1.2 Dan,
mentre Tsunade ha le mani nel suo torace nel tentativo di
bloccare l'emoraggia, le promette di non morire, di non esalare
l'ultimo respiro. Non lì, non ancora: è troppo presto per
smettere di vivere, dice, cercando di convincersi a sua
volta.
Ma sono tutte menzogne, sono menzogne che racconta a lei e a se stesso ― illusioni, esattamente come quelle che non voleva darle. Perché la voce dell'uomo si sta già affievolendo e il cuore è lì lì per collassare.
Tsunade non si rassegna fino all'ultimo: raccoglie ogni goccia della propria energia nelle mani, facendo confluire anche la più piccola quantità nei palmi, e si concentra sul petto squarciato di Dan. Non può permettere che muoia così; con che coraggio guarderebbe il proprio riflesso allo specchio, poi?
E lui, lui, lui, mentre la donna argina la parte più profonda della ferita, una voragine nella carne, chiude gli occhi. Non vuole abbandonarla, ma il freddo che sente nelle ossa è troppo forte e il suolo sotto il suo corpo troppo duro. Dan serra le palpebre e tutto smette di avere senso, solo dolore e urla e sangue ovunque. Sangue sulle mani, sangue sulle vesti, sangue per terra. È morto.
Osserva la collana che lui ha al collo e chiude i pugni, Tsunade, gridando di disperazione.
Non abbandonarmi.
Ma sono tutte menzogne, sono menzogne che racconta a lei e a se stesso ― illusioni, esattamente come quelle che non voleva darle. Perché la voce dell'uomo si sta già affievolendo e il cuore è lì lì per collassare.
Tsunade non si rassegna fino all'ultimo: raccoglie ogni goccia della propria energia nelle mani, facendo confluire anche la più piccola quantità nei palmi, e si concentra sul petto squarciato di Dan. Non può permettere che muoia così; con che coraggio guarderebbe il proprio riflesso allo specchio, poi?
E lui, lui, lui, mentre la donna argina la parte più profonda della ferita, una voragine nella carne, chiude gli occhi. Non vuole abbandonarla, ma il freddo che sente nelle ossa è troppo forte e il suolo sotto il suo corpo troppo duro. Dan serra le palpebre e tutto smette di avere senso, solo dolore e urla e sangue ovunque. Sangue sulle mani, sangue sulle vesti, sangue per terra. È morto.
Osserva la collana che lui ha al collo e chiude i pugni, Tsunade, gridando di disperazione.
Non abbandonarmi.