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Autore: sweetlygirl    31/07/2014    1 recensioni
Questa storia parla di un ragazzo di nome Christian che si innamora del suo migliore amico Alex.. ma come la prenderà il ragazzo? per scoprirlo basta leggere :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ passata una settimana dall’arrivo di David, in quest’arco di tempo ho approfondito la mia conoscenza con Natasha.
Io ed Alex ci siamo un po distaccati, non ci vediamo più come prima pur essendo fidanzati.
Quella sera ci sarebbe stata una festa a scuola, ci sarei andato con o senza di lui.
 
Otto di sera, già pronto e sistemato.
Presi il motorino e passai a prendere Natasha sotto casa sua. Uscì dalla porta, portava un vestitino cortissimo, rosso, si avvicinò a me e mi abbracciò. Salì aggrappandosi a me, dallo specchietto riuscivo non so come a vedere tra le sue gambe, mutandine di pizzo nero, stavo sbavando.
< Questa sera voglio bere tantissimo > disse mettendosi il casco.
< E certo.. tanto a casa ti ci devo portare io no? > risposi incrociando il suo sguardo grazie allo specchietto.
Lei rise semplicemente ed io partii.
 
Dopo una decina di minuti eravamo arrivati, entrammo e già c’era mezza scuola.
Cercai tra la folla il mio ragazzo.. ‘ Dove cazzo sei Alex? ‘ pensai angosciato.
Mangai qualcosa bevendo una birra, Natasha mi ronzava sempre intorno ma io ero troppo impegnato a pensare a quello stronzo del mio ragazzo.
Lo vedo finalmente varcare la soglia della porta, era con David, avevo troppa adrenalina in corpo, ero arrabbiato ma mi sentivo impotente.
Natasha mi prese per mano e mi portò in pista a ballare, aveva bevuto svariati drink ed eravamo solo ad inizio festa. Mentre ballavamo mi prendeva le mani e se le portava sul sedere, si strusciava addosso a me.. Era senza dubbio sotto l’effetto dell’alcool.
Riuscii a raggiungere Alex e lo abbracciai, notai la sua freddezza nei miei confronti. Uscimmo un attimo fuori per parlare.
< Ti sta portando via da me > dissi passandomi una mano tra i capelli
< Siamo solo amici > disse alzando gli occhi al cielo.
Era stanco di me, stanco del sentirmi parlare. In quel momente venne David e baciò sulla guancia Alex.
< HAI ROTTO IL CAZZO, QUESTO E’ IL MIO RAGAZZO > urlai sbattendolo al muro.
< Non per molto > mi sorrise.
Guardai Alex che sorrise a quelle parole. Mi allontanai e tornai da Natasha. Stava ballando come una matta.
< Hei voglio andare a casa > dissi in modo freddo
< Vengo con te > mi rispose.
L’accompagnai a casa, scese dal motorino e si voltò.
< Chrì non sto bene.. i miei non ci sono, potresti entrare un po? > mi disse mentre apriva la porta.
Non esitai un attimo, entrai anche io.
Stavamo salendo le scale, lei era davanti a me, aveva il sedere quasi scoperto, mi morsi il labbro a quella vista. 
< Ho bisogno di una doccia, aiutami > disse entrando in bagno.
La seguii aprendo appena la porta. Si tolse il vestito rimanendo in perizoma.
‘ CRISTO  ‘ ero in imbarazzo. Mi fece segno di aiutarla, mi inginocchiai davanti a lei e le sfilai l’intimo.  Entrò in doccia ed io andai in camera.
Dopo qualche minuto tornò, coperta da un solo ascigamano, aveva le gambe scoperte ed i capelli bagnati.
Venne a sedersi vicino a me.
< Le cose non vanno molto bene con Alex, vero? > mi guardò scoprendosi di più le gambe.
Le parole non mi uscivano di bocca, così mi limitai a scuotere la testa.
< Che peccato > notai dell’ironia nelle sue parole.
Mi tirò a se ed iniziò a baciarmi.
< Fammi tua > sussurrò al mio orecchio.
‘ Puoi dirlo forte ‘ pensai infilando una mano tra le sue gambe. La toccai e le morsi il labbro.
Si sfilò l’accappatoio aprendo le gambe. Porca miseria, non sapevo cosa fare. Pensavo ad Alex, al fatto che aveva sorriso alle parole di quel tipo, eravamo distanti.  Senza pensarci più di tanto mi slacciai i pantaloni, e tirandolo fuori entrai dentro di lei.
Ebbene si, stavamo facendo sesso, stavo tradendo Alex.
Passai la notte da lei, avevamo dormito nello stesso letto. Mi voltai verso di lei, era nuda come l’avevo lasciata la scorsa sera. Avrei voluto svegliarla e prenderla di nuovo, ma avevo già fatto abbastanza.
Mi rivestii velocemente e le lasciai un bigliettino sul tavolo ‘ chiamami dopo ‘ .
Uscii di casa e prendendo il motorino mi avviai verso casa mia.
Giunto a destinazione notai Alex seduto sugli scalini di casa mia, parcheggiai il motorino e andai davanti a lui.
< Dove sei stato? > mi chiese alzandosi.
< Non ti interessa > ero tanto arrabbiato con lui.
< E’ tutta la notte che ti chiamo > mi accarezzò il braccio.
< Ho avuto da fare Alex > mi allontanai scocciato.
Notai la delusione sul suo volto..
< Sei stato a casa di quella troia? > la sua voce si fece più aggressiva.
< E tu di quel coglione? > risposi tranquillamente.
< SI > sbottò spingendomi.
< Anche io > feci un sorriso falso e lo sorpassai andando verso la porta.
Mi sentii tirare però, indietreggiai e ricevetti uno schiaffo. Restai in silenzio e lo guardai, non avevo intenzione di reagire sennò lo avrei mandato all’ospedale.
Entrai in casa sbattendogli la porta in faccia.
La nostra relazione stava andando a puttane..
 
FINE DEL SETTIMO CAPITOLO, COMMENTATEE 
  
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