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Autore: Debby_Gatta_The_Best    04/08/2014    6 recensioni
Vi siete mai chiesti com'è vivere con l'amore della vostra vita senza che questo possa vedervi in faccia?
Una storia che altera di gran lunga la trama originale di SPM e vede la tanto amata Lady Farfalà priva di... vista. Sì, la povera giovane donna è stata privata dalla sottoscritta del senso visivo, e quindi questo fa sì che non abbia mai potuto vedere Blumiere in faccia. NON GIUDICATE prima di leggere tutta la storia, perché solo in fondo capirete cos'è successo veramente!
Hum, ricordate che avevo accennato alla one-shot? Sì, in realtà avevo previsto di dividere l'originale moncapitolo in due parti, ma alla fine l'ispirazione mi ha trascinato ed ora sto allungando a tre capitoli. Perdonate la mia indecisione, e buona lettura :)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Consilia/Farfalà, Conte Cenere/Blumière, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una settimana era passata, e il Conte non era ancora riuscito a capacitarsi dell'arrivo della lettera. Lui doveva dirlo alla moglie, assolutamente! In quella busta candida... si nascondeva la chiave che avrebbe portato la vita di Farfalà alla normalità come lo era stata una volta. Ma lui non poteva rischiare... temeva per il loro amore, per il loro matrimonio, per se stesso e per Farfalà.

Cosa stai dicendo? Sei forse pazzo?! Pensi solo a te stesso, razza di mostro che non sei altro!”

Ripetersi quella frase all'infinito non era servito a nulla. I suoi timori non si erano placati.

Quella mattina – nuovamente domenica – scese in cucina di buon ora, domandandosi cosa portare all'amata consorte per colazione, e notò con la coda dell'occhio il piccolo calendario appoggiato su una mensola. Il carattere stampato era leggermente in rilievo, cosa che permetteva anche a Farfalà di consultare giorno, mese e anno. Blumiere afferrò il calendario in miniatura e osservò la data.

29 aprile. Non manca molto al compleanno di Farfalà”

La moglie compiva gli anni il 5 di maggio, una settimana più tardi.

Uhm, aspettare un'altra settimana? Certo, se le consegnassi la lettera il giorno del suo compleanno sarebbe bellissimo, ma le verrebbero dei dubbi. Chiederebbe quando è arrivata. E io dovrei spiegarle tutto... quindi... dovrei farlo prima”

Si rigirò il calendario tra le mani, poi lo rimise al suo posto. Sospirò nel ripetersi che doveva agire in fretta. Farfalà doveva avere quella busta bianca. Il problema era: quando?


Quel giorno stesso, il Lord era andato in paese per acquistare un paio di cose che mancavano in casa. Dopo essere passato dal negozio di alimentari, si era fermato davanti alla gioielleria.

Certo, se avesse la possibilità di vedere che splendore sono questi gioielli, potrei anche regalarle un anello per il suo compleanno... ma mi ha esplicitamente ordinato di non comprare cose che non usa. E poi, non sarebbe moralmente corretto acquistare un oggetto la cui bellezza può essere valutata solo con la vista...! Certo che...”

Il Conte si avvicinò di più alla vetrina che mostrava delle meravigliose pietre preziose, sfavillanti come stelle alla luce del giorno. I suoi occhi s'illuminarono. Giganteschi rubini, zaffiri e smeraldi, perle e diamanti di ogni forma e dimensione. Un brivido corse giù per la schiena del Lord quando il suo sguardo si posò su una splendida collana con una favolosa pietra dai colori dell'arcobaleno. Arcobaleno... il colore, o meglio, i colori perfetti per sua moglie. S'immaginò Farfalà che osservava quel gioiello accanto a lui. Come avrebbe reagito? Il cuore di Blumiere prese a martellare furiosamente, e il Lord chiuse gli occhi, confuso.

Perché sono stato tanto sciocco? Dovevo darle subito quella benedetta lettera!”

Non perse tempo; in meno di mezzo secondo, il mondo attorno a lui si ripiegò su se stesso, perdendo completamente profondità, appiattendosi e contorcendosi. Un attimo dopo, il Conte si trovava dinnanzi alla villa in mezzo alle colline. La testa gli vorticava paurosamente, ma con gli anni ci aveva fatto l'abitudine. Saettò attraverso il cancello il più velocemente possibile, e prima di entrare in casa, si fermò un momento ad osservare il giardino.

Come ho potuto pensare di privare per altro tempo la mia dolce Farfalà di tutto questo spettacolo? Io... sono davvero un mostro... … … certo, per questo... è per questo che ho nascosto la lettera. Perché sono un mostro”

Entrò. Rabbrividì mentre ripensava al suo gesto.

«Blumiere? Sei tu?»

La voce di Farfalà apparve stranamente fredda. Il Lord si domandò se era successo qualcosa.

«Sì, tesoro. Dove sei?»

«Sono qui in sala»

Blumiere scivolò nella stanza, e perse colore nel vedere la moglie seduta al tavolo con una busta aperta e un pezzo di carta tra le mani. La sua espressione era indecifrabile, il suo volto una maschera di ghiaccio. Quando sentì entrare il marito, si volse leggermente, poi con estrema calma si alzò in piedi, eretta in tutta la sua bellezza.

«Cosa significa?»

La sua voce ricordò al Lord quella della cugina di lei, tagliente e gelida. Ebbe un altro brivido.

«Io... ti prego.. credimi...»

«Cosa significa???»

Ripeté, i denti digrignati come quelli di una belva furiosa. Lui ebbe perlomeno il buonsenso di arrossire abbassando il capo, nonostante l'altra non potesse vederlo. Si tolse il cappello – che si era dimenticato di lasciare all'ingresso – con aria afflitta.

«Te l'avrei data oggi stesso. Ti giuro...»

«Me l'avresti data oggi stesso»

Ripeté lei nel modo più aspro che Blumiere avesse mai sentito.

«Me l'avresti data OGGI STESSO! Cosa significa questo, Blumiere? Da quant'è che nascondi questa lettera? Settimane? Mesi? ANNI??? Non vorresti vedermi felice? Perché, Blumiere, PERCHÈ???!!!»

Pareva sul punto di scoppiare in lacrime.

«Farfalà...»

Non riuscì a dire nulla. Non c'era niente che potesse giustificarlo.

«Ho avuto paura»

Ammise.

«Paura?»

Gli fece eco lei con asprezza.

«Paura di che cosa? Mi preferisci forse così? Eh, rispondimi?!»

Blumiere indietreggiò, scuotendo leggermente la testa come per dire a se stesso “sei un idiota”.

«No, certo che no... No! Non desidererei altro che vederti felice, lo sai!»

Ma le parole uscivano false, strozzate.

«E allora perché hai fatto finta di niente? Perché non mi hai detto di questa lettera?!»

Scaraventò con forza la carta scritta in rilievo sul tavolo, poi serrò entrambi i pugni. Il Lord non l'aveva mai vista così inferocita.

Ed ha tutto il motivo di esserlo”

«Io... temevo temevo che non mi avresti più amato dopo aver visto cosa sono»

Pronunciò con un filo di voce.

«Che cosa??? Sei forse impazzito, Blumiere?»

«Lo sai, te l'ho sempre detto, non sono come tu immagini...»

Questo fece infuriare l'Umana ancora di più.

«Io vorrei solo vedere il mondo, e prima di ogni altra cosa te! E tu mi vieni a dire che non ti amerei più???»

A questo punto, iniziò realmente a piangere, ma ciò non placò il suo stato d'animo.

«Io sono un... un mostro... temevo che... non ti sarebbe piaciuto affatto vedermi»

«Ma io so come sei fatto! Ti sei descritto moltissime volte, e poi... so bene che non sei come me, ma cosa dovrebbe cambiare questo? Pensi davvero... che ti abbandonerei per il tuo aspetto? Dopo tutto quello che abbiamo passato?»

Scosse la testa tra un singhiozzo ed un altro, poi riprese.

«Non sarà il tuo aspetto a rompere il nostro matrimonio!»

A quel punto, il Conte avrebbe dovuto tacere, e ne era consapevole. Nonostante ciò, rispose d'impulso mettendosi sulla difensiva prima di rendersi conto di aver sbagliato:

«Ma ti assicuro che sono molto peggio di quanto tu riesca a immaginare!»

Negli anni, senza volerlo, il Lord era stato lentamente contagiato dalla mentalità Umana. Con tutta probabilità, un Umano era considerato un “mostro” all'interno della Tribù dell'Oscurità, ma tale concezione del mondo esisteva solo nei meandri più oscuri della foresta che ospitava la Città degli Oscuri. Fuori da essa, era Blumiere il mostro.

Farfalà rimase per un momento a bocca aperta, senza dire nulla, poi perse quell'ultima goccia di pazienza che aveva:

«E quindi vorresti impedirmi di tornare a vedere solo perché ti preoccupa il TUO ASPETTO??? Sei... sei la persona più EGOISTA che abbia mai avuto la sfortuna di conoscere!!!»

Detto, o meglio, gridato questo, la Lady superò a corsa il marito, abbandonandosi ad un pianto isterico. Blumiere rimase per un mezzo secondo a riordinare le idee, poi si lanciò “all'inseguimento”.

«NOOO!!! Farfalà, lo sai che non puoi correre!!!»

Le volò dietro; lei era già uscita in giardino e con probabilmente stava cercando di uscire dal cancello. Blumiere riuscì a bloccarla afferrandole il busto prima che inciampasse o andasse a sbattere contro qualcosa.

«Farfalà, ti scongiuro, calmati e ascoltami un attimo!»

Lei si dimenò come una bambina di cinque anni, cercando di liberarsi da quell'abbraccio, ma dopo un paio di tentativi la sua rabbia evaporò – la Lady si arrabbiava di rado e comunque non metteva molto tempo a calmarsi – lasciando dietro solo la disperazione.

«Amore, credimi, io voglio che riesca a vedere di nuovo. Non fraintendermi, sai che la cosa che più desidero è la tua felicità»

Lei alzò una mano chiedendo silenzio.

«Prima di crederti, dimmi da quanto tempo nascondevi quella lettera»

Blumiere sospirò:

«U-una settimana. Ma... – questa volta fu più cauto – ti giuro, te l'avrei data oggi stesso. Ero venuto di corsa a casa proprio perché mi... mi sono reso conto di quanto sono stato stupido. Avrei dovuto consegnarti subito quella busta, solo che ho pensato soltanto a me stesso. Hai ragione ad odiarmi per quello che ho fatto, ma farò il possibile per rimediare»

Farfalà colse la nota malinconica che aveva la sua voce. Non rispose, limitandosi ad appoggiare la testa sul petto di lui. Stettero quasi immobili per diversi minuti, Farfalà appoggiata a l'altro e Blumiere con il volto tra i morbidi capelli di lei.

«Ci andremo questa stessa sera, okay?»

Lei annuì.


Non era mai stato in un ospedale Umano. Certo, talvolta aveva accompagnato la moglie dal dottore per eventuali visite, ma questa era tutt'altra cosa. L'abitudine ai colori chiari ce l'aveva fatta, ma tutto quel bianco rischiava di accecarlo, alla fine. Socchiuse gli occhi – nonostante quello sinistro fosse in parte schermato dal monocolo che indossava quel giorno – mentre seguiva il medico che aveva inviato la lettera, assieme alla moglie.

«A dire il vero – iniziò il tizio basso con una barba e baffi grigi entrando nel suo studio – avevo iniziato a temere che la lettera non fosse arrivata. Pensavo che la signorina... emm, chiedo perdono, la signora Farfalà venisse qui prima»

Il Conte e sua moglie abbassarono il capo quasi all'unisono.

«Ci sono stati... alcuni contrattempi»

Tagliò corto lei. Il dottore non diede molto peso alla cosa.

«Allora... accomodatevi pure!»

Di fronte alla scrivania dell'uomo vi erano due sedie. I coniugi fecero come richiesto.

«Immagino che lei sia contenta, Lady Farfalà»

Esclamò quando lei si fu messa seduta. In risposta, arrossì lievemente mostrando un gran sorriso.

Blumiere era un po' teso.

«Siamo sicuri che funzionerà tutto alla perfezione? È un procedimento complicato...»

Il dottore non si trattenne dal ridacchiare nel vedere il volto agitato dell'Oscuro.

«Non si preoccupi, Lord Blumiere, andrà tutto per il meglio. Quest'operazione ha già ridonato la vista ad un numero elevatissimo di pazienti. Sfortunatamente, i macchinari e le attrezzature che servono a tale intervento sono arrivate poco più che un mese fa, e quindi noi possiamo usufruirne solo adesso. Comunque, le ripeto che non c'è motivo di avere paura»

Poi si rivolse a Farfalà:

«L'operazione durerà alcuni giorni. È divisa in più interventi, e quindi lei dovrà trattenersi qui per tutta la durata del procedimento»

Farfalà annuì con decisione.

«Allora, è tutto. Domani venga all'ospedale alle 7. Può venire anche lei – rivolgendosi a Blumiere – se vuole»

Certo che voglio!”

Il medico firmò un paio di carte e così fecero i coniugi; dopodiché, l'ometto si alzò e fece per congedarli, ma subito Blumiere lo fermò:

«E per il pagamento?»

L'altro lo guardò con un'espressione interrogativa.

«Insomma, tutto questo avrà un costo, no?»

Il dottore rispose con una sonora risata:

«Ahaha, un pagamento! Mi prende in giro?»

E lasciò la stanza senza aggiungere altro. Blumiere restò immobile a domandarsi cosa aveva chiesto di tanto strano.

«Blumiere, è un'operazione offerta a tutti coloro che ne hanno bisogno! Completamente gratuita! C'era scritto sulla lettera...»

Blumiere si vergognò un momento per la domanda che aveva fatto, ma poi seguì la moglie che già si stava avviando all'uscita.

«Speravo che potessero iniziare già questa sera»

Commentò cupo lui. L'idea di rimandare non gli piaceva affatto. Ormai la moglie aveva aspettato anche troppo. E poi, prima lei l'avesse visto, prima tutto sarebbe finito. Bene o male, questo non poteva saperlo.


Quella notte il Lord non chiuse neanche occhio. Perdere una notte non dava un gran fastidio ad un Oscuro come succedeva per un Umano, quindi Blumiere passò le ore a guardare le stelle e chiedendosi se Farfalà avrebbe provato i suoi stessi sentimenti nell'osservarle. Questa dormiva tranquillamente vicino a lui.

La mattina arrivò presto. I due si prepararono frettolosamente, poi si avviarono. Giunsero all'ospedale qualche minuto in anticipo. Quando furono dentro, Farfalà fu chiamata per il primo intervento.

Avanzò di un passo verso la stanza che, sapeva, si trovava di fronte a lei. Ma qualcosa la fermò. Si bloccò per qualche secondo, poi strinse con forza la mano dell'amato:

«Non sono mai stata in una sala operatoria. Starai vicino a me, vero?»

Era piuttosto agitata. Blumiere le si avvicinò, tenendola sempre per mano. Scostò una ciocca di capelli platino dal viso di lei, e poi le accarezzò il volto:

«Non posso stare con te durante l'operazione. Ti addormenteranno, quindi non sentirai la mia mancanza... ma quando ti sveglierai, sarò lì ad aspettarti»

Farfalà rimase ferma per qualche altro secondo, poi procedette verso la sala.

Blumiere la guardò scivolare dentro la stanza, e con la coda dell'occhio riuscì a vedere dei dottori che la scortavano verso un lettino prima che la porta si richiuse. Ed a quel punto il Lord aspettò.

Attese diverse ore. Dentro, la paura cresceva ogni istante, ma lui cercò di ignorarla come meglio poté. Alla fine, un giovane annunciò che Farfalà si stava svegliando e si trovava in una camera lì vicino.

«Farfalà?»

Domandò entrando. Lei rispose con un mugolo, poi ripeté:

«Acqua... ho sete...»

Lui si avvicinò, poi afferrò un bicchierino di carta posto lì vicino al letto e fece per riempirlo, quando venne fermato da una dottoressa:

«No, sua moglie non può bere. Deve aspettare qualche ora, per via dell'anestesia...»

Blumiere quindi non poté far altro che sedersi in fondo al letto e appoggiare una mano su quella di lei.

Rimase lì qualche minuto, poi la moglie si svegliò totalmente.

«Blumiere, sei qui?»

«Sì, sono qui»

Lei sorrise. Poi si riaddormentò.


Il dottore era stato vago, ma ci vollero quasi sette giorni prima di giungere all'operazione finale. Quel giorno era il 5 maggio, compleanno di lei.

«È un processo lungo e complesso; la parte lesa dell'occhio non viene sostituita con parti bioniche ma viene riparata grazie ai miracoli della scienza moderna. Aspettare qualche giorno mi pare il minimo, no?»

Aveva risposto con un sorriso quando il Conte aveva chiesto quanto tempo sarebbe servito.

Ed ora, finalmente, avrebbero operato Farfalà per l'ultima volta.

«Sei pronta?»

Lei era seduta sul letto nella sua camera d'ospedale. Una fascia le copriva gli occhi e la fronte, ma Blumiere poteva comunque vedere chiaramente la sua espressione impaurita.

«Sì...»

La risposta fu appena un bisbiglio. Blumiere si avvicinò e le poggiò una mano sulla vita – era il suo modo per cingerla in un abbraccio con un solo “braccio” – per poi dirle:

«Sarà bellissimo dopo. Potremo vivere una vita... migliore, ecco...»

Farfalà si strinse a lui:

«Blumiere, ti prego, devi farmi un favore»

«Qualsiasi cosa, amore mio»

Lei si abbandonò completamente su di lui, lasciando che Blumiere l'abbracciasse nel migliore dei modi.

«Quanto ci vorrà prima che io mi risvegli?»

Il Lord rifletté un attimo:

«Ci vorrà più tempo del solito, ma non credo più di un'ora...»

«Allora sappi... – nel suo tono c'era un ché di disperato, come se la sua voce fosse rotta da un pianto inesistente – che in quella stanza d'ospedale devi esserci solo tu! Devo vedere te per prima cosa, assolutamente, capito?»

«Certamente, Farfalà, certamente»

Il suo cuore però rimaneva colmo di dubbi.

In quel momento, arrivò il giovane medico di qualche giorno prima. Blumiere scortò la moglie fino alla sala operatoria, poi lasciò la presa alla sua mano e la vide nuovamente essere scortata via dai dottori. Quando la porta si chiuse, il Conte andò nel panico.

Iniziò a girare in tondo davanti alla porta, rimuginando su quale sarebbe stata la reazione della sua amata nel vederlo.

Urlerà? O forse si metterà a piangere? No, non dire così, anche se rimanesse delusa, non lo darebbe a vedere. Certo che... non sarà una bella sorpresa. Aprire gli occhi al mondo dopo così tanti anni e ritrovarsi davanti me”

Passò le ore così, con il cuore che si faceva sempre più peso.

L'unico rumore ad interrompere il silenzio era il lievissimo frusciare del mantello dell'Oscuro.

Poi la porta si schiuse, rivelando diversi dottori che lo invitarono ad entrare nella sala.

«Tutto è andato per il meglio, Conte Blumiere. Sua moglie sta ancora dormendo, si risveglierà tra circa mezz'ora. Si trova in un'altra sala, laggiù in fondo»

Il giovane uomo indicò la fine di un corridoio.

Il Conte interruppe il medico prima che potesse aggiungere altro:

«Potrebbe far sì che nessuno entri in quella stanza? Quando si sveglierà, intendo...»

L'altro sorrise:

«Ovviamente. Per il momento, alcuni dottori si stanno accertando delle ultime cose, ma presto se ne andranno. Tra una ventina di minuti la sala sarà tutta vostra»

Detto questo, se ne andò. Blumiere si diresse verso la porta che l'avrebbe condotto dalla moglie, poi attese seduto su una delle sedie. Quel giorno aveva deciso di indossare il suo completo più celebre: il vestito con cui si era sposato. Certo, era anche quello che aveva indossato il Conte Cenere, ma Farfalà non lo aveva mai visto. Lo rendeva in qualche modo più... affascinante? Non sapeva neanche lui perché aveva voluto indossare a tutti i costi quell'abito, ma ormai lo aveva fatto e non poteva certamente tornare a casa per cambiarsi. Ad un certo punto, vide una figura scivolargli vicino. Alzò lo sguardo che aveva tenuto puntato verso terra ed incontrò gli occhi del dottore che aveva spedito la lettera.

«Ho sentito che è andato tutto bene!»

«Sì, per fortuna...»

Il dottore osservò la porta.

«Sei tu la prima persona che vuole vedere, giusto?»

Blumiere annuì lentamente. Il dottore si accorse della sua infelicità.

«Posso... farle una domanda?»

«Certamente»

«Sua moglie... quando vi siete incontrati, era già cieca o ha perso la vista in seguito?»

Blumiere sospirò:

«Lei non mi ha mai visto...»

Ammise sconsolato. Il dottore puntò lo sguardo al cielo, rimuginando su come rispondere.

«Vede... se sua moglie l'ha realmente amata con tutto il cuore, non credo che il suo aspetto possa cambiare qualcosa. Io penso che lei sarà felice di vederla»

Blumiere continuò a non essere convinto.

«È solo che... io non sono sicuro di... farle una buona impressione»

Il dottore rimase in silenzio per qualche secondo, con gli occhi grigio scuro fissi verso il Lord delle Tenebre.

«Non credo che sua moglie la pensi allo stesso modo. In fondo, lo sa anche lei, quello che realmente conta – si diede un paio di colpetti sul cuore con l'indice– è qua dentro. Detto questo, arrivederla!»

E se ne andò canticchiando allegramente. Blumiere rimase impalato per diversi minuti, con una mano premuta sul cuore.

Sì, ha ragione... completamente ragione. Se Farfalà mi ama, non baderà al mio aspetto. E lei mi ama


Prima di uscire, i medici si erano assicurati che il sole che filtrava dalla finestra e dalle tende sottili non colpisse direttamente il viso di lei. Dopo così tanti anni di tenebra, non sarebbe stato salutare se la Lady fosse stata abbagliata subito dalla potente luce del tardo mattino.

Iniziò a svegliarsi, e la prima cosa che avvertì fu il tremendo sapore dell'anestesia che le riempiva la bocca. Subito dopo, una marea di pensieri la travolse: era andato tutto bene? Aveva realmente funzionato per il meglio? Non era un sogno, poteva vedere? Ma soprattutto... Blumiere? Blumiere era davvero convinto che lei avrebbe temuto il suo aspetto? Effettivamente, dopo tutto quello che suo marito le aveva detto, aveva iniziato a temere che il Lord fosse effettivamente “orribile” come questo aveva ripetuto più volte. Ma ogni volta che le tornavano in mente questi dubbi, li scacciava senza tanti problemi. Sapeva che qualunque aspetto avesse avuto il suo amato – anche il peggiore – non sarebbe cambiato niente se non in meglio tra loro due. In quella settimana aveva riflettuto a lungo sui timori del consorte, cercando di immedesimarsi nei suoi panni. Si chiese se lei avrebbe ripetuto l'atto di nascondere la lettera se si fosse trovata al suo posto. Con tutta probabilità sarebbe andata così. Aveva cercato di pensare a come doveva essere vivere con qualcuno che non poteva vederti, ed essere consapevoli di avere un aspetto... poco bello.

Comunque, non devo più preoccuparmi. Oggi finalmente lo vedrò... potrò guardarlo in faccia, per la prima volta nella mia vita!”

Una gioia incontenibile prese il posto di tutti i timori.

Si svegliò completamente – aveva rielaborato i dubbi nel dormi-veglia – e la prima cosa che chiese, con una voce affannata, fu:

«Blumiere, sei qui vero?»

«Certamente»

Il tono era strozzato dall'agitazione, poteva avvertirlo chiaramente.

«E... non c'è nessun altro, vero?»

«No, tesoro. Solo io. Solo noi due»

Farfalà si alzò leggermente, portandosi quasi seduta, con gran parte della schiena appoggiata al cuscino. Aveva ancora la benda sugli occhi. Le mani ancora intorpidite dall'anestesia andarono a cercare il nodo che legava la fascia scura dietro la sua testa, ma Blumiere la fermò:

«A-aspetta un attimo... ti prego, solo un secondo»

Farfalà annuì, poi sorrise:

«Vuoi dirmi qualcosa prima?»

Sentì Blumiere arrancare nelle parole, cosa che non succedeva spesso.

«S-sì, ecco... io... v-vorrei... erm... due cose. Devo... dirti due cose...»

Farfalà attese in silenzio che trovasse le parole giuste.

«Per prima cosa, vorrei chiederti di non... – “di non urlare quando mi vedrai” avrebbe voluto dirle – insomma, cercare di non spaventarti... se puoi... quando... cioè, anche se quello che tu vedessi fosse... orripilante...»

«Blumiere – lo interruppe lei gentilmente – non... non m'interessa se tu sei “orripilante” come credi. Ti prometto che non mi spaventerò. Insomma, non ho alcun motivo per farlo!»

Sentì il marito sospirare. Poi questo riprese:

«E... come seconda cosa...»

Silenzio. Farfalà credette che lui stesse andando alla ricerca di altre parole, ma prima che potesse ipotizzare qualunque altra cosa, sentì la bocca di lui premere sulle sue labbra. In quell'istante, fu come se il tempo si fosse fermato, come se l'intero mondo stesse trattenendo il fiato. Farfalà non seppe il perché, ma provò questa sensazione. Inoltre, non era mai riuscita a capire in che modo Blumiere potesse baciare così bene nonostante la forma della bocca... poco adatta ai baci, almeno verso gli Umani. Ma non se n'era mai fatta un problema. Si abbandonò a quel momento quasi magico, che durò diversi istanti. Poi Blumiere si staccò dolcemente.

«Ora puoi aprire gli occhi»

Sussurrò dal fondo del letto – o almeno così lei credeva – e Farfalà si sfilò la benda. Schiuse lentamente le palpebre, e subito notò qualcosa di diverso. Non era tutto completamente buio! Più che altro... era grigio. Non riusciva a distinguere bene forme e colori, con gli occhi socchiusi. Provò ad aprirli si più, ma la luce le dette fastidio. Li richiuse di scatto. Luce. Aveva visto la luce! Provò un altro paio di volte. Finalmente riuscì a mettere a fuoco. Quasi non ci credeva! Il suo cuore esplodeva di gioia, e si portò le mani alla bocca nel riuscire a vedere con chiarezza il letto in cui si trovava. Poi distaccò le dita dalle labbra e si osservò il palmo e il dorso di entrambe le mani. A ogni secondo, il suo cuore batteva più forte. I colori si fecero più nitidi, la stanza adesso le appariva inondata di luce, senza però darle fastidio. Chiuse e riaprì gli occhi più volte, per constatare che non fosse tutto un sogno, e non riuscì a trattenere un breve gridolino emozionato. Sentì il suo cuore pompare sangue con più voga quando iniziò a spostare il viso verso l'alto. Ecco. Era arrivato il momento. Alzò lo sguardo e, precisamente di fronte a lei, con le mani serrate alle sbarre ai piedi del lettino per l'agitazione, lo vide.

«B-blumiere... s-sei tu?»

Il Lord assunse un'espressione molto, molto abbattuta nel vedere la sua, di espressione. Aprì la bocca più di una volta, come per dire qualcosa, ma non ne uscì alcun suono. Respirava affannosamente – il ritmo del respiro di un Oscuro superava quello di un Umano quando era agitato, anche se normalmente era di gran lunga più lento – e Farfalà rimase sorpresa nel vedere che sia occhi che bocca dell'amato mutarono colore dal rosso scarlatto al celeste pallido:

«S-sì... s-sono... s-sono io... sono io Blumiere...»

Rispose alla fine, togliendosi il cappello, con una voce talmente sottile che anche lei – e il suo udito formidabile – dovette sforzarsi per afferrare la frase.

Pareva sul punto di mettersi a piangere. Oh, certo, non lo avrebbe mai fatto; un Conte come lui non si lasciava trascinare dalle emozioni che potevano metterlo in imbarazzo con così tanta facilità. Ed inoltre, sapeva con certezza che quello non era il momento per piangere, dato che la moglie aveva appena riottenuto il dono della vista.

Farfalà rimase a guardarlo a bocca aperta, senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto. L'altro, che aveva abbassato lo sguardo, le diede un'occhiata veloce e sospirò, sempre pianissimo:

«Sapevo che avresti fatto quella faccia»

«B... Blu... Blumiere... tu... sei...»

Cercò di dar voce ai suoi sentimenti, mentre lui continuava a guardarla con una faccia che chiedeva compassione.

Farfalà non trovava le parole giuste. Come avrebbe potuto dirglielo? Le si era gelato il sangue quando aveva incontrato i suoi occhi fiammanti, aveva sentito il sudore congelarlesi addosso.

«S-sei... insomma... io... credevo...»

«Ti avevo avvertita»

Sussurrò abbassando nuovamente la testa.

«N-no, non intendevo... cioè...»

Provò con un altra frase:

«Sei... come... ti immaginavo... però... diverso... molto... molto più...»

Lui piegò la testa da un lato con aria interrogativa.

«Insomma... – Farfalà sentì un brivido caldo scenderle lungo la schiena, quei brividi che solo le forti emozioni possono dare – io... apro gli occhi... dopo tutto questo tempo... e... davanti... trovo l'amore della mia vita... insomma, cioè... è... è una cosa...»

Senza volerlo, le lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance, e lei non riusciva più a parlare tra un singhiozzo ed una risata confusa.

«Quello che intendo è che... che tu sei... non m'interessa cosa possono pensare o dire gli altri... per me sei... ugh, non ci riesco!»

Scoppiò in un pianto dirotto, e Blumiere si sentì mancare. Ma nonostante ciò, le scivolò vicino e se la strinse al petto, aspettando che le passasse.

«Non capisci? Per me... per me tu... sei bellissimo!»

Riuscì a pronunciare, alla fine, mentre aveva le braccia al collo di lui. Blumiere per poco non svenne.

Sto sognando... sto sognando! Sto sognando, non è reale!”

Eppure, Farfalà era lì, attaccata a lui, e fino a prova contraria lui la stava abbracciando.

Rimase immobile come una statua, poi iniziò a tremare. Scosse la testa, confuso.

«N... no... non puoi dire questo... io... non... mi sarei mai aspettato che tu... arrivassi al punto... di prendermi in giro, ecco...»

Farfalà lo abbracciò con più forza.

«Ma cosa stai dicendo? Sei... molto meglio di quanto mi hai fatto credere! E poi, per me... per me sei stupendo, sul serio! Non... riesco ad immaginare... qualcosa di meglio!»

Il miracolo dell'amore...”

Pensò ancora incredulo. Si staccò un attimo dal suo abbraccio, e per un lungo momento i due si guardarono negli occhi, finalmente. Blumiere cercò una qualche forma di menzogna tra le iridi nuovamente brillanti di lei, ma quello che trovò fu solo gioia infinita. Lui non riusciva ancora a capacitarsi di quello che l'amata gli aveva detto, ma senza saperlo un largo sorriso gli affiorò sulle... labbra, e anche i suoi occhi iniziarono a lacrimare, mentre si diceva:

Non è possibile, non è possibile, non è possibile! È troppo bello per essere vero!”

Poi d'istinto si gettò nuovamente addosso all'adorata, e i due amanti iniziarono a scambiarsi i baci più dolci di tutta la loro vita.

Forse passarono pochi secondi, forse passò un'ora, ma ad un certo punto arrivò il dottore.

Blumiere cercò di staccarsi, rosso in faccia, ma Farfalà lo trattenne abbracciato a lei.

«Non preoccupatevi, non state facendo niente di strano!»

Il dottore rise di gusto, come sempre.

«Visto che avevo ragione, caro il mio conte?»

Commentò dopo aver finito di ridere, strizzando l'occhio al Lord.

«Sì, è vero... – fu costretto ad ammettere lui, imbarazzato – sono stato uno sciocco a pensare che Farfalà non mi avrebbe più amato dopo aver visto cos'ero... non ho avuto fiducia in lei»

Farfalà gli accarezzò il viso, sorridendo:

«Su, Blumiere, era comprensibile. Forse anche io avrei avuto dei dubbi, ma adesso sono pronta ad amarti addirittura il doppio di come facevo prima!»

E prima che lui potesse rispondere, lei gli si attaccò nuovamente alla bocca.

Il dottore stette a guardarli ridacchiando per diverso, poi sospirò, quasi sconsolato:

«Oh, be', è davvero una bella scena. Peccato che i sogni non possono durare all'infinito...»

Blumiere alzò lo sguardo, incredulo:

«Cos... un sogno? No, aspetti...»

Ma prima che potesse aggiungere altro, tutto attorno a lui fu risucchiato da un vortice di ombre e luci, e la vista gli si annebbiò...


Si svegliò di soprassalto, madido di sudore. La stanza era illuminata dal bagliore freddo della luna. Era notte fonda. Il Conte si portò una mano sulla fronte sudata, rielaborando un attimo le idee.

Solo un sogno, certo”

Farfalà mugolò al suo fianco.

«Perché sei sveglio?»

Chiese stropicciandosi un occhio, per poi guardarlo con occhi assonnati.

«Non è successo niente, tesoro»

Lei gli si avvicinò, appoggiando la testa sul suo petto, e cingendolo con un braccio:

«Ormai se n'è andato*, non devi agitarti...»

Blumiere l'abbracciò a sua volta, immergendo la faccia nei soffici riccioli oro-platino dell'amata.

«Non era per quello, era solo un sogno...»

Da quando si erano sposati, i coniugi avevano spesso avuto dei sogni talmente realistici da sembrare veri. Solitamente erano cose strane, a volte apparivano senza senso, ma la cosa più affascinante era che tali sogni riflettevano i dubbi di entrambi e in qualche modo ponevano una soluzione... negli ultimi tempi, infatti, il Lord si era sentito un po' a disagio nel trovarsi fuori in pubblico assieme alla moglie. Spesso sentiva su di sé tutti gli sguardi della gente, e la cosa non era piacevole. Sapeva bene che a Farfalà non importava che lui fosse un Oscuro dalla pelle blu, gli occhi rossi e il corpo per metà quasi immateriale, ma gli sguardi torvi che gli venivano riservati gli facevano dimenticare questi importanti particolari.

«Io te l'ho sempre detto... non m'interessa cosa pensa la gente... ed ora dormi, Blumiere»

A quel punto, il Lord si chiese se sua moglie avesse imparato a leggergli la mente o avesse fatto lo stesso sogno.

«Oh, una cosa... – aggiunse Farfalà a occhi chiusi – ieri mi sono dimenticata di dirti che quest'oggi verrà mia cugina a pranzo...te la ricordi?»

Blumiere non rispose, sperando che il sogno non avesse predetto anche la discussione tra lui e Rosanne.




*Questa storia si svolge poco dopo le vicende di Luigi Cacciafantasmi, quindi, quando arriverò a scrivere della parte su Blumiere e Farfalà, vedrete a chi mi sto riferendo!

**Perdonatemi, nel capitolo precedente avevo messo un asterisco senza specificare a cosa mi riferissi. Stavo parlando di Blumiere, da ragazzo, che secondo me non è niente male. Insomma, basta guardare che bel ciuffo di capelli che ha nel mio avatar :3



Commento

E finalmente riesco a portare al termine questa storia! Sì, ve l'avevo detto che la verità sarebbe arrivata alla fine... il nostro caro Lord dell'Ombra stava solo sognando. Chiedo scusa per non essere riuscita a pubblicare velocemente, ma l'ultimo capitolo ha impiegato più tempo. Inoltre, è in questo che sono presenti alcune frasi inventate dal mio amico (per lo più, la parte di Farfalà arrabbiata e le battute del dottore), quindi un po' di merito va anche all'utente SuperLuigiGalaxy.

Vi è piaciuta, nonostante la sua stranezza? Io ci ho messo il cuore... lascio a voi il giudizio!

Un saluto da Debby_Gatta_The_Best

  
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