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Autore: ILOVE2BAND    01/08/2014    1 recensioni
-Devi aiutarmi-
-Aiutarti? E a fare cosa?- Astrid si guardò intorno, poi tornò con lo sguardo su Will. Portò una mano al polso sinistro e slacciò il braccialetto fine e dorato. Osservò la targhetta sul quale c’erano incisi due nomi: “Astrid&Luke”. Il ragazzo la guardò confuso non sapendo in che modo potesse aiutarla. Astrid girò la stessa targhetta e la mostrò al ragazzo “Sydney, 14-10-2004” sussurrò.
-A scoprire chi è questa persona-
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

CAPITOLO 1

Si svegliò accecata dal raggio di sole che filtrava tra i rami degli alberi. Si stiracchiò alzando le braccia e allungando le gambe, fece una smorfia di dolore. Si portò le mani al viso e lo coprì, infastidita dalla luce del sole, si strofinò gli occhi stanchi e cominciò a guardarsi intorno. Guardò tutto ciò che la circondava. Migliaia di fiori di colori diversi spuntavano qua e là formando un tappeto immenso, molti alberi crescevano in mezzo ad essi. Si chiese in che posto fosse e come aveva fatto a trovarlo.

Poggiò le mani a terra facendo leva sulle braccia per alzarsi goffamente. Fece un’altra smorfia e si portò la mano alla schiena, se la tastò per poi accorgersi che aveva la maglietta e i pantaloncini bagnati. Soffiò rumorosamente. Non sopportava avere indosso indumenti bagnati, non sopportava che le si appiccicassero addosso, le dava un senso di schifo, di sporco. Forse anche lei stessa si sentiva uno schifo, ripensando a quello che aveva fatto. Cercò di non pensarci, convincendosi che ciò l’aveva fatto per se stessa, ed era giusto così.

Mosse i piedi di qualche passo non sapendo dove andare. Fece attenzione a non pestare i fiori, ma ormai alcuni erano già stati rovinati la notte precedente. Sentì degli schiamazzi e seguì quelli, sentendoli sempre più vicini. Quando finalmente riuscì ad uscire da quel labirinto di fiori e piante, si trovò davanti agli occhi un immenso prato verde dove dei bambini giocavano a rincorrersi. Sembravano divertirsi e involontariamente sorrise. Si domandò se un tempo anche lei si fosse divertita così con i suoi amici, si chiese se anche lei avesse mai giocato a rincorrersi. Erano tutte domande che si poneva da anni ma senza avere mai una risposta. Non ricordava niente che riguardasse gran parte della sua infanzia, non ricordava più niente dopo quell’incidente. Tutto le si era cancellato dalla mente, come se ad un certo punto la sua mente si fosse spenta del tutto, come un black-out.

Di se stessa sapeva solo il nome, l’età e pochi pezzi di quell’incidente. Di preciso non sapeva niente, sapeva solo che in quell’incidente oltre a perdere la memoria aveva perso la cosa più importante di tutte, la sua famiglia. Da quel giorno niente le era più rimasto. Le erano stati portati via i genitori, le era stata portata via la sua infanzia, i suoi ricordi, le era stata portata via la sua migliore amica.

Una lacrima le rigò il viso, la asciugò con il dorso della mano e distolse lo sguardo da quei bambini che le avevano provocato quei pensieri. Con un po’ di fortuna trovò l’uscita del parco e si ritrovò immersa nel caos di New York. Grattacieli a destra e sinistra, taxi gialli che venivano da ogni parte. Rimase incantata davanti a quel caos. Non aveva mai visto niente del genere, sapeva di essere a New York e che era una città straordinaria ma mai l’aveva vista con i suoi occhi. In questo momento si sentiva come un bambino neonato che si stupisce per ogni cosa che vede, tutto le sembrava nuovo. Per lei era ancora tutto da esplorare, da scoprire.

Di colpò le si fermò davanti un taxi giallo, il conducente abbassò il finestrino invitandola a salire. Lei lo guardò confusa, non sapendo cosa dire cominciò a correre. Per lei quel nuovo mondo era strano e le faceva paura, molta. Si maledisse per aver deciso di scappare. Lei da sola non ce l’avrebbe fatta, non sarebbe sopravvissuta neanche un’ora in quella città. Se ci fosse stata Lara, la sua migliore amica, sarebbe stato tutto diverso. Ma lei non c’era, l’aveva lasciata da sola. Anche lei.

Lara era quel tipo di persona sempre sorridente anche se tutto andava male. Lara faceva star bene tutti, era divertente, solare e dolce. Sapeva farsi valere. Era l’unica persona che le era sempre stata vicina in tutti quegli anni. Lara era la migliore ed ora le mancava, tanto.

Senza accorgersene andò a sbattere contro un ragazzo e caddero tutti e due. Era un ragazzo carino, aveva i capelli biondi tutti disordinati. Gli occhi da lontano sarebbero sembrati azzurri ma da vicino erano di un colore verde chiaro con delle pagliuzze dorate e la scrutavano preoccupato. Lei lo fissava senza distogliere la sguardo.

-Tutto bene? Scusami andavo di fretta. Ti sei fatta male?- le chiese posandogli una mano sul braccio ma a quel contatto lei lo ritrasse. Non rispose, ancora con lo sguardo sul viso del ragazzo. Lui si alzò pulendosi i jeans, poi la guardò ancora a terra. -Dai alzati- le porse la mano ma notando che lei non accennava ad afferrarla, si abbassò, le poggiò una mano dietro la schiena e una sotto le ginocchia e la alzò. Lei sgranò gli occhi e si aggrappò al suo braccio per non cadere. –Non puoi stare seduta per terra con tutta questa gente che va e che viene- e poi accennò un sorriso. La fece scendere dalle sue braccia e le porse la mano, ma come prima non la afferrò –Io sono Will e tu? Come ti chiami?- lei lo guardò. Guardò ogni minimo dettaglio del suo viso, poi distolse lo sguardò.

In lontananza vide una vetrina con esposti vari televisori che mandavano in onda il telegiornale. Si avvicinò, lasciando perdere il ragazzo. Pensò che magari avrebbe scoperto di più sul posto in cui era. Lara le aveva sempre detto che il telegiornale è importante e che guardandolo si sanno molte cose sul mondo in cui viviamo. Si posizionò davanti alla vetrina. Il giornalista cominciò a parlare “Ed ora parliamo di una ragazza. Una ragazza tra i sedici e diciassette anni scomparsa stanotte dall’orfanotrofio ‘Santa Julia’ situato nel centro di New York. Ci hanno contattato stamattina la direttrice e lo psichiatra dell’istituto. Il suo nome è Astrid Kacey Miller. Ora le agenzie di investigazione stanno cercando degli indizi su cui far partire le indagini. Per ora è tutto, grazie.”

Si portò una mano alla bocca, sconvolta dal fatto che quella Astrid non era una ragazza qualunque, ma proprio lei. Una mano le si posò sulla spalla e lei sussultò impaurita –Ehi, calma sono io. Che stavi guardando da rimenare così sconvolta?- la guardò mentre gli occhi di Astrid divennero lucidi, la spinse verso di sé e la abbracciò. Lei si lasciò andare al tocco di quel ragazzo che nemmeno conosceva e pianse. Pianse tutte le lacrime che aveva. Non si preoccupò minimamente si star bagnando la maglietta di quel ragazzo. Non si preoccupò che le persone li stessero guardando straniti. Non si preoccupò di niente, voleva solo sfogarsi finalmente con qualcuno, che era uno sconosciuto o no non le importava. Si aggrappò alla maglietta di lui e la strinse a pugno, accasciandosi a terra facendosi seguire da lui. Non sapeva di preciso per cosa stesse piangendo, il motivo principale era che era stata scoperta. Era scappata da una vita che non le apparteneva e loro l’avevano scoperta. Se l’avessero trovata l’avrebbero subito riportata in orfanotrofio e lei non voleva. Forse era anche per quello che piangeva. Versò una parte di lacrime per Lara, che le mancava così tanto. Quei due anni senza di lei erano stati brutti, vuoti. E lei si era chiusa in sé stessa, senza parlare più con nessuno. Ma le lacrime che versò di più erano quelle per i suoi genitori, non ricordava chi fossero, come fossero. Se erano stati dei bravi genitori, o cattivi. Ma lei pianse, perché lei voleva bene, a loro. Avrebbe voluto conoscerli. Se ci fossero stati, se quell’incidente non li avesse uccisi, lei non starebbe neanche piangendo nelle braccia di uno sconosciuto. Sarebbe nella sua casa a ridere e scherzare con loro. Ma non era quella la realtà. La realtà era che era in mezzo ad una strada, sola non sapendo dove andare e l’unica sua possibilità la stava abbracciando.

Si staccò dal ragazzo e lo fissò ancora singhiozzando. Lui le asciugò le lacrime con i pollici e le sorrise.

-Devi aiutarmi- le sussurrò talmente piano che ebbe l’impressione che il ragazzo non avesse capito. Ma lui la guardò incuriosito, sia per il fatto che finalmente avesse parlato, sia per la sua richiesta di aiuto.

-Aiutarti? E a fare cosa?- Astrid si guardò intorno, poi tornò con lo sguardo su Will. Portò una mano al polso sinistro e slacciò il braccialetto fine e dorato. Osservò la targhetta sul quale c’erano incisi due nomi: “Astrid&Luke”. Il ragazzo la guardò confuso non sapendo in che modo potesse aiutarla. Astrid girò la stessa targhetta e la mostrò al ragazzo “Sydney, 14-10-2004” sussurrò.

-A scoprire chi è questa persona e…e credo che questo sia un indizio su cui partire- affermò speranzosa, indicando il retro della targhetta. Sembrava convinta di quello che stava chiedendo a quel ragazzo. Sperava che lui le dicesse che si, l’avrebbe aiutata a trovare quel Luke. Voleva scoprire chi fosse, era ben nove anni che si chiedeva chi potesse essere, magari era suo fratello. Questo non lo sapeva, ma sapeva che avrebbe dovuto scoprire chi fosse e magari quel Lui le avrebbe raccontato qualcosa della sua infanzia perduta. Ci sperava davvero tanto. Will si guardò attorno come se dovesse trovare la risposta su quel marciapiede, come se dovesse cercarla.

-Ehm…non so- disse il ragazzo torturandosi le mani, Astrid cercò il suo sguardo e sussurrò un ti prego. Gli prese le mani tra le sue.

-Ti prego, sei la mia unica possibilità, non voglio tornare in quell’orfanotrofio-.

Ciao a tutti,

questa è la mia prima ff sui 5 Second Of Summer

e non sono molto brava a scrivere questo lo so, però

mi son detta "ma si dai pubblichiamola, male che vada la 

cancello"...per chi è arrivato fin qui a leggere dico che Will, 

ovviamente come molti sanno, non c'entra assolutamente

 niente con i ragazzi ma era un personaggio che mi piaceva e 

quindi ho voluto metterlo. Quindi Astrid è la nostra protagonista, 

non l'ho descritta per il semplice motivo che voi dovete immaginarla 

come volete, ma comunque credo che più avanti accennerò qualcosa 

di lei e per chi volesse posso mettere la foto di come io immagino lei e Will.

Ok, questo è il primo capitolo dopo il prologo, spero tanto che vi 

piaccia, e aspetto una vostra recensione sia positiva che negativa.

Buona lettura ragass, holaaaa! ;)

  
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