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Autore: sweetlygirl    30/07/2014    1 recensioni
Questa storia parla di un ragazzo di nome Christian che si innamora del suo migliore amico Alex.. ma come la prenderà il ragazzo? per scoprirlo basta leggere :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi è un giorno speciale, compio 17 anni, sono così contento.
Erano le dieci di mattina ma stavo ancora dormendo, sentii una presenza vicino a me, così aprii un occhio e vidi Alex con la colazione in mano.
< Buongiorno dormiglione > mi disse dolcemente poggiando il vassoio sul comodino e mi diede un bacio sulla fronte.
Feci un verso dolce e mi tirai su prendendo un pezzo di cornetto, lo mangiai, poi lo baciai a stampo sorridendo.
Terminata la colazione andai a farmi la doccia, mi vestii ed ero finalmente pronto.
Scesi giù e c’era la mia bella mamma, teneva una busta tra le mani, appena mi avvicinai a lei me la porse.
L’aprii piano e notai due biglietti, un viaggio per due persone per la sardegna.
‘ aaaah che bello, il mare della sardegna ‘ pensai ed abbracciai mia madre.
Ovviamente sarei partito con Alex, lui già sapeva tutto.
Domani saremmo dovuti partire, quindi preparai le valigie in fretta e le lasciai in camera, Alex le sue già le aveva pronte.
 
La giornata passò di fretta e già era arrivato il giorno della partenza.
Mamma accompagnò me e Alex al treno, la salutammo calorosamente e salimmo sul treno.
Ci accomodammo in un vagone, Alex si addormentò poco dopo, io ero troppo agitato per dormire.
Lo guardai per ore.. ‘ è così bello, il ragazzo perfetto ‘ sorrisi al pensiero che quella meraviglia appartenesse solo a me.
Dopo svariate ore arivammo, ero stanco di stare seduto.
Svegliai Alex con un bacio e scendemmo insieme alle valigie. Avremmo dovuto alloggiare in una camera d’albergo. Entrammo nell’edificio e salimmo in camera.
Avevo voglia di fare l’amore con lui, ma non era quello il momento giusto.
 
Eravamo sulla spiaggia, io stavo prendendo il sole mentre Alex stava riva.
Notai un ragazzo avvicinarsi a lui, alzai il sopracciglio. I due si strinsero la mano, stavano ridendo insieme. Non sopportai quel vedere, ero geloso, così mi alzai e andai verso di lui, lo tirai a me baciandolo.
< Chris, questo è David > me lo indicò.
Già mi stava sul cavolo, così gli sorrisi falsamente e gli strinsi controvoglia la mano presentandomi.
Volevo passare un po di tempo da solo con Ale.. ma non era possibile perché questo tipo stava sempre in mezzo. ‘ che cazzo vuole da noi? Lo spacco di botte ‘ pensai vedendoli scherzare insieme.
< Amore, David mi ha invitato a vedere casa sua, lui è di qui sai, e… >
< Tu non ci vai. > non lo feci finire di parlare che già avevo risposto.
Lui aggrottò la fronte guardandomi, poi guardò lui che fece spallucce.
< Come sarebbe a dire scusa? > si mise a braccia conserte
< Ancora? Ho detto di no, punto. > risposi in modo freddo.
< Guarda che tu non mi comandi > disse scocciato < Io ci vado lo stesso, ciao > mi fece l’occhiolino e si allontanò con lui.
 
Erano ormai le otto di sera, io ero in camera, dondolavo i piedi, sbuffavo, lo aspettavo..
La porta finalmente si aprì, era lui.. Ero così arrabbiato che in quel momento avrei potuto fare di tutto.
< Sono tornato > disse chiudendo la porta
Lo guardai male senza dire una parola.  Lui si avvicinò a me, restò in piedi.
< Non puoi capire che casa bellissima ha David.. > parlò per una decina di minuti del suo nuovo amichetto.. io sentivo solo blabla.
< Non me ne frega un cazzo dell’amico tuo > lo interruppi e mi alzai di botto.
Lui si spaventò per il mio tono di voce, sapeva bene che in momenti come quelli sarebbe dovuto stare alla larga da me, così andò fuori al terrazzo.
La mia rabbia era troppa. ‘ mi avrà tradito? ‘ pensai.  Il mio respiro diventò affannoso, diedi un pugno al muro.
< Christian falla finita, non hai motivo di essere geloso ok? > mi disse venendo contro di me
Lo spinsi sul letto con rabbia salendo sopra di lui.
< Chris.. ti prego > aveva già capito il mio intento.
Doveva essere punito, gli infilai una mano tra i capelli stringendo la presa e con l’altra mano gli diedi un forte schiaffo.
< Basta.. > disse coprendosi il viso con entrambe le mani.
< Basta? Tu sei stato con quello e mi dici basta? Questo è il minimo > dissi a denti stretti dandogli un altro schiaffo.
< Non ho fatto niente, te lo giuro > sentivo la sua voce tremolante.
< Zitto!! > gli ordinai colpendolo ancora.
< Mi fai male, ti prego basta > scoppiò a piangere.
Mi tolsi da sopra di lui, non mi ero ancora sfogato del tutto.
< Fai ancora una cosa del genere e ti massacro > gli dissi con tono prepotente.
Si strofinò gli occhi singhiozzando e annuì.
Mi faceva tenerezza, ma quando mi arrabbiavo diventavo una bestia.
Sospirai, ora avevo voglia di abbracciarlo.. Mi avvicinai a lui e lo strinsi forte a me.
Sapevo bene che amare una persona non significava picchiarla.. Avrei dovuto cambiare questo lato di me, altrimenti avrei perso l’amore della mia vita.
 
FINE DEL QUINTO CAPITOLO, COMMENTATE
 
  
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