Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: marrymezayn    01/08/2014    2 recensioni
«Ehi, volete un autografo?» Sbuffò infastidita da quello sguardo. Subito i due tornarono a guardarla negli occhi.
«Cerchiamo Aaron Tyler!» Alzò un sopracciglio nello stesso momento che vide i due fare un ghigno che conosceva fin troppo bene. Si sporse un pochino verso la cucina, fissando ancora i due.
«Tyler… Ci sono due tizi che fanno il tuo stesso ghigno!» Lo sentì far strusciare la sedia per terra e poco dopo le si affiancò. I due sorrisero, per poi abbracciare il biondo che tanto le stava sul cavolo.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buttò giù un altro sbadiglio, senza mettersi la mano di fronte alla bocca. Tanto era sola in stanza. Aaron era sceso in cucina un’ora prima e pensò che finalmente avrebbe dormito, ma si sbagliava. Non era riuscita a chiudere occhi neanche a volerlo.
Stesa a quattro di spade sul letto, mosse le gambe come a cullarsi ma sapendo che neanche quello l’avrebbe aiutata a spingerla tra le braccia di morfeo. Purtroppo sapeva che quel giorno non sarebbe riuscita a dormire fino alla sera, visto che di lì a poco sarebbe salita la sua migliore amica Joey a chiamarla per la colazione.
Anche essendo ad occhi chiusi poté sentire la porta aprirsi delicatamente e poi richiudersi. Qualche passo e una mano si posò sulla sua schiena, scuotendola lentamente.
«Sono sveglia.» Annunciò a mezze labbra.
«E che cos’è successo?»
«Tyler non si è stato fermo un secondo.» Sbadigliò ancora, fregandosene altamente che la sua amica avrebbe potuto vedere tutta la sua dentatura, per poi aprire gli occhi e girarsi di schiena verso il materasso.
Notò subito che Joey si era appena svegliata, anche perché aveva gli occhi gonfissimi dal sonno.
«In che senso?» Le chiese, grattandosi gli occhi arrossati e sistemandosi meglio sul letto.
Da sotto le ciglia le lanciò uno sguardo di fuoco. «Nel senso che tutti voi brucerete all’inferno per avermi fatto dormire con Tyler!»
Il giorno prima erano arrivati in Italia, dove avrebbero passato le vacanze per due settimane. Due lunghe settimane con il suo (da sempre) nemico.
Cosa avevate capito? Che Keyra e Aaron stessero insieme solamente dormendo nella stessa stanza e nello stesso letto? Ahah! No.
Erano finiti nello stesso letto solamente perché i loro due gruppi – perché si, erano i ‘capi’ di due gruppi pieni di disgraziati – avevano pensato bene di dire “Visto che voi siete i nostri capi, finirete in stanza insieme”. Carini, davvero.
Keyra e Aaron si conoscevano da sette anni. Keyra era quella tipica ragazza estroversa, ma timida al tempo stesso. Silenziosa, la maggior parte delle volte, ma se le davi fastidio aveva un bel caratterino che sfoggiava in occasioni rare. Anche essendo molto “calma” era conosciuta come una ragazza vivace, che faceva sempre ridere tutti. Insomma, il giullare di corte. E quando i suoi amici avevano proposto di farla essere il loro “capo”, si era anche stranita. A lei non piaceva comandare e infatti non lo faceva.
Solo che, quando il suo gruppo attaccava briga come ragazzini in piena fase ormonale, si metteva in mezzo e faceva cessare la litigata. Tutto qui.
Aaron era l’esatto contrario di lei. Da sempre il bullo numero uno della squadra, altezzoso e con il naso all’insù che avrebbe fatto innervosire chiunque. Keyra compresa.
Un giorno aveva pensato di dar fastidio alla ragazza sbagliata, passando di fronte al gruppo di Keyra e ovviamente la mora si era ben vista dal rispondere per le rime. Da quel momento era diventato un botta e risposta di frecciatine. Subire per un anno la voce stridula di Aaron l’aveva portata a pensare che di lì a qualche anno avrebbe potuto ucciderlo.
Pochi mesi dopo aver conosciuto il suo “peggior” nemico, ricevette la lettera inaspettata da Hogwarts. Sapeva di essere stata adottata, ma non credeva possibile che fosse una strega. Ben presto si dovette ricredere, passeggiando tra le vie colme di gente a Diagon Alley. E dovette accettarlo quando si ritrovò nel grande castello, nella casata dei Ravenclaw.
Nella stessa casata di Aaron Tyler. Quella sera aveva pensato seriamente di uccidersi, buttandosi giù dalla torre di astronomia, ma poi aveva detto che quella vittoria a quel biondo platinato non gliel’avrebbe data.
«Dai alzati… Andiamo a fare colazione!» E con una bestemmia masticata verso il biondastro, si alzò e si diresse in cucina dove gli altri stavano facendo colazione. Solo entrando si rese conto che, in piedi, c’erano solo lei, Joey e Aaron.
«Sei riuscita a svegliare quella scansafatiche?» Chiese il biondo da dietro il giornale inglese che stava leggendo. La domanda che in quel momento le sorgeva spontanea era… Dove aveva trovato un giornale inglese in Italia?
«Si, c’è riuscita!» Borbottò freddamente in risposta Keyra, mettendosi seduta al tavolo. Aaron abbassò un lato del giornale come si vedeva spesso nei film e, sorridendole, la salutò.
«Buongiorno.»
«Questo me lo chiami buongiorno, Tyler?» Brontolò versandosi il caffè nella tazza e prendendo un cornetto mentre Joey se la rideva con la faccia affondata nella sua tazza di Caffè. «Avessi dormito poi… Brutti sogni, Tyleruccio?» Chiese melensa, sbattendo le ciglia fintamente interessata.
Aaron arrossì leggermente. «Scusami… Ti ho tenuta sveglia?» Alla risposta ovvia che lanciò Keyra con uno sguardo, Aaron tornò a leggere il suo giornale inglese con tanto di postura tipica di un signore altolocato. Certo che a volte quel ragazzo era proprio strambo.
Poco dopo il biondino annunciò che si andava a vestire.
«Prova ad indovinare? Non ce ne frega un emerito cacchio! Addio, e strozzati con lo spazzolino.» Sussurrò verso il Corvonero che passando pensò bene di darle uno schiaffo tra capo e collo, dandole anche della gallina. Appena sentì la porta chiudersi dietro le spalle del biondo, guardò Joey che, ancora con mezzo cornetto tra le mani, sorrideva.
«Perché non usi un po’ di dolcezza verso Aaron?»
«Perché tutto quell’alcool per farsi biondo platino gli ha fottuto il cervello.»
Keyra era fatta così. Parlava come uno scaricatore di porto ma, sinceramente, anche quello risultava accettabile sulla sua bocca. La gente le voleva bene anche essendo un’acida stronza e senza cuore. Se pensava una cosa, la diceva. E come diceva lei, ogni tanto – anche troppo – le cadeva la corona da principessa. La mora non avrebbe cambiato il suo modo di essere per gli altri… Non era il tipo di persona che si preoccupava di ciò che la gente credeva di lei! Erano gli altri che, alla fine, l’accettavano per come era. E in grande linee nella sua volgarità era bella.
«Devi imparare a trattarlo meglio. Se lo si prende delicatamente Aaron sa essere molto dolce e simpatico.»
«Quel ragazzo non sarebbe simpatico neanche dopo cinque canne di erba allegra.» Borbottò finendo il suo caffè con un sorso e alzandosi, per posare le sue cose nel lavabo vuoto. Terminò così il discorso e si diresse in camera per cambiarsi.
Così persa nei suoi pensieri, entrò in camera senza bussare – non ricordandosi minimamente di dividere la camera con Aaron-.
«Bussare è un optional?»
Keyra rimase ferma sulla porta, a guardare Aaron scappare in bagno come un verginello incallito. Ora, conosceva Aaron tanto da sapere che non era vergine e che non provava pudore di fronte ad una donna… E allora perché le aveva levato tutto quel ben di dio da sotto gli occhi?
Andò a bussare alla porta del bagno, ridacchiando. «Ehi verginello… Potevi anche dirmelo che eri felice di vedermi eh!» Ovviamente alluse al suo amico dei bassi fondi, ma non dicendo la verità. Aaron non era “felice di vederla”, solo che si divertiva a morire a prenderlo in giro. Si cambiò e indossò il costume, ridacchiando nel sentire Aaron bestemmiare in aramaico antico.
«Potevi bussare. E potevi anche avvisarmi che stavi in costume, cazzo!» Le urlò dietro come una donna isterica uscendo dal bagno. Dal riflesso dello specchio notò come Aaron spostò lo sguardo da lei, ancora solo in costume. Ma che il mondo si era capovolto senza che ne fosse accorta?
«Stiamo andando al mare, platinato. Come mi vedi ora in costume mi ci vedrai dopo…» Gli fece notare, sghignazzando. Aaron brontolò qualcosa, mettendosi una maglietta e girandosi a guardarla; rosso come un peperone, d’altronde. «Quindi… Da quanto sei tornato vergine?»
«Non sono vergine!» Brontolò.
«E questa scenetta da verginello delle elementari?»
«Vai a morire, ok? Ci si vede di sotto, serpe!»
«Meglio serpe che una Tyler!» E con un dito alzato verso di lei, Aaron se ne andò. Ridacchiò, sempre felice di rendergli la vita un tormento. Indossò un vestito lungo e infilandosi le infradito, prese tutto il necessario per andare in spiaggia. Primo verso giorno di sole… Finalmente! Keyra era una di quelle che, appena poteva, si andava a prendere il sole nei peggio posti, visto che non sopportava la tetra Londra. Quando Aaron aveva proposto una gita tutti insieme in Italia, per poco non gli sarebbe saltata addosso per baciarlo.
Si sistemò gli occhiali da sole sul naso e con un sospiro si incitò da sola:
«Puoi farcela. Aaron nudo e bagnato puoi sopportarlo. Ormoni bassi e difesa alta…» E appoggiando il pugno sullo specchio, si diede il pugnetto con se stessa; a mo’ di incitamento.
 
 
«Finitela, cacchio!» Sbraitò dalla cucina, sentendo Aaron e Phil lamentarsi. Con loro c’erano altre tre persone super ustionate. Lei gliel’aveva detto “mettetevi la crema che siete bianchi come Casper” ma loro non l’avevano ascoltata ed ecco come si ritrovavano in quel momento.
A lamentarsi come se stessero partorendo.
Riprese a cucinare il suo piatto di pasta, canticchiando la canzone che il suo cellulare mandava in loop. Aaron arrivò in cucina, buttandosi sulla sedia e Keyra si girò a guardarlo, solo per il gran fracasso che aveva fatto. Aveva il labbruccio di fuori, come un bambino piccolo che si era fatto male.
Scosse la testa e tornò a cucinare.
«Appena torniamo, andiamo a Diagon Alley?» Si girò sulla spalla per guardarlo con le sopracciglia inarcate. «Devo rifornire la mia scorta di pozioni.»
Schioccò la lingua, divertita. Da quanto che Tyler si abbassava a chiederle di andare insieme da qualche parte? Ok, erano “amici-nemici” ma neanche quando c’erano le uscite per Hogsmeade si filavano. E ora le andava a chiedere di accompagnarlo? «Ti serve che ti tengo anche la manina mentre attraverseremo la strada, Tyler?»
«Perché sei sempre così stronza con me?»
«Perché farti uscire di testa è il mio passatempo preferito, Ravenclaw.» Si girò mentre lo diceva, vedendo lo sguardo di fuoco che le donò poco dopo, che la fece sorridere con tanto di farfugliamento di ciglia. «Va bene, ti accompagno.» Ripose poco dopo, tornando a cucinare. In fondo non ci vedeva niente di male… E poi anche lei aveva bisogno di una divisa nuova perché, ahimè, era cresciuta di qualche centimetro.
«Come sta quella palla di tuo cugino?»
«Mio cugino sta una favola finché non ti vede… Proprio come me.» Rispose.
Aaron si alzò, andandosi a mettere appoggiato sul ripiano della cucina, incrociando le braccia al petto e fissandola. Spostò lo sguardo su di lui e…
«Ho qualche mini-troll addosso che mi fissi?»
Attese altri due minuti prima di rispondere, facendole credere che stesse pensando intensamente. «No, mi domandavo solamente se questo veleno l’hai ereditato dalla famiglia.»
Keyra fece una smorfia. A differenza di ciò che si poteva pensare, lei non era per niente felice del cognome che portava. Preferiva di gran lunga farsi chiamare Smith…
«Sicuro.» Brontolò scolando la pasta e buttandola dentro alla padella, per farla amalgamare con il sugo. A volte ringraziava di essere stata adottata da una famiglia italiana trasferitasi in Inghilterra.
Dopo aver messo la pasta nel piatto si andò a sedere al tavolo, sotto l’occhio attento di Aaron. Anche lui si prese da mangiare e si mise seduto di fronte a lei, creandosi un panino alla ben e meglio. Per qualche minuto regnò il silenzio, poi udirono il campanello della porta, ma nessun passo che annunciava che qualcuno stesse andando ad aprire.
Sbuffando si alzò, pulendosi la bocca sul tovagliolo di carta che teneva in mano. Aprì la porta e si ritrovò due biondi con gli occhi chiari che la fissavano da testa a piedi.
«Ehi, volete un autografo?» Sbuffò infastidita da quello sguardo. Subito i due tornarono a guardarla negli occhi.
«Cerchiamo Aaron Tyler!» Alzò un sopracciglio nello stesso momento che vide i due fare un ghigno che conosceva fin troppo bene. Si sporse un pochino verso la cucina, fissando ancora i due.
«Tyler… Ci sono due tizi che fanno il tuo stesso ghigno!» Lo sentì far strusciare la sedia per terra e poco dopo le si affiancò. I due sorrisero, per poi abbracciare il biondo che tanto le stava sul cavolo.
«Bella la Francia?»
«Molto meglio le Francesi…» E con quella battuta sessista, alzando gli occhi al cielo Keyra fece per tornare verso la sua cena, ma venne bloccata da Tyler.
«Ehi aspetta. Ti presento i miei cugini.» La moretta si girò di nuovo, più scocciata che mai e fece il tipico segno di saluto con la testa.
«Incantata! Posso andare, mio signore?» Esclamò senza però attendere risposta.
I tre guardarono il punto da dove era sparita, e subito dopo i due cugini si guardarono Aaron. Il più basso, quello con lo stesso caschetto di Aaron, parlò per primo.
«Bella linguetta taglia e cuci! Mi piace.. Chi è?» Il Corvonero ghignò, annuendo.
«Keyra.» Lo disse con un tono di voce sofferente, mentre alzava gli occhi al cielo, esasperato da quella ragazza.
I due aprirono la bocca, increduli. «Lei è Keyra? La famosa Keyra?!» Annuì di nuovo, facendo spazio per farli passare e richiudendo finalmente la porta. «Interessante. Molto interessante.»
Posate le valigie di fianco alla porta, si diressero in cucina. Si fermarono sulla porta, vedendo Keyra di spalle. «Interessante. Molto interessante.» Ripeté il più piccolo, guardando il fisico della mora. Aaron gli diede una gomitata, e grugnì facendo girare la ragazza che li guardò senza capire il perché di quel grugnito. Si andarono a sedere al tavolo, mentre Keyra ci tornava visto che si era alzata per prendere il parmigiano.
Il biondino provò a rubarle una forchettata di pasta, ma Keyra gli diede uno schiaffetto sulla mano, fissandolo in modo bruto.
«Ehi, questa è mia. Torna a mangiarti il tuo panino sfigato.» E tirando via il piatto, cominciò a muovere la mano come a dirgli di andarsene. Aaron buttò giù il labbruccio sperando di far colpo su di lei ma senza nessun successo. Perché sia Keyra e Aaron sapevano che gli occhioni azzurri di Aaron con lei non funzionavano. O almeno così dava a vedere…
Ma in realtà era come tutte le altre ragazze. Quegli occhioni la scioglievano come un gelato al sole, ma non voleva farsi vedere la solita ragazzina piena di ormoni…
«Ti prego, dammene un pochino.»
«No! Credi che sono tua madre che ti devo fare da mangiare?» E spostandosi ancora, gli impedì di riprovarci, notando che aveva rialzato la forchetta.
Aaron ampliò la dolcezza dello sguardo, fissandola. Lei mentalmente sospirò, ma al di fuori non mosse una ciglia. «Non usare gli occhioni con me, Aaron. Sai che non attaccano.»
«Sei una stronza!»
«Grazie tesoro…» E del tutto tranquilla da quell’insulto tornò a mangiare, mentre Aaron si guardava con i suoi cugini. In realtà Keyra nella famiglia di Aaron, almeno tra quei tre, era rinomata per non essere la solita ragazza che cadeva ai piedi di Aaron al primo farfugliamento di ciglia. Aaron era conosciuto come il don Giovanni della famiglia, ma sembrava che con lei non c’era possibilità di riuscire a farla cedere.
Il che buttava giù di morale il biondo, visto che era innamorato da lei da anni. «Keyraaaaa!»
Appena Joey entrò in cucina, Keyra sbuffò. «Perché.diavolo.urli?» Scandì per bene ogni parola, mentre Joey si fermava sulla porta, vedendo i due nuovi arrivati.
«E loro?»
«Grazia e Graziella… Cugini di grazie al cazzo.» E indicò Aaron, che le buttò un’occhiataccia bruta. Notò subito sia lo sguardo di Aaron che quello di Joey. Eccola lì… Morta di ormoni sotto la tipica bellezza che era rinomata nella famiglia di Aaron.
«Joey.. No! Non pensarci assolutamente.»
«Perché no???» Spostò lo sguardo su Keyra, assumendo il tipico sguardo da ragazza innamorata. La mora si diede uno schiaffo in fronte, sospirando rumorosamente. Già l’aveva persa.
«Perché no… Diamine!»
«Ehi, noi siamo qui…» Tornò a guardare quello che aveva gli stessi capelli a caschetto di Aaron e ghignò. La cosa che innervosiva Keyra era che in quella famiglia si credevano tutti dei gran bellocci. Peccato che quei due, a suo parere, erano tutti tranne che belli.
«Dai davvero?» E lasciando quella poca pasta che era rimasta ad Aaron, che esultò come se fosse allo stadio, si diresse in camera lasciando quei quattro lì come degli idioti. Erano solo le dieci di sera, ma lei non vedeva l’ora di mettersi a dormire, visto che quella notte non aveva fatto nient’altro che maledire il biondino. Quella sera gli altri sarebbero usciti, mentre lei sarebbe rimasta a riprendersi le ore di sonno che aveva perso la notte prima. Non fece neanche in tempo ad appoggiare la testa sul cuscino, che crollò.
Tra le due ore di sonno che si era fatta quella notte e la giornata al mare era chiaro che fosse stanchissima ed esausta. Aaron, quando entrò in stanza per cambiarsi per poi uscire, rimase a fissarla dalla fine del letto a due piazze.
E chi l’avrebbe mai detto che Keyra Allyson Smith dormiva abbracciata ad un secondo cuscino?

Note d'autore:
Hello everybodyyy! Ok, iniziamo a dire che è la prima fanfiction che scrivo sul mondo di Harry Potter. Sono una grande fan ovviamente e da tanti anni gioco anche sui GdR della saga. So benissimo di non essere la migliore scrittrice su questo sito, ma ci si prova... Sono una di quelle persone che pensa: "Meglio provarci e dire 'ci ho provato' che dire 'vorrei/avrei potuto". 
Ho già scritto storie sui One Direction, il che non mi ha portato a pensare di essere una grandissima scrittrice e credere che sia bravissima. Spero solamente che non vi facciate una brutta impressione per il mio nickname o per le storie che scrivo... Sono sempre dell'idea che non è un "fandom" a fare la persona. Ho 25 anni e non reputo directioner ma una fan normalissima. (Nelle mie storie cerco sempre di essere poco banale...) Per altro... Sicuramente ci sono degli errori grammaticali o di punteggiatura. Ahimè non sono perfetta; ma se non postavo ora, non lo facevo più.  
Spero che questo capitolo vi abbia incuriosito abbastanza. Non sarà solamente una storia d'amore (absolutely not) ma ci saranno anche scene di combattimenti (o almeno ci proverò a scriverli... Sui gdR è un conto, qui su Efp è un altro). Ci saranno vari personaggi della saga ma, principalmente non prenderà assolutamente nulla della storia degli ultimi libri. Proverò quanto meno a dare una mia traccia.
Io di paring e Avvertimenti non ne capisco assolutamente nulla... Se vedete che qualcosa non va, basta dirmelo. Inoltre accetto le critiche, of course... Accetto le critiche se costruttive e dette in tono abbastanza tranquillo. Le persone che mi attaccano non mi piacciono assolutamente. Io sono una pacifista e litigare non mi piace per niente.
Quindi se volete dirmi il vostro parere (bello o brutto che sia) io lo accetterò. Altro?
Credo di no... Ho parlato anche troppo! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. xoxo!

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: marrymezayn