Capitolo 3
Neve,neve
neve! Ah ditemi cosa c’è di più bello di palate di neve gelata che ti arrivano
alle ginocchia.Il giardino di casa ne era ricoperto e c’era quel bellissimo odore di terra che ti
impregnava le narici…amavo quella sensazione,amavo correre come i bambini tra i
cespugli innevati,amavo quel posto…ero a casa…finalmente.L’atmosfera del
tramonto ,con i suoi toni rosati e arancio rendevano quel luogo ancora più
particolare restai a fissarlo per un po e decisi di fotografarlo…ritornata in
città mi sarebbe mancato…
Corsi
in casa incurante delle scarpe zuppe d’acqua e mi fiondai in camera mia ansiosa
di rivedere il mio piccolo angolino personale.Era come l’avevo lasciata dall’ultima
volta che l’avevo vista quattro anni fa,quando mi trasferii,ancora libri vecchi
sparsi nella libreria,disegni e poster quasi staccati dalle pareti,la scrivania
ricoperta di foto dei miei vecchi amici in varie gite ai laghi,scritte,adesivi…Tolsi
le scarpe inzuppate per evitare raffreddori e malanni vari,buttandole da qualche
parte sotto l’armadio e spalancai il balcone…subito l’inconfondibile odore di
terriccio invase la stanza…la passai in rassegna per un altro po’,scoprendo
oggetti che non ricordavo di possedere e mi gettai sul letto stanca per il
lungo viaggio.
Finalmente
dopo tanti giorni,ero felice,mi era bastato rivedere quel luogo così familiare
per pensare di nuovo positivo.
Nessun
vampiro avrebbe potuto intristirmi ora…
Le
valige le avrei sistemate più tardi ,ora avevo solo una grandissima voglia di
riposare.
Mi
svegliai che il sole era già alto,era stata una notte tranquilla, senza sogni e
non aveva nevicato quindi le strade erano più percorribili nel caso fossi
uscita,sarei dovuta essere felice ma quel “senza sogni” mi turbava..ecco che
ricominciavo a farmi condizionare da una cosa inesistente.In un minuto avevo
mandato a quel paese tutti i miei buoni propositi di felicità anti vampiro
della sera prima.Scossi la testa come per togliermi definitivamente quei
pensieri dalla testa e soprattutto l’immagine di due occhi rossi che mi
fissavano ardenti il cui ricordo mi turbava, mi avvolsi in una coperta e andaii
giu.Scesi gli scalini barcollante,
dirigendomi verso la cucina in cerca di cibo quando qualcosa di grosso mi si
parò davanti.
“Sorpresa”
“AH”
urlai .nell’indietreggiare inciampai su un lembo della coperta e caddi a terra
portandomi dietro uno sgabello.
”Ma chi cav..” nella confusione intravidi una
chioma bionda che si agitava .
“…Albert?!”
il mio migliore amico era in piedi davanti a me che rideva trattenendosi la
pancia .
“Ahahah
oddio sempre la solita”
“ma..ma
cavolo ti sembra il modo?! mi hai fatta spaventare! E poi non c’è niente da
ridere… ALZAMI” tentavo di fare la voce arrabbiata ma non mi riusciva ero
troppo felice di vederlo.
“Si..ahaha
non volevo spaventarti…ahah anzi si,ma guardati”
Continuava
a ridere ed io continuavo a non capire come una caduta potesse essere motivo di
tanta ilarità fino a quando non mi guardai.Ero mezza attorcigliata nel
tappeto,con la coperta che completava l’opera e i capelli buttati qua e la che
mi coprivano il viso…si,ok,ammisi che dall’esterno lo spettacolo poteva essere
abbastanza divertente.Mi srotolai velocemente e iniziai a riempirlo di piccoli
pugni, ero caduta sul braccio sinistro e non riuscivo a metterci molta forza
per il dolore.
“Ahia
cosa ho fatto?”
“Hai
aggredito una povera fanciulla mezza addormentata provocandole ferite profonde
agli arti superiori…potrei denunciarti sai?”gli dissi utilizzando anche i piedi
nel tentativo di fargli più male.
“Dai
finisicila” sorrise “Vieni qui fatti abbracciare”
Due
grandi braccia mi avvolsero “Non sei cambiata affatto lo sai? Il solito
maschiaccio di sempre…” si fermò “mi sei mancata”
Mi
strinsi di più a lui “ Anche tu idiota…ma non osare farlo mai più intesi?”
“ehm…”
alzai lo sguardo per fargli un occhiataccia “Ok…promesso”mi staccai e iniziai a
ridere.
Come
nostro primo incontro ,dopo secoli, era perfetto.
“Si
può sapere come hai fatto ad entrare?” gli dissi aprendo il frigorifero.
“In
realtà sono qui da stamattina presto,credevo di trovarti già sveglia e invece
no,tua madre mi ha detto che potevo restare e così ti ho aspettata” sorrise
compiaciuto versandomi del succo d’arancia.
Solo
allora mi accorsi dello strano silenzio che regnava in casa. “A proposito dove
sono?”
“
Sono andati a Villa Hilderich con i
miei…da amici di mio padre penso torneranno stasera”
“Villa
Hilderich” sussurrai tentando di ricordare…provai una strana sensazione come se
l’avessi gia sentito quel nome. ”E’ nuova?non ricordo di averla mai
vista,comunque meglio così…passeremo una giornata in pace”
“Infatti
ho un bel programmino per noi due oggi,quindi mangia in fretta e vestiti” si
stiracchiò sulla sedia e incrociò le mani dietro la testa.La perfetta immagine
del relax.
Lo guardai meglio,non lo vedevo da quando mi
venne a trovare in Italia un anno prima,era più alto,i capelli erano cresciuti
e sembravano più biondi del solito,le spalle si erano ingrossate magari aveva
iniziato qualche sport,gli occhi,non ricordavo fossero così grigi…l’avevo
sempre visto come una sorta di fratello maggiore, forse quella mattina per la
prima volta lo guardavo con occhi diversi…era diventato davvero un bel ragazzo.
“Ly…oh…a
che pensi?”
“Eh?...Niente
niente…ho fame” dissi distogliendo lo sguardo sperando non avesse intuito cosa
pensavo…ok eravamo molto in confidenza ma meglio evitare quel genere di
commenti.
“Ecco,guarda
ho portato anche i cornetti” disse mostrandomi un pacchettino verde.
“ummm….cos’è
tutta questa gentilezza? Dov’è il mio Albert rude e volgare?”lo guardai con
aria indagativa.
“Oggi
è in ferie è tornata la sua migliore amica e le voleva darle un bentornata a casa”decente”Gli
sorrisi e addentai un pezzo di dolce.
Peri
il resto della mattinata lo bombardai di domande su tutto ciò che mi ero persa
stando via, la tristezza mattutina era sparita, e tutto grazie ad Albert.
Passammo
l’intera giornata in riva ad un fiume poco lontano dal paese,gli raccontai
della mia vita in Italia delle nuove amicizie,dei ragazzi che avevo avuto,di
quanto fosse differente la mia vita rispetto a prima,di quanto mi mancasse
tutto quel verde…
“E
tu invece? Cosa mi racconti?” avevo parlato io per tutto il tempo,ora toccava a
lui no?
“Bhà
qui è sempre il solito mortorio non succede mai niente di interessante…anzi si”
ci pensò su prima di continuare “tre mesi fa ci sono stati due omicidi”si fece
serio.
“
Due omicidi?!” sgranai gli occhi “In questo buco?!e perché? Qualcuno ha rubato
una mucca ad un vecchio con il fucile?” stavo per mettermi a ridere.
“non
scherzare su queste cose” era irritato”Non era mai successo niente del genere”
“Scusa
non volevo…dai su racconta” lo spronai.
“Non
ne so molto,su queste cose preferiscono tacere comunque erano due turisti
ospiti a Villa Hilderich,li trovarono dissanguati ai margini di quella pineta
laggiù,la vedi?” Mi girai verso la direzione del suo dito “Tutta la zona a
partire da quel cartello è proprietà di Villa Hilderich,è uno spazio enorme da
come puoi vedere ed è facile che si intrufolino ladri,infatti l’ipotesi della
polizia è che i due siano stati aggrediti da qualcuno che voleva derubar…ehy
dove vai?”
Mi
ero alzata e avevo iniziato a correre verso quegli alberi ,qualcosa dentro di
me mi diceva di andare, sentivo di conoscerla già come quando Albert mi aveva
parlato la prima volta di Villa Hilderich.Ero arrivata vicino al cartello,mi
fermai a guardare gli alberi in tutta la loro antica imponenza,li avevo gia
visti ne ero sicura.
Albert
mi raggiunse. “Ci siamo già venuti qui,qualche volta?” gli chiesi con il
fiatone.
“No,mai”
Ci
sedemmo esausti a terra ”Non hai finito di raccontare…come sono morti?”
“Ecco
questo è il mistero,come ti ho detto li hanno trovati dissanguati ma nessuna
ferita profonda,trovarono solo dei piccoli taglietti sul petto e sulle braccia,
l’arma non è stata trovata”
“L’assassino?”
“Nemmeno,perlustrarono
tutta la zona compresa la villa per settimane e pensa che ci sono chilometri di
distanza da un lato all’altro della pineta, ma non trovarono niente,quindi può
essere nascosto ovunque”
“Ah”
mi misi a fissare il tronco di un albero.
“Ti
ho spaventata?” Mi domandò prendendomi per mano. “No,tranquillo,ci vuole ben
altro…” Alzai lo sguardo verso il cielo “Andiamo? Si è fatto tardi” ci
incamminammo verso casa mentre le luci della sera iniziavano a calare. Le finestre
di casa erano illuminate.
“Lily,
finalmente…” sbottò mia amdre un po’ irritata”ciao Albert ci sono anche i tuoi
in salotto” Tolsi il giaccone in tutta fretta e mi avvicinai al camino
“oh
Lily fatti vedere” la madre di Albert mi corse incontro per abbracciarmi
“Guardati come sei cresciuta in questi anni, sei diventata bellissima proprio
una donna,chissà quanti ragazzi avrai dietro” squittì felice continuando con le
effusioni.La ringraziai per i complimenti e sprofondai sul divano affianco ad
Albert visibilmente imbarazzato per l’entusiasmo materno. Papà e Fred(il padre
di Albert) commentavano alcune foto divertiti e tentai di inserirmi nel loro
discorso per evitare prediche sulla mia manicure poco curata da parte della
restante parte femminile.
“Cosa
sono?” lui si girò ridendo “Oh Lily,dovevi
venire sono le foto di Villa Hilderich le abbiamo scattate stamattina,è un
posto bellissimo domani ci ritorniamo e se ti va puoi venire” ritornò a Fred che intanto gli ricordava di
portare gli sci nuovi per qualche appuntamento con il proprietario.Le presi e
iniziai a sfogliarle distrattamente …papà e la mamma,Fred e sua moglie,veduta
della villa…a quella foto mi bloccai…non potevo credere ai miei occhi,la
conoscevo benissimo,quelle finestre ,i fiori scuri…era la villa! La villa del
mio sogno! Restai immobile a fissarla per non so quanto tempo,iniziai a
tremare..
“Ti
senti bene?” Albert si era avvicinato preoccupato”Tremi tutta”
“I..Io..”stringevo
talmente la foto che si ruppe un po’ su un lato,tentai di ricompormi “E’
bellissima” la voce tradiva il mio stato d’animo,cercai di calmarmi”Dove si
trova?”
“Sulla
via del fiume dove siete stati oggi però
invece di svoltare verso il fiume devi andare sulle colline” Dovevo andarci e
subito.
“Ecco..ho
perso il cellulare mi deve essere caduto mentre tornavamo vado a vedere” mi
alzai in fretta e così nervosamente che per poco non travolgevo una lampada
.”Aspetta ti accompagna Albert” urlò mio padre mentre gia aprivo la porta di
casa.
“FACCIO
SUBITO” Mi chiusi in fretta la porta alle spalle prima che potesse ribattere e
inforcai la bici. Certo correre in bici di sera con la strada ricoperta di neve
era un ottima idea per chi volesse suicidarsi ma non me ne importava.Avevo
ancora la foto in mano,la villa era li,quella villa che vedevo ogni notte da
anni era a pochi chilometri da casa mia e non me ne ero mai accorta.Sentivo
l’adrenalina scorrermi nelle vene,ero sicura che una volta li avrei avuto delle
risposte,non sapevo come ma lo sentivo.Dopo una ventina di minuti finalmente
arrivai,avevo le gambe intorpidite per la fatica,abbandonai la bici vicino ai
cancelli e avanzai a piedi.Tutto li era perfettamente come nel mio sogno…i toni
rosati delle ultime timide luci del
giorno,il venticello che muoveva gli alberi della pineta e la villa che
imponente mi si ergeva dinanzi…una delle finestre era aperta e il vento faceva
muovere piano le tende all’interno.Decine di emozioni si sovrapponevano dentro
di me,stupore,curiosità felicità,terrore…si terrore perché iniziai a
fantasticare sul fatto avrebbe potuto essere anche un sogno premonitore,dopotutto
la villa c’era,chi mi diceva che non ci potesse essere anche il resto?mandai al
diavolo questi pensieri…-stupida- mi dissi –non iniziare a fare la bimba di
cinque anni-…era impossibile.Più la guardavo più tentavo di convincermi che
tutto questo non era vero non potevo vederla davvero,stavo sognando,tra poco
sarebbe ricominciato il solito sogno e mi sarei svegliata urlando come
sempre…Mi diedi dei pizzicotti per convincermene ,ma mi feci male e questo non
fece altro che gettarmi nello sconforto ma ormai ero li, tanto valeva
continuare. Salìì i gradini ora ero davanti al portone antico,avvicinai la mano
ai battenti dalla testa di leone,non impolveriti .La alzai come per bussare ma
mi fermai,mi sentivo ridicola,anche se qualcuno mi avesse aperto che avrei
fatto? Qual’era il motivo della mia
visita?Cosa gli avrei detto?Mi resi conto di aver agito troppo d’impulso e la
abbassai iniziando a ragionare sul dafarsi.Continuavo a tremare,dovevo
calmarmi!
“Devi entrare?”
Sussultai.Una
voce.Quella voce.
Mi
girai di scatto,a quella vista persi un battito.Era li,davanti a me in tutta la
sua impossibile bellezza che mi sorrideva gentile.Sgranai gli occhi,il mio
cuore iniziò a battere all’impazzata.
Boccheggiai
qualcosa.
Svenni.
Eccolo qui…xD è
apparso…
Grazie a chi
continua a seguirla recensendo e a chi la legge soltanto…
Al prossimo chap
Baci..Lily