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Autore: Nana_Hale    02/08/2014    2 recensioni
Attenzione: Questa fan fiction è ispirata al film "Al di là dei sogni"
Quattro anni dopo la morte improvvisa di Sam, anche Dean trova la sua fine dopo un'imboscata e si ritrova in un bizzarro aldilà, popolato da immagini e luoghi della sua vita perduta o del suo desiderato futuro. Ma il ricordo di Castiel rimasto solo è troppo forte per permettergli di godersi quel luogo fino a quando qualcosa di tremendo accade...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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CAPITOLO 2

 
4 anni dopo

Il cellulare di Dean suona appena due volte prima che lui lo afferri dalla tasca e risponda mentre con agilità scende dall'auto e richiude la portiera.
Oramai il sole è tramontato e il lampione sotto cui si trova è l'unica fonte di luce disponibile accanto a quel bosco popolato da enormi alberi intricati.
"Sì?"
"Dean..."
La voce di Castiel trema impercettibilmente, ma è abbastanza affinchè il cacciatore lo noti.
"Cas? Cosa c'è? Che succede?"
"Mi hanno attaccato. Mi hanno ferito, non è grave ma... mi sono bloccato, Dean... non sono riuscito a..."
Dean riapre immediatamente la portiera e risale sull'Impala, infilando le chiavi nel quadro.
"Ok, ok, sta calmo. Io qui ho finito di controllare. Era un buco nell'acqua."
Mente, senza sprecare neppure un secondo. C'è una cosa molto più importante che occupa la sua mente.
"Ora torno al rifugio. Tu dove sei?"
"Sono già qui. Me la sono vista davvero brutta, Dean. Credevo di non farcela, mi sono terrorizzato, mi sono bloccato e..."
"Cas, Cas, calmati. Va tutto bene. Hai fatto quello che potevi. Ti preferisco vivo con qualche senso di colpa piuttosto che morto e sereno."
Il cacciatore accende la macchina e subito la radio si accende ad alto volume nell'abitacolo, facendolo sussultare; per un pelo il telefono non gli scappa di mano. Abbassa la musica con rabbia e si risistema il cellulare contro l'orecchio in tempo per sentire l'uomo che ancora balbetta dispiaciuto.
"Io... avrei dovuto..."
"Cas! Smettila di compatirti! Sei vivo. Fine."
Una canzone è partita alla radio e le parole inondano la macchina con un piacevole sottofondo.

♫ ♪Love of mine, someday you will die, but I'll be close behind. I'll follow you into the dark.♫ ♪

Dean fa un profondo respiro, accorgendosi di aver usato troppa aggressività nel suo rimprovero; si passa una mano sul viso, infilandola poi fra i capelli e, puntando il gomito alla portiera, lascia cadere la testa sul suo palmo.
"Cas... io non so cosa farei se dovessi perdere anche te."

♫ ♪No blinding light or tunnels to gates of white, just our hands clasped so tight, waiting for the hint of a spark.♫ ♪

"Dean..."
La voce di Cas ricompare solo dopo alcuni istanti di silenzio, ma viene di nuovo subito interrotta dalle parole del cacciatore.
"Io ti... io ho bisogno di te."

♫ ♪I got my knuckles bruised by a Lady in Black and I held my tongue as She told me, 'Son, fear is the heart of love' so I never went back.♫ ♪

"Anche io..."
C'è una nota di tristezza nella voce di Cas che a Dean non sfugge, ma non è il momento di discuterne adesso. Ne avrebbero parlato al rifugio, insieme.
"Ci vediamo tra poco, Cas."
"D'accordo..."
Il cacciatore chiude la chiamata proprio mentre la pioggia comincia a picchiettare sul parabrezza dell'Impala. Parte e si immette nella strada buia e desolata mentre la canzone continua a suonare alle radio.

♫ ♪ The time for sleep is now, it's nothing to cry about 'cause we'll hold each other soon in the blackest of rooms. ♫ ♪

Gli ho detto "Ho bisogno di te". Me lo ricorderò sempre. Avrei dovuto dirgli tutta la verità.
 
Le parole di questa canzone mi fanno venire i brividi; normalmente avrei cambiato immediatamente stazione se avessi beccato una canzone del genere, ma stasera non capisco perchè, non ci riesco.
Mi passo rapidamente la mano sul viso, sono stanco e mi sento le ossa a pezzi.
Ma che...?
C'è qualcosa al bordo della strada, diversi metri più avanti. Una sagoma.
Rallento, abbassando il finestrino, e d'istinto porto la mano sulla pistola.
Una ragazzina. O almeno lo sembra. Ho imparato tempo fa a non fidarmi dell'apparenza, specialmente al buio.
Infatti scopro subito di avere ragione.
I suoi occhi completamente neri mi fissano e lei ride. Ride anche quando estraggo la pistola e gliela punto dritta in faccia. Ride perchè sa.
Prima che possa premere il grilletto qualcosa mi spinge via il braccio e sento un urlo mentre la pistola mi cade di mano.
Sono io. Sto urlando. 
Mi hanno spezzato la spalla con quella botta.
Cerco a tentoni la pistola con l'altra mano e mi allontano dalle braccia che entrano dal finestrino e tentano di afferrarmi il collo.
Mi accorgo solo troppo tardi che la mia arma non era caduta all'interno dell'Impala.

♫ ♪ If Heaven and Hell decide that they both are satisfied, illuminate the NO's on their vacancy signs.♫ ♪

Il suono dello sparo lo sento. Poi più niente.
Vedo il foro circondato da crepe nel parabrezza e sento qualcosa di caldo colare sul mio torace mentre, oltre il vetro, il mio sguardo si posa sul viso della ragazzina che ancora impugna la mia pistola e mi sorride.
La radio è ancora accesa. E' l'unica cosa che noto mentre il mio ultimo pensiero va ad una sola persona.


♫ ♪If there's no one beside you when your soul embarks, then I'll follow you into the dark.♫ ♪

Dean è steso a terra sul bordo della strada, sotto l'acqua che continua a cadere dalle grosse nubi sopra di lui; il sangue continua a uscire dalla ferita al centro del suo petto e i suoi respiri impercettibili sono sempre più rari.
Poi, un'ombra, una sagoma sfocata entra nel suo campo visivo.
"Sai cos'è successo, Dean?"
C'è qualcosa di familiare in quella voce ma Dean non riesce a riconoscerla.
"Sì, devo aver mangiato una torta andata a male."
La voce del cacciatore non esce dalle sue labbra e all'improvviso, Dean si accorge di vedere se stesso a terra, morente. Ma da quella visione non nasce paura dentro di lui, solo confusione e curiosità. Si volta per guardare la figura sfocata.
"Chi sei tu? Che cosa vuoi?"
E in quell'istante, l'ultimo barlume di vita negli occhi di Dean, sdraiato al suolo, si spegne e tutto viene invaso da una luce accecante.
.
.
.

Quando apre gli occhi, capisce immediatamente di trovarsi nel rifugio, e che la sagoma indistinta è ancora lì al suo fianco.
"Chi sei? Perchè ti vedo così sfocato?"
"Mi vedrai bene quando lo vorrai tu. Non capisci perchè sei arrivato qui così in fretta?"
"Perchè sto sognando..."
La figura continua a muoversi girandogli intorno, come se volesse studiarlo; poi lo precede facendo strada nel rifugio e Dean non riesce a far altro che seguirlo.
Svoltato l'angolo, Dean si ritrova davanti al tavolo; solo una sedia è occupata: Castiel, seduto come un pupazzo privo di vita, le braccia e le mani abbandonate sulle cosce e gli occhi come esanimi, svuotati da ogni traccia di quella luce che li ha sempre contraddistinti, ma pieni di lacrime che cadono imperterrite rigandogli il viso.
"Sei morto, Dean."
La sagoma sfocata gli si para davanti attirando la sua attenzione e continua a condurlo lontano da quella stanza.
"No, deve essere un sogno. Se fossi morto lo saprei!"
"Per ciascuno è diverso..."
Ma lo sguardo di Dean non riesce a staccarsi da quella scena.
"Perchè riesco a vedere Cas ma non riesco a vedere te?"
La confusione è sempre più forte dentro di lui, ci sono milioni di domande che si affollano nella sua mente, ma nessuna risposta sembra essere quella giusta. 
"Io sono quello che tu non vuoi vedere. Tu non vuoi essere morto. Tu vuoi solo ricordare le persone che ami, quando erano ancora vive."
Basta un battito di ciglia e ogni cosa scompare mentra la sua mente lo trascina in un altro luogo, un altro tempo.
.
.
.

Il cofano dell'Impala era sempre stato il posto migliore per cenare quando faceva troppo caldo per rinchiudersi in un locale o la gente era troppo fastidiosa per stare dentro ad un bar.
Hamburger per Dean e insalata per Sam; mangiavano in silenzio, quel piacevole silenzio che solo le persone davvero legate possono permettersi, senza imbarazzi o disagi. Lo diceva anche un aforisma: Amico è colui con cui puoi stare in silenzio.
E per loro era così. Lo era sempre stato. Ed era uno dei momenti migliori delle loro faticose giornate.
Per questo, quando tutto d'un tratto iniziò a piovere, Dean si irritò parecchio imprecando contro il cielo.
"Seriamente?!"
Saltarono giù dal cofano agguantando tutto il cibo e Dean aprì la macchina gettando dentro tutte le sue cose.
"Dammi una mano!"
Gli gridò Sam passandogli un sacchetto contenente le bevande che il fratello afferrò prontamente allungandosi con le braccia; si accorse solo dopo che, facendo quel gesto, aveva richiuso la portiera dell'auto, facendola scattare e lasciando le chiavi all'interno.
"Oh, merda..."
Bisbigliò mentre l'acqua aveva iniziato ad infilarsi sotto la giacca e a bagnargli i vestiti.
"Dean, apri!"
Lo intimò Sam dall'altra parte della macchina mentre tentava di aprire la portiera.
"Non posso! Si è chiusa!"
"E tu riaprila!"
"Lo farei se le chiavi non fossero rimaste dentro!"
Sam aggrottò la fronte e si chinò per guardare all'interno attraverso il finestrino; Dean non sentì l'imprecazione che lanciò quando si accorse delle chiavi comodamente adagiate sul sedile, all'asciutto dentro la macchina.
"Come diavolo hai fatto a chiudere dentro le chiavi?!"
"Stavo aiutando il signorino a portare le bibite!"
Entrambi posarono a terra la roba che ancora reggevano in mano e si fissarono negli occhi attraverso la pioggia che oramai li aveva quasi completamente bagnati.
"Adesso rompo il finestrino."
"COSA?!"
Disse il fratello maggiore, emettendo un urlo molto simile a quello di una donna.
"E per farlo uso la tua testa."
Sam si mise a fare il giro della macchina, con passo deciso, per raggiungere Dean .
"Non ci provare."
Per reazione anche Dean si mosse, facendo il giro dell'auto, ritrovandosi ad inseguire il fratello più piccolo mentre entrambi giravano in tondo. Più piccolo solo di età, di sicuro non di stazza.
"Non scappare!"
"Stammi lontano!"
"Non sto qui fuori a bagnarmi!"
"Sammy!Vai via!"
"Vieni qui!"
"Sam Winchester smettila di fare bullismo contro tuo fratello! AH!"
.
.
.

Un altro battito di ciglia e Dean si ritrova accanto ad un albero, in una giornata illuminata da un sole molto caldo. Tutto intorno c'è solo prato e, al suo fianco, sempre quella figura sfocata. 
"Dove siamo?"
Chiede cercando con lo sguardo qualcosa che possa aiutarlo a capire.
"Forse preferisci non restare, Dean..."
Si volta verso la sagoma accorgendosi di essere vicino ad essa più di quanto non lo fosse stato fino a quel momento.
"Mio dio, ma che mi avete fatto? Perchè ti vedo così?" 
Istintivamente, allunga una mano verso il viso della figura ma subito si blocca come atterrito, disorientato; e, per la prima volta, si accorge di essere in grado di vedersi le mani.
"Almeno sei disposto a vedere te stesso... stai vincendo la tua paura."
"Paura? Paura di cosa?"
Chiede subito Dean, più spaventato dalla parola che da ciò che davvero rappresenta.
"La paura di scomparire."
Finalmente, alcuni dettagli compaiono in mezzo a quel prato infinito: due pietre bianche e un uomo, in piedi davanti ad esse. Castiel.
"Non sei scomparso. Sei solo morto."
Dean inizia a camminare senza accorgersene e, in pochi secondi, arriva alle spalle di Cas, immobile, davanti a quelle due lapidi bianche.
I suoi passi diventano più lenti e leggeri quando passa di fianco all'ex-angelo e gli si mette proprio davanti in modo da poter vedere il suo viso.
La sua espressione non è diversa da quella che gli ha visto pochi attimi prima, seduto al tavolo del loro rifugio; solo i suoi occhi sembrano diversi, molto più arrossati e fissi verso un punto basso. Fissi sui nomi incisi sulle lapidi.
La mano di Dean si solleva quasi involontariamente e si avvicina al volto di Cas; le sue dita sfiorano a malapena lo zigomo dell'uomo che, in quel preciso istante, chiude gli occhi lasciando che una lacrima scivoli lungo la sua guancia e cada in mezzo all'erba verde.
Di nuovo, un semplice battito di ciglia fa svanire tutto come se fosse solo un ricordo lontano.
.
.
.

Dean si ritrova di nuovo all'interno del rifugio, questa volta la sagoma sfocata non è nelle vicinanze, ma lontano, dall'altra parte della stanza. Castiel invece è lì a pochi passi da lui.
E' di nuovo seduto al tavolo, ma questa volta ci sono un mucchio di fogli di carta e qualche penna sparsi davanti a lui. Tra le mani regge un bellissimo coltello da caccia con il manico decorato da un paio di ali.
"Quello è un regalo... glielo feci io. Era il Nostro Giorno..."
Con delicatezza Cas posa il coltello e afferra una penna e un foglio e comincia a disegnare, ma Dean non riesce a vedere oltre le sue spalle.
"Sono morto, mi ha seppellito. Perchè la cosa continua anche dopo?"
Dean, senza pensare, si avvicina e riesce a scorgere oltre la schiena dell'ex-angelo, rimandendo paralizzato per un lungo momento. Sul foglio che ha davanti lo vede fare uno schizzo del suo viso, poi un altro e un altro, e un altro ancora.
Preoccupato, si china avvicinando il suo volto alla nuca dell'uomo.
"Cas..." 
E con sua immensa sorpresa, la mano di Castiel si ferma di colpo.
"Sono ancora qui, Cas. Esisto ancora. Pensa a me. Continua a pensare a me." 
Il respiro di Cas accelera, come se riuscisse a sentire le sue parole e questo lo spinge ad andare avanti.
"Sono ancora con te. Io esisto ancora."
Dean con una lentezza controllata, posa la mano molto, molto vicino a quella di Castiel, proprio sulla penna che ancora regge tra le dita.
La penna inizia a muoversi, ma se sia merito dell'ex-angelo o del cacciatore, questo non riescono a comprenderlo nemmeno loro. Gli occhi di Cas si chiudono quasi involontariamente mentre le parole continuano a comparire sul foglio.
Un enorme sorriso compare sul volto di Dean quando la punta della penna si stacca dalla pagina.
"Leggilo, Cas..."
Sussurra Dean nel suo orecchio come fosse una preghiera e l'uomo non riesce a fare a meno di riaprire gli occhi e guardare il pezzo di carta davanti a sè.
-Sono Dean. Sono ancora qui.-
Ma la reazione non è quella che Dean si aspettava. 
"NO!"
Castiel accartoccia il messaggio con rabbia e disperazione e lo getta a terra insieme a tutti gli altri fogli e alle penne che rimbalzano sul pavimento e rotolano in ogni direzione.
Il cacciatore sussulta allontanandosi di scatto poi, la luce, un baleno. E tutto finisce di nuovo.
.
.
.

Come un sadico ping-pong Dean realizza immediatamente di essere di nuovo alla sua lapide, ma è un altro giorno, un altro momento. E' trascorso del tempo poichè un po' di barba è scresciuta sul volto di Castiel, di nuovo in piedi lì davanti alla pietra tombale.
"Gesù quando finirà?"
Dean guarda verso il cielo per un istante, rendendosi conto di quanto quel viaggiare in luoghi e momenti futuri e vedere nient'altro che il dolore di Castiel lo stia distruggendo.
"Non ci sono regole, Dean. Finirà quando lo vorrai tu."
La figura sfocata continua a rispondergli senza mai farlo davvero, aumentando la sua confusione, la sua ansia.
"E tu da dove vieni?"
"Da un altro posto."
Il cacciatore aggrotta le sopracciglia non capendo la risposta che gli è stata data.
"Credi che io sia frutto della tua immaginazione? Questa è la realtà. Lui è reale. Tu sei reale. E' tutto reale."
Scuote la testa arrendendosi all'idea che, forse, non capirà mai il senso di tutto quello che sta accadendo. Ignorando la sagoma, si mette a camminare arrivando alle spalle di Cas.
"La realtà finisce quando decidi di non farlo più soffrire."
L'ex-angelo si piega a terra e con delicatezza toglie delle erbacce e delle foglie dalla lapide bianca, per poi lasciarsi cadere sedendosi. Dean si inginocchia subito dietro di lui, arrivando con le labbra a sfiorargli l'orecchio
"Non preoccuparti. Non ti lascerò."
Solleva le braccia per avvolgerlo ma con un sussulto disperato e un gemito di paura, Cas si ritrae portandosi le mani sul volto.
Allora Dean capisce.
Rimanere lì non è di nessun aiuto, non è di conforto nè di incoraggiamento per Castiel; è solo un tormento, un terribile incubo in cui riesce a sentire la sua presenza, la sua voce, ma non può stargli vicino.
Si alza in piedi lentamente, lasciando l'ex-angelo seduto a terra. Tiene lo sguardo su di lui fino all'ultimo istante, fino a quando non si volta e in un attimo scompare come fumo nel vento.
"Addio, Cas..."
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Eccoci con il secondo capitolo, spero abbiate gradito e non preoccupatevi... tutto verrà spiegato in seguito...
La canzone citata è "I'll Follow You Into The Dark" dei Death Cab For Cutie. E' davvero una bellissima canzone e vi consiglio di ascoltarla!
Bacio
-Nana
  
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