fiori. Le nostre belle rose erano morte tutte improvvisamente e i miei genitori ancora si chiedevano come fosse potuto succedere. Io mi ero sentita molto meglio vedendole appassite, secche e inaridite. Era così semplice far morire dei fiori.
Non avevo più rivisto nemmeno Kiba e non avevo intenzione di rivederlo. Mi attraeva, era vero, ma non era quello che volevo. Lui aveva provato a contattarmi più volte, dicendomi che ero importante e che voleva di più. Di fronte ai miei rifiuti il suo carattere egoista e arrogante era magicamente risorto e ora lo odiavo dal profondo del cuore.
Avevo rovinato tutto per un idiota del genere.
Finii di comporre un mazzo di tulipani e lo avvolsi nella carta velina. Mi voltai solo un attimo, per porlo in un vaso d’acqua, e quando tornai al bancone, lui era di fronte a me. Sentii il petto esplodere, in una marea di sentimenti ed emozioni.
Perché Shikamaru era lì? Perché mi guardava con quello sguardo pieno di nostalgia? Non l’avevo mai sentito dire una parola cattiva verso di me. Forse era qui per sfogarsi, finalmente, e io me ne sarei stata zitta prendendo ogni insulto com’era giusto che fosse.
-Puoi chiudere il negozio per qualche minuto?- mi chiese, mettendo le mani in tasca. Era più magro e aveva profonde occhiaie scure. Ero stata io a fargli quello?
-Certo- gli dissi e dovetti passargli accanto per girare le chiavi nella serratura. Poi mi sfilai il grembiule, ma lui non era più dietro di me. Stava guardando i tulipani del bouquet, sfiorandoli con le mani.
-E tutte le rose che avevate?-
-Morte-
-Tulipani ora?-
-Sono i miei fiori preferiti-
-Non lo sapevo-
Mi guardò solo per un attimo, ma riuscii a cogliere il dolore che c’era nel suo sguardo. Rimase in silenzio, accarezzando i petali rossi e gialli con tenerezza.
-Come stai?- mi chiese. Era a disagio, era evidente. Io non risposi, che domanda era? Anche lui lo capì e tornò a guardare i tulipani.
-Avrei dovuto sapere che sono i tuoi fiori preferiti-
Quella frase mi colse di sorpresa. Di nuovo la sua mente era un passo avanti alla mia e non riuscivo a capire dove volesse arrivare.
-Non è certo un’informazione essenziale- risposi, non sapendo che altro dire.
-Certo che lo è- mi contraddette e sembrò prendere coraggio. Inspirò profondamente e si mise di fronte a me. –Io voglio sapere tutto di te, e avrei dovuto sapere anche questo. Siamo stati insieme tre anni, e non so qual è il tuo fiore preferito. Capisci?-
No che non capivo. La sua frase era senza senso, che cosa avrei dovuto capire? Probabilmente lui lo intuì dalla mia espressione perché si avvicinò e piegò il capo leggermente in avanti. Lo faceva sempre, prima di baciarmi.
-Scusa- disse, la voce bassa, un sussurro solo per me –per tutte le volte che ti ho trascurata-
-Shikamaru- riuscii a dire –non farmi questo … -
Mi voltai, stavo per piangere. L’odio verso me stessa crebbe come uno tsunami e mi investì con violenza, sradicando ogni difesa che avevo eretto contro il dolore. Mi coprii il viso con le mani, vergognandomi della mia debolezza, e desiderando che Shikamaru mi lasciasse sola.
Invece mi abbracciò.
-Non farlo … - mormorai con un singhiozzo, mentre il suo odore tornava a inebriarmi e il suo calore avvolgeva le mie spalle.
-Dimentichiamo quello che è successo- continuò e io smisi per un attimo di respirare. Mi staccai da lui quel tanto per riuscire a guardarlo in viso. Era serio, ma anche provato e ferito. Quegli occhi, quanto mi erano mancati. –Ti prometto che non commetterò più gli stessi errori. Tu vieni prima di tutto, e non voglio che qualcun altro … -
Non riuscì a finire la frase. Chiuse gli occhi, poi alzò il capo e m’impedì di vedere la sua commozione. Le sue braccia divennero rigide e deglutì, come per ritrovare il controllo.
-Non ho mai desiderato nessun altro se non te- gli dissi, sapendo bene che rischiavo di mandare tutto all’aria, ma a quel punto era d’obbligo espormi –credevo che non mi amassi più, ma non avrei dovuto … -
-Lo so- mi abbracciò forte. Non voleva sentire, voleva solo dimenticare, e anch’io lo volevo. Mi lasciai andare, non riuscendo ancora a credere di trovarmi stretta a lui. Eravamo uniti abbastanza per riuscire a ricominciare? Dentro di me la speranza rinacque, come una fenice dalle sue ceneri,  con la convinzione che Kiba non aveva mai realmente occupato il suo posto.
Perché nessuno è speciale come Shikamaru.







Ringrazio Ayumu 7, giudice del contest “Tre è il numero perfetto”, per avermi dato una fonte di ispirazione, e nickdelnord per la recensione al capitolo “Rose”. Spero che anche quest’ultimo sia stato all’altezza delle aspettative! In ogni caso, una recensione è sempre ben gradita!
A presto,

Dryas
   
 
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