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Autore: Idra_31    31/07/2014    3 recensioni
“Cos'è un Marcel?”, domanda, non tanto sicuro di volerlo sapere.
Louis si gratta il mento.
“Un Marcel è uno che si veste come il mio bisnonno, usa talmente tanto gel da fare invidia al cast di Grease, indossa occhiali tre volte la sua faccia e non tira fuori il naso dai libri neanche per andare a pisciare”, spiega, tutto d'un fiato. “Avevo un compagno di classe alla elementari che era il prototipo di un Marcel e che si chiamava, appunto, Marcel”.
[Dove Harry è lo sfigato della scuola e Louis è quello figo. Ok, niente di nuovo, solo che questa volta Harry si concia come Marcel. Probabilmente ormai neanche questo è niente di nuovo, ma voi volete leggerla lo stesso, giusto?
Larry, of course. Più una spruzzatina di qualche bromance qua e là].
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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marcel

Every time I see your face

My heart takes off on a high speed chase

Now, don't be scared, it's only love

That we're falling in

I would never do you wrong

Or let you down or lead you on

Don't look down, it's only love

Baby, that we're falling in

(Falling In – Lifehouse)

Quando Harry suona al campanello di Louis spera con tutto sé stesso che in casa non ci sia nessuno a parte lui. Non è mai stato così ansioso prima d'ora, nessun compito in classe, nessuna gara di matematica, niente lo ha mai messo tanto in difficoltà. Sta per giocarsi tutto ed è solo, non ha una squadra, non ha degli amici a supportarlo. Zayn ha già fatto abbastanza e Harry probabilmente non lo ha ringraziato come merita.

Louis è la cosa più bella che gli sia mai capitata e lasciarsela sfuggire significherebbe portarsi dietro questo rimpianto per tutta la vita. Harry ha la sensazione di non aver mai vissuto neanche un giorno. Dopo diciotto anni sprecati ad avere paura è giunto il momento di prenderla a pugni, questa paura, e di farle vedere che lui può batterla. Ha trovato un pretesto per farlo e questo pretesto ha appena aperto la porta.

Harry?”.

Trovandosi improvvisamente al cospetto dell'altro ragazzo, Harry scopre di non essere pronto al grande atto di coraggio che si appresta a fare, ma da qualche parte ha letto che, dopottutto, non esiste qualcosa come “essere pronti”. Esiste solo la volontà di fare una cosa o di non farla, tutto il resto è inutile procrastinazione. E lui ha deciso di smettere di procrastinare – che poi non è che un altro modo di avere paura - e di prendere le cose di petto. Si sente una persona nuova anche solo per aver preso questa decisione.

Solo che Louis - così piccolo sotto l'alto arco della porta di casa sua - con indosso una t-shirt di Superman, dei pantaloni costellati di buchi e dei calzini con gli orsacchiotti, invece che un ragazzo normale – che lui ha reso vulnerabile e al quale ha spezzato il cuore - gli sembra un gigante impossibile da affrontare.

È per questo che invece di esordire con un “sono un deficiente”, come aveva pianificato di fare, o di chiedergli “posso entrare?”, Harry opta per una divagazione, che gli esce spontanea come se non fosse, appunto, solo una strategia per distrarre l'avversario. Da quando Louis è diventato un avversario?

Sapevi che qualcuno ha abbattuto la vostra cassetta delle lettere?”.

Louis sembra colto di sorpresa. Come se l'arrivo di Harry non lo avesse sorpreso abbastanza.

Cos-ehm, uhm, sì, lo so, deve essere stato il figlio del vicino con la sua fottuta Range Rover. A quanto pare non ha ancora affinato l'arte della marcia indietro”.

Harry fa una smorfia compassionevole. Brutta roba i vicini distratti e incompetenti.

Volevi qualcosa?”.

La domanda di Louis, fatta in tono freddo e distaccato, lo riporta alla realtà. Non si aspettava certo che Louis lo accogliesse a braccia aperte però la sua maschera di indifferenza mina le riserve di coraggio di Harry. Il cuore gli batte all'impazzata, lo sente fino in gola.

Ehm”, balbetta. Posso parlarti?, non è una frase troppo difficile da formulare però gli occhi glaciali di Louis sembrano avergli gelato i muscoli.

Sei venuto qui solo per darmi la notizia della dipartita della mia cassetta delle lettere o c'è dell'altro?”, insiste Louis. “Hai per caso avuto un qualche tipo di epifania e non vedevi l'ora di rendermi partecipe della tua scoperta?”.

Ho scoperto che non voglio perderti, vorrebbe dire Harry e sarebbe anche una gran bella dichiarazione, da commedia romantica adolescenziale, una di quelle in cui i due protagonisti, nel giro di cinque minuti, si confessano il proprio amore reciproco, perdonano, dimenticano e si lanciano l'uno tra le braccia dell'altro baciandosi appassionatamente, lì sulla porta di casa, perché entrare dentro non avrebbe soddisfatto le manie voyeuristiche dei vicini di casa (e degli spettatori). Però la vita non è un film – soprattutto la sua – e non è partita nessuna colonna sonora melensa a fare da sottofondo a questo momento carico di pathos e....Harry è ancora lì impalato sotto lo sguardo interrogativo ma diffidente dell'altro ragazzo.

È come se stesse vivendo una specie di esperienza extra-corporea, come se il suo corpo fosse lì e la sua mente da tutt'altra parte, come se si stesse guardando da fuori, perché non ci può credere che è veramente lui quello che ha pregato il suo migliore amico di accompagnarlo in tutta fretta a casa della persona alla quale deve dichiararsi prima che sia troppo tardi e che questa persona sia proprio davanti a lui che aspetta delle risposte. Lui non fa queste cose.

Il panico si sta di nuovo impadronendo di lui e la tentazione di correre via senza guardarsi indietro rischia di prendere il sopravvento. Non può rientrare in questa spirale, non può.

Louis sembra avvertire il suo disagio (o puro terrore, che dir si voglia).

Entra, possiamo parlarne in casa”, gli dice in tono gentile, apprensivo quasi, ma un po' troppo formale.

Harry annuisce, sorridendo debolmente e, dopo essersi aggiustato gli occhiali sul naso, supera l'altro ragazzo che gli sta tenendo la porta aperta. Come di consueto – l'ha fatto decine di volte – si toglie le scarpe e le sistema vicino a quelle di Louis. Non ci sono altre paia di scarpe, indizio che Louis deve essere solo. Almeno una cosa sta andando come aveva sperato.

Posso offrirti qualcosa da bere?”, domanda Louis, senza incrociare il suo sguardo. “Un tè? Un caffè? O magari del vino?”.

Un po' di vino aiuterebbe Harry a rilassarsi, a rilasciare la tensione che lo tiene in ostaggio. Però, d'altro canto, bere dell'alcool potrebbe essere rischioso: non può permettersi di affrontare la conversazione per la quale è venuto brillo o addirittura sbronzo.

No, grazie”, rifiuta gentilmente.

Louis lo guarda un attimo negli occhi, poi distoglie di nuovo lo sguardo. Harry lo osserva mentre si morde le labbra, la fronte aggrottata. Sembra perso, incerto sul da farsi.

Senti, possiamo andare in camera tua?”, gli viene in soccorso Harry. Dopotutto è lui quello che ha bussato alla porta di Louis, irrompendo in casa sua e nella sua vita d'improvviso, dopo avergli fatto più o meno chiaramente intendere di non volere avere più niente a che fare con lui, ed è lui che deve prendere in mano la situazione.

Uhm, ok”, acconsente l'altro ragazzo, rivolgendogli una breve occhiata per poi fargli strada su per le scale senza un parola in più.

Harry lo segue, aggrappandosi al corrimano come se da questo dipendesse la sua vita. Louis gli sta rendendo le cose difficili, ma Harry sa che non lo sta facendo di proposito, per ferirlo. Non lo avrebbe accolto in casa se fosse stato così, giusto?

Una volta in camera sua, Louis si siede sul letto. Harry valuta per un attimo l'idea di prendere posto sulla sedia della scrivania, stranamente sgombra, però decide che così facendo manderebbe all'altro un messaggio sbagliato. Lui è venuto per riavvicinarsi a Louis non per mettere tra di loro ulteriore distanza, perciò si siede sul letto di fronte a lui.

Louis si agita sul posto, come se l'improvvisa vicinanza di Harry lo turbasse. Una volta era il contrario, pensa il riccio amaramente.

Ehi, Lou, po-potresti guardarmi in faccia per favore?”, balbetta.

Louis rimane immobile per qualche secondo, poi sospira e si risolve a rivolgere la sua attenzione a Harry.

Grazie”.

Louis gli fa dono di un sorriso tirato e per adesso può bastare.

Quindi...di cosa volevi parlarmi?”, domanda dopo qualche secondo di silenzio. “O sei venuto solo per farti guardare?”.

Harry può leggere chiaramente il pentimento per essere stato così aspro sul volto di Louis.

Scusami”, dice, infatti, l'altro ragazzo.

Fa niente”, replica Harry, stringendosi nelle spalle. In fondo se lo merita.Hai tutto il diritto di avercela con me”, aggiunge, infatti.

I lineamenti di Louis si contorcono in un'espressione...amareggiata?

No, non è-”, comincia, poi si interrompe. “Posso sapere perché sei venuto? Ci stai girando intorno da quando sei arrivato e francamente vorrei sapere cosa hai da dirmi prima di-”. Louis si passa una mano tra i capelli. “ Per come la vedo io, la nostra futura conversazione può avere solo due esiti, uno decisamente negativo o uno decisamente positivo, quindi prima che me la faccia sotto dalla paura o, peggio, prima che mi crei delle false aspettative, parla”.

Harry ha perso il filo, Louis ha detto troppe cose e le ha dette troppo in fretta.

Paura?”, gli fa eco. È lui quello che dovrebbe avere paura dell'esito di questa conversazione. Louis non può essere così ingenuo da credere che si sia presentato alla porta di casa sua per dargli di nuovo picche.

Louis butta gli occhi al cielo.

Smettila di fare lo gnorri, Harry”, prega. “E sputa il rospo”.

Il riccio è messo alle strette però gli manca ancora quel briciolo di coraggio per fare il passo definitivo, per dirgli perdonami e voglio stare con te e ti amo e baciami e tutte le altre cose che sperava di avergli già detto a questo punto (se non tutte, almeno metà di esse). Perché anche se vuole dirle queste cose – glielo deve – prima ha bisogno di sapere se le dirà invano o se c'è ancora speranza. Quindi si appresta a fare la domanda più difficile di tutte. Perciò prende fiato e stringe la coperta con entrambe le mani, per aggrapparsi a qualcosa ed evitare si svenire.

Quello che mi hai detto in infermeria...vale ancora?”.

Louis rimane un attimo congelato, come un animale sorpreso dai fari di una macchina in autostrada, ma meno spaventato e più sbalordito.

Mi stai chiedendo se mi piaci ancora, Harry?”, mormora, strizzando gli occhi come se improvvisamente non riuscisse a mettere a fuoco il ragazzo di fronte a sé.

Harry deglutisce, china il capo e annuisce. Non è nemmeno in grado di fare una domanda diretta, come pretende di riuscire a dichiararsi?

È ovvio che mi piaci ancora, non è che può passarmi da un giorno all'altro”, risponde finalmente Louis, con un tono a metà tra lo stupefatto e il seccato.

Harry è così sollevato che improvvisamente gli gira la testa. Ci sono il cinquanta per cento di probabilità che non torni a casa col cuore in frantumi, adesso. Tocca a lui assicurarsi che le probabilità aumentino fino a diventare certezze.

P-posso chiederti perché?”, domanda. “Perché ti piaccio?”.

Harry dovrebbe imparare che a caval donato non si guarda in bocca, però...

Louis piega la testa di lato e lo osserva per interminabili secondi senza parlare. Harry sente uno stormo di farfalle nello stomaco perché gli occhi di Louis sono così carichi di...qualcosa. Nessuno, nessuno, neanche sua madre, lo aveva guardato così prima d'ora, come se riuscisse a vedere dentro di lui qualcosa di meraviglioso celato al resto del mondo. Harry è quasi certo che non ci sia proprio niente di meraviglioso in lui, eppure Louis gli fa sperare il contrario.

Non riesci a vederlo, vero?”, domanda Louis con voce soffice, vellutata, ed è come se gli avesse letto nel pensiero. “Non riesci a vedere quanto sei bello e speciale ed è per questo che-”. Il ragazzo si lecca le labbra e continua a fissare Harry così intensamente che questi viene attraversato da una vampata di calore e affetto da capo a piedi. “È per questo che ti nascondi”.

Le parole di Louis rievocano quelle di Zayn e Harry si ritrova a pensare che forse, forse, i due ragazzi abbiano ragione. Zayn ha formulato il suo discorso in maniera diversa – gli ha detto che non è niente di speciale, l'esatto contrario di quello che ha detto Louis - ma il punto è sempre lo stesso: Harry è convinto che in lui ci sia qualcosa di diverso, di storto, di vergognoso e per anni non ha fatto altro che avallare questa tesi, col suo atteggiamento, col suo modo di vestire. Ha sempre indossato un'armatura per nascondere tutto ciò che di orribile ci fosse sotto, ha sempre cercato di non mostrare niente di sé: il vero colore dei suoi occhi, celato dalle grosse lenti; la vera natura dei suoi capelli, domati dal gel; il suo busto sottile, i suoi fianchi sporgenti, le sue gambe secche e vagamente femminili, imprigionando tutto ciò dentro vestiti sformi e fuori moda; i suoi veri sentimenti, i suoi desideri, reprimendoli per paura di non essere compreso o di non essere all'altezza.

E poi arriva Louis che gli dice che è bello e speciale, facendo vacillare pericolosamente le sue mura protettive.

Farei tutto ciò che è in mio potere – se me lo permettessi – per farti capire che non c'è bisogno di nascondere nulla e non c'è bisogno di avere paura”, continua Louis, sentendosi autorizzato dal silenzio di Harry a proseguire. “Ne avrei di lavoro da fare, per rimuovere uno per uno tutti gli strati dietro ai quali ti sei barricato, però ne varrebbe dannatamente la pena”.

Louis gli offre un sorriso fiducioso e triste allo stesso momento, sperando che Harry accetti la sua proposta ma temendo, allo stesso tempo, che l'altro ragazzo rifiuti.

Harry sarebbe uno sciocco se dicesse di no, eppure ha così tanti dubbi sull'effetiva riuscita del piano di Louis. L'affetto non basta: con lui servono pazienza e comprensione. Louis è davvero disposto a lottare contro le sue ansie e le sue paure? È davvero disposto ad aspettare che Harry si senta pronto a “rimuovere uno per uno gli strati dietro i quali si è barricato”?

Forse non mi credi quando ti dico che sei bello”, va avanti Louis. Meno male che era Harry quello che doveva parlare. “Però lo sei, Harry. Mi dispiace solo non averlo notato prima, però quando me ne sono reso conto non sono più riuscito a staccarti gli occhi di dosso”.

Uhm, sì, è parecchio difficile crederti”, borbotta Harry e vorrebbe schiaffeggiarsi per aver una volta ancora messo in dubbio le parole dell'altro ragazzo. Ha perso un'altra occasione per starsene zitto.

Louis rotea gli occhi, spazientito.

Harry, cazzo, taci”, sbotta. “Scusa”, si affretta ad aggiungere un attimo dopo, carezzandogli un ginocchio. Harry non sente l'urgenza di scanzarsi.

Ok”, acconsente.

Sei il ragazzo più bello che abbia mai visto e non mi riferisco solo alla bellezza esteriore, se è questo che stai pensando”, prosegue Louis. “Sei intelligente ma non sei presuntuoso e questo è raro in una persona con le tue doti, sei educato senza essere affettato, sei generoso ma non pretendi mai niente in cambio, sei premuroso e accorto e gentile e divertente e...un milione di altre cose che non mi vengono in mente in questo momento perché, scusa, ma non avevo preparato questo discorso visto che mai mi sarei aspettato che mi avresti voluto parlare di nuovo”. Louis fa una pausa. “Sei tutto ciò che ho sempre desiderato – senza saperlo – e non ho potuto fare a meno di innamorarmi di te”.

Harry è sul punto di avere un infarto e di morire nel momento più importante della sua misera vita e, tra tutte quelle che gli sono toccate in sorte, questa sarebbe l'ingiustizia più grande di tutte. Louis è innamorato di lui?

Quasi non sente il resto del discorso – monologo? - di Louis, troppo occupato a cercare di controllare i battiti del suo cuore e i mille pensieri che si rincorrono nel suo cervello.

Non so se lo sono sempre stato o se è successo dopo che ti ho conosciuto, però, uhm, diciamo che ero condannato sin dall'inizio. Altrimenti non si spiega perché io abbia fatto le cose più assurde e ridicole del mondo per farmi notare da te e diventare tuo amico”, conclude Louis con un sorriso imbarazzato.

Harry cerca di rispondere al suo sorriso meglio che può, col cuore che gli batte all'impazzata, il respiro corto e la mani sudate. È sicuro che la smorfia sul suo viso è ben lontana dal sorriso che aveva intenzione di rivolgere a Louis.

Tipo lanciarmi palline di carta a ogni lezione?”, domanda, cercando di allentare la tensione.

O romperti gli occhiali”.

O chiedermi i compiti di matematica e restituirmeli pieni di scarabocchi?”.

Louis spalanca le palpebre.

Non erano scarabocchi!”, protesta. “Ti ho scritto frasi di canzoni che mi facevano pensare a te nella speranza che le le leggessi e le ascoltassi e ti rendessi conto che fossi pazzo di te”.

Oh”.

Non lo avevi capito?”.

Come avrei potuto capirlo?”.

Louis ridacchia, più per la sua stessa ingenuità che per quella di Harry.

In effetti...”, ammette, poi, con grande sorpresa di Harry, inizia a cantare. “I listen close for I'm not smart, you wrap your thoughts in works of art, and they're hanging on the walls of my heart”.

La sua voce è così...così Louis. Harry non sapeva sapesse cantare e adesso muore dalla voglia di sentirlo ancora e ancora.

Louis è di tutt'altro avviso, però.

È una canzone degli Script, si intitola I'm Yours”, spiega. “Quand'ero in classe e ti sentivo parlare, mi veniva sempre in mente”.

Harry si ripromette di andarla ad ascoltare (o di obbligare Louis a cantargliela).

Quindi è per questo che hai chiesto i compiti proprio a me?”, domanda, in un istante di realizzazione.

E per farti credere che avessi problemi in matematica”.

Harry apre e chiude la bocca a ripetizione per qualche secondo, come un pesce moribondo. Non riesce a credere alle sue orecchie.

Scusa?”.

Louis si nasconde il viso dietro le mani.

Te l'ho detto che ho fatto cose assurde e ridicole”, mormora.

Hai rischiato di essere bocciato solo per-”.

Per prendere ripetizioni da te, sì”.

Harry è combattuto tra l'essere lusingato e il voler prendere Louis a schiaffi.

Questa è la cosa più stupida che qualcuno abbia mai fatto per me”, afferma, ma non riesce a impedirsi di sorridere. “O, meglio, l'unica cosa stupida che qualcuno abbia mai fatto per me...più o meno”.

Cosa non si fa per amore”, replica Louis, scrollando le spalle.

Harry ride. Si sente la testa leggera e il cuore pieno di...riconoscenza per questo idiota che ha messo a rischio la propria carriera scolastica solo per conoscerlo.

Credevo che non avresti mai accettato di passare del tempo con me se non avessi trovato un pretesto che ti obbligasse moralmente a farlo”.

Probabilmente hai ragione”.

Louis sorride.

Allora il mio sacrificio non è stato vano”.

No...però hai fatto comunque una cosa stupida e immatura-”.

Lo so, shhh, non me lo ricordare”.

Louis lo fissa in silenzio e il suo sorriso comincia a scemare dopo qualche secondo, sostituito da un'espressione tesa.

Allora?”, domanda. “Io ho detto tutto quello che volevo dire, adesso tocca a te. Spara”.

L'altro ragazzo spalanca le braccia, come a lasciare a Harry campo libero per affondare una spada affilata nel suo cuore. Come se non lo avesse già fatto.

No, aspetta”, dice Harry precipitosamente. Tutto quello che aveva da dire è passato in secondo piano, non perché non sia importante, ma perché c'è qualcosa che gli preme di più in questo momento, qualcosa che vale più di mille parole, per far capire all'altro ragazzo che si fida. E poi perché lo vuole, veramente, come non ha voluto niente prima d'ora in vita sua. “P-potresti baciarmi? Ti prego”.

Louis è così sorpreso che fa un piccolo salto sul posto, che fa sobbalzare il materasso e il cuore di Harry.

Sei sicuro?”, domanda.

Harry non riesce a parlare, tanto è teso, perciò si limita ad annuire.

Ho bisogno di sapere una cosa prima”, dice Louis. “Questo è bacio è determinante, nel senso che ti sevirà a capire delle cose, o hai già capito...?”.

Harry deglutisce a fatica.

Ho g-già capito”, ammette.

Quindi è solo, uhm, l'inizio di qualcosa?”.

Harry fa cenno di sì.

Sei sicuro di volerlo questo qualcosa?”.

Harry non è mai stato più sicuro in vita sua ma sta morendo di ansia. Neanche dovessero scambiarsi le promesse di matrimonio.

Sono sicuro, Lou, adesso baciami, per favore”.

Louis fa un sorriso da un orecchio all'altro.

Guai a te se ti rimangi tutto”, minaccia, prima di inginocchiarsi davanti a Harry, che si ritrova il suo viso a pochi centimetri dal proprio in una frazione di secondo.

Pronto?”, sussurra Louis ed è così bello che Harry non si capacita di come abbia potuto essere così fortunato a fare innamorare un ragazzo come lui.

Louis si avvicina sempre di più e alterna lo sguardo tra i gli occhi e le labbra di Harry, che rischia di diventare strabico per non perderlo di vista.

Sta per succedere, pensa il riccio. Il suo Primo Bacio – tutto intero - dista solo un battito di ciglia.

Le labbra di Louis sono così vicine a quelle di Harry che questi riesce a sentire il fantasma di un bacio sulla bocca anche se il contatto non è ancora avvenuto.

Aspetta”.

Louis si immobilizza, trattenendo il fiato.

V-voglio togliere questi”, spiega Harry, allontanandosi e liberandosi degli occhiali, che ripiega e poggia sul letto accanto a sé.

Louis esala un sospiro di sollievo, poi gli poggia una mano sulla coscia e si piega di nuovo in avanti.

Devo tenere gli occhi aperti?”, domanda stupidamente Harry.

Come preferisci”, risponde pazientemente Louis, leccandosi le labbra.

Se Harry pensa che queste labbra saranno sulle sue in poco, pochissimo tempo...Non vede l'ora ma è terrorizzato, però è la voglia di essere baciato che ha la meglio.

Ok”, mormora, chiudendo gli occhi.

Un attimo dopo sente di nuovo il fiato di Louis sulle labbra ma non fa in tempo a farci l'abitudine che Il Bacio arriva.

Dura tre secondi al massimo, giusto il tempo di un piccolo schiocco. Sarebbe durato anche di meno se Louis non avesse deciso di indugiare un attimo di più e se le loro labbra non fossero rimaste incollate per un secondo nel momento in cui Louis ha tirato indietro la testa.

E questo bacio è stato tutto il contrario di ciò che si era sempre aspettato: vale a dire meravigliosamente fantastico, anche se Harry si è limitato a ricevere e non ha mosso un muscolo. Potrebbe sembrare un cliché, ma ha davvero sentito i proverbiali fuochi d'artificio dei quali ha sempre sentito parlare ma ai quali non aveva mai creduto, proprio all'altezza del petto e una sensazione di calore - una vampa, più che altro - gli ha attraversato il corpo, dalla punta dei capelli alla punta delle dita. Ha la testa leggera e vuota come se avesse bevuto dieci bicchieri di vino, ma il vino non avrebbe mai potuto farlo sentire così. L'euforia che prova è quella che si prova quando si fa un salto nel vuoto col paracadute: la paura di schiantarsi al suolo non esiste quando sai che ci sarà qualcosa a salvarti e il pensiero che il paracadute all'ultimo momento possa non aprirsi è relegato in un angolo recondito della tua mente.

Harry”, lo chiama dolcemente Louis e Harry si rende conto di avere ancora gli occhi chiusi. Quando li riapre, inaspettattamente, una lacrima gli sfugge dall'angolo di un occhio. Louis la asciuga con un dito e gli sorride. “Tutto ok?”.

Sì”, sussurra Harry ed è così...felice. Non credeva si potesse essere tanto felici e in così poco tempo ma soprattuto per così poco. “Grazie”.

Louis poggia una mano sulla sua guancia e gli accarezza con un pollice la porzione di pelle sotto l'occhio.

Allora ti piaccio anch'io?”.

Harry gli scoppia a ridere in faccia, mentre un'altra lacrima sfugge al suo controllo.

Puoi dirlo forte”, risponde, ed è come se qualcosa si fosse impossessato di lui, perché quello che fa subito dopo - cioè lanciarsi sulle labbra di Louis come se da questo gesto dipendessero le loro vite, o la salvezza dell'universo - è qualcosa che non avrebbe mai immaginato di fare prima di questo pomeriggio. Se non addirittura prima di cinque minuti fa. Il risultato è che Louis viene sbilanciato all'indietro, ma non sembra dispiacergli, visto che si tira addosso Harry senza tanti complimenti.

L'unico problema è che il riccio non sa bene cosa fare quando le sue labbra "atterrano" su quelle dell'altro ragazzo, perciò rimane immobile, la bocca incollata a quella di Louis, respirando dal naso. 

Dopo qualche secondo Louis scoppia a ridere, con le labbra strette e le dita serrate attorno alle braccia di Harry, che tira indietro la testa e lo guarda con un'espressione sconsolata.

"Riproviamoci, ok?", suggerisce Louis, incoraggiante. 

Harry si perde per un attimo nel blu dei suoi occhi - il colore intenso degli occhi di Louis è l'unica cosa che riesce a distinguere con chiarezza, data la sua vista limitata - e annuisce, chinando il viso per andare incontro a quello dell'altro ragazzo. Ha paura di schiacciarlo col proprio peso, ma Louis non si sta lamentando e lui teme che qualsiasi movimento possa in qualche modo rompere l'incantesimo.

Piegando leggermente la testa di lato, con esitazione accosta il volto a quello di Louis, fino a che i loro nasi non si sfiorano. Lo sbuffo d'aria che scappa dalle labbra di Louis potrebbe essere facilmente assimilabile a una risata ma Harry non ha voglia di indagare, perciò chiude gli occhi e preme le labbra contro quelle dell'altro. Stavolta passano solo pochi secondi prima che Louis prenda l'iniziativa, aprendo leggermente le proprie, invitando Harry a fare lo stesso.

Il riccio non sa esattamente cosa fare, perciò decide di fare quello che crede che si debba fare quando si sta baciando qualcuno: lasciarsi andare. E non pensare che qualcosa stia andando storto, anzi non pensare e basta.

Una mano di Louis risale dalle spalle al suo viso, esercitando una leggera pressione, ed è tutto così piacevole: le labbra di Louis sono piacevolmente soffici, il filo di baffi proprio sopra al suo labbro superiore strofina piacevolemente contro la bocca di Harry e anche il fatto che l'insieme sia piacevolmente bagnato è un piacere.

Sto baciando un ragazzo!, urla il cervello di Harry, mentre il suo cuore è impegnato a ballare una danza fuori tempo, rimbalzando violentemente contro la sua gabbia toracica, così rumorosamente che il riccio ha paura che si possa sentire. Nonostante il suo sconvolgimento interiore, però, Harry è stranamente calmo.

È solo quando Louis stuzzica il suo labbro inferiore con la lingua che Harry si blocca e, mezzo secondo dopo, stacca le proprie labbra da quelle di Louis, tirandosi su, facendo leva su un braccio.

Scusa”, mormora Louis, spostandogli un ciuffo di capelli dagli occhi. “Mi sono fatto trascinare e non ho pensato-”.

No, scusami tu, non fa niente, io-”, balbetta Harry, mortalmente imbarazzato per la sua improvvisa reazione dovuta al panico di aver scoperto che, beh, a volte nei baci sono coinvolte anche le lingue.

Abbiamo tempo, sarà per la prossima volta”, lo rassicura Louis. “Se avrai ancora voglia di baciarmi”.

Avrò voglia di baciarti fino all'ultimo giorno della mia vita, vorrebbe rispondere Harry.

Louis sorride all'espressione sconvolta del riccio e, schioccandogli un ultimo bacio sulle labbra, poggia il proprio peso su un gomito, spronando l'altro ragazzo a sollevarsi.

Harry si rimette seduto e, tastando il materasso, ritrova gli occhiali. Si era così abituato a una visione sfocata della realtà che quando è finalmente in grado di mettere a fuoco Louis è come se lo vedesse per la prima volta.

Ti ricordi Francis Turner?”, chiede all'improvviso, rendendosi conto di averci pensato tutto il tempo senza esserne stato consapevole.

Le labbra di Louis si muovono come se volessero formulare una domanda (“Chi?”), ma Harry non gliene dà il tempo.

Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River”, spiega. “Baciandola con l'anima sulle labbra, all'improvviso questa prese il volo”.

Louis annuisce cautamente.

Oh, certo, la poesia sul malato di cuore che muore dopo aver dato il suo primo bacio”, osserva. “Harry, stai bene?”, domanda un attimo dopo, mettendo una mano sulla spalla del riccio e guardandolo con più di un briciolo di apprensione.

Harry scoppia a ridere.

Oddio, sì”, lo rassicura. “Stavo pensando che nonostante abbia sempre creduto di avere qualcosa in comune con lui, sono sopravvissuto al mio primo bacio”.

Quanto sei idiota!”, esclama Louis, slanciandosi per abbracciarlo.

Harry gli poggia le mani sui fianchi, poi, abbandonando ogni residuo di esitazione, circonda la sua schiena con entrambe le braccia.

Ti amo”, afferma Louis, affondando il naso dentro il suo orecchio e facendogli involontariamente il solletico.

Harry non vuole lasciarlo andare mai più. 

Scusami”, mormora. “Scusami se sono stato cattivo, se ti ho mentito, se ti ho trattato male, se ti ho fatto credere che non mi importasse niente di te”.

Louis sospira ma non dice una parola. Harry se lo stringe ancora di più contro il petto. Dio, se pensa che stava per rinunciare a tutto questo...

Avevo paura e ho reagito come ho sempre fatto: scappando”, continua. “Potrai mai perdonarmi?”.

Louis scioglie l'abbraccio e, poggiandogli entrambe le mani sulle spalle, lo guarda con serietà: “Sono stato male come mai in vita mia, Harry, ma non potrei mai fartelo pesare”.

E invece dovresti!”, protesta Harry.

E che senso avrebbe? Non lo hai fatto di proposito”.

Harry distoglie lo sguardo.

Mi dispiace davvero”.

Louis gli prende una mano e la stringe tra le sue.

Quello che conta è che sei qui con me adesso”, dice con trasporto. “E sei qui per restare. Giusto?”.

Per tutto il tempo che vuoi, per sempre, se mi vorrai.

Sono qui per restare”, conferma Harry, la sua voce estranea alle sue stesse orecchie. Sta succedendo veramente?

Non ti faccio più paura?”, domanda Louis.

Un lampo di senso di colpa attraversa il volto di Harry.

Non mi hai mai fatto paura”, ammette in un attimo di auto-consapevolezza. “Era di me che avevo paura. Che ho paura”.

Per tua fortuna, io sono una persona molto coraggiosa”, dichiara Louis. “Spero di poterti aiutare a capire che non c'è niente di spaventoso nell'amare qualcuno e nel lasciarsi amare”.

Harry annuisce, sopraffatto. Non è spaventato in questo momento però è preoccupato che la paura riprenda il sopravvento, un giorno, e che tutte le sue insicurezze rovinino quello che Louis vorrebbe costruire per loro.

Ti fidi di me, Harry?”.

E come potrebbe non fidarsi quando Louis lo sta guardando con questi occhi?

Sì”, ammette. Vuole provare a fare questo atto di coraggio, per Louis, per entrambi.

Harry Edward Styles", esordisce Louis solennemente. "Alla luce di quanto dichiarato, vuoi diventare il mio ragazzo?”.

Sei sicuro?”, domanda Harry prima di riuscire a trattenersi.

Louis sta chiaramente combattendo il bisogno di buttare gli occhi al cielo.

Mai stato più sicuro di qualcosa in vita mia”, dice quando ha finito la sua battaglia contro le proprie espressioni facciali, optando per un sorriso a trentadue denti. Accecante.

Harry ridacchia.

Okay”.

Mi aspettavo qualcosa di più solenne e altisonante di un okay”, si lamenta Louis mettendo il broncio.

Okay, Louis William Tomlinson, voglio diventare il tuo ragazzo”, dice Harry. “Non ti accontenti mai”.

Ehi, sto cercando di fare le cose per bene, io”, protesta Louis, aggrottando le sopracciglia.

Harry allunga una mano verso il suo viso e passa l'indice lungo le pieghe sulla sua fronte.

Anche tu sei b-bello e speciale, ma probabilmente già lo sai”, sussurra timidamente, senza riuscire a incontrare gli occhi di Louis.

L'ho sempre sospettato, a dire il vero”.

Harry schiaffeggia l'altro ragazzo sulla coscia.

Ma modestia e umiltà non sono le tue doti principali”, scherza.

Louis blocca la sua mano e se la porta alle labbra.

È per questo che ci completiamo, Harry”, mormora, semi-serio, prima di baciarne il dorso.

Harry è così grato al mondo per questo ragazzo e così grato a questo ragazzo per aver scelto lui e non aver mollato.

Ehi, Lou”, lo chiama, col cuore gonfio di quello che – non si può sbagliare – è sicuro sia amore. “Anch'io potrei-anch'io sono-”.

Anche tu sei?”, lo incoraggia Louis, sollevando un sopracciglio, un'espressione divertita sul volto.

Anch'io sonoinnamoratodite”.

Louis è raggiante.

Ti chiederei di farmi lo spelling ma non voglio infierire”.

Harry gli getta le braccia al collo ed è così felice, perché non ha paura. È profondamente consapevole di tutti i punti in cui i loro corpi si stanno toccando ma, per la prima volta nella sua vita, probabilmente, desidera il contatto con un altro essere umano più di quanto lo tema.

Grazie”, mormora, baciando Louis sulla guancia. “Grazie di esistere”.

***

NOTE:
Se ripenso a quando vi ho detto che avrei finito questa storia in fretta perché avevo scritto quasi tutti i capitoli mi viene da ridere. No, non è vero mi viene da piangere perché sono una persona cattiva e poco affidabile, CHIEDO VENIA. Ma passiamo oltre....

Questa storia è giunta a una conclusione, finalmente. Se devo essere sincera mi aspettavo che il capitolo venisse fuori meglio, che fosse più lungo e dettagliato etc., però questo è quanto sono riuscita a partorire, quindi pace

Vi anticipo che ci sarà un piccolo (?) capitolo extra. Non credetemi se vi dico che lo pubblicherò presto, però lo sto scrivendo quindi, salvo imprevisti, non dovrebbe vedere la luce il prossimo anno, ecco.

Vi lascio il link della canzone alla quale fa riferimento Louis, I'm Yours, così che possiate conoscerla se non la conoscete già e ascoltarla. Secondo me è una bellissima canzone d'amore però mi mette un po' di tristezza, anche se non so perché (onestamente non mi viene in mente una canzone dei The Script tra quelle che conosco che non mi metta tristezza)

Questa è la poesia citata da Harry. Non vorrei fare la maestrina, ma leggetela. Leggete tutto il libro se potete (prima o poi, nella vita).


Al prossimo e (questa volta sul serio) ultimo capitolo!

  
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