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Autore: Lisey91    01/08/2014    2 recensioni
Tutti conosciamo la storia del famoso Harry Potter e dei suoi migliori amici, Hermione Granger e Ronald Weasley, e di come essi sconfissero il malvagio Lord Voldemort. Ma pochi conoscono quella di tre ragazze speciali, senza le quali forse non avrebbero potuto farcela... Questa storia non l'ho scritta io, ma una dolcissima ragazza con un lieve ritardo mentale ma con una fantasia a dir poco stratosferica che l'ha terminata dopo 5 anni che ci lavorava. Spero che piaccia a voi quanto è piaciuta a me.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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3.21 Non si torna indietro


Nonostante la sfacciataggine che aveva ostentato alla partenza, Sirius non aveva più aperto bocca dopo essersi lasciati Hogwarts alle spalle. E per quanto questo fosse meglio di un viaggio intervallato da buffonate e molestie sessuali, Mirice non poteva fare a meno di preoccuparsene. Era troppo inusuale. Aveva comunque deciso di rispettare il suo silenzio non parlando a sua volta e rifugiandosi dall'ansia affrottando le questioni pratiche che si trovava davanti. Non che non avesse cose a cui pensare o da preparare! Per prima cosa dovevano trovare un posto in cui sparire per un certo periodo, sapeva che dopo un paio di mesi di silenzio la loro ricerca sarebbe stata surclassata da altre occupazioni rendendo tutto più semplice, ma per il momento erano i ricercati numero uno di tutto il Ministero. Andare all'estero per un periodo sembrava l'opzione migliore, anche considerando la scarsa cooperzione tra paesi. Probabilmente avrebbero quasi potuto vivere normalmente senza che nessuno si preoccupasse di avvertire il Ministero Inglese, e senza che questo potesse mandare auror sul territorio straniero. L'unico problema era.. Sirius sarebbe stato disposto a lasciare la Gran Bretagna (e quindi Harry e Melen)? Mirice lo riteneva improbabile. L'alternativa certo era molto meno allettante e consisteva in mesi da fuggitivi, vivendo in grotte o foreste o comunque lontano da ogni centro urbano, babbano o magico che fosse. Con un sospiro si lasciò scivolare in dietro, appoggiandosi al petto forte dell'uomo alle sue spalle perché lui la sorreggesse. Sirius si irrigidì un attimo a quell'innaspettato contatto, ma subito si rilasso, accettando l'incarico con piacere. Intorno a loro cominciava ad albeggiare e Mirice decise che gli aveva dato abbastanza tempo per riflettere sulle ore precedenti
-Dovremmo fermarci a riposare da qualche parte. FieroBecco è stanco e anche a noi non farebbe male dormire qualche ora. Poi potremmo decidere cosa fare- propose quindi, con un tono calmo e, sperava, rassicurante. Sirius non le rispose. Si limitò a tirare la corda che fungeva da redini e a condurre l'ippogrifo verso una macchia verde sotto di loro. Mirice voltò la testa a fissarlo perplessa e si sorprese nel trovare una serietà mai vista in quegli occhi grigi
-Parliamone con i piedi per terra- disse lui e un brivido le corse lungo la spina dorsale mentre l'ansia che aveva disperatamente cercato di scacciare per tutto il viaggio tornava a scorrerle nelle vene con il sangue. La macchia si dimostrò essere un piccolo bosco fitto con un bel laghetto al centro, probabilmente durante il periodo della caccia avrebbero rischiato di imbattersi in qualcuno ma non in quella stagione e non a quell'ora. Mentre Sirius sistemava FieroBecco comunque Mirice eseguì qualche incantesimo per nascondere la loro posizione, memore degli insegnamenti dell'Accademia Auror. La sicurezza non è mai troppa, specie quando hai tutto da perdere. In più così facendo avrebbe potuto rimandare l'inevitabile conversazione che avrebbe dovuto affrontare da li a poco. Quando ebbe finito si voltò e trovò Sirius seduto su un tronco caduto che la fissava, le mani sotto il mento e gli occhi vigili e caldi che parevano quasi argento liquido. Il suo cuore perse un battito ma, come sempre, cercò di nasconderlo, fissandolo di rimando in attesa.
-Dovresti tornare indietro- disse infine Sirius con un sospiro. Mirice non ne fu sorpresa, lo conosceva abbastanza bene da aspettarsi qualcosa del genere, quindi si limitò a stare in silenzio lasciando che lui finisse il discorso che aveva, a quanto pare, preparato in tutte le ore in cui lei l'aveva creduto perso ad autoflaggellarsi per i rischi fatti correre ai ragazzi rimasti a Hogwarts. - Insomma non c'è nessun vero motivo per cui tu debba diventare una ricercata. Potrai tornare e dire che eri sotto Imperius. Non hanno prove del contrario e con i tuoi precedenti ti crederanno di sicuro, e se anche avranno qualche dubbio sono certo che Dumbledore e tua madre li convinceranno- il suo silenzio gli diede un po' di coraggio e azzardò un mezzo sorriso -Se sei preoccupata per me.. beh non esserlo. So cavarmela benissimo da solo, questo è solo l'ennesimo contrattempo. Trovero quel bastardo e vendicherò James e Lily e il mio nome. E quando questo sarà fatto tornerò da te.. e da Harry- Continuò a fissarlo in silenzio per qualche secondo prima di annuire
-Capisco. Se vuoi viaggiare da solo dovevi solo dirlo. Me ne andrò tra qualche ora, non preoccuparti, non voglio essere un fastidio. Lasciami solo chiarire qualche cosa- deglutì, cercando inghiottire la rabbia che le suggeriva di prenderlo a schiaffi e le lacrime che quel rifiuto aperto le avevano fatto salire agli occhi -Innanzitutto Melen ha inoculato il suo veleno in Minus. Quindi non c'è alcun bisogno di cercarlo, sai bene anche tu che ora è in suo possesso, potrà condurci lei da lui appena starà meglio. In secondo luogo credi davvero che mentre tu vai in giro a rischiare la pelle non so dove io possa rimanere a casa ad aspettarti come una brava ebete? O che abuserei mai della posizione di mia madre e di Albus per tirarmi fuori dai guai? Pensavo mi conoscessi meglio. Pensavo di contare di più per te e invece sei già pronto a lasciarmi alla prima difficoltà e..-
-Lasciarti?- la interruppe Sirius stupito -E' questo che pensi che io stia facendo? Che voglia rimandarti a casa per non averti fra i piedi?-
-Non c'è bisogno di scusarsi. A quanto pare avevo frainteso..- la voce le si spezzò e staccò gli occhi dai suoi, incapace di sostenere il suo sguardo -Pensavo mi amassi, invece era solo sesso. Avrei dovuto capirlo, in fondo so la regola di Black con le donne e..- Stava per dargli le spalle ma le mani di Sirius glielo impedirono, si strinsero sulle sue braccia con forza costringendola a guardarlo e trovando il suo viso contorto dalla rabbia
-Solo sesso? SOLO SESSO?! SONO ANNI, ANNI!, CHE SONO INNAMORATO DI TE CON TUTTO QUELLO CHE HO! HO IN TASCA UN FOTTUTO ANELLO DI FIDANZAMENTO DA MESI ORAMAI!- La stretta si intensificò mentre la rabbia defluiva lasciando il posto alla disperazione -Sono anni che sei ovunque.. In ogni pensiero, in ogni odore, in ogni donna che ho avuto. E più mi avvicino più mi sembra che tu fugga via o che l'intero dannato universo cerchi di separarci.. Come posso chiederti di sopportare l'umilizione dell'infamia, nascosta come una criminale per chissà quanto tempo, solo per la colpa di avermi voluto troppo bene?- La fissò nuovamente negli occhi, così intensamente che Mirice si sentì scuotere fin dalle fondamenta di se stessa -Cosa devo fare per farti felice, Mirice?-
-Non chiedermi di andarmene- rispose lei portando una mano a carezzargli il volto -Perché ti amo con tutto quello che ho anche io- Sentì Sirius tremare sotto il suo tocco, poi socchiuse gli occhi assaporando il contatto e quando li riaprì la luce malandrina chel'aveva fatta innamorare era di nuovo al suo posto. L'uomo mise una mano in tasca ed estrasse una sottile fede d'argento, al centro stava la riproduzione di una zampa canina e sul centro erano vergate in nero la parola "affection". Prese la mano che aveva sul viso e le infilò l'anello all'anulare con un sorriso -Per sempre mia McGonagall. Non si torna indietro- La donna gli buttò le braccia al collo
-Non chiedo altro- sussurrò sulle sue labbra, prima di baciarlo.

-Ragazzi! Abbiamo esattamente dieci minuti per tornare in infermeria prima che Dumbledore chiuda a chiave la porta- disse Hermione guardando l'orologio e tirando Harry per una manica. Il ragazzo distolse a fatica lo sguardo dal cielo per voltarsi verso di lei e annuire
-D'accordo, andiamo..- Emily sbirciò dalla porta aperta. La scala a chiocciola era stretta e senza finestre o nicchie, i loro passi avrebbero rimbombato e se qualcuno fosse salito li su non avrebbero avuto modo di nascondersi. Mentre era li, in ascolto, non riuscì a non pensare che se ci fosse stata Melen sarebbe stato molto più facile. Il cuore le si strinse mentre il pensiero che avrebbe potuto non rivederla più la colpiva con forza, aumentandole il battito. Scosse la testa con decisione, rimandando la preoccupazione a dopo. Il silenzio le diceva che non c'era nessuno in vista e sgusciò fuori dalla porta, scarpe in mano per non fare rumore, seguita da Harry e Hermione. Erano appena arrivati nel corridoio quando due voci in avvicimento li fecero sobbalzare preoccupati. Harry addocchiò un'aula aperta e vi spinse dentro le due ragazze. Si acquattarono tra i banchi in religioso silezio.
-Non appena McNair torna con i Dissennatori. Tutta questa faccenda è molto imbarazzante e, in confidenza, non vedo l'ora di informare la Gazzetta del Profeta che è tutto sistemato.. Credo che vorranno intervistarla Piton e appena il giovane Potter tornerà in sé mi aspetto che racconti come l'ha salvato con dovizia di particolari. Deve esserle molto grato- Harry digrignò i denti ed Hermione gli fece cenno di stare calmo. I passi dei due uomini si spensero nel corridoio, aspettarono un intero minuto prima di uscire e mettersi a correre verso l'infermeria. I calzini scivolavano sul pavimento di pietra ma non si azzardarono a infilarsi le scarpe per paura che i loro passi concitati attirassero l'attenzione di qualcuno. Arrivarono alla porta dell'infermeria con un minuto di anticipo che usarono per riprendere fiato, sperando di non essere beccati proprio adesso.La porta si aprì, apparve la schiena di Dumbledore
-Vi chiuderò dentro. E' mezzanotte quindi tre giri dovrebbero bastare. Buona fortuna- L'uomo si girò e vedendoli il viso gli si aprì in un gran sorriso -Allora?- Harry sorrise a sua volta
-Ce l'abbiamo fatta. Sono tutti salvi- L'uomo annuì sollevato prima di aprire nuovamente la porta dell'infermeria e fargli cenno di entrare
-Andate, vi chiuderò dentro- I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte. Sentirono lo schiocco della porta che veniva chiusa magicamente e tornarono ai loro letti. Hermione si stese e riprese a fingere di dormire mentre Emily e Harry si accomodarono sul letto del ragazzo, accogliendo senza fiatare le cure di una indispettita madama Chips, le orecchie tese e in attesa. Non serve dire che quando Piton irruppe nella stanza come una furia la donna per poco se lo mangiò vivo in quanto, poteva giurarlo su tutto ciò che c'è di vero al mondo, i suoi pazienti non erano usciti, e non sarebbero usciti, da quell'infermeria fino a che lei non avesse dato loro il permesso. Se voleva cercare un colpevole alle fuga di Black e della signorina McGonagall lo cercasse nella loro incapacità di sorvegliare una porta. Il Ministro e Piton, uno imbarazzato l'altro furioso oltre ogni dire, non poterono quindi che rasseggnarsi ad uscire dalla stanza e a borbottare improperi per conto proprio. Il senso di euforia e vittoria non durò molto però. In cerca di vendetta Piton raccontò ai Serpeverde della licantropia del professor Lupin e il mattino dopo l'uomo diede le dimissioni.
-Domani arriveranno i gufi dei genitori di tutti gli allievi di questa scuola chiedendo che io venga rimosso dalmio incarico comunque- disse svuotando il suo ufficio. Era più pallido e più sdruccito che mai -E dopo ieri notte non posso che dar loro ragione.. Non mi perdonerò mai per quello che ho fatto alla signorina Black e a..- la voce gli morì in gola. Deglutì un paio di volte prima di tornare a sistemare le cose nel baule -In più me ne sarei andato lo stesso. Ho aspettato anche troppo per andare al San Mungo, e ora che affronti le conseguenze delle mie azioni- Harry rimase ad aiutarlo a finire di imballare le sue cose, mentre Hermione, Ron e Emily uscirono per godersi il calore con i piedi a mollo nel lago nero, sapendo che il ragazzo aveva bisogno di parlare a quattr'occhi con l'uomo.
-Credete che staranno bene?- chiese il rosso spezzando il silenzio teso che li circondava. Hermione annuì decisa
-Si. Melen è forte, so che ce la farà. E Marion è nelle mani dei migliori Medimaghi del San Mungo. Non c'è da preoccuparsi- Emily non riusciva a condividere quell'ottimismo, non quando sentiva ancora il sangue della ragazza sulle mani. Però Hermione aveva ragione, se le condizioni di Marion fossero state disperate suo padre non si sarebbe preoccupato di svuotare lo studio. Il fatto stesso che Lupin fosse qui invece che a fianco della figlia voleva dire che Marion se la sarebbe cavata. Melen invece..
-Vado alla gufiera. Devo dire a mia madre che sto bene, immagino che sarà molto preoccupata dopo la visita della McGonagall- disse alzandosi e allontanandosi quasi di corsa, l'intenso bisogno di stare da sola. La Gufiera le piaceva. Era un posto tranquillo (schiamazzi a parte) e la vista era mozzafiato. Spedì una veloce lettera a casa prima di appoggiarsi ad una balaustra e ammirare il cielo terso. Non sentì la porta alle sue spalle aprirsi e fu con una certa sorpresa che, voltando appena la testa, trovo Draco vicino a lei che la fissava serio. Arrosì spostando lo sguardo
-Non ti ho sentito entrare- mormorò. Il biondo scrollò le spalle
-Ho notato. Sembravi molto presa a pensare. Immagino capiti con le azioni poco frequenti- la schernì con un mezzo sorriso. Emily gli fece la linguaccia prima di dargli le spalle. Fece qualche passo verso l'uscita poi si fermò di nuovo
-Credi.. credi che Melen starà bene?- fu poco più che un sussurrò ma il ragazzo la sentì
-I Licantropi sono nemici naturali dei Vampiri e se mio zio l'ha portata via di corsa immagino che la cosa fosse piuttosto grave- Emily tremò. Draco le si avvicinò e la fece voltare in modo da poterla guardare negli occhi. Non fu stupito di scoprirli lucidi ma lo fu dalla voglia intensa di baciarle le lacrime una ad una, fino a esaurirle il pianto. Si trattenne, limitandosi a prenderle il viso tra le mani perché non potesse voltarsi
-Ma è di Melen che stiamo parlando. Sono certo che starà bene. Magari tornerà un po' cambiata o un po' più stanca, ma tornerà. Fidati- E Emily trovò naturale farlo. Trovò naturale aprirsi in un sorriso grato e posare le mani su quelle di lui, per ringraziarlo e per dire che si, ci credeva anche lei. E quando Draco trovò troppo irresistibile l'impulso di baciarla trovò naturale chiudere gli occhi e lasciarlo fare. Fu solo quando sentì il tocco della sua lingua sulla propria che si rese conto si quello che stava facendo. Si allontanò da lui di scattò, gli occhi spalancati pieni di stupore, una mano sulle labbra umide. Si voltò e corse via. Via da quella stanza, senza voltarsi quando lui urlò il suo nome, via dal suo cuore che batteva troppo forte e da quel sapore troppo giusto sulle labbra. E a Draco non restò che stringere i pugni e abbassare la testa a quell'aperto rifiuto, prima di lasciare la Guferia. Ben sapendo che, comunque, non sarebbe tornata indietro.

Quando Marion aprì gli occhi per un momento vide tutto bianco. Il suo letto era illuminato da piccole luci bianche che volteggiavano intorno a lei come piccole stelle emanando un calore piacevole. Allungo la mano per sfiorarne una e quella le scivolò tra le dita, scomparendo nel suo palmo senza alcun dolore.
-E' polvere lunare. Per le ferite dei Lupi Mannari è l'unica cosa che fa qualcosa- suo padre era di fianco al suo letto e la fissava con il senso di colpa impresso in ognipiega del viso. Aprì la bocca per dire qualcosa ma lui alzò una mano per fermarla
-Per favore prima.. prima ascoltami, Marion- Si tormentava le mani nervosamente, insicuro e colpevole -Quando Marlene è morta e mi hanno detto che la sua bambina era mia ero terrorizzato. Avevo paura che tu fossi come me,ma anche se non lo fossi stata come potevo prendermi cura di qualcosa di così fragile, proprio io che sono un.. mostro. Ma poi ti ho vista e ho capito che tu saresti stata la donna della mi vita. Tutto quello che ho, tutto quello che sono è tuo. Tu sei la mia bambina, la cosa più preziosa che ho e avevo giurato che mai, mai ti avrei fatto del male. E invece io..- si interruppe, strofinandosi gli occhi per non piangere -Non volevo ferirti Marion. Ne volevo mentirti. Tu sei tutto quello che ho e non volevo che mi odiassi. Sono stato egoista e mi dispiace- Alzò il viso a guardarla. Avevano i capelli dello stesso colore, lo stesso naso largo, la stessa forma degli occhi -Ho parlato con Molly e ha detto che puoi trasferirti da loro quando vuoi. Se me lo permetterai vorrei venirti a trovare ogni tanto e mi piacerebbe che mi scrivessi e..-
-Cosa? I-io non voglio andare dai Weasley. Papà, io voglio stare con te- Remus le strinse le mani nelle sue
-Mi fa piacere sentirtelo dire ma credo sarebbe più sicuro per te stare con i Weasley. Io sono un mostro lo sai e anche se questa volta sei stata fortunata potrebbe succedere di nuovo. Non voglio rischiare- Marion scossela testa
-Vivo con te da tredici anni e non è mai successo nulla. Se ti può far stare più tranquillo starò fuori casa nelle notti di Luna Piena ma ti prego, ti prego, papà.. non mandarmi via. Lupo Mannaro, Sirena o Drago che sia.. Per me tu sei solo il mio papà. E ti voglio bene. Mi dispiace di averti fatto pensare che così non fosse- L'uomo rimase in silenzio un secondo poi le sorrise, stringendola forte a sè
-Ti voglio bene piccola mia- Si staccò con un sospiro -Vado a prenderti qualcosa da bere, immagino che avrai sete- si alzò e si incamminò verso il bar dell'ospedale, voltandosi verso di lei un'ultima volta prima di uscire -E non preoccuparti tesoro, i dottori hanno detto che non sembra che tu sia diventata un Lupo Mannaro. Anche se ne avremmo la certezza solo la prima notte di luna piena- le sorrise un'ultima volta incoraggiante, poi se ne andò. Marion abbassò il viso mentre il sorriso che aveva ostentato fino ad ora lasciava spazio a una leggera paura. Ancora una volta il suo istinto le diceva che la speranza di suo padre era vana, nelle sue vene sentiva già scorrere la maledizione.

Nello stesso momento in Russia anche Melen aveva appena ripreso conoscenza. Le doleva la testa e alzandosi si sorprese di doversi appoggiare a suo padre per non cadere. Si sentiva debole come solo un'altra volta in vita sua si era sentita, appena un anno prima nella camera dei segreti. Amyas si strinse nelle spalle alla sua richiesta di spiegazioni e un'ombra scura passò su i suoi occhi argentei
-Wulfgar ha detto che avresti potuto sentirti un po' intontita. Ti ha salvato la vita con un rito particolare e i tuoi poteri saranno sottotono per un po'- disse sbrigativo, prendendola in braccio e cominciando a camminare verso l'uscita. Melen era sicura che se non fosse stato trattenuto dalla buona educazione avrebbe corse. Era evidente che voleva andarsene da li, e alla svelta.
-Il prezzo era tanto alto?- domandò seria. Ancora una volta l'uomo si rabbuiò
-Immagino che questo dovrai dirmelo tu.. per la tua vita a me non è sembrato- Sospirò incrociando finalmente il suo sguardo -Ti spiegherò tutto dopo che avrò fatto alcune ricerche. E devo parlare con tua madre. Dammi un po' di tempo Melen- La ragazza annuì e rimase docilmente in silenzio. La sensazione di avere qualcosa di diverso, di essere in qualche modo cambiata più di quanto sembrasse, le rimase però attaccata addosso. Così come la sensazione di essere osservata. Voltò la testa in direzione delle alte finestre del castello ma non vide nessuno. Se avesse avuto i sensi al pieno delle loro potenzialità forse avrebbe visto la figura pallida di un giovane dai capelli argentei, gli occhi bordeaux e il mantello scuro che la fissava con un sorriso tenero.
-Ci rivedremo presto, mia sposa- sussurrò Wulfgar. Il prezzo per una vita è la vita stessa e a un patto con un demone non si può tornare indietro..



Angolo della Postatrice:
Salve a tutti! Come state? State passando una bella estate? Beati voi! xD Mi scuso innanzittutto per l'attesa ma sono rimasta senza computer per quelli che mi sono sembrati eoni e quindi ovviamente impossibilitata ad aggiornare. Ma torniamo al capitolo. Sinceramente mi sembra un capitolo incompleto, poiché lascia un sacco di dubbi. Per esempio si sa ancora poco su quello che è successo a Melen, sebbene pare che se la sia cavata anche sta volta.. più vite di Goku questa ragazza U.U Marion invece sembra diventerà un Lupo Mannaro. Che sia il suo turno di nascondere la cosa al padre? Forse in ogni caso sarebbe meglio aspettare un attimo prima di sganciare la bomba viste le condizioni di Lupin.. trovo quasi un miracolo non abbia fatto harakiri davanti al San Mungo =_=' E per finire parliamo delle ehm.. coppie. Un bell'applauso a Mirice e Black che dopo 20 anni di corteggiamento sono finalmente riusciti a mettersi insieme. E meno male che lei si è impuntata che se non chissà quando mai sarebbe successo.. e considerando i libri non è che avessero poi tutto sto tempo.. E infine.. chi si aspettava sto bacio insensato tra Emily e Draco? Non sapete quanto era la voglia di cancellarlo dal capitolo xD Bon bon.. sperando di non star "parlando" da sola (non che non me lo meriterei eh..)ci sentiamo con il prossimo capitolo. Il primo del quarto libro! Ciao ciao
Lisa
  
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