Shinshi
Doumei Shinobi
Capitolo 2: Il consiglio studentesco
L’enorme
porta in mogano rosso si aprì lentamente e da essa
entrarono due ragazzi, con indosso la tipica divisa maschile dell’istituto e
trasportavano tra le mani una quantità spropositata di fogli e cartelline
colorate.
Uno
di loro indossava un capello che gli copriva interamente i capelli
e parte del viso, non disse niente e semplicemente si mise a sedere sulla sua
scrivania a sbrigare le proprie pratiche.
L’altro
aveva i capelli neri, come i suoi occhi, e indossava la propria divisa con
estrema eleganza e ordine.
Non
vi era un solo capello in disordine, ogni piega dei
quell’abito sembrava aderire al corpo slanciato e atletico del ragazzo
che camminava con postura fiera e senza la benché minima esitazione.
D’altronde
non si poteva aspettare altro dall’ex quarantanovesimo imperatore Sasuke Uchiha, migliore amico e al
contempo rivale di Naruto, ora vice del cinquantesimo
imperatore.
La
Platino, incrociando i suoi occhi così profondi come la notte, sentì le gote
avvampare leggermente, sebbene fosse già “fidanzata”, in passato ne era stata innamorata, come la maggior parte delle sue
coetanee.
Ma
ben presto capì che era solo una cotta passeggera,una
cotta che per certi versi infastidiva l’attuale l’imperatore che non poche
volte aveva cercato la rissa con il moro.
-“Ehi,
Naruto…”- Disse improvvisamente il ragazzo dai lunghi capelli neri che gli ricadevano dolcemente sul viso.
L’imperatore
lo guardò sbieco e voltò la testa in segno di disapprovazione, come se fosse
stato offeso da quella affermazione. Sasuke lo guardò
storto di rimando e sbuffò sonoramente, senza però perdere nulla nella sua
innata grazia, e poggiò bruscamente una pila di fogli sulla scrivania del
biondo, che li guardò con fare disperato.
-“Ci
sono da firmare questi documenti, Imperatore.”-
Disse con una sottile vena di ironia nel rimarcare
quell’ultima parola.
-“Grazie…ma
potresti usare un po’ di riguardo nel rivolgerti a me, ti pare?”- Disse con un
sorriso a denti stretti il biondo.
Ino
sudò freddo, sapeva bene come andavano a finire queste cose: Sasuke non
chiamava con il suo appellativo Naruto,lui si
offendeva. Allora il moro se ne sarebbe uscito con una battuta pungente e
L’imperatore avrebbe prima cercato di contenere la propria rabbia
ma, visto che questo non durava per più di venti secondi, sarebbero
passati nuovamente alle mani riducendo in un porcile la stanza del consiglio.
Non le importava granché dei lividi che si sarebbero procurati, ma piuttosto
tremava al solo pensiero di dover essere lei, infine, a mettere apposto il
casino creato da due. Già, perché a parte fare dei piccoli lavori di ricerca e
smistamento dei documenti, non aveva molto da fare in quanto Platino e alla
fine si era lasciata convincere nell’occuparsi delle pulizie, altro suo secondo
grande errore dopo aver accettato di essere una finta Platino.
-“Parla
quello con la grazia di un elefante in calore…”- Rispose infine L’Uchiha,
facendo traboccare del tutto la pazienza di Naruto che
non esitò a prenderlo per il bavero.
I
due si guardarono in cagnesco, come due animali aspettando un momento di
distrazione di uno dei due per sferrare il primo
attacco. La bionda si mise una mano sul viso e sconsolata andò a prendere scopa
e paletta, da una parte era oramai abituata a quelle
scenette di litigate mattutine e da una parte, se non ci fossero state, avrebbe
finito per annoiarsi.
Ma,
prima che i due potessero iniziare la battaglia, il ragazzo con il cappello si
alzò bruscamente dalla sua scrivania e si avvicinò alla
Platino.
Lei
non accennò alla benché minima sorpresa quando lui le sfilò la scopa dalle mani
e la picchiò violentemente sulla testa del neo-imperatore che fu costretto a
lasciare andare la presa, d’altronde quello faceva parte della solita routine di
quel bizzarro consiglio studentesco.
-“Piantala! Sei un imperatore quindi comportati come tale e
non come un teppista attaccabrighe!”- Sentenziò il ragazzo dal cappello mentre il biondo lo guardava massaggiandosi la
testa con le mani.
Oltre
alla Platino, quel misterioso ragazzo era l’unico che
riusciva a rimettere in riga quella bionda testa calda, alle volte sembrava che
fosse lui il “compagno” dell’imperatore e non la Yamanaka per via del modo in
cui riusciva a comandarlo a bacchetta.
Anche in questo momento, naruto si limitò ad accennare delle scuse
appena percettibili, sotto lo sguardo fulminante, in parte coperto dalla
visiera del cappello, del giovane che brandiva ancora minacciosamente la scopa
delle pulizie.
-“Si,
e tu dovresti piantarla di fingerti uomo!”- Disse la bionda sfilando il capello
dalla testa del giovane, scoprendo una folta cascata di capelli rosa.
Non
era tanto lunghi, li portava fino a sopra le spalle,
perché a Sakura Haruno avevano
cominciato a piacerle i capelli corti dal liceo.
Lei
e Ino erano sempre state grandi amiche fin dalle
elementari e avevano intrapreso insieme la strada delle medie e del liceo, fino
a quando non si trovarono davanti il bel moro della famiglia Uchiha. Essendo
anche loro delle ragazze, non potevano di certo non ammettere che il moro fosse
il ragazzo più affascinante che avessero mai visto anche se dai modi un po’
scontrosi e riservati, eppure ciò incrinò solo per un breve periodo la loro
amicizia. Perché già dal secondo anno, la Yamanaka
aveva rinunciato all’ex-imperatore, definendola solo una cotta passeggera e
ritenendo più importante l’amicizia da preservare.
Inoltre
il secondo anno fu il momento in cui il futuro imperatore Naruto e Ino avevano
cominciato a frequentarsi
e a stringere amicizia, ma Sakura, nel frattempo, non aveva rinunciato al bel
moro.
Quello
da cui era stata colpita l’Haruno era una vera e
propria freccia di cupido, che l’aveva fatta cadere in una depressione profonda
allo scadere del secondo anno, quando cominciò a diffondersi la voce che Sasuke
Uchiha fosse gay.
All’inizio
la ragazza non ci diede troppo peso, pensando che fossero solo delle voci di
corridoio, ma non poteva non ammettere che l’Uchiha preferiva
di gran lunga la compagnia maschile piuttosto che quella femminile e che fosse,
anche se in maniera velata, molto attaccato all’Uzumaki, tanto da cedergli
senza alcuna lamentela il posto da imperatore e ancor prima di farlo entrare
nel consiglio studentesco come sua guardia personale lui che era appartenente
al gruppo bronzo.
Il
tarlo del dubbio s’insinuò nella mente della giovane,
incurante delle continue rassicurazioni che la bionda, sua amica, le faceva.
Lei era davvero innamorata di Sasuke, e non si lasciò scoraggiare da questa
notizia decidendo per una scelta drastica: I suoi
lunghi capelli vennero recisi fin sopra le spalle e la bella uniforme femminile
venne sostituita da quella maschile, i suoi modi di fare femminili si
trasformarono radicalmente fino a ridursi a parlare come un ragazzo.
Per
lei era una prova d’amore, se a Sasuke Uchiha gli piacevano gli uomini, lei avrebbe fatto di tutto per diventarlo sbaragliando il suo
avversario primario: Naruto!
Quello
che la rosa non sapeva, è che fu proprio questa sua determinazione e costanza
nell’amare una persona nonostante le difficoltà, che fece
cadere ai suoi piedi il bel biondino, che, disperato per i continui rifiuti,
aveva deciso di instaurare quella messa in scena per far colpo sulla ragazza,
privandola, a malincuore, di parte delle attenzioni che era solito rivolgerle.
Ino,
d’altro canto,preoccupata per il continuo abbattimento
dello stato d’animo dell’amica, aveva deciso di aiutarla accettando il ruolo
della fidanzata dell’imperatore, ma quello che non sapeva, era che Naruto stava
cercando di aiutare un’altra persona…
-“Ridammelo!”-
Disse la rosa sfilando il cappello dalle mani della Yamanaka.
Il
suo sguardo si posò inavvertitamente sul volto dell’Uchiha che la guardava con
fare dubbioso, impedendole
di non arrossire vistosamente e di trovare rifugio nella pila di foglio deposti
sulla sua scrivania.
La
bionda sbuffò sconsolata e con lo sguardo cominciò a guardarsi intorno, mancava
qualcuno all’appello, o meglio il solito qualcuno che di sicuro era intento a
dormire da qualche parte.
D’un
tratto la porta si aprì e vi entrò l’ennesimo ragazzo visibilmente affaticato,
con i capelli raccolti in una coda alta, dall’uniforme trasandata e una
sigaretta mezza consumata che le pendeva dalle labbra.
-“Scusate
il ritardo…”- Si limitò a dire mentre cercava di
riprendere fiato.
Naruto
abbozzò un sorriso e lo invitò a sedere alla sua scrivania sotto lo sguardo
preoccupato e contrariato dei presenti, con il tesoriere Shikamaru Nara il consiglio studentesco era finalmente al completo
e pronto a lavorare…
-“Che
sonno, credo che mi farò una bella dormita…”-
…o forse no?