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Autore: Reagan_    31/07/2014    3 recensioni
[Inghilterra Ottocento]
Per una leggerezza Lord Grant Everstone si ritrova sposato con una donna di basso rango, scialba e per nulla adatta al suo nome e al suo stile di vita.
Cathriona Mafton ha appena perso il padre e vede quel matrimonio celebrato per salvare la reputazione di un'intera casata come un incubo a cui deve sottomettersi.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
Capitoli:
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Capitolo II

Novità


La moglie fa risparmiare per qualche tempo la spesa delle puttane
ma tutte le puttane del mondo non ci risparmiano il pericolo di prender moglie.
Giovanni Papini




-E' molto semplice. Devi solo disegnare le varie parti dei mobili, così da inserire delle immagini chiare nel libro.- disse il signor Edward Brooke facendole vedere un piccolo opuscolo.
Cathriona annuì ed esaminò attenta i disegni preparatori di Brooke. Erano imprecisi e troppo semplici, forse il suo tocco leggero e ricco avrebbero reso le immagini più interessanti. -Quante tavole devo fare?- gli chiese.
Brooke le sorrise. -Solo nove.-
Aveva da sempre invidiato l'eccezionale abilità della figlia del Signor Mafton con le tavole da disegno. Il suo tocco preciso e chiaro valeva più di quello di rinomato ma costoso architetto. Più volte negli anni, famosi disegnatori di parti meccaniche si erano complimentati per il suo primo opuscolo sui macchinari necessari per il taglio del legno, nessuno sapeva che il maestro dal tratto leggero altro non era che una giovanissima ragazzina di buona famiglia.
Molte volte venne contattato con urgenza da altri industriali desiderosi di avere dei disegni esplicativi da mandare a meccanici che avevano poca dimestichezza con tale arte ma rivelare l'identità dell'artista, avrebbe portato il panico.
Le donne non avevano e non potevano avere capacità maschili, un conto era il quadro paesaggistico, altra storia era la meccanica.
Cathriona intinse il pennello nella china e cominciò a tracciare le prime linee seguendo il primo modello di un tavolo rotondo che poteva ampliarsi. Era così assorta nel suo lavoro che non notò il signor Brooke allontanarsi dallo scrittoio, il disegno era sempre stato per lei un rifugio sicuro.
Le mani sporche di pittura, china e matita le ricordava le giornate spese con il padre a sognare edifici eleganti e dimore maestose da costruire. Con la guida sicura del padre e un metodo collaudato negli anni, sapevano esattamente come lavorare in sincronia.
Quando la ferrea salute del padre venne a meno, suo fratello Robert subentrò e da allora, la piccola florida azienda era scivolata verso il fallimento.
La maggior parte dei soldi vennero spesi in pubblicità inutile e in poco tempo, la Mafton Company  perse tutta la sua rispettabilità e con essa Cathriona vide distrutta ogni speranza di avere una dote.
Per questo aveva accettato quasi con sollievo il matrimonio riparatore con Lord Everstone, con quel semplice assenso si era procurata la flebile speranza di avere dei figli e il repentino allontanamento dalla brutta fama di suo fratello.
Posò il pennino e guardò la sua prima tavola completata, sorrise notando i tratti decisi  e annottò in un foglio i numeri di pezzi da lei completati.
Il piccolo sorriso che aveva fra le labbra si spense non appena una forte nausea le salì verso la gola e improvvisa come era arrivata si ritrovò a bocconi sul pavimento a rigettare la colazione.
Fu la cameriera di Fanny a trovarla per prima ed aiutarla, la piccola donna gallese la trascinò su un divanetto e si fissarono a lungo, poi la donna spostò lo sguardo sul suo ventre e Cathriona impallidì.



“Piccola festicciola” per Violet Graham voleva dire avere la casa piena di gente. Era un lato del suo carattere che Lord Grant Everstone cominciava a trovare poco affascinante. Non c'era nulla d'intrigante nello stiparsi in un salone mediocre accanto a persone come zitelle inacidite dal tempo, vedove facili da consolare e cicisbei dell'ultima ora, per questo si stava gettando nell'alcool, gli rendeva facile essere paziente.
Ma quella sera, quando a notte fonda si ritrovò seminudo nella stanza di Violet si scoprì più sobrio del solito. Osservò la donna sciogliere i capelli e stendersi sul letto con fare voluttuoso, mostrando le gambe ed ammiccando.
Lasciò il bicchiere ancora pieno sul tavolino e si avvicinò al letto.
-Allora, è vero quello che gracchia tua madre?- domandò sorridendogli. -La poveraccia è scappata?-
Grant annuì distratto e si sedette dall'altra parte del letto, si tolse la camicia lentamente e i pantaloni. Doveva immaginarsi che sua madre, nota in società per le sue scenate e per la sua bocca larga, non avrebbe avuto nessun tipo di descrizione.
-Quanti lo sanno?- le chiese gelido.
Lei sbuffò e appoggiò una mano sulla testa. -Per ora solo io, ieri sono andata a prendere un tè da lei. Era una confidenza stretta.- toccò con il suo piccolo piede la schiena dell'uomo. -Quale sarà la tua prossima mossa?-
Grant si voltò. -La riporterò a casa per i capelli, dove deve stare.-
Violet strinse gli occhi in piccole fessure azzurre. -Mi piace quando fai il violento. Sai, due settimane fa sono andata a trovarla. E ho … - ridacchiò a lungo prima di riprendere il discorso. -E la sua insulsa cameriera ha cercato di bandirmi ma l'ho schiaffeggiata. Poi la tua mogliettina ha osato dirmi di andarmene … Beh, l'hai visto anche tu il taglio, no?-
Lord Everstone s'irrigidì.
All'inizio non aveva prestato attenzione a ciò che stava dicendo la donna, era attratto da lei per come riusciva a compiacere un uomo, non certo per il suo intelletto. -Taglio? Quale taglio?- domandò confuso.
Violet con un balzo si mise a sedere, la questione si stava facendo interessante. -Da quanto non guardi tua moglie?- sibilò divertita. -Non mi dire che la prendi solo con il favore delle tenebre, una volta ogni tanto.- L'idea le piaceva. Lei poteva avere l'accesso alla sua vera natura passionale e furiosa mentre la donnina dal volto triste si prendeva giusto il minimo necessario per avere un erede e il resto del tempo, faceva da arredamento.
Squittì sorpresa quando Grant le afferrò un braccio e glielo stritolò con rabbia. -Cosa hai fatto? L'hai colpita? Dove?- l'uomo notò con soddisfazione le lacrime offuscare quegli occhi da meretrice e strinse con maggiore forza. -Come hai osato, stupida sgualdrina! E' colpa tua e della tua ingordigia se sono ritrovato a sposare Mafton! Tu mi hai mandato un messaggio sbagliato e tu mi hai lanciato fra le braccia di quella contadinotta!-
Violet arretrò di qualche centimetro.
Non gli piaceva lo sguardo cattivo dell'uomo, conosceva bene la fermezza delle sue mani quando voleva rimetterla al suo posto ma si era divertita talmente tanto a quella festa dei Lord Humphrey che aveva deciso di giocare un brutto scherzo all'elemento più debole della catena, la povera e noiosa signorina Cathriona Mafton.
La sua burla però aveva finito con l'allontanare per sempre la possibilità di avere Lord Grant Everstone per sé. Aggredirla, quel giorno, fu solo parte delle mille ritorsioni che aveva in mente per renderle la vita un inferno.
-Era solo una piccola farsa, io non volevo certo … -
Lo schiaffo arrivò deciso, la torsione violenta del collo la fece gemere di dolore; Grant la osservò incapace di controllarsi. -Tu sei la mia rovina!- mormorò raccogliendo le sue cose e vestendosi alla bene e meglio. -Lei sarà pure una poveraccia ma almeno sa tenere chiuse quelle gambe.- le disse conoscendo quanto dolente fosse quell'argomento per Violet.
Uscì a grandi passi dalla casa londinese dei Graham, dimenticandosi persino di chiedere di preparare una carrozza, e marciò a lungo verso il centro evitando piccoli gruppi di malfattori che si aggiravano ancora tranquilli. Saltò sulla prima carrozza e dopo aver fatto scivolare mezza sterlina fra le mani del cocchiere gli ordinò di andare dirigersi verso la campagna, alla sua casa paterna.





-Signora Brooke, temo che dovrete avere un occhio di riguardo per Lady Everstone. Le sue condizioni mi sembrano piuttosto fragili.- disse Thomas McCarter. -La settimana scorsa sembrava procedere bene ma queste perdite sono un piccolo allarme. Ha bisogno di riposarsi e bere del vino caldo la sera, anche se non è l'ideale per la stagione.- disse picchiettando con gentilezza il braccio di Fanny. -Bisogna avvertire il marito che non potrà muoversi finché le piccole perdite non finiranno.-
Fanny annuì ed accompagnò il vecchio medico della città nel salotto dove era seduto suo marito.
I due parlarono brevemente e si incamminarono verso la porta.
Fanny decise di rientrare nella stanza al primo piano che un tempo fungeva da camera da letto della sua defunta ma non compianta suocera invalida. Si sistemò su una sedia e rimase sorpresa quando notò che non solo Cathriona era sveglia ma gli stava tendendo una lettera piegata.
-E' per il Lord mio marito.- disse con voce flebile. -Credo che sia necessario che venga qui e sappia cosa … Cosa sta succedendo.-
Le due donne si fissarono incerte, entrambe concentrare a non scoppiare a piangere.
-Pensi … Pensi che una volta che saprà, cambierà parte del suo atteggiamento?-
Cathriona tirò mestamente su con il naso e scosse la testa. -Spero solo che il bambino non soffra. Non potrei sopportarlo.-
Fanny la strinse in un abbraccio materno e le baciò la sommità del capo. Era terribile ciò che stava succedendo alla persona più cara che aveva al mondo dopo la sua famiglia. -Devi ubbidire ai consigli del medico e riposarti. Quando Lord Everstone arriverà, obbligherò Brooke a convertirlo alle buone maniere, così potrete conversare con serenità e festeggiare l'arrivo di questa creatura.-
Cathriona annuì e le sorrise malinconicamente. Non si aspettava nulla di gentile da Grant, forse si sarebbe calmato nei suoi atteggiamenti libertini ma di sicuro non si sarebbero mai fermati del tutto.
Si lasciò andare sui cuscini inamidati e si passò le mani sul ventre, chiuse gli occhi e pregò Dio di benedirla con la guarigione del figlio che portava in grembo.




Pochi semplici ghirigori che nascondevano qualcosa che non si aspettava per niente.
Sua moglie, la fuggitiva così veniva chiamata dai suoi amici più stretti, si era ammalata. Non solo non gli aveva detto di essere rimasta ferita in uno scontro con Violet Graham, infestato la sua casa da scapolo con il suo sguardo luttuoso, imposto la sua presenza per poi levare le tende alla velocità della luce, ma ora si era persino ammalata!
Sistemò le pieghe della redingote che si stava sgualcendo intorno alle sue gambe, osservò il placido panorama campagnolo e si domandò quante miglia lo separavano da quella donna che aveva sposato. Per la prima volta, si accorse di essere sinceramente preoccupato delle sue condizioni e la cosa non gli piacque.



   
 
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