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Autore: Rayon_    02/08/2014    7 recensioni
Era una ragazza alta poco più di un metro e sessantacinque, con un corpo esile, che creava contrasto con la sua forte personalità.
I capelli castano scuro, lunghi, morbidi, e costantemente disordinati. La carnagione chiara di una bambola di porcellana, con uno spruzzo di lentiggini sul viso.
E gli occhi, quegli occhi, la cosa più bella.
Non erano i banali occhi blu che tutti desiderano. Erano scuri intorno, per poi diventare verdi come un prato asciugato dall'estate. E poi diventavano di un color miele che contrastava con la pupilla scura.
Nora Graimen.
Ciao a tutti, sono Harry Styles, e sono qui per raccontarvi una storia d'amore, la storia d'amore più bella, una storia di appartenenza infinita.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Belonging.






Capitolo 3- Colors.
 
8 Aprile 2018.
Buona sera. Come state? Io piuttosto bene, oggi sono uscite le date per il nuovo tour, ma facendo i conti, il tour non inizierà prima dei cinquanta giorni che vi ho promesso per raccontarvi questa storia.
Bene, immagino che vogliate sapere come continua, quindi..
 
 
Flashback.
 
Nora's pov.
Ormai erano passati due giorni da quando me ne ero andata dall'orfanotrofio, e anche se stentavo ancora a crederci, stavo iniziando ad ambientarmi.
Come promesso nelle due sere precedenti avevo chiamato James, e avevamo parlato fino al limite di tempo consentito, ossia venti scarsi minuti.
Era l'una e mezza di domenica pomeriggio ed avevamo appena finito il pranzo in famiglia così, salendo le scale,  decisi di andare a mettere a posto le tele che erano ancora mal piegate in uno scatolone. 
Salii in camera e mi chiusi la porta alle spalle, e subito cercai un posto per mettere i disegni.
L'armadio per i vestiti era pieno, lo scaffale anche, ma decisi di spostare alcune cose della cassettiera di modo da lasciare un cassettone libero.
Le presi una ad una e le stesi nel cassettone sovrapposte, piegando solo quelle più grandi.
Mi passarono sotto gli occhi certi disegni che mi facevano sorridere, altri che invece piegavo in malomodo per non guardarli troppo. Mi soffermai a guardarne uno, era il più confuso che avessi mai fatto. Era una donna anziana, costruita in base ai vaghi ricordi che avevo di mia nonna.
Ero sul letto a piegare l'ultima delle tele grandi, quando sentii bussare alla porta.
«Posso?» Riconobbi la voce di Niall attraverso la porta.
«Entra pure Niall.»
Sentii solo la porta che si apriva e richiudeva mentre guardavo che gli angoli combaciassero, poi un peso fece sprofondare il letto accanto a me.
«Che fai?» chiese guardandomi curioso.
«Niente di che, metto a posto le tele.»
Risposi io alzando le spalle. Non ricevetti risposta, così alzai lo sguardo per vedere che espressione avesse. E quando la vidi, non potei fare a meno di sorridere.
Stava sorridendo, come un bambino, e aveva un'aria piuttosto complice.
«Posso guardarle?» chiese senza cambiare espressione.
Sbuffai lasciando cadere la testa indietro.
«Ma le ho appena messe tutte a posto!» E, oltre a quello, un occhio minimamente attento avrebbe potuto cogliere molte emozioni personali da quei disegni.
Nel frattempo lui si era già alzato e aveva già fatto il giro del letto.
«Non importa, le rimetto poi a posto io.»
Non feci in tempo a girarmi che erano di nuovo tutte appallottolate a terra.
«Ti sto probabilmente odiando» dissi incrociando le gambe sul letto e appoggiando pesantemente il mento su una mano.
«Ti voglio bene anch'io sorella» Rispose senza nemmeno guardarmi, attento ad osservare i disegni.
Probabilmente, capii dal tono in cui l'aveva detto, quella frase era ironica, ma rimasi colpita da quanto quelle poche parole potessero farmi sprofondare in un mare di emozioni.
E forse tutto mi sembrava così strano ed impossibile solo perchè era tanto, troppo tempo che nessun adulto si comportava così bene con me.
Restai imbambolata a pensare fissandolo.
Cambiava espressione continuamente, passando dalle più belle, alle più serie, alle più buffe, e ogni tanto alzava il braccio destro e passava le dita tra i capelli biondi per alzarli.
La verità è che era un ragazzo veramente molto carino. Un fratello veramente molto carino.
«Posso chiederti un favore?» chiese Niall distogliendomi dai pensieri.
Lo guardai sollevando le sopracciglia, in segno di continuare.
«Posso prenderti questo e appendermelo in camera?»
Con un salto scesi dal letto per vedere a quale dei disegni si riferisse.
«Ma proprio questo? Sicuro?» dissi guardando la tela stesa a terra «Insomma, è una persona inventata, ce ne sono di migliori» spiegai mentre lui continuava a guardarlo entusiasta.
«A me piacciono i disegni dei volti. Ci trovo tanti particolari che non credevo neanche di avere in faccia.»
Mi fece ridere per il modo in cui parlava.
«Se vuoi te ne faccio uno migliore di quello. Hai scelto uno dei più brutti!» dissi ridendo, mentre mi sedevo per terra accanto a lui.
«Lo faresti davvero un disegno per me?» mi chiese girandosi, improvvisamente illuminato.
Per un attimo mi persi in quegli occhi, ma subito scossi un po' la testa per riprendermi.
«Certo» risposi facendo spallucce, sorridendo per l'infinita dolcezza che quel ragazzo infondeva anche solo stando fermo.
«Allora fammi un ritratto!» A quella richiesta lo guardai bene per studiare il suo viso.
Non era affatto una cattiva idea, aveva dei lineamenti semplici e delicati. E quello che lui non sapeva era che anch'io adoravo i primi piani, perché ogni volta che ne facevo uno scoprivo un particolare diverso di una persona, e avevo tempo di studiarla e parlarci insieme.
«Mi sembra perfetto» dissi continuando a fissare i suoi lineamenti.
Gli sorrisi tornando ad incatenarmi al suo sguardo.
«Comunque sono davvero belli» constatò lui girandosi a guardare i disegni stesi per terra, e io sorrisi.
«Come fai a fare dei disegni così?» chiese scuotendo la testa, come sconvolto.
«Con quelli» risposi io ironicamente indicando i colori a terra.
«Parli seriamente?» chiese girandosi di nuovo verso di me, con un espressone vagamente seria.
«Che c'è di strano? Dipingo con dei colori» spiegai sollevando le sopracciglia.
«Se risci a scrostarli dal barattolo» borbottò lui, facendomi capire che si riferiva allo stato penoso dei colori.
Lo vidi alzarsi e porgermi la mano per seguirlo. Anche se un po' imbarazzata la afferrai e mi alzai.
«Allora, ti do dieci minuti per vestirti, ti aspetto di sotto.»
Non feci in tempo a rispondere, che aveva già chiuso la porta della camera.
Scossi la testa per riprendermi, e mi avvicinai all'armadio per tirarne fuori qualcosa.
Non avevo voglia di vestirmi bene, e non mi sembrava il caso, quindi presi un paio di skinny jeans grigi, una vecchia canotta da basket rossa e blu, e una felpa grigia sopra.
Mentre mi specchiavo pensai che mi era mancato davvero tanto il fatto di poter scegliere come vestirmi ogni mattina, a seconda del mio umore, invece che con la solita divisa rossa, bianca, e nera.
Raccolsi i capelli scuri e mossi in una coda alta, mi infilai le stesse converse dei giorni precedenti, e prima di uscire mi ricordai del telefono. Lo presi, lo buttai nella borsa marrone a tracolla che appoggiai alla spalla destra.
Non molto secsi, e nemmeno troppo femminile, pensai guardandomi allo specchio, ma non dovevo fare colpo su nessuno. Non mi truccai, ed uscii dalla camera spegnendo la luce.
«Noto con piacere che ti piacciono i vestiti eleganti» sentii Niall commentare da in fondo alle scale, facendomi sorridere.
«Se questa è una critica, la prossima volta ti stupirò» risposi io raggiungendolo.
«Ne dubito, con il lavoro che faccio ne ho viste di belle ragazze, non sono facilmente impressionabile» disse ancora lui quando lo raggiunsi. Mi chiesi se facesse la pornostar o qualcosa del genere, ma poi cancellai l'idea ridendo.
«E quale sarebbe questo tuo lavoro pieno di ragazze?» chiesi mentre ci incamminavamo verso la porta.
«Cantante di una boyband» rispose fermandosi davanti all'entrata, e guardandomi dall'alto in basso.
«Certo, e io sono la figlia di Brad Pitt» ironizzai ridendo.
«Beh, non dev'essere male» rispose lui aprendomi la porta.
Ridemmo entrambi, poi prima di chiudere Niall fece un urlo alla madre per avvisarla che uscivamo.
«Quindi.. Dove andiamo?» chiesi mentre ci incamminavamo lungo la strada.
«Ti porto a fare shopping.»
Un fratello carino, dolce, e che mi porta anche a fare shopping? Ogni giorno mi convincevo sempre di più che sarebbe stato il ragazzo perfetto.
«Fantastico!» risposi ridendo.
«Aspetta però, io non ho soldi» constatai ad un certo punto fermandomi.
«Aaah,» verseggiò lui spingendomi avanti «prima di tutto i soldi che ho io sono anche della tua di madre, e poi prendilo come un regalo di benvenuto.»
Scossi la testa cercando di convincermi di quello che aveva appena detto, e risi.
«E poi i colori che ti compro ti serviranno per farmi un ritratto, quindi!»
Ci pensai un attimo su. Colori?
Sembra stupido detto da una ragazza, ma forse la cosa che veramente amavo di più dei vestiti, erano i colori. 
E poi finalmente avrei potuto fare dei disegni degni di quel nome.
«O preferisci dei vestiti?» chiese perplesso, probabilmente perché non aveva ricevuto risposta.
«Eh? No no, i colori sono perfetti!» lo convinsi sorridendo.
«Benissimo, allora di qua che c'è una scorciatoia.»
Lo seguii girando a sinistra, e proseguimmo la nostra passeggiata in silenzio, in quel vicolo che infondeva una certa inquietudine.
«Ma perchè dobbiamo passare proprio da qui?» chiesi guardandomi in giro.
«Beh, meno gente c'è,  meglio è.»
Non capii esattamente cosa intendesse, ma non ci diedi peso e continuai a camminare.
Quando arrivammo lì davanti guardai prima l'enorme scritta gialla e azzurra, e poi la porta in vetro che si apriva.
Rimasi immobile davanti ad essa.
Sì, ero facilmente impressionabile. Forse perché non erano molte le esperienze che avevo vissuto rinchiusa là dentro, e non erano molti neanche i luoghi e le cose che avevo visto.
E non avevo mai visto così tanti colori in vita mia.
«Sembra che tu non sia mai entrata in un colorificio» mi fece notare Niall, studiando la mia espressione. Il fatto era che  aveva perfettamente ragione, io non ero mai entrata in un colorificio.
Entrai senza parlare, e cominciai a girare tra le corsie, guardando ogni tipo di sfumatura, e immaginandomela stesa su una tela.
Ogni colore, ogni sfumatura trasmetteva un'emozione a sè e inspiegabilmente diversa da tutte le altre.
«Oh, eccoti!» sentii Niall mentre entrava nella mia stessa corsia.
Gli sorrisi guardandolo di sfuggita, poi tornai agli scaffali.
«Va benissimo questo!»
Dissi soddisfatta mostrandogli un pacco con cinque flaconi di colore. Guardai poi la sua reazione, e non sembrava molto d'accordo.
«Mettili giù vah» mi disse serio.
Rimasi perplessa. Cos'avevano di sbagliato? Forse costavano troppo.
Dopo qualche attimo di insicurezza poggiai il cestino come aveva detto, e lo seguii in silenzio lungo la corsia, finché non raggiungemmo un alto scaffale con tutti i barattoli da un litro.
«Mmh, il prezzo..» borbottò con aria pensierosa «perfetto, scegline dieci» mi disse serio, puntando i suoi occhi azzurri nei miei, per poi sorridermi.
Ci pensai un attimo su, poi guardai bene il prezzo di ogni flacone.
«Sei pazzo?» chiesi tornando a guardare lui «Voglio dire, sono quaranta euro per dei colori!- realizzai con gli occhi spalancati. Lui non sembrò importarsese, alzò le spalle indifferente.
«Non fare lo stupido, io non spendo tutti quei soldi.» lo avvisai sicura, poi gli diedi la schiena per cambiare corsia, ma dopo qualche secondo mi ritrovai due braccia che mi stringevano la vita da dietro, senza permettermi di andare avanti.
Provai a fare un passo per liberarmi, ma non ci riuscii, sentii solo Niall che rideva alle mie spalle.
Così mi girai tra le sue braccia chiuse, e solo in quel momento mi accorsi di quanto fossimo vicini. Era strano per me, molto. Ma scacciai per un attimo i miei pensieri e parlai.
«Tanto non mi convinci a prenderli.» dissi a quel punto, ma lui non mollò la presa, e mi guardò sorridente.
«Vuoi scommettere?» mi chiese senza smettere di sorridere.
«Perchè? Altrimenti che mi fai? Non ho paura» Risposi con aria di sfida.
«Ah no? Dovresti averne invece.»
Stavo per rispondere, ma non feci in tempo perchè le sue mani si sganciarono e cominciarono a muoversi sui miei fianchi facendomi il solletico.
Era uno dei miei punti deboli, ma cercai di rimanere ferma.
«Ti è andata male, non soffro il solletico» dissi cercando di non ridere. Ma non ci riuscii per molto, infatti dopo soli pochi secondi scoppiai in una fragorosa risata e cominciai a dimenarmi tra le sue braccia che mi massacravano, fino a che entrambi non cademmo a terra.
«Basta Niall ti prego!» lo supplicai da sotto al suo sedere, senza smettere di ridere.
«Prima mi dici che sono bellissimo, che sono il fratello migliore del mondo, e che prenderai quei colori!»
Cercai di prendere fiato tra le risate, poi continuando a dimenarmi sotto di lui dissi tutto.
«Niall sei stupendo, sei il fratello che ogni ragazza vorrebbe!» risi e mi interruppi per prendere fiato.
«E?» fece lui aspettando che concludessi.
«E prenderò quei fottuti colori!» urlai in fine rilassandomi subito dopo.
Passato qalche attimo il suo sedere si alzò dalla mia schiena, io mi girai su me stessa mettendo la pancia all'aria. Avevamo entrambi il fiatone.
«Tutto bene qui?»
Niall, che mi stava guardando, si girò di dietro, ed io alzai la testa per vedere un commesso.
«Ehm, si tutto bene!» dissi poggiandomi sui gomiti.
Non sembrò molto convinto, ma poi se ne andò, e noi scoppiammo a ridere mentre Niall mi aiutava ad alzarmi.
Scelsi i dieci colori chiedendo ogni tanto consiglio a Niall, e mi sentii un po' in colpa quando lui tirò fuori i quaranta euro dal portafoglio.
Prendemmo la pesante borsa, io per un manico, e lui per l'altro, e ci incamminammo per tornare a casa.
«Nora, avresti voglia di iniziare il mio disegno già oggi?» mi chiese Niall interrompendo il silenzio. Ci pensai un attimo su, non avevo niente da fare, ed ero curiosa di provare a colorare con i colori nuovi.
«Certo» risposi sorridendo.
Quando arrivammo a casa presi tutti i colori, anche quelli vecchi, e con Niall li disposi aperti a terra, davanti ad una tela di taglia media.
Mi inginocchiai per terra, e decisi che prima avrei dovuto fare uno schizzo, non potevo fare un disegno a caso.
Così mi allungai e senza alzarmi riuscii a prendere i gessetti bianchi.
«Eehm, io che devo fare?» chiese Niall, grattandosi la nuca.
Ci pensai un attimo su, poi feci una domanda.
«Vuoi solo la faccia giusto?»
Lui rispose annuendo.
«Okay, allora siediti qui» dissi mostrandoglia il posto di fronte a me.
Quando si sedette iniziai ad osservare i lineamenti del suo viso, in ogni particolare.
Per un attimo rimanemmo entrambi seri, ma quando incrociai i suoi occhi scoppiammo entrambi a ridere.
«Okay, concentriamoci» dissi finendo di ridere e cercando di concentrarmi.
Lui prese un respiro e tornò ad un'espressione naturale.
 
«Ho fame» si lamentò Niall.
Erano passati poco più di quarantacinque minuti, e io stavo concludendo lo schizzo, in tutti i suoi particolari.
«E io ho male alle gambe» dissi mentre tracciavo un dettaglio di un occhio.
«Che ne dici se facciamo merenda?» mi chiese lui. Io sorrisi, poi staccai il gessetto dalla tela.
«Ottima idea.»
Mi alzai, mi stiracchiai, feci scrocchiare le dita, mentre lui mi guardava divertito.
«Possiamo andare» confermai io sorridendo.
Scendemmo le scale fino ad arrivare al salotto.
«Mmh, cosa vuoi?» mi chiese fermanosi e appoggiandosi al retro del divano.
«Ce l'hai la Nutella?» chiesi io sperazosa.
«Ovviamente sì.»
«Perfetto.»
«Aspettami sul divano!»
Feci come aveva detto mentre lui entrava nella cucina, e dopo poco lo vidi tornare con un barattolo di Nutella, e due cucchiai. Sorrisi, mentre lui accese la tele e si sedette accanto a me.
«A lei» disse progendomi un cucchiaio.
Lo presi sorridente, e lo immersi per prima nel barattolo, per poi assaporare quella sostanza che non mangiavo da un po'.
«Mi mancavi Nutella» farfugliai con il cucchiai ancora in bocca.
Niall rise guardandomi, poi immerse anche lui il cucchiaio.
Ero innamorata di quei momenti che avevo avuto modo di vivere poche volte. Buona compagnia, cibo, e divertimento. Avevo sempre pensato che questi momenti così semplici fossero quelli che ti facevano scoprire una persona.
Passarono circa venti minuti in cui chiacchieravamo e scherzavamo mangiando Nutella fino alla nausea; mi sentivo bene con lui, anche se era passato poco tempo era un ragazzo semplice, e fu facile per me iniziare a legare.
«Mh, a proposito!» sbottò improvvisamente lui distogliendo la mia attenzione da Spongebob, e dopo aver deglutito continuò.
«Sai che ieri sera a cena parlavamo che i miei hanno le ferie in questi giorni? Ecco, prima si stavano mettendo d'accordo, e hanno deciso che domani partono e si fanno una vacanza da piccioncini in un hotel al mare, quindi io ho deciso di chiamare qui gli altri quattro.. Niente, volevo avvisarti» concluse facendo spallucce. Io aggrottai la fronte non capendo.
«I fantastici quattro?» chiesi ironicamente, visto che non sapevo a chi si riferisse.
Lui mi guardò e scosse la testa.
«No, no. Gli altri quattro, intendo i componenti del gruppo! Nora, quelli della boyband di prima!» mi spiegò genticolando, e io scossi la testa.
«Giusto, mi ero dimenticata che tu sei una popstar e che io sono la figlia di Bloom. Sai, no, quella delle Winx!» dissi cercando di convincerlo.
«Ma non eri figlia di Brad Pitt?»
«Brad Pitt è il padre» risposi come se fosse stato ovvio.
«Scherza scherza, ma preparati spiritualmente ad una settimana in casa con cinque maschi.»
Scossi ancora la testa ridendo.
«Certo, d'accordo.»
Lui scosse la testa arrendendosi, e io risi.
«Niall, andiamo a piegare le tele e mettere a posto i colori?» dissi ad un certo punto, ricordandomi del disordine che avevamo lasciato in camera.
«Uh, giusto.»
Ci alzammo insieme, portammo Nutella e cucchiai in cucina, ed andammo in camera.
«Allora, tu mi chiudi tutti i colori bene e li metti sul terzo ripiano lì, io intanto piego i disegni.»
Lui annuì, e insieme ci mettemmo al lavoro.
Dopo che Niall ebbe finito di mettere a posto i colori venne ad aiutarmi ed insieme piegammo le ultime tele.

«Finito!» esclamò lui. Sorrisi, e stavo per rispondere, ma la mia attenzione fu attirata da qualcosa, fuori dalla finestra; il tramonto. Mi avvicinai alla finestra e spostai la tenda per aprire la portafinestra.
Subitò un'aria fresca si infiltrò nella camera che aveva preso i colori caldi del sole non appena avevo tolto la tenda.
«Vieni» chiamai Niall, notando che mi guardava perplesso.
Lui mi guardò, e poi annuì facendo spallucce.
Uscii seguita da lui, e mi sedetti appoggiando la schiena al muro, affiancata da lui.
Oltre le sbarre della ringhiera vedevo il sole pallido di settembre che lentamente scompariva dietro l'orizzonte.
Ero sempre stata attratta da fenomeni come quelli.
«Ti pioacciono queste cose, eh?» mi chiese Niall con voce pacata, osservandomi. In risposta sorrisi, ma non dissi niente.
Passarono alcuni minuti, forse dieci, in completo silenzio.
«Niall, tu li hai mai visti i colori?» chiesi piano, per non spezzare l'armonia che si era creata.
«C-certo li vedo tutti i giorni» rispose lui perplesso.
Sorrisi, come mi aspettavo non aveva colto in pieno la domanda.
«No, non hai capito. Intendo dire.. Descrivimi il cielo, il tramonto» chiesi infine, non sapendo come spiegarmi.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui forse Niall stava riflettendo, ma poi si schiarì la voce.
«Beh, è azzurro, con delle nuvole. E il sole sta scendendo proprio in questo momento, quindi ci sono anche del rosa e dell'arancione» rispose con gli occhi fissi su quell'orizzonte che trovavo sempre più bello.
«Vuoi sapere come lo vedo io?» chiesi senza spostare lo sguardo. Non avendo ricevuto una risposta continuai. 
«Il cielo, qui spora di noi, è di un blu intenso, che ricorda il colore dell'oceano. Il blu, il colore del mistero, e guarda caso nessuno di noi sa cosa c'è oltre quell'infinito blu. E poi guarda, scendendo verso l'orizzonte è sfumato, sfumato così bene che nemmeno ci si accorge che il blu diventa un azzurro lattigginoso. E quel colore invece descrive un'emozione tutta sua, che ogni persona potrebbe legare a qualcosa che ha provato nella sua vita. Poi quell'azzurro viene un po' bruciato dal sole, diventa rosa, un rosa pallido, rosa confetto, che ricorda il più delicato tra i fiori. Poi ci si avvicina a quell'angolo di sole pallido che spunta dall'orizzonte indefinito, e lì il cielo è di un'arancione intenso, per poi diventare quasi bianco nel punto da cui proviene la luce. Il bianco, la luce pura. Sai, quando si disegna, il bianco non viene mai utilizzato per colorare qualcosa di bianco. Perché tutti i colori vengono alterati da qualcosa. Da un riflesso, da un ombra, dalla luminosità. Il bianco viene invece utilizzato per i punti di luce, come negli occhi, per renderli vivi. Ecco lì fa quasi male agli occhi guardare, da quanto è chiaro e luminoso il sole. Guarda invece le nuvole, che siamo abituati a vedere sempre bianche, o grigie. Guarda come diventano scure e colorate in controluce. Lì in basso sono strisce confuse, tra l'arancione e il magenta, poi diventano violacee, non viola scuro, il viola di una pianta di bouganville appena sbocciata. E poi scompaiono, lasciando il posto al blu e alle stelle che stanno per spuntare. E tutto questo è invaso da uno strato di nebbia che rende tutto più opaco, come se fosse tutto creato da matite colorate.»
Ripresi fiato senza staccare lo sguardo da quello spettacolo.
Con il tempo avevo imparato ad apprezzare le cose.
Perché quando non ti rimane più nessuno, più niente, ogni piccola cosa diventa un sogno, diventa importante.
E la verità era che quella domanda aveva un significato molto più profondo di come appariva.
Ed io avevo appena aperto i miei sentimenti a quel ragazzo, senza che lui se ne accorgesse.
Pensai alla descrizione che aveva fatto lui, e sorrisi debolmente; non era riuscito a vedere tutta quella bellezza, eppure era lì davanti.
E infondo, pensandoci, tutto quel ragionamento sui colori è la base degli autolesionisti.
Hanno una vita così terribile, così pallida, da non riuscire ad essere felice, da non riuscire a vedere i colori. Ed è per questo che si lesionano, per vedere tutto ancora più triste e grigio. Perchè dopo che hai visto tutto grigio, quasi nero, anche il più squallido pallore sembra un bellissimo colore.
Questi erano i ragionamenti che facevo quando ero sola.
Ci pensavo su delle ore, fino ad avere delle rispose.
E non so se voi possiate capire quello che ho scritto, è difficile.
Infine mi girai verso Niall, il suo sguardo sembrava sognante diretto verso l'orizzonte.
Poi anche lui mi guardò, e mi sorrise debolmente.
«Entriamo?»
 
Fine flashback.
 
 
Allora? Che ve ne pare? Io non vi dico niente, solo che tra poco me ne devo andare perché qui sta arrivando un temporale da spiaggia..
Va beh, ovviamente Nora, visto che non esce dall'orfanotrofio da qualche anno, non conosce neanche l'esistenza della band di cui Niall fa parte, ma manca poco alla nostra entrata, e lì diciamo che.. Cambierà tutto.
Okay sta iniziando a piovere, ci vediamo domani gente!

-Harry.          
 






Hey there!    
Come state sweeties? Io bene, sono tornata l'altro ieri da un campeggio di dieci giorni e il 13 parto per andare al mare ew.
Ah, mi scuso per il ritardo, in realtà il capitolo era già quasi pronto prima che io partissi, ma non l'ho fatto per due motivi:
1. Non avrei avuto tempo di ricontrollare.
2. C'erano ancora poche recensioni, e sinceramente non mi andava molto a genio.
Comunque eccomi quii.
Spero che questo capitolo sia uscito bene, forse in certi punti il ritmo è un po' lento, spero non sia noioso.
La mia parte preferita è la descrizione del tramonto. Ci ho messo del mio, veramente. L'alba, il tramonto, le nuvole, sono cose che affascinano, non trovate?
Okay.
Sapete, prendendo spunto dal disegno che ho descritto
nello scorso capitolo, quello della ragazza, ho fatto un disegno. Non è coerente con la descrizione, già solo per il fatto che è ad acquarello e non a tempera, su foglio e non su tela. Però vabbè, anche se non vi interessa sotto metto la foto lol.
Allora vorrei ringraziare di cuore le persone che hanno recensito, in particolare propongo un BIG SHOUT OUT a myricae_ e Miilkshake_, le cui recensioni mi hanno davvero migliorato le giornate. Senza nulla togliere a tutte le altre, ovviamente.
Mi scuso se le immagini della protagonista non vi hanno soddisfatto, o se preferivate un'unica foto, ma come ho già detto è difficile dare una realtà ad un'immagine puramente inventata.
Here there is my drawing:



Lo so, è strabica, ha la faccia da rincoglionita, gli occhi sproporzionatamente grandi, e tanti altri difetti, 'sta porella. Però ci tenevo a farvelo vedere ew.
Ah sì, nel capitolo è citata la pianta di bouganville, per farvi intentere è questa.
Sì, sono fissata con i fiori, come potrete notare anche dalla storia La mia favola.
Bene, ho già occupato fin troppo tempo per lo spazio autrice. Se così mi posso definire.
Dunque a presto, aspetto un boom di recensioni, sempre ben accolte, soprattutto se avete correzioni o consigli.

 
Baci, Rayon.
  
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