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Autore: SamuelC    02/08/2014    3 recensioni
"Io sono stata ufficialmente delegata dai miei superiori ad informarla che lei è una strega... una strega appartenente alla prestigiosa Setta di Saturno."
"Mi scusi... ma mi sta prendendo in giro?"
"Fate tutte così quando venite a saperlo".
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Questa è la mia prima storia in assoluto, spero che possa piacere a qualcuno. Recensite in tanti! ^_^
- Samuel
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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♦ ~04~ PARTYCRASH ♦


La musica del locale rimbombava anche all'esterno quando i quattro ragazzi, intorno alle undici e mezza, arrivarono. Il Bronze era il posto più frequentato dai giovani della città durante il week-end; era un locale molto grande, originariamente utilizzato come magazzino, costruito in periferia. Le strade intorno ad esso erano scure, con pochi lampioni e circondate da alberi.
“Io ho voglia di fumarmi un'altra sigaretta prima di entrare”, disse Leslie mentre cercava il pacchetto nella sua borsetta.
“Bah... a me non va di aspettare” si lamentò Sam, “ho voglia di entrare subito”:
“Nessuno ti trattiene”, controbatté Leslie, che ormai aveva già acceso la sua bionda.
“Se vuoi, Sam...”, disse Charlie, “tu e Gerard potete entrare. Noi vi raggiungiamo fra un po'”.
I due ragazzi entrarono nel locale, lasciando da sole Charlie e Leslie all'entrata. Intorno a loro c'era molta gente che arrivava.
“Ne vuoi una?” chiese Leslie.
“No, grazie... non fumo”, precisò l'altra ragazza, “voglio soltanto aspettare con te... spero che sia una bella serata”.
“Ti fidi a lasciare il tuo ragazzo con quella?” disse Leslie, ignorando quello che Charlie le aveva appena detto.
Charlie era un po' confusa dalla domanda. “Certo che mi fido”.
“Bah... contenta tu”, rispose Leslie. Poi aggiunse: “sai... chiunque vorrebbe il mio potere”, il sguardo si fece più serio, “e se potessi, io lo cederei volentieri a qualcuno”.
Charlie non capiva ed era più confusa di prima, perché Leslie le stava facendo questo discorso?
“Con questo mio dono” continuò, “io posso entrare nel cuore delle persone. Nessuno può indossare una maschera mentre mi rivolge la parola, io so sempre qual è la realtà... che cosa ogni persona pensa veramente... quali sono le sue vere intenzioni”.
Charlie davvero non riusciva a capire, ma le parole dell'altra ragazza non le piacevano affatto. “Che cosa vuoi dire?” chiese dopo alcuni secondi di silenzio.
Anche Leslie rimase in silenzio per alcuni secondi, inalando gli ultimi tiri della sigaretta. “Niente... soltanto che ho imparato a non fidarmi della gente”, rispose, gettando a terra il mozzicone. “Dai... adesso entriamo”, disse prendendo per mano Charlie.
Le due ragazze entrarono e trovarono Gerard e Sam al bancone del bar, mentre sorseggiavano due cocktail. La musica era talmente forte che bisognava urlare per farsi sentire anche a distanza ravvicinata.
“Ne abbiamo ordinati anche per voi”, disse Gerard, offrendo un lungo bicchiere a Charlie.
La serata ebbe veramente inizio in quel momento: i ragazzi bevvero qualche altro bicchiere e poi decisero di buttarsi sulla pista.
Charlie ballava tenendo le sue braccia intorno a Gerard, mentre Leslie e Sam venivano avvicinate da alcuni ragazzi che chiaravamente ci volevano provare.
Il divertimento continuò per un po' di tempo, alternando i drink alla musica.

“Scusami...” disse Gerard a Charlie, “ho bisogno di andare in bagno un attimo” e la lasciò, dandole un bacio. In quel istante Charlie si accorse che Sam non era più vicino a lei, mentre Leslie ballava e limonava con un ragazzo conosciuto poco prima.
La ragazza decise di sedersi su un divanetto; all'improvviso la musica le sembrava troppo alta e la sua testa aveva iniziato a girare. Chiaramente aveva bevuto troppo. Poggiò il palmo di una mano sulla fronte e chiuse gli occhi quando le si avvicinò Leslie: “ti senti bene?” le disse.
“Non troppo...” rispose lei, “ma dove è finito quel ragazzo con cui stavi ballando?”
Leslie fece una smorfia e disse “l'ho mandato a quel paese quando ha pensato che gliel'avrei data stasera. Aveva immaginato fin troppi dettagli per i miei gusti. Oh... vuoi che ti accompagni al bagno?”
Le due ragazze entrarono nella toilette, la musica era forte anche lì dentro. Leslie sorreggeva Charlie, che barcollava sui suoi tacchi, con un braccio e con l'altro le aprì la porta di un wc. Quello che le due ragazze videro fece sentire Charlie ancora più male.
Sam e Gerard erano lì, di fronte a lei, abbracciati... vicini, troppo vicini... lui le stava baciando il collo, proprio come faceva con Charlie.
La ragazza non riuscì a trattenersi e vomitò davanti a loro. Con le lacrime agli occhi disse “L-Leslie, voglio andarmene da qui...”
Leslie la prese per mano e, mentre l'accompagnava alla porta, posò uno sguardo pietrificante su Sam e disse, con tono disprezzante: “tutto questo tempo hai detto che ero io la zoccola. Dovresti vergognarti... con il ragazzo di una tua amica”.

Charlie e Leslie erano ormai fuori dal locale, in una delle buie strade vicine, con la musica che rimbombava in lontananza. Leslie reggeva i capelli di Charlie, mentre lei continuava a vomitare tutto il vomitabile.
Quando finì le chiese “stai bene?”, ma Charlie rispose con un abbraccio, mentre singhiozzava per le lacrime.
“Tu lo sapevi!” disse sconvolta Charlie, “lo sapevi...! Perché non me l'hai detto?”
Le parole che Leslie le aveva detto prima di entrare adesso acquistavano un senso per Charlie.
Leslie la abbracciò ancora più forte e le disse: “sì, lo sapevo... l'avevo visto nella mente di Gerard mentre eravamo in macchina. Ma non potevo dirtelo...”
“Perché?” chiese l'altra, ancora piangendo.
“Charlie...” disse Leslie sospirando, “non posso intromettermi nella vita delle persone. Questo mio potere è sia una benedizione che una maledizione: io non sono ancora in grado di controllarlo al 100% e spesso entro nella testa delle persone senza volerlo. Non posso deciderlo, succede e basta. Ma so che non dovrei essere lì, in quel posto a scoprire i loro pensieri più intimi... capiscimi”.
Charlie annuì, staccandosi da Leslie. Si asciugò le lacrime e disse “grazie” sorridendo.
Leslie rispose al sorriso mentre cercava nella sua borsetta le sigarette. Trovò il pacco e se ne portò una alla bocca quando disse: “cazzo... devo aver perso il mio accendino!”
“Ci penso io...” disse Charlie.
Avvicinò il dito indice di una mano alla sigaretta di Leslie e si concentrò. Era la prima volta che provava una cosa simile, aveva un po' di paura, ma anche molta voglia di provare. Dopo qualche secondo dalla punta del dito uscì una piccola fiammella e Leslie vi accese la sua sigaretta.
Entrambe le ragazze si misero a ridere, anche se Charlie non aveva dimenticato quello che aveva visto.
Il suo ragazzo... e la sua migliore amica? Che cosa avrebbe dovuto fare?
“So benissimo come ti senti...” le disse Leslie.
La ragazza pensò che Leslie avesse detto ciò poiché aveva letto un'altra volta nel suo pensiero, ma Leslie aggiunse: “no, non ho bisogno di entrare nella tua mente... Posso capire benissimo come ti senti perché”, sospirò, “è successo anche a me.”
Ci fu qualche secondo di silenzio fra le due, poi Leslie aggiunse “ecco perché adesso mi è difficile fidarmi delle persone. Il mio potere poi... ha complicato davvero tutto”.
Proprio quando Leslie finì di pronunciare questa frase qualcosa le colpì la testa. Era un oggetto pesante, forse un sasso. La ragazza cadde a terra. Charlie emise un urlo.
“Due ragazze non dovrebbero farsi trovare da sole in una strada come questa a quest'ora della notte”, disse con tono beffardo e con voce grossa un uomo molto grosso e alto, all'inizio della strada. Sembrava avere qualcosa che rifletteva la luce del lampione in mano.
Charlie era terrorizzata: quello che aveva in mano era un coltello. Che cosa voleva da lei? Perché aveva colpito Leslie?

   
 
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