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Autore: imen_navy    04/08/2014    0 recensioni
-"Come può mancarti così tanto una persona che ha fatto a pezzi il tuo cuore?"
-"Forse perchè prima di distruggerlo è stato l'unico in grado di farlo battere"
E' una fanfiction su Ian Somerhalder e Rihanna..ok quest'ultima non è il massimo ma li ho immaginati insieme e mi è venuta in mente questa storia.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Robin si risvegliò di soprassalto, si mise a sedere su quel enorme letto e squadrò la stanza.
Non era a casa sua, ma non sapeva dov'era. In un attimo tutti i ricordi di ieri riaffiorarono nella mente: l'uomo che l'aggrediva, il rumore di un'auto poi più niente solo buio. 
Si alzò dal letto e prese il suo cappotto insieme alla borsa che erano adagiati sulla sedia e uscì dalla stanza, non voleva rimanere un minuto di più in quel posto a lei sconosciuto.
Quando passò verso il corridoio si girò verso la finestra e ne rimase incantata,c'era un'immensa distesa d'erba piena di fiori, alberi che formavano un viale che portava in un bosco pensò, era silenzioso e tranquillo, e questo non faceva altro che farla sentire meglio, si trovava a suo agio lì.
Non aveva mai visto un paesaggio del genere e rimase lì a guardarlo,per memorizzarlo nella sua testa,così da poterlo ricordare.
-"Hey" disse una voce dietro le sue spalle. Si girò per guardarlo e ne rimase incantata più della vista che poteva ammirare dalla finestra..sperando che non avesse notato la bocca spalancata che per poco non toccava terra.
Dinnanzi a lei c'era un bellissimo uomo, alto, dei bellissimi occhi azzurri e i capelli neri scompigliati, era un dio sceso dalla terra pensò,quello era l'uomo che si sarebbe potuta sognare, ora poteva farsi i filmini mentali.
Dopo i miei pensieri molto belli su di lui tornai alla realtà, dovevo capire cosa era successo e cosa ci facevo lì e soprattutto chi era.
-"Ciao" gli rivolsi un sorriso timido. Si avvicinò lentamente fissandomi con occhi un'pò preoccupati.
-"Stai bene?"
-"Si, grazie"
-"Vedo che te ne stavi andando eh" disse accennando un sorriso divertito.
-"Bhe si..devo tornare a casa" dissi guardandomi attorno per poter trovare la porta d'ingresso.
-"E te ne andavi senza un grazie al tuo salvatore?". Si avvicinò di più con un sorriso divertito, quindi era lui che mi ha salvata, e quindi presumo che questa sia casa sua o almeno credo.
-"Grazie..se non fosse stato per te a quest'ora chissà in quale stato ero ridotta" dissi ridendo
-"Ti va un caffè? parliamo un'pò"
Un caffè ci voleva proprio, dovevo svegliarmi da quello stato, sicuramente avevo un'aspetto orribile.
-"Certo" 
Si girò dirigendosi verso la cucina e lo seguì a ruota.
Appena arrivati in cucina Robin si sedette attorno al tavolo mentre Ian gli porgeva la tazza sedendosi accanto a lei.
Per un momento era rimasto incantato dalla sua bellezza, ma gli dispiaceva un sacco quella che era successo la scorsa notte, se non fosse intervenuto in tempo quel brutto mostro l'avrebbe violentata, ma voleva tanto sapere cosa ci faceva lì una come lei.
-"Io sono Ian, Ian Somerhalder" disse sorridendo. Robin rimase incantata da quel sorriso così bello e luminoso, era sicura di non aver mai visto un sorriso così
-"Rihanna, ma chiamami Robin"
-"Come mai eri in quel posto? per di più da sola"
Quella domanda lasciò spiazzata Robin, non si sarebbe mai aspettata una domanda ora,ma forse dopo averla salvata una risposta gliela doveva.
-"Abito lì". Alzò per guardarlo ed era stupito da quell'affermazione, forse più sorpreso che una ragazza bella come lei vivesse in un quartiere pericoloso e malsano.
-"Non voglio chiederti il motivo del perchè abiti lì, per ora, ma dopo quello che ti è successo dovresti andartene di lì"
Glielo si leggeva negli occhi ma non lo dava a notare, era preoccupato e non sapeva il perchè di cosi tanta preoccupazione per quella ragazza, la voleva conoscere bene, ma voleva anche aiutarla.
-"Non posso" disse Robin, era impassibile, quella risposta non conteneva alcun tipo di emozione, e Ian pensò che dietro a quella risposta si svelasse qualche cosa che causava tanto dolore e tristezza per lei.    
-"Perchè non puoi?"
-"Non me la sento di parlarne, vorrei tornare a casa" disse alzandosi dalla sedia e raccogliendo le sue cose pronta ad andarsene.
-"Ti accompagno" disse alzandosi Ian
-"Non serve, vado da sola" disse superandolo
-"Ti accompagno e non si discute"
Con quel tono autoritario fece irritare parecchio Robin, non si faceva dare ordini da nessuno tanto meno da uno sconosciuto, conosceva benissimo tutte le strade della città e non era un problema.
Voleva ribattere su questa cosa ma Ian la zittì solamente con lo sguardo, sorpassandola per prendere le chiavi della macchina sul tavolino.
Uscirono di casa e si avviarono con la macchina verso l'abitazione di Robin.
Per tutto il tragitto calò un silenzio imbarazzante, nessuno di noi due si decideva a parlare, ma di certo non lo avrei fatto io, però quella situazione era parsa alquanto imbarazzante, ma per fortuna erano quasi vicini alla destinazione.
Per metà strada non avevo fatto altro che guardarlo mentre era concentrato a guidare, le mascelle contratte, le sopracciglia aggrovigliate, era nervoso ,stava pensando a qualcosa che lo preoccupava e lo innervosiva allo stesso tempo.
Decise di non farci caso e si girò verso la finestra.
Dopo un'pò arrivarono difronte ad un vicolo, che conduceva verso l'abitazione di Robin. ma Ian non sapeva qual era la casa e questo non fece altro che tranquillizzare lei, se solo avesse visto sarebbe rimasto scioccato a vita per quello che succedeva lì ogni giorno.
-"Bene, ora vado. Grazie di tutto" dissi aprendo la portiera e dirigendomi a casa mia..volevo solamente un'pò di pace, tranquillità e sicuramente la casa di Ian era il posto migliore, ma non lo conosco, per cui rimarrà sempre come "l'uomo che mi ha salvato il culo".
-"Eh no, non andrai di certo da sola. Ti accompagno"
Non mi ero neanche accorta che era sceso dall'auto anche lui, e ora era vicino a me che voleva accompagnarmi eh no questo è troppo.
-"So cavarmela benissimo da sola" dissi con tono scocciato e tagliando corto sperando che avesse capito.
-"Dopo ieri ho parecchi dubbi a riguardo" disse facendo comparire un sorriso all'angolo della bocca, questo non aveva fatto altro che irritarmi ancora di più, e farmi incavolare.
-"Tu non mi conosci affatto" sbraitai, di certo non poteva venirmi a dire che aveva dei dubbi su come me la sarei cavata, non sa proprio cosa ho passato.
-"Non ho bisogno di conoscerti per capire che quello che ti è successo può succederti di nuovo" disse con tono duro.
-"Ok, vuoi farmi da guardia del corpo? accomodati, prendi le valigie e vieni qui così mi terrai d'occhio"
Disse con tono sarcastico, di certo una guardia del corpo non gli avrebbe mica fatto male.
-"O il contrario..quell'uomo ha detto che non sarebbe finita qui, quindi a meno che non vuoi fare una brutta fine dammi ascolto" 
Si avvicinò a lei, senza smettere di guardarla negli occhi, sperando almeno che avrebbe seguito il suo consiglio non avrebbe voluto di certo averla sulla coscienza e sentirsi in colpa per non aver fatto niente.
-"E cosa dovrei fare, trasferirmi da uno sconosciuto di cui non so niente?"
Il modo in cui lo disse fece un'pò divertire Ian ma fece irritare di più Robin che non riusciva più a contenere la voglia di molargli un ceffone in pieno viso.
-"Sconosciuto non mi si addice" disse facendo l'offeso
-"Oh no, io ora me ne vado a casa mia e tu te ne vai" 
Detto questo si girò dirigendosi verso il palazzo che si trovava a pochi metri, ma di certo non si era ancora resa conto che la stava di nuovo seguendo, troppo presa da i suoi pensieri, e ai suoi stupidi insulti mentali rivolti a quel magnifico uomo che le stava dietro.
-"Che bella casetta" disse poggiandosi sullo stipite della porta
-"Ancora tu.." 
Lo guardò scioccata, nessuno si era mai permesso di entrare in casa sua.
-"Si in carne e ossa"
-"Cosa vuoi?" disse buttandosi sul divano, ormai stanca, aveva tutto il corpo indolensito
-"Voglio aiutarti". Improvvisamente si fece serio, allontanandosi dalla porta per sedersi vicino a Robin.
-"Non ho bisogno di pena" disse sbruffando
-"Questa non è pena, non so neanche io perchè ho tanta voglia di aiutarti"
Non sapeva più come rispondere e forse stare zitta era il modo migliore non aveva poi tanta voglia di discutere o parlare.
-"Perchè quell'uomo vuole farti del male?"
-"Ci ha provato con me e in risposta gli ho tirato uno schiaffo in faccia davanti a tutti,e ora vuole vendicarsi per averlo umiliato"
Si girò a guardarlo e poté notare preoccupazione ma anche qualcos'altro.
-"So che non mi conosci abbastanza o per niente ma dovresti andartene da qui, non mi importa se questa è il tuo posto, ma non puoi mica continuare a vivere con la consapevolezza che da un momento a l'altro ti può succedere qualcosa."
-"Ci penserò su ora sono stanca" disse alzandosi.
-"Stai sicura che non ti libererai facilmente di me.. ecco questo è il mio numero,quando avrai deciso chiamami" disse porgendogli un biglietto con su scritto il numero.
-"Ora devo andare, ciao"
Gli sorrise e poi uscì da quella casa sperando che facesse la scelta giusta, voleva tanto sapere perchè sentiva questo bisogno di aiutarla, ma non poteva saperlo quindi decise che forse era meglio cosi.


Ciaoo, sono riuscita a postare il secondo capitolo, spera che vi piacerà e ringrazio chi ha letto il primo capitolo.
Recensite e ditemi se vi piace, non voglio rompervi di più, quindi mi scuso se ci sono errori..Cercherò di aggiornarlo il prima possibile..Buona lettura e ciaoo :)
   
 
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