Come
volevasi dimostrare mi diressi a casa e feci… beh ecco quello che dovevo fare…
Mi alzai dal
letto e decisi in fine di fare un a bella doccia.
L’acqua
scroscia sul mio corpo e decido che dopo un’oretta o quasi sia ora di vestirsi.
Sono in camera in accappatoio. È quasi l’una e appena mi abbasso nel cassetto
delle mutande sento un lieve ticchettio alla finestra,
‘oh no, oh
no…’
“Avanti Goten!!!”
Trunks è lì
che mi aspetta e decido quindi di andare ad aprire fucsia in volto… e senza
mutande….
“Caspita,
volevi l’autorizzazione di mia madre per farmi entrare??”
“Ehm…
scusami Trunks è che ero un po’… impegnato”
Sembra che solo
ora veda il mio abbigliamento, se così può essere definito un accappatoio in
procinto di slacciarsi.
“Oh,
scusami, stavi facendo la doc… oh… ma quello è il cassetto delle tue mutande…
tu, tu ti stavi…”
“Vestendo…”
continuo io sempre più imbarazzato.
“quindi sei…”
Ecco. Il
danno è fatto.
“hahahahahahhahaha sei senza mutande!”
Ok mi sto
innervosendo.
“dio sembra la scena di un porno gay!”
L’ha
veramente detto?? Rifletto un attimo e poi decido: ora o mai più!
“perché? Li guardi spesso?”
Il mio tono
di voce è derisorio e ironicamente curioso al punto giusto da farlo diventare
quasi viola in faccia. Evidentemente non se l’aspettava ma ehi! Una volta
vorrei tenere le redini anch’io!
“c-cosa??? Io.. tu….
Insomma, non che… cioè, non come pensi, ecco vedi… no! Io…”
Mi lasciò
sfuggire una risatina che sfocia in una risata di gusto, glie l’ho fatta!
Notando che
però l’imbarazzo (ora quasi ingiustificato) persiste non faccio a meno di
chiedere perché continua a rimanere di sasso ed al suo indicare verso le mie
parti basse capisco… e desidero di non aver mai capito.
Le successive
ore sono passate in silenzio. Siamo in un chioschetto non troppo lontano da
casa mia a mangiare qualcosa e di sicuro non ho intenzione di rompere questo
silenzio tanto rassicurante quanto imbarazzante. Lui mi ha… ha…
“così ti ho visto il pacco…”
Credo di non
essere mai stato più vicino al soffocamento.
“Goten, ora stai bene?”
È corso ad
aiutarmi e alla fine ho smesso di tossire.
“Perché
l’hai detto?” riesco a pronunciare non appena ricomincio a respirare.
“Così,
giusto per chiarire che non devi sentirti in imbarazzo, ecco… è normale.
Abbiamo fatto tante volte la doccia insieme da piccoli…”
Sono tentato
di chiedergli se sta pensando mentre parla… mi sta prendendo in giro??
“E cosa
c’entra??” sbotto.
“Abbiamo
fatto la doccia insieme, wow, avevamo cinque anni!! Ti sembra minimamente
paragonabile a quello che è successo poco fa?? Allora cos’altro potremmo
giustificare con ‘lo facevamo anche da piccoli’? Saltarci addosso e riempirci
di baci??”
Anche lui si
alza.
“Beh, vuoi
la verità? Preferirei saltarti addosso e riempirti di baci piuttosto che stare
a litigare con il mio migliore amico!”
E voltate le
spalle se ne va.
Non so se
sono spiazzato a causa del suo scatto o del fatto che ha usato con me un tono
da insulto e al contempo mi ha detto le cose più carine che avrei potuto mai
immaginare.
Decido di seguirlo.
Ci metto un po’ ma alla fine ho raggiunto la
capsule corporation. Se partivo prima forse avrei potuto raggiungerlo ma non
importa. Decido di fare un saluto a Bulma.
“Hey, come
va!?” mi metto una mano dietro la testa e, forse perché ciò ricorda a tutti mio
padre, mi corre in contro e mi saluta calorosamente con un abbraccio. Dopodiché
diventa un po’ più seria e preoccupata.
“Cerchi Trunks, non è vero?”
“Beh, sì… ma
tu come…”
“A dopo le
spiegazioni, è in camera e non credo stia bene, emotivamente. Dovresti
parlargli, non l’ho mai visto così…”
Vado di
corsa di sopra e busso alla porta.
Nessuna
risposta.
Riprovo un
po’ più insistentemente.
Sento un
frusciare di coperte e dei passi stanchi dirigersi verso la porta.
Infine Trunks comincia a parlare aprendo.
“Mamma ti ho
detto che sto be…”
Lo vedo
piuttosto sorpreso. Evidentemente non pensava che sarei venuto a chiedere
spiegazioni… il grande e intelligente Trunks brief…
se…
Mi decido a
parlare.
“Ora io e te
chiariamo ma prima fammi riposare, sono venuto qui al doppio delle velocità di
volo”
E detto
questo mi stendo un po’ sul letto, dopodiché faccio cenno anche a lui di salire.
Non mi
aspettavo si stendesse di fronte a me guardandomi da così vicino, così mi
distraggo… caspita è davvero un bel ragazzo, perfetto, intelligente, gentile…
etero.
Era un po’
che non ci pensavo e mi sale un enorme senso di tristezza ora come tutte le
volte che penso in modo realista. Caspita, devo parlare o mi prenderà per
pazzo.
“Scusami Goten.”
Ancora una
volta mi coglie di sorpresa cominciando a parlare per primo.
“Magari ti
sei sentito a disagio e ho girato il coltello nella piaga, inoltre sappi che
non ho intenzione di… ecco… saltarti addosso, era solo per dire, non nascondo che
potrebbe essere imbarazzante anche per…”
Lo zittisco
portandogli il mento più in su in modo che possa guardarmi e la tentazione di
baciarlo mi sta letteralmente distruggendo ma resisto. Per lui. Per noi.
“Puoi
saltarmi addosso tutte le volte che vuoi, baka!”
Ricorro
ancora una volta all’ironia per uscire dalle situazioni. Ancora una volta
sembra funzionare.
“Ah sì eh!”
e dal suo sorrisetto furbo capisco che è tutto passato. Ancora senza discutere
direttamente dell’argomento. Rimanderò a quando avrò più coraggio.
“Parole tue Goten!” e detto questo (e come sempre prendendomi
assolutamente alla sprovvista) si lanciò contro di me cominciando a
mordicchiarmi il collo.
“T – Trunks!! Co – cosa stai f – facendo!?”
Sono nel
pallone. Lui nemmeno immagina che potrei infilargli la lingua in bocca in
qualsiasi momento se fa così. Evito di pensare alla sua saliva sul mio collo e
mi concentro piuttosto ad evitare di ri-fare la figuraccia di poco fa.
Inevitabilmente
però succede.
“Goten…”
“Dimmi”
sussurro con aria sconsolata.
“Di nuovo?
Ehi di al tuo soldatino che può riposarsi un po’ di più sai?”
“Eeeeh…” oh
bene non riesco a spiccicare parola!
“Oppure sono
io a farti questo effetto?”
“Eeeeh?”
dio, cervello formula qualche frase che non sia un verso e alla svelta!
“non ci credo! Sono così bello??”
Mi prendi in
giro eh!?
“Trunks, non è come seeeeeeeeeeehh!”
Oh cielo! Mi
ha messo la sua mano lì!!!
“come Goten?”
Il suo tono
di voce non fa che confondermi, inoltre non capisco cosa vuole fare e mi
ritrovo lì… in camera di Trunks, sul letto di Trunks, con Trunks davanti a me e
la sua mano tra le mie gambe che mi massaggia ciò che ha visto poco più di
un’ora prima. Inutile cercare di capire come siamo arrivati a questo punto da
una semplice corsa…