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Autore: Zampa di lupo    02/08/2014    5 recensioni
Prilla,italiana di nascita, vive in Giappone. Un giorno mentre passeggia nel bosco affianco a casa sua trova un lago, lì conoscerà Rayan, suo nemico giurato, e i White wolves, bellissimi lupi bianchi. Ma da dove vengono queste bellissime creature? E cosa le stanno nascondendo?
A volte però non c'è tempo per i nemici, ormai in gioco è il futuro di qualcosa più che di due branchi di lupi.
*dalla storia*
(capitolo 5)
“No, la riga NO! Il prof mi ammazza se la prossima volta non ho la riga!” Lui ridacchiò. “Meglio per me allora!”
“Sei cattivo!”
“Sono il lupo nero, cosa ti aspettavi?”
“Che arrivasse il cacciatore a farti fuori.”
(Capitolo 9)
Mentre ci incamminavamo verso casa di Rayan mi ricordai che dovevo avvertire i miei genitori. “E i miei e Miki?”
“Li avvertiamo a casa mia. Muoviti, stiamo sanguinando, tu più di me, tanto.”
“Dovevi proprio ricordarmelo?”
“Ovviamente, sennò non ero io.”
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The White wolf and the Black wolf
Capitolo 8
Quando, quella mattina Miki si alzò mi trovò in cucina a scaldare il the. “Ciao, già sveglia?” mi chiese con voce assonnata. Mi voltai, sorpresa. “Tu, piuttosto, cosa ci fai in piedi? Vai a riposare! Alle cinque usciamo, non voglio lasciarti a casa da sola.”
“Perché? Dove devi andare?”
“Dove dobbiamo andare. Al lago, ci sarà una bella discussione. Ora vai e riposa ancora un po’.”
“Ma non abbiamo scuola?”
“Senti, per oggi saltiamo, domani poi ci pensiamo, chiaro?” Miki annuì e io sorrisi soddisfatta mentre lei si girava per tornare in camera mia. Mentre aspettavo che l’acqua per il the fosse pronta iniziai a pensare a come contattare Rayan. I White wolves non erano un problema, ma non sarebbe stato altrettanto semplice contattare il Black wolf. Non avevo recapiti di alcun tipo... Persa nei pensieri non mi accorsi che l’acqua stava bollendo fino a quando mi madre non scese le scale e mi chiamò arrabbiata. “Prilla! L’acqua!” Scattai in piedi e corsi a spegnere il fuoco sotto la teiera. Mia madre alzò gli occhi al cielo fissandomi. “Vado a vestirmi, devo uscire.” le dissi correndo poi fuori dalla cucina. Salii le scale ed entrai in stanza, presi i primi vestiti che mi capitarono tra le mani e mi cambiai, uscendo poi dalla finestra. Corsi nel bosco, fino al lago, dove, con un’incredibile fortuna trovai Ryan intento a fissare le statue dei lupi al centro della piccola distesa d’acqua. “Ciao Rayan! Ti stavo cercando!”
“Com sapevi che ero qui?”
“Intuito. Senti, tu e i Black potreste venire qui verso le cinque di questo pomeriggio?” chiesi fissandolo implorante. Lui finalmente si voltò verso di me. “Come mai?”
“Ieri... notte ho parlato con Jack, dice che, se per noi va bene sono disposti ad aiutarci, quindi sarebbe il caso che si riunissero tutti e tre i branchi.” Lui iniziò a riflettere, poi, scompigliandosi i capelli, fece spallucce. “Direi che non è male come idea. Quindi alle cinque?” Annuii e lui, facendomi un cenno di saluto con la mano, si addentrò tra gli alberi per avvertire i Black wolves. Scrollando le spalle mi diressi anche io nel bosco alla ricerca del mio branco.
 
Erano le cinque, io, Miki, Rayan ed entrambi i branchi di lupi stavamo aspettando l’arrivo dei Red. Li vedemmo uscire dalla boscaglia, a capo Jack con un sorriso smagliante. “Ciao! Che piacere vedere entrambi i branchi uniti!” Si beccò un’occhiataccia dalla maggior parte dei lupi. Mi girai verso Miki per presentarglielo, ma mi accorsi dal suo sguardo che qualcosa non andava. “Miki, tutto bene?”
“Lo conosco!”
“Chi, Jack?”
“Sì, ma non mi ricordo come mai.” disse grattandosi il mento, pensierosa. Il Red wolf rise e si rivolse alla mia amica. “Credo di saperlo io. Eravamo compagni di classe un paio di anni fa.” Miki rise annuendo. “Vero. Comunque è meglio se iniziate a parlare di quello che dovete, non vi disturberò.” A quel punto guardai Rayan che annuì. “Lupi, non possiamo farcela stando soli, ma due branchi, per quanto forti non bastano, dobbiamo essere tutti per poterli schiacciare sempre numericamente. Se usciamo vivi da combattimenti uno contro uno cosa succederebbe se fossimo due contro uno. Dobbiamo essere uniti.”
“Prilla ha ragione. Avete visto anche voi il putiferio che si è scatenato ieri per salvare Michelle. Con un branco in più potremo essere certi di avere la meglio in un’altra situazione del genere.”
“E poi non siamo molto influenzati dai cambi lunari, potremmo essere utili nei periodi di Luna piena o nuova per proteggere uno dei due assieme all’altro.” constatò Jack facendo voltare la maggior parte dei lupi verso di lui. Sentii dei mormorii diffusi tra tutti i lupi e sperai che non succedesse nulla. “Siamo tutti d’accordo.” annunciarono Daiany e uno dei Black wolves nello stesso istante. Sorrisi e tirai un sospiro di sollievo, che mi si mozzò in gola quando avvertii la presenza di qualcosa di sconosciuto avvicinarsi. Mi accorsi immediatamente di non essere la sola, infatti tutti si erano irrigiditi e fissavano nella stessa direzione nella quale avevo inconsciamente diretto il mio. Non sembrava una presenza minacciosa in sé, ma era strana. I lupi si misero in posizione di attacco e io, Rayan e Jack ci trasformammo seguendo il loro esempio. Dal bosco uscirono i  miei genitori. No, non erano loro, c’era qualcosa di strano. “Prilla! Rayan! Jack! Era ora che i tre fossero riuniti ora la profezia può compiersi. Che il destino vi sia avverso e la fortuna si sbendi per non aiutarvi mai.” Quelle non erano le voci dei miei genitori, c’era qualcosa di strano. “Sono Spiriti! Attenti!” gridò Aurti da un punto indefinito alle mie spalle. Gli spiriti presero a brillare trasformandosi in sagome color sangue dagli occhi neri e i denti affilati e bianchi. Iniziammo tutti a ringhiare. “Calmatevi lupi, non abbiamo intenzione di farvi del male. Vogliamo solo  parlare.”
“E di cosa?!” chiese Jack. “Della profezia. I vostri adorati lupacchiotti non ve ne hanno parlato? Alla fine non ci stupisce. Noi ve la diremo e voi la ascolterete con attenzione. La trovate scritta anche dietro ai vostri ciondoli.
 
Quando il male dal suo covo torna
Anche chi sempre si era nascosto
Giunge il tempo di lottare
Per ciò per cui ancora la pena vale.
 
Che i tre si uniscano sotto tre guide
Per combattere la minaccia che si sveglia
E risale dal suo profondo abisso
Che i loro tre cuori battano assieme.
 
Quando la tenebra giunge totale
La Luna scompare dal cielo
Senza forza i tre saranno
Ma se uniti alla notte sopravvivranno.
 
Misteri e ombre guidano il cammino
Mentre la luce d’argento intesse il dubbio
Ed il tradimento è alle porte
Che nessuno ceda alla scure della morte.
 
Sui vostri ciondoli è scritta in rune, abbiatene cura.” I due spiriti avevano parlato all’unisono, provocando in tutti un certo sconcerto. I due si voltarono e scomparvero nuovamente, trascinati come sabbia dal vento, letteralmente. “Ho bisogno di riflettere, andiamo Miki!”
“Scusa, ma dove vuoi andare? A casa ci sono i tuoi, e non penso sia una buona idea tornare a casa prima che tecnicamente sia finito l’orario scolastico.”
“Andiamo in gelateria, mi sembra ovvio!” esclamò Rayan, autoinvitandosi.
 
Al piccolo tavolino della mia gelateria preferita eravamo in quattro, alla fine si era unito anche Jack. Nessuno osava fiatare rischiando di rovinare il bellissimo silenzio presente in quel momento. Continuai a bere il Lemonmint senza curarmi degli altri fino a quando Jack non disse: “Secondo voi cos’erano quelli di oggi?”
“Aurti li ha chiamati Spiriti, ma non ho idea di che cosa siano.” Vidi l’ombra del tavolo vicino muoversi e staccarsi dal pavimento per creare strane forme. “Ragazzi... cosa sta succedendo?”
“Scusa Prilla, colpa mia, non me ne sono accorto.”
“Di cosa?”
“Non mi sono accorto che, assorto com’ero nei miei pensieri, ho iniziato a giocare con le ombre.” Subito lo guardai incuriosita. “Qualche giorno fa ho scoperto di poter muovere le ambre a piacimento, allungandole, sollevandole da terra, cambiandone la forma, rendendole solide.” A un suo muto comando l’ombra si allungò verso di me e mi scompigliò i capelli prendendo la forma di una mano. Rayan la riportò come prima e poi ci guardò. “Va bene, sappiamo uno dei poteri di Prilla, sappiamo uno dei miei... manchi solo tu Jack.” Il Red wolf sorrise e fisso un tovagliolo di carta usato appoggiato sul tavolo. Nel giro di pochi secondi quello prese fuoco. Michelle lanciò un urletto ed io, con calma, presi un sorso del Lemonmint e ce lo sputai sopra. “Che schifo Prilla!”
“Preferivi essere denunciato? Non so, magari i proprietari ci tengono a questo posto quanto me.” risposi. I tre scoppiarono a ridere ed io mi unii a loro, contagiata. Ci eravamo rilassati almeno un po’. Da quel momento iniziammo a parlare del più e del meno, evitando l’argomento ‘lupi’.
 
Io e Miki eravamo sedute sul letto, entrambe priva di sonno. Il pomeriggio in gelateria era volato, e noi eravamo state costrette a correre a casa per cenare. Nessuna delle due aveva mangiato molto, soltanto per evitare di dormire a stomaco vuoto, non che riuscissimo a dormire. Miki aveva il costante terrore che sarebbe arrivato qualcuno a rapirla, ed io non riuscivo a smettere di pensare. Aveva trascritto la strana profezia e avevo iniziato a tentare di decifrarla, inutilmente. Ne avevo ricavato solo cose che sapevo già, che ci sarebbe stato un tradimento, che in qualche modo la Luna sarebbe scomparsa, non sarebbe stata nemmeno nuova, e, per finire in bellezza, un grandissimo e fastidiosissimo mal di testa. Ciò non solo mi impediva di dormire, ma anche di pensare lucidamente. Avevo provato con qualcosa per cacciarlo via, ma non era servito a nulla. Mentre cercavo di svuotare la testa alla ricerca di un po’ di pace sentii Miki russare. Sorrisi, anche se durò poco. Non lo sopportavo più, così aprii la finestra ed uscii. Appena l’aria della sera mi avvolse mi diressi a passo spedito a quello che, in qualche modo, era diventato un punto di ritrovo e di riflessione, il lago. Quando lo sentivo ormai vicino presi a correre trascinata da una forza incontrollabile. Non appena arrivai il mio mal di testa sembrò peggiorare. Il mio cervello lanciava fitte sempre più acute. Appena prima di cadere a terra per il dolore vidi Rayan e Jack spuntare e iniziare a tenersi la testa. Sentivo la mia pulsare, e a quel punto svenni.
 
“Benvenuta! Spero tu sia lieta di essere qui!”
“Che sta succedendo?”
“Non ci arrivi? Stupida ragazzina! Io sono la prima White wolf! Come hai osato far unire i branchi?! Hai dato il via alla profezia!”
“Le profezie sono fatte per compiersi.”
 
A quel punto riaprii gli occhi mettendomi a sedere. Avevo il fiatone come se avessi corso. Mi tirai in piedi di scatto e guardai i due ragazzi stesi a terra. Loro si stavano ancora contorcendo per il dolore. C’era qualcosa che non andava. Corsi affianco al lago. Stava succedendo qualcosa di strano. Il fondo sembrava splendere. ‘Usa l’acqua’. Subito pensai di essere impazzita, sentire delle voci nella propria testa non era molto normale, ma del resto non avevo nulla da perdere. Presi l’acqua tra le mani e, cercando di farne cadere a terra il meno possibile mi avvicinai a Rayan. Gli versai l’acqua in testa e lo vidi calmarsi. Corsi indietro e feci la stessa cosa con Jack, cinque minuti dopo erano entrambi seduti e mi fissavano. “Cos’è successo? Ricordo solo un gran mal di testa, ma non ero qui, come ci sono arrivato?” chiese Rayan, mentre Jack annuiva alle sue parole. “Non so come siate arrivati qui, ma deve essere stato un istinto, senza l’acqua del lago probabilmente sareste ancora a terra dal dolore.” Mi sedetti davanti a loro, poi mi ricordai di Michelle e, senza troppe cerimonie, corsi a casa, seguita dai due.
 
Già da sotto la finestra sentii il russare di Miki e mi calmai. “Si può sapere perché abbiamo corso in questo modo fino a casa tua?”
“Avevo lasciato Miki da sola, il mal di testa mi impediva di ragionare.”
“Perché non ci hai detto che anche tu avevi avuto il mal di testa?”
“Non mi sembrava importante, l’unica cosa importante forse è stato come mi è passato.” Mi guardarono aspettando che continuassi. “Ho parlato con la prima White wolf. Mi ha detto che avevo fatto avverare la profezia e che non dovevo, ma se è una profezia è destino che si compia, si può solo ritardare.”
“Ma come si dice: via il dente via il dolore. Almeno non lasceremo questo fardello sulle spalle di altri.” disse Jack guardando a scatti me e Rayan. “Giusto. Ora sarà meglio se torniamo tutti a casa. Qui c’è qualcosa che non va, e non va tanto.”
 
Rayan’s POV
 
Subito dopo un veloce scambio di saluti Prilla era salita in casa attraverso la finestra, mentre io e Jack ci eravamo incamminati nel bosco per separarci praticamente subito. Ero ormai a casa quando mi bloccai. Pensai al mal di testa, lo avevamo avuto tutti e tre, e non poteva essere una coincidenza che proprio il giorno in cui ci avevano parlato della profezia ci fosse venuto un simile mal di testa. Eravamo andati tutti e tre al lago, e quello era molto semplice da spiegare, istinto, ma cosa ci aveva provocato quell’emicrania? Pensai al pomeriggio. Dopo l’incontro lo avevo passato a casa sdraiato sul letto a riflettere sulla profezia, ed era lì che era iniziato, in qualche modo doveva centrarci. Quante erano le possibilità che anche gli altri due wolf stessero riflettendo sulla stessa cosa? Sospirai e suonai al campanello del grosso edificio fatto di appartamenti. Subito mi rispose la voce di mia madre: “Rayan! Ci hai fatto prendere uno spavento! Per quale ragione sei uscito di casa così di corsa? Muoviti a salire.” Sentii il tipico ronzio che annunciava che il portone era aperto ed entrai. Il mio appartamento era a piano terra, quindi non ci misi molto a raggiungerlo.
 
Dopo quella che mi parve un’eternità mia madre smise di parlare del fatto che ero corso fuori di casa e potei chiudermi in camera. Non riuscivo a smettere di pensare a quello che era successo. Mi tornarono in mente anche le parole di Prilla, la prima White, per qualche ragione, temeva la profezia. Cercando di distrarmi osservai la stanza. Era un rettangolo abbastanza grande al cui centro c’era il letto, e sotto la finestra, dal lato opposto alla porta, la scrivania. Non servì però a molto, nel giro di pochi secondi pensavo già nuovamente alla profezia. Era chiaro che parlava del Black wolf, del White wolf e del Red wolf, quindi di me, Prilla e Jack. In testa avevo una gran confusione e temevo che il mal di testa tornasse se avessi ripreso a pensarci intensamente alla ricerca di una soluzione. Cercando di svuotare la mente iniziai a contare le pecore, e alla fine mi addormentai.
 
Prilla’s POV
 
Tornata in casa tentai invano di dormire, continuavo a pensare a ciò che era successo, ero quasi certa che quel mal di testa centrasse in qualche modo con la profezia che ci avevano rivelato gli spiriti. Mi chiesi se sarebbe stato utile provare a parlare nuovamente con loro. Poi le possibilità per il mal di testa erano varie. Poteva essere una qualche strana maledizione avente a che fare con la profezia, oppure un effetto collaterale dell’incontro con gli Spiriti. Immersa in questi pensieri piombai nel sonno.
 
Corro, ormai è normale, ma questa volta è diverso. Non mi sta inseguendo nessuno, sto correndo verso una meta precisa, ma non so quale sia. Seguo l’istinto cercando di capire i suoi ragionamenti inesistenti. Scosto le fronde di qualche albero che mi oscurano la vista mentre rallento, sono arrivata. Mi fermo e osservo il meraviglioso e inquietante spettacolo che mi si presenta davanti. Un lago, diversamente da quello dove ci riuniamo di solito io e i White è tondo, perfettamente tondo. È scuro e sulla superficie si riflette la luna divisa a metà, due metà perfette, una bianca e una nera, almeno in cielo, il riflesso è del tutto rosso sangue. Mentre lo  fisso questo sembra allargarsi tingendo il lago di rosso. Dal suo centro provengono dei lamenti lugubri, più simili a urla. Sento il cuore contro la cassa toracica, se non mi calmo probabilmente salterà fuori. Mi avvicino piano, guardandomi intorno. All’improvviso compare un bagliore bianco intorno al perimetro del lago, e il rosso del sangue si spande sulla terra, perché ora, intorno all’acqua ci sono i corpi dei White wolves, dei Black wolves e dei Red wolves. Sento un pianto straziato e mi accorgo che sono io a piangere in questo modo. Mi asciugo gli occhi e porto le mani davanti al viso, accorgendomi che quelle che ho asciugato non erano lacrime, bensì gocce di sangue.
 
Mi svegliai con un urlo. Il cuore batteva veloce, avevo il respiro affannoso, non ero nemmeno certa che l’aria raggiungesse i polmoni, visto che li sentivo bruciare. Trassi un respiro profondo e guardai verso la finestra, il sole era alto, probabilmente era passato da un po’ l’orario scolastico. Mi chiesi quanto avessi dormito, e quando lanciai uno sguardo alla sveglia mi accorsi che erano le due di pomeriggio. Miki non era in camera, ma in casa non sentivo rumori, probabilmente era a scuola, in effetti quel giorno avrebbe dovuto finire verso le quattro a causa dei laboratori pomeridiani. Tentai di alzarmi ma mi accorsi subito che le gambe non avrebbero retto il peso. Mi rimisi seduta e mi toccai la fronte. Non seppi dire se fosse calda, ma notai il biglietto affianco alla sveglia. “Tesoro, noi e Miki siamo usciti, ti abbiamo lasciato riposare, quando ho provato a svegliarti mi sono accorta che ti era salita nuovamente la febbre e ti abbiamo lasciato riposare. In cucina, sul tavolo, c’è del the se ti va, è il tuo preferito, quello alla menta.
Mamma”. Sorrisi e provai ad alzarmi di nuovo, questa volta andò meglio e riuscii ad andare fino in cucina. Sul tavolo era appoggiata una tazza piena di the e tre bustine di zucchero. Il cucchiaino era appoggiato affianco. Senza pensarci due volte lo bevvi, poi tornai in stanza. Ripresi a riflettere sugli avvenimenti del giorno prima lungo le scale, e quando arrivai in stanza ci trovai Rayan, seduto sul davanzale della finestra, e Jack, sulla poltrona della scrivania. “Che succede?”
“Che abbiamo una teoria, o meglio due, sugli avvenimenti di ieri.”
“Ovvero?”
“La prima è che sia stata colpa degli Spiriti, che abbiano fatto qualche sorta di incantesimo o che sia un loro potere.” rispose Jack. “La seconda è che la colpa sia della profezia. Una maledizione o qualcosa di smile.”
“Sono più propensa per la prima, mi sembra difficile maledire una profezia, sempre che le maledizioni esistano. Potrebbe comunque essere vista la paura che sembrava averne la prima White wolf.” dissi senza accorgermene, immersa nei pensieri. Jack mi osservò un attimo. “Prilla, stai bene?” Lo guardai interrogativa mentre Rayan mi raggiungeva e metteva una mano sulla mia fronte e una sulla sua. “Cavolo! Scotti un sacco! Hai un bel febbrone! Cosa ci fai ancora in piedi! Muoviti a sdraiarti a letto!”
“Basta che voi stiate qua e che continuiamo a pensare a quello che è successo, c’è qualcosa di strano.” I due accettarono e ben presto fummo coinvolti un una discussione molto accesa sulla teoria più probabile, che convenimmo essere quella per cui erano stati gli Spiriti. “Ma come e perché, soprattutto?”
“Direi che qui occorre una riunione con i lupi, o non penso se ne possa venire a capo” rispose Jack alzandosi e uscendo dalla finestra.

Angolo della noiosa autrice
Ebbene sì, sono tornata e credo che riuscirò a pubblicare anche ad agosto. Spero che nessuno abbia abbandonato la lettura della storia e che abbiate passato un ottimo luglio grazie alla mancanza di aggiornamenti. Il capitolo non è lunghissimo, e spero anche di non aver esagerato nel sogno, non so perchè ho avuto questa strana voglia di una scena con del sangue, non c'erano conflitti, ma in qualche modo dovevo mettere del sangue. Detto questo...
Ringraziamenti:
Grazie a: meneguzza, Vyolet e Elis in wonderland per aver recensito
Grazie a: black liberty, Elis in wonderland e meneguzza per aver messo la storia tra le preferite
Grazie a: meneguzza e Vyolet per aver messo la storia tra le ricordate
Grazie a: Giughi10, Julia_Greenshade, Kamyla e morga98 per aver messo la storia tra le seguite.
Ringrazio anche gli eventuali lettori anonimi.
A sabato prossimo, bacioni :*
            Prilla
  
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