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Autore: applestark    02/08/2014    1 recensioni
A.U. ; Probabile OOC;
Un anno dopo la fine del liceo. Scott, Stiles e Lydia si sono trasferiti a San Diego per il college, e finalmente le cose sembrano essere tornate alla normalità.
Per Dianne White, invece, la gioventù è appena cominciata, lì al college con i suoi nuovi amici. Tuttavia, una minaccia incombe nuovamente sui ragazzi, e Dianne dovrà fare i conti con ciò che realmente è la sua nuova vita, la sua nuova comitiva, e soprattutto dovrà fronteggiare i pericoli nei quali incorre ogni volta che il suo cuore perde un battito per Scott McCall, un licantropo.
Enjoy ;)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Due
 
It’s time to begin, isn’t it?
 

Il bagno dell’appartamento non era certamente quello di casa mia, tuttavia riuscii comunque a fare una doccia nonostante ci stessi tremendamente scomoda, vista la mia altezza.
Con calma uscii dal bagno, ancora in intimo e sgattaiolai nella camera mia e di Lydia. Lei, dall’altro lato, chiuse frettolosamente la telefonata e mi raggiunse.
-Cosa metterai?- chiese con il tono di chi ha già qualche sospetto.
Lei indossava una splendida minigonna blu a pois bianchi e una camicetta, stava davvero bene. Ma io con quei vestiti non mi ci sarei mai vista!
Io ero semplicemente Dianne jeans e t-shirt e una passione per le tecnologie.
-Credo un paio di jeans- risposi sinceramente, mentre frugavo nella mia valigia alla ricerca di qualcosa.
-Dolcetto, queste sono cose che metti quando vai…a lezione- disse lei, alzando gli occhi verdi al cielo.
-Non ho altro-
La rossa mi si avvicinò, punzecchiandomi una guancia. –Sei così…innocente.-
-Io non…-
-Senti, ti presterò qualcosa! Ci stai?-
Scossi la testa. –Credo che i tuoi vestiti mi andranno corti… non voglio dire che tu sia bassa per l’amor del cielo…-
-Calmati, ho capito. Non fa niente!-
Tirai un sospiro di sollievo , e seguii Lydia verso il suo armadio, dove centinaia di vestiti erano perfettamente sistemati sulle grucce in ordine cromatico.
-Wow…-
-Ho già in mente qualcosa…- sussurrò lei, con aria di sfida, e in men che non si dica mi trasformai in un’altra persona.
Le bastarono quaranta minuti, quindici dei quali solo passati a scegliere l’outfit perfetto per me.
Quando mi guardai allo specchio pensai di poter essere all’altezza di una delle cheerleader della mia vecchia scuola. Indossavo una minigonna a tubino blu corta e a vita alta con un cinturino sulla vita. Un semplice top bianco e una splendida collana vistosa turchese. Feci un giro su me stessa, contenta che Lydia mi avesse concesso di indossare un paio di ballerine, e istintivamente l’abbracciai. Gesto piuttosto raro per me, visto che con gli sconosciuti evitavo ogni tipo di contatto fisico o visivo.
-Ti piace?- chiese lei, osservandomi dal letto.
-Si, ti ringrazio. Anche il trucco è molto bello-
Avevo l’eyeliner blu e un gloss con i brillantini, semplice ma comunque carino. Anche i capelli erano a posto, Lydia aveva pettinato in maniera ordinata il mio caschetto, lungo più o meno fino alle clavicole.
Non mi ero mai sentita a posto come in quel momento, probabilmente avevo bisogno di un po’ di shopping.
-Prego. Vedrai che ci divertiremo!-
Lydia non finì nemmeno di parlare che bussarono alla porta.
-Saranno i ragazzi, tranquilla-
Annuii, e insieme ci alzammo per andare all’entrata. Mentre la mia coinquilina si intratteneva con “i ragazzi”; io gettai un veloce sguardo alla cucina. I mobili erano tutti bianchi e sul tavolo c’erano delle peonie glicine, sicuramente opera di Lydia.
-Di! Esci fuori su!-
Annuii, e con la borsetta a tracolla mi precipitai fuori alla porta.
Davanti a me c’era il ragazzo di poco prima e quello che sembrava essere il suo migliore amico, un giovane alto e dal portamento buffo.
-Dianne, Scott lo conosci già, ti presento Stiles-
Allungai una mano verso Stiles, e sorrisi. –Piacere di conoscerti-
-Piacere mio, coinquilina di Lydia-
Accennai un sorriso,  e guardai di sottecchi Scott, che alzò timidamente una mano. –Ciao-
-Ciao- sussurrai, e Stiles agitò in aria le chiavi dell’automobile.
-Tutti nella mia Jeep-
-Si, andiamo.- Lydia mi passò un braccio sulle spalle e trotterellammo fino alla macchina del ragazzo buffo, che prima di mettere in moto ci raccomandò di mettere le cinture di sicurezza.
-Ragazzi, vi prego di non fare cose stupide o spaventeremo Dianne-
Sorrisi timidamente.
-Di, non sai da quanto ti sto aspettando! Non avrei resistito un minuto di più con questi due…maschi- sbottò, aprendo il finestrino ed esponendo il suo viso al venticello californiano.
-Sono contenta, anche io non vedevo l’ora di conoscerti- confessai, e dopo piombò il silenzio.
“Oh” pensai, “è solo colpa mia, è solo colpa mia”, e presi ad agitarmi di nuovo. Tuttavia non era evidente, a meno che non posavi una mano sul mio petto.
-Tutto bene, Dianne?- esclamò Scott, voltandosi verso di me e lasciandomi a bocca aperta.
-Si, si…- balbettai, e non so perché Stiles fulminò con lo sguardo il povero Scott.
-Accendiamo la radio!- intervenne Lydia, come se volesse voltare pagina immediatamente. Non compresi, ma immediatamente non ci feci caso, perché passò Katy Perry alla radio con Teenage Dream.
-E’ questo il locale che dicevi?- domandò Stiles, frenando bruscamente.
-Si, si, è qui che si ritrovano tutti gli studenti del college- rispose Lydia, prendendo lo specchietto dalla borsetta e controllando che il trucco fosse apposto.
-Come sto?-
-Sei un amore, Dianne. Però via quest’espressione da cerbiatto indifeso! Via!- scherzò, dandomi una gomitata ed aiutandomi poi a scendere dall’auto.
Le minigonna erano una vera e propria noia, da quel punto di vista.
Una volta tutti fuori, Lydia fece strada a tutti e tre verso quel locale, chiamato “Sex on the beach”, nome piuttosto ambiguo.
La musica a palla si sentiva chiara e tonda già dal parcheggio, ed io realizzai che non ero mai uscita a quell’ora, non senza i miei genitori.
Che stessi cominciando a vivere? Era pure l’ora di iniziare!
 
Lydia Martina era davvero instancabile. Ballava a più non posso su un paio di trampoli, ed attirava tutti gli sguardi su di lei, con il suo fascino. Adoravo i suoi capelli color biondo fragola, fluttuanti e pieni di vita, dovevano essere sicuramente molto curati.
Io dopo qualche canzone mi ero dovuta mettere in disparte perché avevo mal di testa, e quindi in quel momento ero seduta al bancone degli alcolici del locale in mezzo a Stiles e Scott.
-E’ davvero fantastica- commentai, alludendo a Lydia.
-Già… tremendamente fantastica- mi fece eco Stiles, appoggiando entrambi i gomiti sul bancone e guardandomi sconsolato.
In quel momento ebbi il sospetto che quel ragazzo avesse una cotta per la mia coinquilina, quindi spalancai la bocca come per parlare, ma lui fece prima di me.
-Si, si, sei perspicace. Lydia mi piace-
-Oh ma è una cosa carinissima!- gridai, consapevole che con quella musica a palla non mi avrebbe sentita mai e poi mai.
-Un po’ meno se… se le stai dietro dalla terza elementare ma a lei non importa- commentò secco Stiles, facendomi venire una gran voglia di abbracciarlo.
Potevo capirlo, potevo comprendere quella senso di solitudine provocato dal fatto che tutti hanno un amore adolescenziale e tu no.
O tu non vieni ricambiato.
-Dai, magari adesso ti noterà… siamo al college-
Scott si voltò verso di me, stringendo tra le mani un bicchiere con del liquido arancione dentro e del ghiaccio.
-Sei una buona consolatrice-
Alzai lo sguardo verso di lui e scrollai le spalle.
-Stiles, dovresti andare a ballare anche tu-
Ritornai al ragazzo, che si alzò repentinamente dallo sgabello e fece una giravolta su se stesso.
-Ti sembro un buon ballerino?-
-A dir la verità…ho conosciuto persone peggiori-
-Okay allora mi butto-
-Buttati-
Alzò la mano e io gli diedi il cinque, poi lo vidi avvicinarsi a Lydia, ed essere però preso in disparte da un’altra ragazza, che era distante miglia dalla rossa del suo cuore.
 
-Tu non vai?- mi chiese dopo un po’  Scott, posando lo sguardo sulla folla di persone sparse per la sala, illuminata solo da fari blu e verdi.
-Non mi va, io non sono abituata a questo genere di…posti-
Seguii il suo sguardo, e lo senti prendere un respiro e poi buttare fuori l’aria.
-E tu?-
-Io non… non va nemmeno a me.-
-Capisco.-
Calò un imbarazzante silenzio, ed io desiderai ardentemente di poter essere una di quelle ragazze civettuole e belle da morire, capaci di attirare le attenzioni dei ragazzi semplicemente passandosi una mano tra i boccoli.
Ma non ero così, io ero fatta di un’altra pasta, e quello era il mio difetto e il mio pregio più grande. Il motivo della mia sofferenza, della mia insicurezza, ma anche del mio buon temperamento.
-Cosa studi?-
Alla fine gli feci quella domanda un po’ banale, che però lo riportò di nuovo sul pianeta Terra. Sembrava stranamente pensieroso, o probabilmente lui era proprio così ed io non lo sapevo.
-Io sono entrato al college grazie alla borsa di studio per il lacrosse. Studio Veterinaria, ma non me la cavo bene con la matematica- ammise, e un sorrisetto sincero gli apparve sulle labbra.
-Oh, se hai bisogno di aiuto io ci sono…okay? Me la cavo con la matematica, studio Ingegneria informatica-
-Caspita, devi essere un genio-
Annuii imbarazzata.
-A te piacciono gli animali?-
Scott annuì. –Si, ho lavorato anche in un ambulatorio veterinario qualche anno fa-
-Interessante. E…qual è il tuo animale preferito?-
Mi pentii immediatamente di aver fatto quella domanda, visto che suonava infantile ed ingenua. Infatti Scott si mise a ridere, prima di rispondermi.
-Beh mi piacciono…i cerbiatti.- disse dolcemente, e scrutandomi negli occhi.
-Capito. A me i delfini-
-ULALA’! Vedo che avete fatto conoscenza!-
La voce di Lydia, squillante ed inconfondibile, si fece spazio tra la folla, e poi lei ci raggiunse materialmente.
-Si…-
-Ommioddio dov’è finito Stilinski?-
Stilinski?
-Stilinski è il cognome di Stiles- mi suggerì Scott, indicando poi l’amico, che cercava di sfuggire a una spogliarellista.
-Stiles! Ti avevamo perso!- disse Lydia, dando un colpetto sulla testa del ragazzo, che sorrise beato.
Lo trovavo molto dolce, così diverso dallo stereotipo di ragazzo da college.
-Abbiamo il coprifuoco, dovremmo tornare-
Lydia tornò seria, e iniziò a spingere tutti e tre fuori da quel locale. Guardai l’ora sullo schermo del mio cellulare e scoprii che era mezzanotte passata, e dovevamo assolutamente tornare al campus.
-Dovremmo muoverci ragazzi, a quest’ora ci possono essere strane…persone- balbettai, poco prima di entrare nella Jeep.
Lydia si scambiò uno sguardo di intesa con i ragazzi, poi diede una pacca sulla spalla a Scott e si avvicinò al mio orecchio.
-Tranquilla, sei al sicuro con McCall- sussurrò, facendomi evidentemente arrossire.
 
Grazie al Cielo ci volle poco per arrivare alla San Diego University, e in fretta e furia attraversammo il campus per giungere al nostro appartamento, collocato a qualche chilometro da quello dei ragazzi.
Io e la rossa entrammo in casa e chiudemmo per bene la porta, poi ci volle una buona mezz’ora per struccarci, fare una doccia, lavare i denti e mettere il pigiama.
Alla fine andammo a letto all’una e qualche minuto, ed io feci praticamente un fosso nel mio letto.
Dormii benissimo quella notte, come non avevo mai fatto, e ciò mi stupì.
Era come se la mia adolescenza stesse iniziando, a diciannove anni.

 
  
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