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Autore: GabrielleWinchester    04/08/2014    8 recensioni
[Sequel di "Gocce di caffè bollente, ali di piume nere e cuore demoniaco] Esthery e Nythiel sono ormai diventati Angeli del Purgatorio, laddove la cattiveria e la bontà non hanno un limite prestabilito...La realtà che vive Esthery è una realtà consolidata, oppure è come l'effimero canto dell'usignolo nella notte? Buona lettura :-)
Genere: Angst, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'Essenza di Paradiso e Graffio dell'Inferno'
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Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi il sequel di "Gocce di caffè bollente, ali di piume nere e cuore demoniaco"...Nel precedente abbiamo visto Esthery e Nythiel aprire il portale del Purgatorio e introdursi dentro di esso, in quel luogo dove la cattiveria e la bontà non hanno linee precise, ma si confondono tra di loro...Vengono atttaccati da un gruppo di demoni, desiderosi di vendicarsi della morte di Astharothe, ucciso da Lucifero in persona...Nythiel viene ferito mortalmente con una spada avvelenata al polmone destro...Ma la realtà che vive Esthery è una realtà consolidata, oppure è come l'effimero canto dell'usignolo nella notte? All'interno della storia trovate alcune strofe della canzone "Nightingale" della Lovato. Chiedo scusa per eventuali errori presenti nel racconto e mi auguro che vi piaccia e che non vi ho deluso :-) Ringrazio tutti coloro che la leggono e la leggeranno, tutti coloro che la recensiscono e la recensiranno, tutti coloro che hanno messo e metteranno le mie storie tra le seguite/preferite/ricordate/ e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)
PS: Non uccidete l'autrice prima del tempo, mi raccomando!

 
L’effimero canto dell’usignolo

L’aria era immobile intorno a me. Se mai ci fosse stata una brezza, io non l’avrei sentita, anzi mi sarebbe scivolata via, come gocce fuggevoli sulla pelle. Il mio sguardo era fisso sulla persona sdraiata per terra, sul corpo del mio amato, sulle sue ali bianche sfumate di nero adagiate al suolo, in una posizione scomposta, il sorriso appena accennato e i suoi meravigliosi occhi castani che non si sarebbero mai più riaperti.
Il mio meraviglioso Nythiel era morto.
Il mio meraviglioso angelo barista del Saint Gabriel era morto per salvarmi. Si era comportato come un vero Angelo delle Virtù.
Il mio cuore voleva battere per la tristezza e lo sconforto e non poteva.
Ero un demone, i demoni non piangevano, non gridavano in preda a un cuore pieno d’amore,  ma lui, il mio splendido Nythiel aveva scardinato le mie difese e mi aveva fatto vedere un mondo  fatto di speranza e non di cattiverie. Aveva fatto vedere la parte più buona di me, quella parte che io avevo cercato di sporcare con tutte le mie azioni da demone, convinta di fare la cosa giusta, convinta che fare il male significava seguire la propria natura in tutto e per tutto. L’angelo che avevo conquistato con un balletto sensuale e con una cioccolata al peperoncino, l’angelo che mi aveva conquistato con la sua semplicità e con una leggera barbetta. E vederlo con gli occhi chiusi, senza sorriso, mi faceva salire una rabbia assurda, che sarei andata da mio padre Lucifero e mi sarei strappata davanti a lui le ali e sarei caduta sulla Terra, con il rischio di morire nell’impatto. Adagiai le mie labbra sulle sue già fredde e prive di vita, cercando di dargli quella scintilla vitale che sapevo che essere solo l’illusione dietro la speranza.
“Sei tu la mia caduta da cui non vorrei mai riprendermi”.
Dopo la nostra entrata nel Purgatorio, tutto sembrò andare per il meglio per noi due. Avevamo trovato il nostro posto, il posto ideale per gente che non si sentiva né troppo buona né troppo cattiva. In un luogo dove potevamo essere accettati per ciò che eravamo, anche se sapevo che il suo lignaggio da Angelo delle Virtù non sarebbe scomparso definitivamente. Sarebbe sempre stato un cavaliere, nonostante tutto. Ogni giorno lo prendevo in giro per la sua timidezza e mi innamoravo di lui, ogni giorno lui mi prendeva in giro per la mia visione troppo radicale, completandoci a vicenda. Una volta stavamo attraversando il ponte delle sette virtù, nel quale tutte le anime dovevano passare per purificare le nefandezze che avevano commesso. Lui attraversò il ponte con facilità, io un po’ meno a causa della mia anima coperta da malvagità e dai tormenti che avevo riservato agli umani all’Inferno.
Ero diventata un Angelo del Purgatorio, ma gli errori erano lenti a sfumare, a dissolversi come un arcobaleno dopo una pioggia intensa.
Non erano l’effimero canto dell’usignolo, non erano una melodia che si dimenticava subito, ma erano incisi nell’anima e si potevano cancellare con le scelte nuove e con la consapevolezza di avere cambiato strada e modo di fare.
E la mia consapevolezza era lenta a cambiare traiettoria.
“Hai bisogno di un bastone?” sghignazzò lui divertito “La grande Esthery ha problemi di deambulazione? Pensavo che saresti diventata virtuosa, dopo aver fatto sesso con il sottoscritto. D’altronde sono il migliore sulla piazza.”.
 “Angioletto, guarda che il demone sono io, non tu” rimbeccai seccata, ma dentro di me ero divertita dalla sua vena di comicità “Le battute di spirito le faccio io”.
“Aspetta che ti aiuto vecchietta” esclamò lui e mi aiutò ad attraversare il ponte “Hai visto? È facile? Si mette il piede destro avanti, poi il sinistro, ancora il destro…”
“Ti diverti a prendermi in giro?” domandai, stuzzicandolo “ Ti avverto che il prossimo ponte è il ponte dei peccati”
“E quale peccato c’è per primo?”
“Indovina” ridacchiai io, accarezzandogli la barbetta.
Lui spalancò gli occhi, capendo il sottinteso. Poi disse “Allora, ho una buona guida”
Io lo baciai, fiera di quel complimento un po’ strano. Più tempo passava e più mi affezionavo a quell’angelo, tanto che non sarei riuscita a pensare a un giorno, lontana da lui.
Se io per lui ero la sua caduta, lui era il mio paracadute, era quella normalità che mi consentiva di spalancare le ali al vento, come un usignolo che ritornava a cantare dopo essere stato troppo tempo in gabbia, dopo essere stato abituato alle brutture della vita. Poi successe l’inevitabile, quello che non mi sarei mai aspettata. Un commando di angeli demoniaci irruppe nel Purgatorio, gente fedelissima ad Astharothe, demoni che non avevano accettato la morte del loro capo e volevano vendicarsi di me, poiché ero figlia di Lucifero.
“Come sei caduta in basso Esthery” esclamò Gesat, il vice di Astharothe “La figlia del grande capo che se la spassa con un angelo”.
“Mai così in basso come voi” ribattei trionfa “Mi hanno detto che vi hanno declassato a demoni degli incubi. Che grande prospettiva passare da scatenare terremoti e tornadi ad essere gli uomini neri per i bambini”
“Almeno noi ci divertiamo e non abbiamo snaturato la nostra identità. A differenza di te, traditrice!”
“Siete venuti a farmi i complimenti o per uccidermi?”
“Bè si saluta prima una signora”
Si scatenò una violenta battaglia, il mio Nythiel si battè con un coraggio non indifferente, rendendomi conto che la gerarchia delle Virtù gli calzava a pennello.
“Questa è la mia battaglia angioletto” esclamai furibonda, materializzando una spada di tenebra e sangue nero “Gli affari si risolvono in famiglia”.
“Io sono la tua famiglia” ribattè convinto “Poi ci deve essere qualcuno che eviti che tu ti faccia male”.
Rimasi colpita dalla sua dichiarazione d’amore, ma dopo lo punzecchiai.
“So camminare al buio” dissi, piegando le ginocchia e pugnalando allo stomaco un demone “Grazie per la preoccupazione, paparino”.
“Anche i supereroi hanno bisogno di un aiutante”.  
 Io lo aiutai come potei, uccisi da sola trenta demoni tutta da sola, consapevole della discendenza luciferina che mi scorreva nelle vene, ma la stragrande maggioranza dei demoni si riversò contro di lui, sapendo che la sua esperienza da spadaccino si concentrava solo sulle tecniche basilari. Lui purificava le anime dopo la morte, non era un arcangelo che combatteva una battaglia un giorno o uno no. Un angelo demoniaco lo colse alla sprovvista da dietro e con un movimento fluido lo uccise, infilando una spada avvelenata nel polmone destro e aspettando che agisse il veleno. Lui cadde in ginocchio, lo sguardo pieno d’amore nei miei confronti, non determinato a cedere. Io mi precipitai da lui, indifferente alle risate maligne dei miei ex colleghi “Va a guarire l’angioletto”.
Io li ignorai e andai da lui “Non puoi morire Nythiel, io te lo proibisco”.
“Preoccupazione è quella che sento?” domandò ridacchiando, sputando sangue dalla bocca “Stai diventando più buona di me, a quanto vedo”.
“Non fare il cretino” lo rimproverai arrabbiata, ma dopo mi sciolsi di fronte al suo sguardo, le sue mani strette nelle mie “Mi hai fatto una promessa e la devi mantenere, dannazione”.
Lui rise, quel sorriso che mi aveva conquistato fin dalla prima volta, mi prese le mani e mi fece promettere una cosa “Abbi cura di nostro figlio”.
“Esthery è diventata rammollita. Cara, hai bisogno di un fazzoletto per piangere?”
Io rimasi a bocca aperta di fronte a quella rivelazione e dopo spirò definitivamente. I suoi occhi nei miei. Il silenzio fu interrotto bruscamente dalle risate dei demoni, i quali trovarono divertente la morte del mio amato e costringendomi a creare un tornado di fuoco nero dalle ali, dando prova del mio rango demoniaco.  I demoni furono investiti dal fuoco e li ridussi a poco meno di cenere, così come cenere erano il mio cuore e la mia anima.
Can you be my Nightingale, sing to me I know you're there
You could my sanity, but ring me please send me to sleep
Say you'll be my Nightingale

Lui era il mio usignolo, la mia sanità, la mia voglia di riscatto di fronte a un mondo pieno di ingiustizie e di gente troppo codarda per cambiare le cose.
I need a voice to echo, I need a light to take me home
I kind a need a hero, is it you?

Guardandolo, avevo desiderato che la sua voce si espandesse nell’etere, che riempisse il mio spazio uditivo e visivo, in modo tale da cancellare quel dolore sordo e insopportabile a cui non sono abituata. Era il mio eroe, il mio angelo guerriero, si era battuto per me, aveva illuminato la mia giornata plumbea.
Non poteva essere vero.
“Buongiorno, bella addormenta. Dormito bene?”
Spalancai gli occhi e me lo ritrovai davanti a me, con gli occhi luccicanti dalla sorpresa, le mani a coppa a mostrarmi una cosa “Guarda Esthery, ho trovato questa pianta con le bacche viola e le foglie argentate”
Per un momento non seppi fare altro che ammirarlo in tutta la sua bellezza, aveva il torso nudo ed era appena uscito da uno stagno, i capelli corti colmi d’acqua, la quale scendeva sul suo viso sotto forma di piccole goccioline d’acqua. Era stupendo. Poi la mia attenzione si spostò sulla strana pianta che aveva raccolto, l’entusiasmo che faceva brillare i suoi occhi.
“Sono talmente stupendo che ti ho fatto rimanere senza parole?”
“Non dirmi che non avevi visto mai il vischio del Purgatorio?” domandai divertita, ignorando di proposito “Quante cose che non sai Nythiel, mi deludi”.
Lui scosse la testa, imbarazzato. Io mi divertii a vederlo così, a guardare il rossore sulle guance ed esultai al fatto che quello che avevo sognato, era solo un sogno e non era la realtà.
“Allora ti diverti a non dirmelo?”
Io sorrisi sorniona. Non poteva immaginare minimamente che stavo dilatando il tempo per ammirare la sua bellezza, non per farlo impazzire. Avevo sofferto troppo con quel sogno, con quel sogno che me lo aveva mostrato sanguinante e con un pugnale nel polmone destro, il veleno che scorreva nelle sue vene e avvelenava la mia realtà. Mi alzai da terra e spiegai, avvicinandomi a lui “Il vischio del Purgatorio ha la particolarità di legare le anime di un demone e di un angelo per sempre “.
“Un po’ come nel mito di Persefone e di Ade?” chiese lui incuriosito.
“Una specie. Ma nel mito di Persefone e Ade il melograno induceva la malinconia verso il luogo dei morti, tanto da costringere Zeus a stabilire per Persefone un periodo di sei mesi con Ade e sei mesi con Demetria”
“Allora che cosa?”
Appoggiai il mio dito sul suo labbro inferiore e gli schiusi le labbra con un bacio tentatore “Non voglio dirtelo. Si gusta meglio il segreto che la verità.”
“Segreti di stato?”
“Con tanto di sigillo di ceralacca e controfirmato”.
Lui mi rivolse un’occhiataccia, ma fu irremovibile. Il vischio del Purgatorio aveva come potere quello di legare un angelo a un demone fino all’ultimo, se l’angelo fosse morto, il demone lo avrebbe seguito di pari passo, avvolto dall’anima angelica e fuoco demoniaco, i quali lo avrebbero ridotto in cenere, facendo si che entrambi fossero trasformati in una costellazione celeste.
Quindi io e Nythiel saremmo diventate stelle luminose nel firmamento. Con sensualità ammirai una bacca di vischio purgatoriese e la appoggiai sulle labbra, lui mi baciò voglioso e insieme rompemmo la bacca, macchiando le nostre labbra “Me lo dici adesso?”
“Perché rovinarti la sorpresa, angioletto?” domandai ironica “Pensavo che la pazienza fosse la virtù degli angeli”.
“Stai giocando con me?”
“Sei tu che hai voluto giocare con il fuoco. Adesso ne paghi le conseguenze”
“Ti amo Esthery”
“Ti odio tanto da amarti profondamente Nythiel”.
Lui ricambiò la mia ironia con un bacio che mi fece fremere le ali. Da qualche parte un usignolo cantò e il suo canto fece da colonna sonora al nostro bacio. In quel preciso istante potevano irrompere tutti i commandi angelici e infernali contro di noi, con quella bacca avevo sancito il nostro destino e per me era il migliore destino che potessi desiderare. E con una piccola sorpresa a coronare il tutto. Discendenza Paradisiale, essenza di bontà, Discendenza Infernale, graffio nell’anima.

 
  
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