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Autore: Madness in me    02/08/2014    4 recensioni
Una ragazza, un po' strana e complicata, con degli amici stravaganti.
La ragazza non crede nell'amore, non ci ha mai creduto eppure, in qualche modo, quel sentimento è riuscito a fregare anche lei.
Una storia che si intreccia tra amicizia, amore, paura, confusione e milioni di altri sentimenti che si svolgeranno all'interno di una trama di avventure stravaganti.
"She's a dwelling place for demons.
She's a cage for every unclean spirit, every filthy bird and makes us drink the poisoned wine to fornicating with our kings." -Avenged Sevenfold; Beast and the Harlot
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.
"You know you can't give me what I need. 
And even though you mean so much to me, I can't wait through everything."

 

 

 

 

Dopo la cena, parecchie ore, un paio di film e un paio di birre di troppo, come al solito, i ragazzi erano ubriachi persi.
Io riuscivo ancora a capirci qualcosa, ma ero abbastanza brilla anch’io.
Ero seduta in braccio a Vee da dieci minuti e stavamo seguendo lo scempio di partita all’xbox tra Matt e Johnny, quest’ultimo stava perdendo pietosamente, nonostante Matt fosse così ubriaco da riuscire a riconoscere, a fatica, i pulsanti sul controller.
Brian era completamente andato e se ne stava sdraiato sul tavolo in cucina, cantando canzoni romantiche al telefono ad Alice.
Jimmy invece non si era mosso di un millimetro, era rimasto piantato nella poltrona e aveva continuato a bere come fosse senza fondo.
“AZRIEL!” gridò Brian dalla cucina.
“CHE C’E’ ?” risposi, tra una risata e l’altra.
“ALICE HA FINITO PRIMA I SUOI IMPEGNI DI LAVORO, TORNA DOMANI POMERIGGIO, ANDIAMO A PRENDERLA IN AEROPORTO E LA SERA SI FESTEGGIA!” continuò lui dalla cucina.
“FANTASTICO!” gridai, sinceramente felice.
“Oh bene, torna l’altra pazza.” Sussurrò Jimmy.
Mi faceva fatica trattenermi dall’alzarmi e prenderlo a pugni in faccia quando lo sentivo parlare male di Al ma poi mi consolavo em i calmavo con la consapevolezza che Alice, prima o poi, gli avrebbe fatto scontare tutti i suoi stupiti atteggiamenti.
Sospirai.
“Allora direi che è ora che dormiate tutti un po’, dato che sono già le 6 di mattina” dissi, sentendo i ragazzi cominciare a borbottare e lamentarsi come sempre.
Mi alzai a fatica dalle gambe di Vee e, barcollando, spensi l’xbox a Matt e JC obbligandoli a salire al piano di sopra, feci lo stesso con Brian salutando Al e attaccandogli il cellulare, portai anche Zacky in camera mia e poi tornai in sala per sistemare il disastro che avevamo creato.
Jimmy era ancora seduto sulla poltrona e beveva l’ultima birra, seguendo ogni mio movimento con la coda dell’occhio.
“Va di troia in troia, quel ragazzo.” Borbottò.
Non mi voltai, non ero in vena di rovinarmi una bella serata solo per dare retta alle sue frecciatine acide.
Portai i cartoni delle pizze in cucina e li buttai nel secchio poi tornai in sala per raccogliere le bottiglie vuote.
Quando stavo per prendere l’ultima, ovvero quella appena lasciata da Jimmy sul tavolino, quest’ultimo mi afferrò per un polso tirandomi a sé di scatto, facendomi cadere tutte le bottiglie dalle braccia.
“Cosa.. Cosa cazzo vuoi ?!” domandai, sentendo già il cuore accelerare i battiti e vedendolo rimanere fin troppo serio.
Mi tirò ancora un po’ a sé, avvicinando fin troppo il viso al mio, a tal punto che sentivo il suo respiro sulle mie labbra.
“Stai giocando con il fuoco, ragazzina.” Sussurrò.
Deglutii a fatica “Di che .. di che diavolo parli ?”
“Lo so che lo stai facendo per darmi fastidio, cosa credi ? Ma ti sbagli. Io non sono interessato a te, probabilmente non riusciresti a soddisfarmi nemmeno per una sola notte di sesso. Quindi, se stai usando mio fratello solo per sperare di farmi qualche effetto, smettila.” Concluse, gelido.
Strattonai il braccio liberando il polso dalla sua presa, fuori di me.
“Tu sei fuori di testa, James! Io non voglio avere niente a che fare con te e non deve interessarti il perché io decida di fidanzarmi con qualcuno. Quanto a Zacky, è adulto e vaccinato, se vuole stare con me è perché lo vuole lui. Lasciami in pace!”
Quando finii di parlare Jimmy si alzò di scatto, fin troppo minaccioso per i miei gusti, senza mai staccarmi gli occhi di dosso e mi trovai ad indietreggiare finché non trovai il tavolino ad ostacolare il mio cammino e mi sbilanciai, cadendo a terra.
Jimmy ghignò e si avvicinò ancora un po’, portandosi poi a cavalcioni su di me.
Avvicinò il viso al mio, le labbra praticamente attaccate alle mie e mi ritrovai a trattenere il fiato, un groppo in gola e le lacrime che premevano per uscire.
“JIMMY.” Urlò Zacky, appena sbucato in salotto e Jimmy si voltò, con calma, inarcando un sopracciglio.
“Cosa cazzo fai ?” domandò ancora, avvicinandosi, visibilmente infastidito.
“Mi assicuro che la tua bambina si comporti bene.” Ghignò Jimmy.
“Lasciala in pace.” Concluse Zacky e Jimmy, ridacchiando, si alzò lasciandomi libera ed io schizzai tra le braccia di Vee che mi strinse a sé, protettivo.
“Ti pentirai di esserti messo con lei, lo sai, vero ?” domandò, ridacchiando, Jimmy.
“Non mi interessa ciò che pensi, Rev. Ora è la mia ragazza e ti conviene iniziare a trattarla meglio.” Rispose, piuttosto minaccioso, Vee.
“Oh.. mi stai minacciando, Vengeance ?” domandò l’altro e lo sentii muovere un passo verso di noi.
“Sì. Ti sto minacciando.”
A quel punto tirai su la testa dal petto di Vee ed incrociai il suo sguardo, sussurrando “Non litigate. Ti prego, Zee. Lascialo stare. Andiamo.”
Zacky mi guardò per qualche istante, lanciò una veloce occhiata a Rev poi mi prese per mano e si incamminò verso il piano di sopra.
Non mi voltai nemmeno un secondo sentendo il peso dello sguardo di Rev sulla schiena e quando raggiunsi la camera mi avvicinai alla finestra, spalancandola e accendendomi una sigaretta, nervosa.
Ero poggiata con i gomiti al davanzale della finestra quando Zacky mi affiancò.
“Stai bene ?” domandò, accendendosi una sigaretta senza guardarmi.
“Sì.. grazie.” Sussurrai.
Rimase in silenzio per qualche istante poi, lentamente, portò un braccio sulle mie spalle e mi attirò a sé ed io, sospirando fuori un po’ di fumo, poggiai la testa alla sua spalla.
“Non devi stare così male per lui, Az.” Sussurrò Vee, dopo qualche minuto di silenzio.
Non risposi, limitandomi a sospirare.
Se solo avessi potuto scegliere, pensava veramente che non avrei scelto di spegnere ogni sentimento che provavo per lui ?
“Lo so che è difficile. Lo capisco, meglio di chiunque altro. Ci sono passato anche io, ricordi ? Ricordi come Gena si prendeva gioco di me e mi trascinava come un cagnolino al guinzaglio ? E quanto ci ho messo per liberarmi da quel fottuto guinzaglio ? Tre anni. Eppure sono libero e sto meglio.” Continuò lui, poggiando una guancia alla mia testa, senza guardarmi.
“Come hai fatto a liberarti, Vee ? Perché a me sembra impossibile.” Sussurrai, la voce appena tremante.
“Con il sostegno tuo, di Alice e dei ragazzi. Ma soprattutto un giorno mi sono guardato allo specchio ed ho notato che quel guinzaglio non mi donava affatto, così l’ho tolto.” Concluse, stringendomi appena di più.
“Io.. non ci riesco.” Dissi, stringendo le dita intorno alla sigaretta.
“Perché non pensi di avere motivi validi per farlo, ma se io te ne dessi uno ?” disse, lentamente, allontanandosi quel tanto che bastava per guardarmi in faccia.
Sostenni il suo sguardo, confusa.
Lo vidi avvicinarsi lentamente al mio viso e poggiò le labbra alle mie, delicatamente, chiudendo gli occhi.
Rimasi rigida, stupita da un simile gesto.
Evidentemente, questo era completamente fuori dal suo “piano”, anche se a quel punto non sapevo più dire, esattamente, quale fosse il suo piano.
“Lasciati andare, Az. Fidati di me..” sussurrò sulle mie labbra.
Cosa avevo da perdere  ?
Mi ero lasciata andare così tante volte con perfetti sconosciuti, perché non farlo con Zacky ?
Avevo baciato così tante labbra per provare a dimenticare l’immagine di quelle di Jimmy, cosa cambiava se quelle di Vee si fossero aggiunte alla lista ?
E inoltre, la cosa poteva diventare più di una scopata e via.
Zee era sempre stato protettivo, con me, si era sempre preso cura di me senza mai farsi problemi quindi cosa rischiavo se avessi provato a lasciargli il mio cuore in mano ?
Poteva tenerlo, il mio cuore, poteva tenerlo e farne ciò che più preferiva perché tanto io non avevo fatto altro che distruggerlo e maltrattarlo.
Mi lasciai andare, ricambiando il bacio e lasciando cadere la sigaretta di sotto dalla finestra, chiusi gli occhi e legai le braccia dietro il suo collo, sentendolo sorridere sulle mie labbra.
Le sue mani scivolarono lentamente sui miei fianchi e mi tirò più vicino a sé, stringendomi contro di lui.
Il battito accelerò leggermente quando Zacky mi fece poggiare la schiena alla parete premendosi contro di me.
Sospirai pesantemente, gli occhi chiusi e la testa lasciata appena indietro, mentre lo sentivo scendere a percorrere la mia gola con la lingua e le labbra.
Sfilò la mia maglietta percorrendo poi le mie spalle, svelto, con le dita, fino a slacciare il reggiseno e scendere a baciarmi il petto, provocandomi dei veloci brividi lungo tutta la schiena.
Aprii gli occhi un istante, ansante e, come mi succedeva da anni, per un istante vidi gli occhi di Jimmy al posto di quelli di Vee e sobbalzai, mordendo un labbro a Vee che, fortunatamente, non si accorse del mio disagio.
Mi prese in braccio e mi fece sdraiare sul letto, finendo di spogliarmi svelto mentre io spogliavo lui, più con rabbia che altro e lasciai che mi facesse sua, svelto, mentre continuava a baciarmi e sfiorarmi.
Non mi controllai, nemmeno un po’.
Lasciai che dalla mia bocca uscissero gemiti e urli, senza controllare il tono di voce.
Non mi importava nulla.
I ragazzi dovevano sentire, tutti.
Uno in particolare.
Quando Zacky si tese contro di me mi morsi un labbro, inarcandomi contro di lui per poi sentirlo scivolare, ansante, di fianco a me e tirarmi a sé.
Mi rannicchiai tra le sue braccia, poggiando la testa al suo petto e lui prese a carezzarmi piano i capelli, tenendomi stretta.
Quando lo sentii regolarizzare il respiro mi rilassai appena e mi addormentai dopo poco, cullata dal battito del suo cuore.
Quando aprii gli occhi, l’orologio sul comodino segnava mezzogiorno e sospirai, alzandomi attenta a non svegliare Vee, andai a lavarmi svelta e poi mi rivestii, scendendo in cucina, superando come un razzo il divano dando per scontato che Rev stesse ancora dormendo.
Iniziai a preparare il caffè attenta a non fare rumore e misi la macchinetta del  caffè sul fuoco, sedendomi a tavola e accendendomi una sigaretta.
Quando la porta si aprì, per qualche istante trattenni il fiato e mi rilassai appena quando vidi entrare in cucina Johnny, in boxer, ancora rimbambito di sonno, che prese posto a tavola di fianco a me, sfilandomi una sigaretta dal pacchetto e accendendola, poggiando un gomito sul tavolo e il pugno chiuso sulla guancia.
“Qualcuno ieri sera ha fatto baldoria..” mi disse, sorridendo.
Arrossii appena, sorridendo anche io “A quanto pare..” sussurrai.
Poi mi alzai per versare il caffè in due tazzine e ne porsi una a Johnny, sentendolo ringraziarmi.
Ripresi posto di fianco a lui e iniziai a sorseggiare il mio caffè, fissandomi i piedi che dondolavano distrattamente a pochi millimetri da terra.
“Az.. posso chiederti una cosa ?” domandò improvvisamente Johnny, attirando la mia attenzione.
“Mh..” sussurrai, curiosa, le labbra poggiate alla tazzina.
“Sei ancora innamorata di Jimmy ?” sussurrò, assottigliando gli occhi.
Abbassai lo sguardo, colpevole.
Non potevo mentire dicendo di non provare più niente per Jimmy ma cosa sarebbe successo se avessi ammesso la verità ?
Avevo bisogno di Zacky, in un certo senso.
Una parte di me era certa che Vee potesse lenire le ferite ancora sanguinanti lasciate da Jimmy.
E l’altra parte ?
Oh beh, l’altra parte era quella che, nonostante sanguinasse a morte, continuava a cercare quel maledetto batterista ovunque, che ne sentiva il bisogno come fosse una droga.
Johnny poggiò, delicatamente, una mano sul mio braccio, tirandomi fuori dai miei pensieri e puntando gli occhi nei miei, guardandomi dolcemente.
“Ascolta, bimba..” cominciò ed io trattenni il fiato “So del “piano” di Zacky e so anche, per certo, come lo sanno Brian e Matt, che quello di ieri sera non era parte del piano ma che è successo e basta.. quindi, perché non provarci, mh ? Zacky è un ragazzo d’oro e così sei anche tu. Avete entrambi il cuore spaccato, magari insieme riuscirete a stare meglio. Però ti prego.. se dovessi capire che non sta servendo, che non stai guarendo, se dovessi renderti conto che lo stai facendo solo per infastidire Jim.. sii sincera con Zacky, capirà.” Rimase serio per qualche istante, poi mi sorrise di nuovo teneramente “Però puoi provarci. Smetti di pensare a Jimmy quando sei con Vee, almeno provaci. Vedrai.. ti farà bene.”
Rimuginai per una decina di minuti sulle sue parole, in silenzio poi mi alzai di scatto e mi misi seduta sulle sue gambe, poggiando la fronte alla sua spalla, aggrappandomi alla sua maglietta e chiudendo gli occhi stretti per non far uscire nemmeno mezza lacrima.
Johnny sospirò, stringendomi a sé e carezzandomi la schiena per poi sussurrare “Ehi, Az, va tutto bene. Va tutto bene. Al cuor non si comanda, no ? Quindi non farti una colpa se non riesci a toglierti dalla testa, facilmente, quello spilungone.”
Sospirai, senza tirare su la testa.
“Sei mai stato innamorato di qualcuno che non potevi avere ?” domandai, senza pensare.
Sentii JC irrigidirsi appena per poi rilassarsi con un sospiro “Sì..” sussurrò.
Alzai appena al testa, strusciandomi un pugno chiuso sull’occhio per poi guardarlo curiosa.
“Sì. E la cosa non passa facilmente. E’ difficile. Pesante. Ti schiaccia e non ti lascia forze, vedere la persona che ami tra le braccia di qualcun altro ma sai.. a volte bisogna mettere a cuccia il cuore e dare spazio al cervello. Bisogna chiedersi se vale la pena soffrire così e se la risposta è no, allora bisogna rimboccarsi le maniche, stringere i denti e andare avanti, lasciando quella persona alle spalle, trovando la forza e il coraggio per non voltarsi mai indietro.” Concluse, carezzandomi una guancia.
Tremai appena.
Sentire Johnny parlare in quel modo, devastato, vedendo nei suoi occhi quella tristezza schiacciante che cercava di nascondermi mi metteva una tristezza atroce.
Legai le braccia dietro il suo collo e lo abbracciai, stringendolo forte, sentendolo ricambiare la presa.
Quando sciolsi l’abbraccio e mi alzai, Johnny mi diede un bacio sulla guancia e si alzò per andare in bagno.
Mentre usciva dalla cucina, feci caso ad un piccolo dettaglio.
Sul suo collo c’era, ben visibile, il segno di un morso che andava a diventare viola.
Non mi sembrava di averlo notato la sera prima, quindi chi poteva averglielo fatto ?
Feci spallucce, sospirando e tornando a lavare le tazzine per poi accendermi una sigaretta.
Magari glielo aveva fatto Lacey e io, la sera prima, non ci avevo badato.
Mancavano quattro ore al ritorno di Alice e il pensiero di rivederla mi rendeva felicissima.
Mi mancava da morire.
Dopo dieci minuti, in cucina c’erano tutti i ragazzi.
Vee mi teneva in braccio mentre mangiava un cornetto, vicino a noi c’era seduto Matt che sorseggiava il caffè ridacchiando con Brian di fronte a lui, a capotavola c’era JC ancora rintronato dal sonno e seduto sul mobile vicino al lavandino c’era Jimmy che sorseggiava il suo caffè in silenzio.
Mi ero ben guardata dal non incrociare mai, per nessun motivo, lo sguardo di Jimmy, quindi non avrei saputo dire se lui stesso mi stesse ignorando o se, come faceva spesso, si stesse limitando a lanciarmi occhiate gelide e piene di disprezzo.
Ero presa a guardare i ragazzi che discutevano su chi avrebbe dovuto guidare fino all’aeroporto quando, posando lo sguardo su Matt, notai un piccolo dettaglio.
Matt aveva, appena dietro l’orecchio, un evidentissimo succhiotto che sembrava esser stato fatto da, al massimo, qualche ora.
Mi tornò in mente il segno del morso sul collo di JC e rimasi confusa e pensierosa.
Che fossero.. NO.
La mia mente, come suo solito, viaggiava senza limiti creando situazioni poco credibili e instabili.
Era solo una coincidenza, decisamente.
Scossi appena la testa per liberarmi da quei pensieri poi tornai a concentrarmi sui ragazzi.
Il tempo passò in fretta e ci ritrovammo in un batter d’occhio in aeroporto.
“Azriel, aiutami.” Disse, nervoso, Brian piazzandosi davanti a me mentre i ragazzi tentavano di capire da dove sarebbe sbucata Alice.
“Che succede, Brì ?” domandai, confusa.
“Il cappello lo metto o lo tolgo ? E i fiori glieli do qui o aspetto che siamo a casa ?” chiese, giocando nervoso con le dita.
Trattenni una risata.
Ogni volta era così, quando Al partiva Brian finiva sempre per passare un pomeriggio intero buttato o sul letto o sul divano di casa mia a bere birra e fumare, poi si riprendeva un bel po’ e infine quando andavamo in aeroporto a riprenderla, lui era sempre lì, in ansia, creandosi mille problemi stupidi.
Mi alzai in punta di piedi e gli sistemai meglio il cappello, sorridendo.
“Brì, ma ogni volta la stessa storia ? Andrai benissimo. Tranquillo.” Dissi infine vedendolo annuire e sospirare, raggiungendo poi Matt e gli altri.
Brian e Alice erano veramente una coppia formidabile e non lo dicevo solo perché erano, praticamente, mia sorella e mio fratello.
Loro due si completavano.
Alice era intelligente e impediva all’idiozia di Brian di commettere enormi stronzate ma, al contempo, Brian riusciva a calmare gli istinti di Alice impedendole, spesso e volentieri, di fare o dire cose di cui poi si sarebbe pentita.
In più si amavano tantissimo, forse troppo e forse un po’ li invidiavo anche.
Trovavo l’amore una cosa stupida, una presa in giro, un qualcosa di inesistente eppure loro due erano la ferma dimostrazione del contrario.
L’amore, tra loro, esisteva e dannazione com’era bello.
Ma c’era per loro e forse io un amore simile non l’avrei mai provato e sarei stata costretta a rimanere in disparte, seduta in un angolo ad osservare il loro, d’amore.
Però non mi dispiaceva poi tantissimo.
Alice e Brian erano perfetti per stare insieme e io desideravo solo il bene per loro.
“Ehi, bimba, ci sei ?” domandò improvvisamente Zacky, passandomi una mano davanti agli occhi.
Sobbalzai appena, incrociando il suo sguardo “Oh sì, scusa.”
“Pensierosa ?” domandò ancora, legandomi le braccia in vita e attirandomi a se.
Poggiai le mani sulle sue spalle ed annuii, senza smettere di sorridere.
“Pensavo ad Al e Brì.” Ammisi, poggiando poi la testa al suo petto e lasciandomi stringere.
“Come mai ?” chiese ancora, curioso.
“Perché Brian ogni volta sembra un bambino, inoltre so che se lui muore dalla voglia di rivederla beh, Al starà esattamente come lui, se non peggio.” Sussurrai.
Zacky mi diede un bacio sulla testa poi mi prese per mano e ci incamminammo verso gli altri che avevano finalmente capito dove saremmo dovuti andare per prendere Al.
Quando  Al ci raggiunse, trascinando la sua enorme valigia, non feci in tempo neanche a sorridere che Brian l’aveva già presa in braccio, urlando di gioia mentre lei gli si attaccava al collo, sorridendo, le guance appena rosse, rubandogli un leggero bacio.
Alice salutò tutti i ragazzi abbracciandoli per poi ricevere una pacca sulla spalla da Jimmy che le fece un mezzo sorriso.
Sospirai.
Jimmy era stronzo solo con me, in realtà.
E’ vero, Alice riusciva a tenergli testa senza problemi eppure lui con lei non era scontroso come lo era con me.
Quando Al mi raggiunse mi illuminai e la abbracciai forte, sentendola ricambiare la presa.
Dopo qualche istante sciogliemmo l’abbraccio e Al mi scompigliò i capelli prima di prendere per mano Brian che non smetteva di sorridere, proprio come un bambino.
“Allora..” cominciò Matt, prendendo la valigia di Al e affiancandoci “Andiamo tutti a casa mia, pranziamo lì e ce ne stiamo in piscina poi la sera le ragazze ci raggiungono e andiamo a quel pub nuovo in fondo alla via, quello che hanno inaugurato qualche settimana fa.” Concluse, sorridendo.
Zacky mi prese per mano mentre ci incamminavamo e non potei non notare l’occhiata confusa di Alice, sorridendole appena.
“Diamo il tempo ad Al di sistemarsi, magari.” Sorrise dolcemente Johnny.
Alla fine il diritto alla guida era giunto, non sapevo come, tra le mani di Jimmy.
Salimmo tutti e Brian aiutò Al a sistemare le valigie, poi anche loro si misero comodi sui sedili e partimmo.
Il viaggio fino a casa di Al fu, come al solito, pieno di musica, risate ed i sonori baci che Brian dava ad Alice, senza mai smettere di sorriderle, raggiante.
Raggiungemmo casa sua e aspettammo che Alice si sistemasse e si facesse una doccia, quando fu pronta uscimmo e raggiungemmo in dieci minuti casa di Matt.
I ragazzi erano in cortile, Jimmy e Matt facevano la brace mentre Johnny, Zacky e Brian facevano il bagno.
Io me ne stavo arrotolata su una sdraio e li osservavo sorridendo quando Al mi affiancò.
“Allora, devi raccontarmi qualcosa ?” mi domandò, inarcando appena un sopracciglio.
Sospirai, sorridendo e annuii, iniziando a raccontare.
Quando finii di parlare lei mi guardava, la testa appena inclinata da un lato.
“Cosa c’è ?” domandai, mordicchiandomi poi un labbro preoccupata.
“Non ti dirò che sono d’accordo con tutto questo, mentirei. Semplicemente perché ho paura che sia tu che Zacky ne uscirete ancora più distrutti ma.. Non posso neanche dirti che non spero che lui possa farti stare bene.” Disse, accendendosi poi una sigaretta.
Non dissi nulla, limitandomi ad annuire.
In realtà, nemmeno io sapevo se credere o meno in tutto ciò che stava accadendo.
Alla fin fine, ero ancora dannatamente innamorata di Jimmy e non ero certa che sarei mai riuscita a stare meglio ma avrei dovuto almeno tentare.
“VENITE A FARE IL BAGNO, VOI DUE!” gridò improvvisamente Johnny.
Non feci in tempo a rispondere che Zacky uscì dall’acqua e corse verso di me, prendendomi in braccio e rituffandosi in piscina trascinandomi con se.
Quando uscii dall’acqua, imprecando a gran voce, mi accorsi che Brian aveva giocato lo stesso scherzo ad Al.
Agganciai le braccia dietro il collo di Vee e mi lasciai trascinare in giro per la piscina mentre gli altri non facevano altro che urlare e ridere.
Zacky mi guardava, sorridendo e non potei fare a meno di rubargli un bacio per poi vederlo sorridere ancora di più.
Dopo un’oretta, eravamo tutti a tavola che mangiavamo tra le risate generali.
Il peso che avevo sullo stomaco da quella mattina mi impediva di mangiare e quasi mi schiacciava, nonostante tentassi di ignorarlo.
Tentai di non pensarci, la sera ci saremmo divertiti e finalmente eravamo tutti di nuovo insieme quindi tutto si sarebbe sistemato in fretta.
Almeno speravo.
Se solo avessi saputo ciò che in realtà mi aspettava, da quella sera ai mesi a venire, probabilmente mi sarei rifiutata anche solo di muovere un muscolo ma il destino si divertiva, fin troppo, a giocarmi tiri mancini, distruggendo i miei fugaci momenti di gioia per poi sghignazzarmi in faccia quando cadevo schiacciata dal peso di tutto ciò che era andato storto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Ed eccomi qui di nuovo.
Spero il capitolo piaccia.
Grazie a chi ha deciso di seguirmi anche in questa nuova storia.
Somuchlove,
Sah. 

  
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