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Autore: SamLee_    04/08/2014    0 recensioni
— “ Ti sei mai fermato a pensare a cosa siamo noi due? ”
— “ A voler essere sinceri no. Non amo le definizioni. ”
— “ Sicuramente non siamo... ”
— “ Mhn? ”
— “ Amici normali. Cioè, siamo amici, ma non siamo amici. Nel senso che non siamo semplici amici, ma siamo più che amici! Anche se non siamo così amici. Voglio dire... ”
— “ Amici strani. ”
— “ Amici strani. ”
— “ Per questo mi piace passare del tempo con te, Sam. Perché sei la mia amica strana. ”
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano le dieci e diciassette quando i tiepidi raggi del sole raggiunsero il volto della ragazza; avevano eluso con facilità le sottili tende bianche poste alle finestre ed erano penetrati nella stanza, gettando in ogni dove un caldo chiarore soffuso.

Viveva in quella casa da almeno cinque anni e ancora non aveva imparato ad abbassare le tapparelle.

Si girò su un fianco, Sam, dando le spalle a quella fastidiosa fonte di luce, mentre un leggero sbuffo di disapprovazione le usciva dalle labbra. Serrò gli occhi, stringendo la coperta fra i piccoli pugni, portando le ginocchia al petto.

Non si sarebbe alzata molto facilmente, da quel letto. A quale scopo abbandonare quel tepore così familiare?

— “ Sammie, tesoro, ti ho preparato i muffin, per colazione! Io vado a portare fuori Lola, d'accordo? Non voglio trovarti a letto, quando torno, intesi? ”
— “ Mamma, sono in vacanza! Potresti lasciarmi dormire! ” borbottò la giovane, emettendo una sorta di grugnito disperato, per poi nascondere il volto sotto il cuscino (poco importava il fatto che non riuscisse a respirare: non lo sopportava proprio, quel sole).
— “ Samantha Natasha Barton ” incominciò, spalancando la porta della sua stanza, utilizzando un tono di voce più alto di almeno un'ottava. — “ Quante volte ti devo dire che-... ”
— “ Sto scendendo. Sono già un cucina, guardami. Già faccio colazione. ”

Ironia: ottima per conquistare la simpatia delle persone, pessima per rispondere alla propria madre.

Rimase in silenzio per un istante; le palpebre erano ancora abbassate, le orecchie erano tese a cogliere ogni rumore. Nello stesso istante in cui la porta di casa si chiuse, lei si mise a sedere sul materasso. Come ogni mattina, puntò lo sguardo su quel vecchio specchio malridotto posto davanti al suo letto, osservando la sua immagine riflessa.

Samantha Barton non si poteva di certo definire perfetta: era decisamente troppo bassa per la sua età e le sue curve erano praticamente inesistenti; aveva uno strano nasino all'insù, delle labbra sottili e dei capelli perennemente arruffati; aveva una carnagione chiara, troppo chiara, che faceva risaltare le profonde macchie violacee sotto i suoi occhi.

— “ Ehi!, bellezza, come siamo in forma, questa mattina! ”

Fortunatamente, Samantha Barton si poteva invece definire autoironica.

Dopo aver afferrato il suo cellulare al volo ed essere quasi inciampata sui suoi stessi piedi, fece il suo ingresso in cucina. Il profumo di muffin (non era una semplice scusa per farla uscire dal letto, allora! I muffin li aveva fatti per davvero!) risvegliò i suoi sensi, costringendola a rimanere ferma per qualche secondo, in piedi davanti al forno, quasi come fosse in estasi.

— “ Quanto ti amo, mamma. ”

Un bicchiere di latte, due cupcake in un piatto e una vecchia puntata di Top Gear sul canale della BBC. Cosa si poteva desiderare di meglio?
 


 

 
— “ Avanti, a cosa stai pensando? ” 

Era sera.
Un leggero venticello penetrava dalla finestra aperta, arieggiando la stanza; il buio si era impossessato della camera di Samantha, almeno fino a quando Dean - il protagonista di Supernatural, il cui bel sorriso era riprodotto nello schermo della televisione - accese la torcia.

— “ A quanto sia sexy Jensen Ackles tutto sudato e sporco di terra? ”
Rispose noncurante, mantenendo lo sguardo ben fisso sul televisore, consapevole del fatto che se William avesse incontrato i suoi occhi, li avrebbe letti e decifrati con facilità.
— “ Sasha.. ”
— “ Non sento Charlie da un po', okay? E mi manca. ”
— “ Anche se... ”
— “ Anche se l'ultima volta che ci siamo visti mi ha deliberatamente ignorata, sì. Non farmi la predica, te ne prego. Mi sento già abbastanza idiota senza che ti ci metta anche tu. ”

Per un istante, nella stanza calò il silenzio; era come se entrambi i ragazzi avessero messo in pausa la loro conversazione, le loro vite, per ritornare con la mente a quel lontano giorno di Aprile, alle lacrime versate, alle parole urlate al vento.

Poi, senza sentire il bisogno di dire niente - di ascoltare niente -, Will le cinse le spalle con un braccio, attirandola a se, posando un veloce e delicato bacio sulla sua tempia.

Era sempre stato un rapporto strano, il loro: spesso e volentieri si insultavano a vicenda, si gridavano contro improperi senza senso - talvolta dolorosi. Lui era sincero - troppo sincero - e lei era permalosa - troppo permalosa. Litigavano ogni due per tre, su argomenti di vario genere - dalla filosofia, a quale serie televisiva meritasse la loro attenzione.
Eppure - eppure non riuscivano a stare l'uno senza l'altro, come se una forza cosmica superiore li legasse. 
Potevano apparire come due ragazzi ordinari, ma insieme avrebbero potuto conquistare il mondo, perché insieme erano una forza inarrestabile - come se l'uno fosse in grado di far uscire i superpoteri dell'altro, quei superpoteri che tanto ammiravano negli eroi Marvel.

— “ Domani andiamo Downtown, ho deciso. ”
— “ William, io non-… ”
— “ Non accetto un no come risposta: c’è il Festival del jazz e tu verrai con me. ”

 


Angolo della scrittrice/fangirl.
OMG. Sembra proprio che io ce l'abbia fatta, ad aggiornare!
A voler essere del tutto sinceri, non sapevo se continuarla o no (ho già accennato al mio problema con le FF a capitoli, sì?), ma - se sono qui, devo ringraziare Clorinda e Annapals, che mi hanno spinta a scrivere di nuovo (oh e ringraziamo anche il fatto che avevo fatto tre del lavoro). Questo capitolo lo dedico a loro, bau.
ORA - stiamo a vedere se riesco ad aggiornare di nuovo e a raccontarvi cosa succederà al Festival del Jazz. 
Avrete sicuramente capito che, se in queste righe ho presentato Sam, nelle prossime presenterò Charlie, so - STAY TUNED, che lui è popo figo.
Kiso,
SamLee_

  
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