Im sorry, is too late to turn back.
Ho un brutto, bruttissimo presentimento e solitamente ho sempre ragione.
Esco dal mio letto, è tarda notte ormai. Guardo la sveglia luminescente sul comodino, sono le tre del mattino.
Infilo i piedi nelle fredde ciabatte da camera grigie, che tengo sempre qua vicino e, vestito in semplici boxer, scendo lentamente le scale. Essendo ancora un po’ assonnato è meglio non affrettarsi.
C’è sempre una cosa che in questi casi amo fare, un abitudine, che ho preso quando Lily mi teneva per lunghe notti sveglio: caffè all’italiana e un film.
Ne ho visti tantissimi, passai un periodo di due mesi dove ogni notte ne vedevo uno e quindi i classici, i capolavori, me li sono visti tutti. C’è un film babbano che ho sempre voluto vedere: “Alla ricerca della felicità”. Non l’ho mai visto, ma l'ho acquistato in previsione di un’occasione simile qualche mese fa.
Seduto malamente sul mio divano nero, metto il DVD nel lettore e inizio a vederlo.
Il film scorre veloce ed in certi momenti mi riconosco un po’ in quel padre che lotta contro tutto e tutti, per poter dare a suo figlio solamente il meglio.
E, adesso che è finito, fisso il soffitto e penso a quella frase bellissima che ha detto il protagonista:
“Non
permettere a nessuno di dirti che non sai fare
qualcosa...proteggi i tuoi sogni”.
Questa frase
sicuramente la farò conoscere alla mia piccolina .
Quando hai un sogno
non permettere a nessuno d’infangarlo, di
distoglierti dalla tua idee… è tuo, tu lo
capisci, lotta per realizzarlo.
Anche io ne avevo uno. L’ho protetto e ci ho anche creduto, ma delle volte apri gli occhi e ti accorgi che quel sogno si è infranto nel momento esatto in cui hai pensato di essere riuscito a realizzarlo e, per esperienza, so che fa male rialzarsi. Smetti di credere, non hai uno scopo a cui arrivare, ti lasci trascinare dalla corrente, incapace di dire: ce la posso fare.
Un bussare
ininterrotto mi fa riprendere dalla trance in cui ero
caduto, mi alzo, e con un colpo di bacchetta controllo l’ora.
Chi mai
può cercarmi alle 5:46 del mattino?
Per abitudine guardo
dallo spioncino, non vedo molto, solo i movimenti
di una mano che continua a picchiare incessantemente sulla porta di
mogano
scuro.
< Chi
è?> Chiedo.
<
Aprì, Dio, apri questa porta!> Grida una voce
familiare.
Chiudo gli occhi e
inspiro…una, due, tre volte…poi slaccio la catena
e
apro la porta, facendo entrare un Draco Malfoy completamente bagnato e
piangente.
Mi si stringe il
cuore, vorrei abbracciarlo e stringerlo al mio petto,
farlo calmare ma nonostante questo la mia ragione lo zittisce
contrariata.
< Harry,
perché non me l’hai detto?!>
<
Cosa?> Non capisco…che cosa può volere?
< Non sono un
fottutissimo deficiente, Harry, voglio sapere per quale
cazzo di motivo non me l’hai detto!>
< Di cosa stai
parlando?> Chiedo nuovamente.
Lui si regge al muro
con una mano, fissando il pavimento, alza lo
sguardo e mi osserva, nei suoi occhi vedo dolore e rabbia.
< Mia figlia,
cazzo, era un mio diritto sapere di lei!>
Mi sento gelare
< Tu non avevi e non hai nessun diritto su di noi!
Nessuno! Che ti entri in testa!!>
Mi spinge contro il
divano con brutalità, troppa, vorrei piangere e mi
chiedo come abbia fatto a scoprire della sua paternità
e se sarò in grado
di restare saldo su ciò che mi sono prefissato in
questi anni senza di
lui.
< Ho
sbagliato, lo so Harry, ti giuro che se potessi tornare
indietro farei di tutto, qualsiasi cosa, ma non puoi negarmi mia
figlia, nostra
figlia, io ti...>
< ZITTO! Come
ti permetti di venire a casa mia, a quest’ora della
notte e voler tornare ad essere anche solamente degno di nota
nella.....nella
nostra vita, tu
che non
ci hai pensato nemmeno per un momento a sbatterci fuori?!>
< Io non lo
sapevo, cazzo non me lo hai detto Harry, altrimenti non
vi avrei lasciato. Io non lo sapevo, non lo sapevo…>
Piagnucola, portandosi
le mani tra i capelli bagnati e scomposti. Lo guardo furente, ho
provato odio
per molte persone e mai avrei creduto di poter arrivare a sentire
questo per
lui. MAI, ci avrei creduto.
< Lo sapevi,
ti ricordi quando mi mollasti?>
< Ti prego,
Harry…> Supplica, posandomi le mani sulle
spalle.
< No, ora mi
ascolti! Te lo ricordi che giorno era?!>
< Il nostro
anniversario> Balbetta, non so se per insicurezza o
timore.
< Esatto e sai
che regalo ti avevo fatto per i nostri sei anni? Lo
vuoi sapere?! Beh, anche se non lo vuoi sapere è uguale!
Quando tornasti a casa
ero felice, come mai nella mia cazzo di vita sono stato! Quel
pomeriggio ero
andato al San Mungo per prendere i responsi del Medimago e quando ho
scoperto
che la pozione che avevo preso aveva funzionato potevo toccare il cielo
con un
dito. E mi dissi: “che regalo migliore potrei
fargli, se non dirgli che
avremo presto un figlio?!” Quanto mi sono sbagliato, eh
Draco?!>
< Non ti sei
sbagliato, se ti avessi fatto parlare...>
< No, forse
è stato meglio…comunque arrivasti a casa, ed io
avevo
tutto pronto: la cena con i responsi sul tuo piatto, così
che appena ti saresti
seduto avresti saputo dell’ultima novità, della nostra novità.
Invece mi guardasti con quello sguardo tipicamente
Malfoy, freddo e impenetrabile, mi sembrasti tuo padre il giorno del
divorzio
con tua madre…ma infondo la situazione era simile no? Ti
abbracciai come se
fosse l’unica cosa che sarei stato in grado di fare, invece
è stato il nostro
ultimo contatto, perché mi allontanasti e mi dicesti quelle
parole che fecero
crollare tutto quello in cui credevo>
< Se avessi
saputo non sarebbe successo, non lo avrei permesso>
< Vorresti
dire che, pur di avere un tanto acclamato erede, saresti
rimasto con me?! Mi fai ancora più schifo…infondo
cosa potevi darmi, visto che
l’unica cosa che volevo era il tuo amore e non lo
avevo?>
Si è
lasciato cadere a terra e adesso si tiene la testa con le
mani…crede
che in questo istante solo lui soffra? Non può sapere che
cosa, o meglio quale,
ferita mi sta squarciando di nuovo.
< TACI! Con
quale coraggio vieni qua e pretendi, perché tanto so che
è così, di poter tornare ad essere la coppietta
felice che eravamo? Sai cosa mi
hai lasciato di te? Lily. Ma non l’associo neppure
più al tuo nome, lei mia
figlia e di nessun altro....> Gli porgo il braccio, quello
sinistro, dove
sei tagli incrociati spiccano sulla mia pelle
< Ti
scongiuro, qualsiasi cosa, chiedimi qualsiasi cosa e la
farò!>
< Vorrei
crederti, ti giuro che vorrei fosse così. Ma non ci riesco,
come posso fidarmi di un uomo che mi ha mentito chissà per
quanto tempo? Non
puoi tornare indietro, io non ci sto, non sono uno stupido giocattolo
che
quando vuoi rispolveri dalla soffitta! E adesso lasciaci vivere la
nostra vita!>
Sibilo.
Si alza dal
pavimento, le sue gambe tremano, si avvicina alla porta e
mi guarda con gli occhi intrisi di lacrime, il suo sguardo un
grido
implorante.
< Ti prego
scordiamoci tutto, torniamo indietro>
< Scusa, ma è troppo tardi per tornare indietro>
Eccomi tornata dopo tanto, con l'ultimo capitolo, mi si è distrutto il cuore a scrivere questo finale, ma ormai non potevo tornare indietro infondo, non avrebbe più avuto significato nulla il titolo. Ne Aprofitto per ringraziarvi dei commenti e anche chi ha messo la storia tra preferiti. Un ringraziamento speciale a Cassandra Malfoy e a Hikaru Ryu per avermi sostenuta sino alla fine.
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