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Autore: Doomsday_    03/08/2014    6 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Angolo Autrice: Salve gente! Vi avviso subito che questo capitolo è un pochettino più lungo dei precedenti, ma non me la sono sentita di dividerlo in due parti, visto che con questo si conclude ufficialmente la prima parte della storia! Non mi sembra vero di essere già arrivata a questo punto! *^* *Lacrimuccia*
Quindi leggete e commentate numerosi <3
Ringrazio di cuore BekkaMalfoy e NarcissaBM per le vostre preziose e bellissime recensioni! Vi adoro <3
E ringrazio anche con tutto il cuore le 15 persone che hanno aggiunto la storia nelle preferite, le 31 che l'hanno aggiunta nelle seguite e le 4 nelle ricordate.
Un bacione a tutti,
Giuliii





Solo un attimo di respiro.





« Non trovi anche tu che Daphne passi molto più tempo insieme a Zabini? ».
Si trovavano sdraiati sul prato, davanti al Lago Nero. Asteria mangiava annoiata le sue Caramelle Tutti Gusti + 1, mentre Sean era completamente assorbito dall'ultimo libro della serie "La lettera incantata - Il difficile caso di Howthorne l'Auror".
Abbassò il volume poggiandolo sul petto, le sopracciglia alte, per seguire lo sguardo sbieco di Asteria posato sulla sorella, la quale sedeva su di una coperta in compagnia di Blaise Zabini.
« Asteria, stai per caso malignando? ».
La ragazza si sentì punta nel vivo: « Certo che no! » esclamò afferrando "La lettera incantata" e sbattendolo sulla testa di Sean.
Lui rise riappropriandosi del libro « Dai, non c'è nulla di male. Se Daphne si lascia conquistare da Blaise, tu e Draco... »,
« Non c'è nessunissimo "me e Draco", Sean! » lo interruppe lei, con tono categorico. « Penso soltanto che Zabini non sia adatto a mia sorella » disse ricordando il breve scambio di parole durante la festa di Natale a villa Malfoy. « È interessato a lei in un modo che non mi piace, soprattutto adesso che è ben consapevole che lei è già impegnata. Non sembra dimostrare un minimo rispetto, ecco tutto » sbuffò e il suo fare impettito fece nuovamente ridere Sean.
« Smettila immediatamente! » lo avvisò Asteria, fiondandosi su di lui per fargli il solletico; Sean si ribellò con insuccesso finché non riuscì a fermarla, cingendola in modo tale da bloccarle le braccia.
Asteria rise assieme a lui, poggiando la testa sul suo petto.
« Lui è innamorato di te. Tu sei innamorata di lui. E Daphne ha spostato il suo interesse su qualcosa che ancora non ha. Non vedo dove sta il problema! » la guardò eloquente « Lo sapevi che sarebbe accaduto questo, non è vero? ».
Asteria agitò la mano con noncuranza « Penso di averlo preso in considerazione... per un attimo. Ma tutto qui ». Poi aggrottò la fronte « Draco non è innamorato di me ed è ancora il ragazzo di mia sorella. Ti prego smettiamola di parlarne! » decretò lei e Sean non poté fare altro se non far cadere il discorso.
Era una bella giornata e si stava bene all'aria aperta, la maggior parte degli studenti aveva approfittato del clima primaverile per prendersi una pausa dalle lezioni di fine anno. Sean e Asteria si stavano godendo quel pomeriggio come non facevano da molto tempo.
Poi però, d'improvviso, Sean scostò Asteria per farla allontanare. « Che succede? » chiese lei sorpresa.
« Draco... », borbottò lui.
« Cosa c'entra adesso Draco? »,
« Vorrei finire quest'anno senza subire una fattura pungente » accennò con il mento alle spalle di Asteria « Ci stava guardando ».
Asteria si voltò di scatto. Sean alzò gli occhi al cielo: « Sei il massimo della discrezione, insomma ».
Draco sedeva all'ombra di un albero, non guardava più nella loro direzione, come aveva detto Sean, ma stava rivolgendo uno sguardo schifato verso un giovane gruppetto di Grifondoro.
Per lei venne naturale sorridere a quella scena, ma lui in quel momento tornò a guardare nella sua direzione e la vide. I loro sguardi si incrociarono, Asteria ebbe l'impulso di distogliere lo sguardo ma, prima che potesse farlo, inaspettatamente Draco ricambiò il sorriso. Più che altro fu una piccola smorfia, un breve accenno di divertimento che si erano trovati stranamente a condividere.
Eppure Asteria si rigirò e tornò a poggiarsi su Sean « Non mi interessa. L'hai sentito anche tu: "Una Greengrass vale l'altra". » borbottò con una perfetta imitazione della voce di Draco, tanto che spaventò Sean. « Ora ne ha una, quindi non vedo proprio il motivo per cui dovrebbe infastidirgli una cosa del genere »; rispose, la voce ancora risentita. In realtà però ripenso alla particolare reazione che Draco ebbe quando, qualche giorno fa, Sean l'aveva inaspettatamente baciata.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, esasperato « Perché ancora non vuoi crederci? È vero, ha detto cose tremende e fatto cose discutibili ma, secondo la sua logica contorta, l'ha fatto per te ».
« Da quand'è che sei diventato l'analista di Draco Malfoy? » sbottò lei, riprendendo in mano il libro di Sean come arma.
« È stato crudele, Sean. E mi ha fatta soffrire. » seguì un lungo silenzio. A Sean sembrò che gli occhi di Asteria divenissero un poco umidi. Le accarezzò piano la schiena, senza sapere bene cosa fare. Non si era mai ritrovato in una situazione del genere con lei.
« Sean, quanto amore ci può essere in una persona che dichiara apertamente i suoi sentimenti, per poi infrangerli senza la minima esitazione e dedicarsi completamente ad un'altra persona, senza il minimo risentimento? Mi sento presa in giro; una sciocca per avergli creduto ». Allora Sean si rese conto che non erano lacrime trattenute quelle che aveva scorto negli occhi verdi della ragazza, erano solo i suoi occhi che ora brillavano più intensamente. Sean non aveva la risposta a quel che lei gli chiedeva, sapeva solamente che in quel momento l'avrebbe voluta baciare un'altra volta.< br />
I giorni passavano, tra una lezione e l'altra, tra uno scherzo dei gemelli Weasley che, nel voler far impazzire di rabbia la Umbridge, ogni tanto rendevano impraticabile una parte di Hogwarts con le loro diavolerie; e ormai si affacciava una primavera mite e le vacanze estive si sentivano sempre più vicine.
Per Draco, l'unica attività che riusciva ancora a rallegrarlo, oltre al Quidditch, era rompere le uova nel paniere a Potter e ai suoi amici, insieme alla squadra d'Inquisizione. Ma da quando la Umbridge era scomparsa, per poi essere trasferita al San Mungo, anche quell'attività gli era stata tolta.
Draco, nonostante il più delle volte gradisse poco la presenza di terzi, non trovava particolarmente sgradita quella di Daphne. Arrendendosi alla sua presenza, era giunto a conoscere particolarità di lei che apprezzava.
Come i capelli, lunghi e setosi, che gli accarezzavano il viso, quando lei gli poggiava il capo sulla spalla; o come gesticolava quando era stizzita per qualcosa, o ancora l'espressione che assumeva di spiccato interesse verso qualcosa che anche a lui interessava.
Ma presto Draco si era reso conto che quei piccoli particolari li apprezzava tanto perché li aveva riscontrati uguali anche nella figura di Asteria. Per questo, dopo essersene reso conto, finì per disprezzare quella parte di Daphne così simile alla sorella. E dappresso per lui fu impossibile non notare, invece, quel che non le accomunava.
Daphne non esprimeva dolcezza nei suoi modi o nel suo tocco, non dava a Draco la stessa sensazione di pace, di sicurezza, che invece gli dava Asteria anche nei momenti nei quali si sentiva abbattuto e infelice. La sua risata aveva il suono sbagliato e il suo sorriso non faceva nascere in Draco il desiderio di baciarlo. E poi c'erano quegli occhi: verdi, stesso colore, stessa forma; ma in essi Draco non vi trovava quella luce che lui cercava ogni volta.
In ogni caso Draco manteneva un comportamento tollerante nei confronti della ragazza: mai in alcun modo avrebbe potuto minimamente offendere Daphne, se questo significava perdere definitivamente ogni speranza - seppur remota - di avere ancora l'affetto di Asteria, quando tutta quella storia si sarebbe un giorno conclusa.
D'un tratto gli ripresentò nella mente quel che gli aveva detto Sean "Perché non provi a lottare anche tu per lei, una volta tanto?" . Inizialmente era rimasto scandalizzato da quell'insinuazione. Cosa credeva quell'idiota di Jugson? Che lui non stesse già facendo quello che poteva per Asteria? Il problema stava nel fatto che effettivamente poteva fare ben poco, se non aspettare che la situazione si risolvesse da sé.
« Credevo che... io fossi più importante per te. Che sarei valsa il tuo tempo, la tua attesa... », la voce di Asteria gli giunse accusatoria alla mente.
Draco sperò che Asteria fosse una persona facile al perdono più di quanto desse a vedere; anche se il modo in cui l'aveva guardato prometteva l'esatto opposto.
Con uno sbuffo si strofinò gli occhi con il palmo della mano come, se così facendo, potesse strofinare via anche quei fastidiosi ricordi, i quali si ripresentavano spesso a tormentarlo a tradimento.
Si guardò intorno: la Sala Comune era pressoché vuota se non per un paio di persone intente a giocare a Gobbiglie. Andò al vetro che mostrava le torbide profondità del lago nero, osservò quel nulla, perso nuovamente nei suoi pensieri e in quella oscurità rivide la scena di Sean che baciava Asteria. La sua Asteria.
Aveva pensato ad una ripicca, all'inizio. Ma l'espressione che lei aveva, non poteva essere una maschera di finzione. Così Draco aveva scoperto che gli occhi pungenti della ragazza non erano l'unica cosa capace di ferirlo.
Alle spalle, sentì il ritratto aprirsi, e quando si voltò vide entrare nella Sala Comune Asteria con qualche libro tra le mani e un'espressione affaticata.
Succedeva spesso che in quei giorni si incrociavano per i corridoi, nelle classi tra il cambio di lezione e l'altra e in qualsiasi altro punto di Hogwarts Draco pensasse di passare. E ogni volta lui aveva lo stesso esasperante desiderio di correre da lei, prenderla tra le braccia, dirle che era tutto un errore, tutto sbagliato, di cancellare ogni cosa e ricominciare per tornare così a ridere insieme, a parlarle come quando si trovavano in quel parco di intermezzo tra le loro case, con solo l'alta cattedrale come spettatrice a cui dover rendere conto.
Anche in quel momento egli accennò inconsciamente un passo, poi si dovette trattenere. Lasciò che lei gli passasse davanti, come ogni volta, continuando a fingere che non gli facesse male vederla senza poterle parlare, senza che lei le rivolgesse neppure uno sguardo. Un gusto amaro gli invase il palato. Che stupido scherzo del destino: aveva tanto sperato che lei smettesse di guardarlo ed ora lui non desiderava facesse altro.

Si era fatta velocemente sera, e Draco se ne stava seduto su di una poltrona, l'espressione visibilmente interessata su qualcosa in particolare. Oramai la sala si era riempita, ma Draco non si vergognava a fissare senza troppi riguardi l'oggetto del suo interesse.
Lo raggiunse Daphne, mettendosi seduta sulle sue gambe, ma lui non sembrò neppure rendersene conto. « Cosa stai guardando? » chiese lei ridacchiando, seguendo poi lo sguardo di lui e ritrovandosi a guardare Asteria.
Draco la stava osservando da ormai più di qualche minuto. Ora si trovavano nella situazione opposta: lui guardava lei, e lei fingeva di non rendersene conto. Ma che gli importava? Asteria era bellissima con il fuoco che le illuminava in quel modo il viso, mentre lei leggeva assorta. Era più magra, si trovò a considerare Draco, più emaciata. Ed era cambiata molto, in quei mesi. Aveva un aspetto più adulto, i suoi tratti stavano già assumendo forme più eleganti e meno fanciullesche. Era bella, considerò, sentendo una punta di desiderio invaderlo.
« Vorrei davvero che Asteria fosse felice », disse Daphne inaspettatamente. Poi con una voce più leggera aggiunse « Non sarò la sorella perfetta. Non mi curo di lei come fa invece lei con me. Ma le voglio bene e lo so quando non è felice. E adesso non lo sembra neanche un po' ».
A quelle parole il ragazzo strinse le labbra e i suoi occhi azzurri si fissarono finalmente su quelli di Daphne. Le afferrò il mento tra le dita « Non meriti neppure un briciolo dell'affetto di tua sorella ».
Daphne si irrigidì, colta alla sprovvista: « Che vuoi dire, Draco? » un rantolo di rabbia si insinuò nel tono della sua voce.
C'erano un sacco di cose che in quel momento Draco avrebbe voluto dirle: che era un'egoista, che non la amava, che l'aveva presa in giro solo per farsi odiare da Asteria, e che era proprio quest'ultima l'unica persona di cui era innamorato. Ma trattenne a fatica quelle parole che stavano per sfuggirgli di bocca. Avrebbe ferito Daphne, e questa era una cosa che Asteria non gli avrebbe mai potuto perdonare.
« Apri gli occhi, Daphne. Sei sufficientemente intelligente da rendertene conto da sola, anche se fingi il contrario. Forse una volta tanto dovresti fare tu qualcosa per tua sorella ».
Daphne si alzò, indispettita. Draco non aveva mai visto uno sguardo simile sul bel volto della ragazza, ma poté giurare che fosse realmente ferito. Poi corse via, diretta ai dormitori. E, ovviamente, Asteria se ne era resa conto. Con espressione ancora preoccupata, si precipitò a inseguire la sorella; ma non senza prima lanciare un'occhiata carica di biasimo verso Draco.

Era appena passata la colazione quando seppe la notizia. Le agognate vacanze estive erano finalmente giunte e gli studenti di Hogwarts schiamazzavano a gran voce nella Sala Grande, mentre mangiavano in fretta e furia prima di recuperare i propri bagagli e raggiungere il treno.
Draco si stava alzando dal tavolo dei Serpeverde, quando il gufo di villa Malfoy planò con eleganza davanti a lui. Fissò la busta, interdetto. Cos'avevano di così importante da dirgli i suoi genitori, se il giorno stesso l'avrebbero rivisto? Inquieto, il ragazzo corse nella propria stanza del dormitorio, per poter leggere la lettera in completa solitudine. La aprì con mani tremanti:
"Draco,
presto la notizia sarà di dominio pubblico, ma voglio che tu lo sappia da me e non da altri.
Tuo padre è sotto processo, in questo momento, e a breve sarà condotto ad Azkaban. I piani del Signore Oscuro non sono andati come Egli voleva, lo abbiamo deluso e questa è la giusta punizione che la nostra famiglia merita.
Ora non fare sciocchezze, né pazzie. Voglio che rimani calmo e che torni qui da me, a casa, il prima possibile.

Mamma"


Gli mancò d'un tratto l'aria e crollò a terra, cadendo sulle ginocchia. «No...» un rantolo gli sfuggì dalle labbra, amaro come liquido velenoso.
Accartocciò la lettera e si costrinse a rialzarsi. Sentì la voce del Caposcuola che giungeva dalla Sala Comune: le carrozze erano pronte, si ritornava a casa.

Il treno era già in viaggio da qualche ora quando Asteria trovò improvvisamente insopportabile l'idea di stare seduta ancora un solo minuto nello scompartimento.
«Per Merlino! Fa troppo caldo!» esclamò agitandosi tanto da innervosire persino Sean. Erano già ricorsi ad ogni passatempo possibile fosse venuto loro in mente, ed ora si trovavano semplicemente ad annoiarsi.
Sean lottava contro l'impulso di mettersi a leggere per evitare di isolarsi, e Asteria lottava contro il finestrino dello scompartimento che non voleva saperne di aprirsi.
«Basta!» esclamò all'improvviso, spaventando il ragazzo «Devo uscire da qui. Vado un attimo in bagno...», aprì la porta, sventolandosi con la mano. «Ah, e se passa il carrello prendimi un paio di bacchette alla liquirizia!» aggiunse, poi se ne andò.
In bagno la ragazza si rinfrescò le tempie e i polsi, e un po' anche dietro la nuca, sentendosi subito meglio. Sconfortata al pensiero di dover già tornare nel suo scompartimento bollente, Asteria decise di passare a quello di Daphne, giusto per scambiare qualche parola.
Mentre passava però, si aprì di scatto la porta alla sua destra. Ne uscì Draco, l'espressione corrucciata, che si distese nel vederla. Asteria allora riconobbe lo scompartimento dei prefetti, ormai vuoto perché tutti erano in giro a controllare gli studenti della propria casa.
«Asteria», sembrò quasi una affermazione sorpresa, più che un saluto.
Senza saperne il motivo lei gli sorrise, sistemandosi i capelli dietro le orecchie « Ciao, Draco ». In quei giorni non aveva fatto altro che evitarlo, ma ritrovarselo davanti così, ad una vicinanza simile, era tutt'altro conto. Senza volerlo ripensò a quel che Daphne le aveva detto solo qualche sera prima quando, senza alcuna ragione apparente, era corsa via dalla Sala comune « Mi sono sbagliata su Draco, Asteria! Assolutamente. Non è un ragazzo per me, proprio no. Figurati se posso davvero provare qualcosa per lui! Per quanto mi riguarda la nostra storia finisce qua, anche se mi dispiace spezzargli il cuore. Zabini. Ecco, lui si che è un ragazzo per me, non trovi? Si, di sicuro Blaise è molto più affascinante.» Poi Daphne si era profusa in altre amorevoli considerazioni su Blaise Zabini e Asteria non aveva neppure trovato le parole per esprimere le sue contraddizioni sul ragazzo, per quanto rimase sconvolta e interdetta da quel che Daphne aveva inaspettatamente detto su Draco. Un voltafaccia così repentino che Asteria non si sarebbe mai aspettata.
Draco non sembrava voler aggiungere alcunché al saluto della ragazza, così Asteria abbassò lo sguardo e riprese a camminare. Ma non fece neppure un paio di passi che lui la afferrò per il polso, fermandola.
Lei fissò i suoi occhi in quelli di lui, sconcertata da un simile gesto. Vide gli occhi di Draco, colti da un improvviso dubbio, come se neppure lui sapesse più cosa stesse facendo. Erano tormentati, notò lei, ma non per quello che stava succedendo in quell'istante.
Poi lui la attirò a sé, dentro lo scompartimento, richiudendo la porta contro cui poi lei poggiò la schiena.
Aveva dimenticato che sensazione le dava avere le sue mani che la toccavano, e aveva dimenticato la sfumatura di quei suoi occhi azzurri, così chiari a quella distanza.
Draco posò la dita sul viso di Asteria, carezzandone gli zigomi, la forma delle labbra. Il cuore gli batteva all'impazzata. Lentamente avvicinava il viso a quello di lei, cercando nei suoi occhi il permesso di fare quel che da mesi desiderava.
Le loro fronti si sfiorarono, i sospiri di entrambi erano trafelati.
«Non...» mormorò Draco a un soffio dalle labbra di Asteria; lo sguardo perso « Non baciare mai nessun altro ».
Asteria si sorprese a leggere l'angoscia covata in quei occhi così chiari e per la prima volta si rese conto di quanto Sean avesse ragione.
Ma non era solo quello, c'era altro in quegli occhi che si fingevano freddi, una tristezza e una paura che la condusse a poggiare le mani sui fianchi di Draco e scuotere piano la testa per rassicurarlo «No», promise, posando piano le labbra su quelle di lui, rapida e ancora incerta.
A quel fuggevole contatto, lui non seppe più resistere e la baciò, liberando tutta la passione che fino a quel momento aveva soffocato.
Tra un bacio e l'altro, invece di respirare, lei sospirava un « Mi dispiace » o altri mille « No » e a quei fievoli suoni labbra contro labbra, dei brividi correvano lungo il corpo del ragazzo, facendogli tremare le mani. Non aveva mai provato nulla del genere.
E tutto il resto poteva attendere, tutto ora era insignificante. Si sentiva perso e aveva bisogno di lei, per sentirsi ancora al sicuro, per sapere che c'era ancora una luce a consolarlo. Dopo lei avrebbe potuto anche continuare ad odiarlo, ma adesso l'unica cosa che egli voleva era baciarla, senza doversi preoccupare di alcuna conseguenza.
Quando Draco si allontanò da lei la guardò come se non volesse nasconderle più nulla, e lei vide chiaramente quel che all'inizio aveva solamente scorto.
« Cos'è successo Draco? » chiese, preoccupata.
Lui abbandonò il viso contro la sua spalla « Hanno arrestato mio padre. E ora... ora Lui prenderà me ».
Percepì un fremito attraversare il corpo di Asteria, poi le sue braccia lo avvolsero a stringerlo ancora di più contro di sé, come se non fossero stretti l'uno a l'altra già al limite del possibile.

Quando scesero a King Cross, Asteria cercò tra la folla i suoi genitori. La prima a scorgere fu Lauren, la giovane donna si faceva largo tra le persone per raggiungerli. Abbracciò Sean con calore, poi con un sorriso appena accennato consegnò una lettera ad Asteria.
Il cuore della ragazza perse un colpo riconoscendo l'elegante calligrafia di sua madre Elladora. Con mani tremanti aprì la lettera e ne lesse il contenuto:
"Mie care bambine,
perdonateci per la nostra assenza. Casa, in questo momento, non è un luogo sicuro, per voi.
La famiglia Jugson vi ospiterà fin quando le acque non si saranno calmate.
Con affetto,
Mamma e Papà"

Asteria fece appena in tempo a finire di scorrere quelle brevi righe, che Daphne le strappò di mano la lettera.
« Non è vero! » esclamò, il volto improvvisamente bianco. I suoi occhi furibondi si posarono sulla sorellina « è uno scherzo. Dimmi che è uno scherzo, Asteria! Fantastico, la mia estate è rovinata prima ancora di iniziare. »
Sean e Asteria si guardarono: lui sembrava divertito dalla reazione di Daphne, mentre lei non riusciva a nascondere la preoccupazione. Pensò a Draco e si rese conto con orrore che non sarebbe potuta stargli vicino, che questa volta l'avrebbe lasciato solo.

   
 
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