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Autore: Nana_Hale    01/08/2014    1 recensioni
Attenzione: Questa fan fiction è ispirata al film "Al di là dei sogni"
Quattro anni dopo la morte improvvisa di Sam, anche Dean trova la sua fine dopo un'imboscata e si ritrova in un bizzarro aldilà, popolato da immagini e luoghi della sua vita perduta o del suo desiderato futuro. Ma il ricordo di Castiel rimasto solo è troppo forte per permettergli di godersi quel luogo fino a quando qualcosa di tremendo accade...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1
 
Anni fa incontrai un uomo staordinario in un capanno abbandonato...

Le tegole di metallo che fungevano da tetto del capanno iniziarono a sbattere con violenza, come se un improvviso tifone si fosse manifestato all'esterno. Dean e Bobby si alzarono colti di sorpresa e si misero fianco a fianco, pronti al peggio come sempre. Le luci all'interno esplosero in una pioggia di scintille facendoli spaventare mentre le porte del capanno lentamente si aprivano scricchiolando e una sagoma si faceva avanti camminando lentamente in tutto quel fracasso.
Le scintille delle lampadine gli piovevano sul trench come polvere ma la figura non sembrava prestarvi la minima importanza, guardandosi intorno tranquillamente mentre i due uomini dal lato opposto della stanza cercavano di ripararsi dai vetri e imbracciavano i loro fucili puntandoli contro il nuovo arrivato che continuava ad avanzare verso di loro, imperterrito. Ora i suoi occhi erano fissi su Dean. Esclusivamente su Dean.
Un colpo di fucile, poi un altro e un altro ancora ma la figura in trench non cadeva, continuava a camminare sotto gli occhi stupiti dei cacciatori; il primo istinto di Dean fu quello di cercare con lo sguardo il pugnale ammazzademoni e afferrarlo immediatamente andando poi a fronteggiare l'uomo misterioso.
I loro occhi si incontrarono e si agganciarono come quelli di due bestie che si girano attorno prima di attaccare.
"Chi sei?"
Chiese Dean, guardia alta e riflessi attivi al massimo.
"Sono quello che ti ha stretto forte e salvato dalla perdizione."
"Grazie tante."
L'ammissione della creatura in trench non sortì alcun effetto sul cacciatore, anzi... Dean sollevò il braccio e piantò con violenza il pugnale in mezzo al petto dello sconosciuto che, però, non fece una piega. Sgranò gli occhi lasciando la presa sull'arma e si allontanò lentamente, confuso e sorpreso.
L'uomo osservò il pugnale conficcato nel suo pettorale, un'espressione divertita sul suo volto e, senza battere ciglio, se lo tolse dalla carne lasciandolo cadere a terra.
I cacciatori si scambiarono uno sguardo incredulo e Bobby immediatamente tentò di nuovo di aggredire lo sconosciuto che parò il colpo del piede di porco senza nemmeno voltarsi, senza togliere gli occhi dal viso di Dean fino all'ultimo istante, quando si girò e con il semplice tocco di due dita sulla fonte fece stramazzare Bobby al suolo, svenuto.
"Dobbiamo parlare, Dean. Da soli."
Disse con infinita calma, tornando a guardare il giovane cacciatore che, per un istante, smise di respirare quando quella creatura misteriosa gli arrivò abbastanza vicino da permettergli di vedere ogni dettaglio del suo viso. Sarebbe stato un viso comune, uno come tanti, se non fosse stato per quegli occhi. Blu come nemmeno il mare più profondo o la notte più limpida potrebbero mai essere; occhi che, Dean Winchester capì subito, non avrebbe più potuto dimenticare.

All'inizio ci fu solo poca fiducia e diffidenza, ma poi, col tempo, le cose cambiarono..
 
"Il mio incarico mi ha avvicinato troppo agli umani. A te, Dean."

"Non me ne vado da qui senza di te, Cas. Capito?"

"Mi danno la caccia, mi sono ribellato e ho fatto tutto questo per te, Dean."

"Ho perso Lisa, ho perso Ben... e ora anche Sam. Ma non voglio perdere te, Cas."

"Dean, ho fatto tutto quello che hai chiesto. Sono sempre venuto quando mi hai chiamato. E sono tuo amico nonostante la tua mancanza di fiducia, e ora le tue minacce, ti ho salvato la vita, di nuovo. Chi altro ha mai fatto tanto per te?"

"Senti, Cas, non ho bisogno di sentirmi una merda per averti deluso, okay? Per averti deluso come ho deluso ogni dannata persona a cui tengo! Non ne ho bisogno!"

"Preferisco avere te, Cas. Maledetto o no."

"Cas! Cas... sono io. Siamo una famiglia. Abbiamo bisogno di te. Io... ho bisogno di te."
.
.
.

"Hey, Dean?"
La voce di Sam attira la sua attenzione, e Dean alza la testa da dentro il cofano dell'Impala, tirandosi su le maniche della t-shirt bianca, sporca di grasso, che indossa, e va con gli occhi alla ricerca del fratello; fa appena in tempo a scorgerlo dalla parte opposta dell'auto, accanto a Castiel, quando qualcosa di ghiacciato lo colpisce in pieno volto. Ci mette qualche secondo a riprendersi mentre il suono delle risate accompagna il suo stordimento e, finalmente, nota la canna dell'acqua stretta nelle mani di Cas. Si pulisce il viso con le mani, temporeggiando e guardandosi intorno alla ricerca di una possibile vendetta, fino a quando il suo sguardo non cade sull'arma perfetta.
I due stanno ancora ridendo quando una secchiata d'acqua piena di sapone li investe inaspettatamente; ed ora è Dean a ridere senza contegno nel vederli bagnati come due cani sotto la pioggia, le magliette completamente appiccicate al corpo. Si avvicina a loro lasciando cadere il secchio a terra sapendo che oramai la guerrà è iniziata.
Sam si volta di scatto e punta la canna contro Castiel che d'istinto tenta di fuggire, ricordadosi a malincuore di non avere più i suoi poteri, solo quando il getto d'acqua fredda lo colpisce sul petto facendolo rabbrividire.
Dean fa uno scatto indietro e si ripara dietro alla macchina, ma Sam ha già riempito nuovamente il secchio e, abbandonato il tubo a terra, lo insegue intorno all'Impala minacciandolo di lanciare l'acqua anche all'interno della sua adorata automobile.
"Non oserai!"
Grida Dean fingendo la massima serietà.
"Vuoi scommettere?"
Sam porta la mano alla maniglia della macchina ma non fa in tempo a sfiorarla che subito getti d'acqua, provenienti dal suo fianco destro, lo aggrediscono a ripetizione; Castiel si avvicina armato di canna schizzandolo in viso più e più volte, scatenando una violenta risata di Dean che però dura molto poco. L'acqua impietosa e gelida della canna colpisce anche lui.
Oramai non ci sono alleati. Tutti contro tutti.
Dean si lancia oltre la macchina, scivolando con il sedere sul cofano, e si getta addosso a Castiel cercando di rubargli il tubo di mano ma entrambi cadono rovinosamente per terra, oramai totalmente fradici. Sam rovescia completamente il secchio sulle loro teste provocando isterici urletti di dolore per via del freddo; poi si unisce allo scontro chinandosi per tenere fermo ora il fratello, ora Castiel e vederli bagnarsi rovinosamente  a vicenda senza fare nessuna fatica.
Ci vogliono almeno 10 minuti prima che tutti quanti riescano a calmarsi e smettere di ridere tanto da farsi male alle guance.
Rimangono lì seduti, completamente fradici, appoggiati con la schiena all'Impala a godersi i raggi del sole che pian piano riscaldano e asciugano i loro volti sorridenti.

.
.
.

"Possibile che in questa casa ci sia sempre e solo cibo spazzatura?"
Sam esce dalla stanza adibita a cucina del rifugio, con in mano un paio di mele e un bicchiere di succo; si siede al tavolo accanto a Dean e Castiel che stanno beatamente mangiando due grossi panini unti e strapieni di salsa.
"E' il piacere di mangiare, Sam!" afferma Dean pulendosi la bocca con un tovagliolo e bevendo con gusto un sorso di birra.
"E il piacere di un attacco cardiaco prima dei 50 ce lo mettiamo insieme?" Risponde sarcasticamente il fratello minore addentando una delle sue mele.
"La nostra aspettativa di vita, in ogni caso, non è molto alta visto il lavoro che facciamo." Castiel interviene dopo aver mandato giù il boccone di panino.
Sollevando le sopracciglia in segno di solidarietà, Dean indica Cas con un dito per sottolineare la condivisione del pensiero appena espresso dall'ex-angelo.
"Ok, quindi visto che potremmo morire domani tanto vale accellerare le cose?" Ridacchia Sam incredulo.
"Sammy, avanti, facciamo questa discussione quasi tutti i giorni, ora non ne ho voglia. Se vuoi mangiare qualcos'altro puoi andare a prendertelo, nessuno te lo vieta."
Dice Dean appoggiandosi con la schiena alla sedia e indicando la porta del rifugio con la mano che regge la birra.
Cala il silenzio per qualche secondo mentre i fratelli continuano a fissarsi con aria di sfida e Cas non proferisce parola masticando molto lentamente, quasi avesse paura di disturbare con il rumore dei suoi denti.
"Sai cosa? Ci vado."
Ad un tratto Sam si alza, abbandonando le sue cibarie sul tavolo e, senza staccare gli occhi da Dean fino all'ultimo istante, afferra la giacca, se la infila e si dirige verso l'uscita. Sta già per richiudersi la porta alle spalle quando, all'ultimo, infila la testa nello spiraglio e, ignorando volontariamente il fratello, si rivolge a Castiel.
"Cas, ti prego, almeno tu. Perchè ti fai convincere a mangiare quella roba? Vieni con me!"
L'uomo, colto di sorpresa, mastica in fretta per poter parlare a bocca vuota e inghiotte il boccone enorme quasi soffocandosi.
"Io... mhpf... woh... io non ho mai mangiato queste cose. Voglio sperimentare ancora qualche porcheria prima di preoccuparmi e passare al cibo sano!"
A quella dichiarazione, Dean si volta soddisfatto verso il fratellino, sorridendo divertito con le guance piene di roba da mangiare simili a quelle di un criceto.
"Ahh, siete una causa persa!" Urla Sam ridendo e lasciando il rifugio, chiudendosi la porta alle spalle.


E' stata l'ultima volta che io e Cas lo abbiamo visto in vita.
.
.
.

Dean e Cas, fianco a fianco, non si muovono nemmeno di un centimetro quando la pioggia inizia ad aumentare e a cadere come secchiate dal cielo, fitta, densa e gelida tanto da penetrare fin dentro le ossa; le gocce d'acqua scivolano senza sosta lungo la lapide di granito bianco di Samuel "Sam" Winchester, e sembrano ricoprirla di un velo lucido; i pochi raggi di sole che ancora squarciano le nuvole la fanno luccicare continuamente.
Gli occhi verdi del cacciatore, arrossati e stanchi, sembrano inespressivi, come quelli di una statua di vetro; non c'è più sofferenza dentro di essi, nè rabbia, nè frustrazione: non c'è più niente. 
Al contrario, quelli dell'ex-angelo sembrano racchiudere un intero mare in tempesta, le grida tremende del vento più devastante, e le lacrime di un cielo che sembra non riuscire più a smettere di piangere.
Le loro mani si cercano nella pioggia scrosciante, senza una spiegazione, senza esitazione, e si trovano, si legano, si stringono così forte da farsi male, sperando che quel male possa portarsi via il peso dell'immenso dolore che soffoca i loro cuori senza farli respirare.

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Lo so, lo so... la prospettiva non è delle migliori con un primo capitolo di questo genere... ma fidatevi andrà anche peggio ma poi tutto verrà svelato.
Bacio
Nana
  
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