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Autore: Saecchan    10/09/2008    0 recensioni
Una fanficcy semplice semplice, dove Bella incontra tre nuovi vampiri amici di "famiglia".
"Mi sentii schifosamente umana, quando mi accorsi di essere ancora accovacciata per terra. Mi alzai goffamente, e corsi verso Edward, che mi accolse tra le sue braccia, sospirando tranquillo. , sussurrò silenzioso al mio orecchio."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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e' sempre ora della nanna (da postare)

Ed eccomi con il terzo capitolo! ^^ Se ci sono errori, vi chiedo umilmente scusa, ma l'ho scritto al volo, e a quest'ora il mio cervello è abbastanza dormiente XDD Vi ringrazio ancora per i commenti e spero ce ne saranno molti altri. Ciau! SAE~*

Senza neanche accorgermene, ci ritrovammo davanti la villa Cullen. Sbuffai, e scesi dalle braccia di Edward, che mi tenne per mano. Alice intanto saltellava dall’euforia, accompagnata da Sabrien, che le cingeva bizzarramente i fianchi. Jordan e Catherine ci seguivano con un sorriso tiepido stampato in faccia. Sembravano due manichini, due bellissimi manichini. Ancora una volta mi sentii orrendamente umana.
Edward mi strinse per le spalle e mi accompagnò alla porta. Alice si voltò verso di noi, sfoderò il suo miglior sorriso, e un tremito di eccitazione la invase mentre girava il pomello della porta. Roteai gli occhi nauseata da tanta frenesia, ed entrai a seguito di Catherine e Jordan.
In piedi e in mezzo al salotto, stavano per mano Esme e Carlisle, sorridenti. Sul divano, invece, sedevano serenamente Emmett e Jasper, il quale si alzò per salutarci.
Rimasi quasi delusa dal silenzio che avvolse per qualche minuto la stanza. Non si udiva alcun rumore, e tutti rimasero nella stessa posizione. Il secondo in cui il suono del mio ingurgito invase la stanza, tutto scoppiò come un motore. Vidi Sabrien saltare ed abbracciare con impeto Carlisle, Esme stringere calorosamente le mani a Catherine, mentre Jasper salutava Jordan con pacche sulle spalle.
Alzai un sopracciglio quando mi accorsi di essere l’unica ad essere rimasta ferma immobile in mezzo alla stanza. Tutti si erano magicamente accomodati sul divano e sulle poltrone.
< Bella? >, disse Edward seduto al piano. < Vieni qui >.
Senza fiatare e con lo stupore ancora dipinto sul volto, mi avvicinai al rialzo del piano, salutando con la mano Esme e Carlisle. Mi guardai intorno, e mi accorsi che Alice era sparita. Anche Emmett non era più seduto sul divano, ma era lontano, con la faccia rivolta a fissare fuori da una finestra.
Sabrien continuava a sorridere contenta e a parlare con Carlisle.
Edward mi guardò, tamburellò col palmo della mano la panca di pelle, e mi sedetti accanto a lui. Quando la musica iniziò ad espandersi per la camera, sentii una strana sensazione di quiete. Probabilmente era la musica a rilassarmi, o probabilmente era Jasper che si dava da fare.
Quando la musica finì, mi accorsi che fuori si era fatto buio.
< Il crepuscolo >, disse silenzioso Edward.
< Già. Devo tornare a casa, altrimenti Charlie penserà che sia stata rapita; si irrita parecchio quando ha fame >, risposi alzandomi.
< Ti accompagno. Vieni >, disse prendendomi per mano.
Salimmo le scale, ed entrammo in camera sua. Afferrò il giubbotto e si diresse verso la porta. Cercai di fermarlo acchiappandogli un braccio, ma neanche se ne accorse.
< Edward >.
Si girò e mi guardò.
< Cosa c’è tra Alice e Sab? >, incalzai.
Alzò le sopracciglia, sorpreso.
< Come, prego? >.
< Tra Alice e Sabrien. C’è qualcosa di… strano >.
< Sono amiche >.
< Sì, ma… non lo so. Mi puzza la cosa >.
< Sei gelosa? >, disse sogghignando.
< No! Assolutamente no >, dissi abbassando tono. .
< Sono amiche >, replicò ridendo.
< Sicuro? Non è che… beh, magari Alice… >.
< Alice non tradisce Jasper con una donna, Bella >, rispose questa volta ridendo sguaiatamente.
< Non intendevo… proprio quello >, risposi vergognandomi.
< Piccola, tenera, umana Bella. Sei così bella quando arrossisci >. Si avvicinò al mio viso, e inspirò l’odore del sangue che saliva alle mie guance. Sentii il mio cuore pompare forte, e arrossì ulteriormente.
Edward rise ancora una volta e mi abbracciò.
< Ora andiamo, o Charlie morirà di fame >, disse prendendomi per mano e conducendomi al piano di sotto.
Imbarazzata, salutai gli ospiti e sgattaiolai via nella macchina.
Sospirai stanca. < Domani ci saranno? >.
< Credo di sì, a meno che Rosalie non voglia uccidere qualcuno >, rise.
< Intendi Sabrien? >.
< O Emmett. Chissà >.
La risata cristallina di Edward invase l’abitacolo. Ancora una volta non capivo nulla di quello che succedeva. Ma lasciai stare, mi rilassai sul sedile e in un batter d’occhio fummo davanti la casetta di Charlie.
Salutai formalmente Edward, preparai la cena e salii in camera dove mi aspettava steso sul letto.
Chiusi la finestra, dalla quale entrava un vento ghiacciato, e mi stesi accanto a qualcosa di ben più freddo. Sentì che rabbrividivo, e mi avvolse con una coperta di lana.
< Non c’è bisogno… >, bofonchiai.
< Non voglio che tu muoia assiderata per colpa mia >.
< Balle >.
< Ah sì? >, rispose a bocca aperta. Mi si fiondò addosso, muovendo freneticamente le mani sui miei fianchi, facendomi contorcere per il solletico.
< Ahi, ahi! Basta, mi arrendo >, dissi in preda alla sofferenza. Edward si rilassò e si stese sopra di me.
Quella posizione fu totalmente una novità.
I nostri volti a pochi centimetri, il suo respiro fresco sulla mia pelle bollente. Arrossii, se ne accorse e in un secondo si stese su un fianco, accarezzandomi la fronte.
< Oh, no >, mi lamentai.
< E’ ora di fare la nanna >, rimproverò dolce.
< Certo, certo, appena ci si inizia a divertire un po’ è l’ora della nanna. Mi ero dimenticata delle tue stupide regole >.
< Le mie “stupide regole” ti mantengono in vita, Bella >.
< Come no >, dissi e mi voltai dandogli le spalle.
Chiusi gli occhi e mi imposi di dormire.
< Dai, ti prometto che domani ti porterò al fiume. Sarà divertente >, sussurrò prima che potessi prendere il treno diretto al mondo dei sogni.

  
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