II Cap.
Susan stava facendo allenamenti con
l’arco. Azzeccava
perfettamente
ogni centro. Ma non riusciva a darsi pace. Lucy
l’aveva interrotta nel momento più bello della sua vita, il suo momento “perfetto”, con lui. Ma non poteva darle colpa; mica l’aveva fatto apposta.
Però sentiva il bisogno
del contatto con lui. Lo voleva a tutti i costi. Stava per scoccare
un’altra freccia, quando sentì qualcuno arrivare. Si voltò
e vide sua sorella che si dirigeva verso di lei. Parve un po’ delusa, ma
non lo fece notare:-Ciao Lucy, che fai qui?- -Volevo
parlarti- Susan parve sorpresa:-Di cosa?- -Volevo chiederti scusa per questa
mattina- Le gote di Susan si colorirono leggermente di rosso; poi, dolcemente,
disse alla sorellina:-Tranquilla, non hai fatto niente- -E invece si. Vi ho interrotto- -Lucy, lascia
perdere…- -Ma Caspian ti piace- A quella affermazione,
Susan arrossì sempre di più, dicendo con tono poco sicuro:-T-ti sbagli, fra me e Caspian
non c’è nulla- -Ma…- -Lucy, ora
basta. Lasciami stare- questa volta Susan era
più autoritaria. Lucy la guardò delusa, poi si allontanò,
mormorando un –Scusa- e si diresse verso il
castello.
Caspian stava tenendo una
riunione insieme al suo precettore e ad alcuni fedeli amici, Briscola e Ricipì, che durante la guerra si erano
rivelati alleati importanti e coraggiosi. Mancavamo poche settimane
all’incoronazione di Caspian, e dovevano
organizzare tutto, e c’erano ancora molte cose da fare. Ma il principe
aveva la testa altrove: e quell’altrove
portava il dolce nome di Susan Pevensie. Come poteva
occuparsi di una cosa futile come un’incoronazione, la sua incoronazione, se i suoi pensieri
erano eternamente concentrati sulla figura della ex
regina? “Chi se ne importa” si ritrovò a pensare il principe
“La cosa più importante e far sapere a Susan quello che sento. Non basta baciarla, devo
dirglielo direttamente”. Arrossì lievemente, pensando a quella
mattina, a quanto fosse vicino dal farla sua, ma la
piccola Pevensie aveva involontariamente interrotto
quel momento… magico.
-Principe Caspian, principe Caspian- ma Caspian non c’era. Alla fine, il professor Cornelius perse un po’ le staffe, richiamando
l’attenzione dell’interessato con un tono di voce
“leggermente” più alto:-SUA MAESTà CASPIAN X!-. Caspian
parve risvegliarsi, e solo in quel momento si accorse d’avere il viso
appoggiato alla mano, classica posizione di chi ha la
testa fra le nuvole; si schiarì la voce, rimettendosi in una posizione
più consona, ovvero dritto sulla sedia, si schiarì la voce e, con
tono serio, rispose:-Si, professor Cornelius?- e il
precettore non si fece sfuggire quest’occasione,
cioè aver colto in fragrante il futuro re poco attento:-Mi fareste il
piacere di riassumere quello di cui abbiamo discusso nell’ultima ora?-
chiese con fare sarcastico. E ora come se la sarebbe
cavata il bel moro, preso totalmente in contro piede? Nel peggiore dei modi:-Ehm… stavamo parlando di…ehm…- e si
passava la mano dietro la nuca (un tic che lo fa sembrare ancora più
carino. Ndme J), nello stesso modo
di quella mattina. Il nano e il topo guerriero si scambiarono sguardi fra il
divertito e il rassegnato. Era da un po’ che il principe si distraeva
facilmente, o si dileguava, facendo impazzire il povero insegnante.
-Sua maestà, devo ricordarle che fra
poche settimane sarà re?- Caspian
abbassò il capo, imbarazzato per la figuraccia:-No,
professor Cornelius, non ha bisogno di ricordarmelo-
-A me pare proprio il contrario. Non può permettersi di apparire
indifferente ai suoi obblighi. Deve stare attento. Come crede di poter riuscire
a mandare avanti il regno se lei ha la testa fra le nuvole?-. Doveva ammettere
che il professore aveva ragione: doveva impegnarsi,
doveva imparare il più possibile, senza dimenticare la cosa più
importante “Chiedere a Susan…No,no.
Guidare il regno, e chiedere a Su… No, caspita, mi devo
concentrare” la battaglia interiore del principe era stressante. Per lui
era più importante parlare con la sua dolce ex regina. Doveva mettere in
ordine le sue priorità: il regno e la regina. “Perché
non posso capovolgere queste due cose?”. Povero Caspian.
(più che una battaglia, sembra una guerra
civile interiore. Ndme):-Ha
ragione, dottor Cornelius. In futuro starò più attento- -Me ne compiaccio. Ora,
siccome non è stato attento, faremo un riassunto della situazione- e
giù, a spiegare nei minimi dettagli il quadro globale
della riunione; questa volta Caspian era attento, ma
un microscopica parte del suo cervello non poteva fare a meno di essere
concentrato su Susan…
-Edmund, dai
Ed sveglia. Dobbiamo pranzare- Lucy scuoteva il fratello, che dormiva
beatamente, non accennando a nessun segno di svegliarsi; poi i colpi della
piccola si fecero più forti e violenti, fino a quando
il poveretto non fu costretta a girarsi dalla parte opposta, ovvero verso Lucy,
e ad aprire lentamente gli occhi. Sbadigliò e disse:-Lucy… ma che vuoi?- -Dobbiamo pranzare. E’ una
mattina che dormi, ghiro- Edmund si mise a sedere
lentamente sul letto, si scompigliò i capelli e parlò:-Ok, ma devi uscire, mi devo
vestire- -Devo prima dirti una cosa- sospirando, il fratello fece segno alla
piccola si sedersi accanto a lui:-Avanti, parla- pronunciò non appena la
sorella si sedette. La piccola si tormentò le mani, ma si calmò e
iniziò:-Ho fatto una cosa che non dovevo fare- Edmund la
guardò stupito: quando
Bene, ecco il 2° cap. ringrazio bulmettina, ladygryffindor,mff_castle27 e Miss_Juls_giu
per
aver commentato e per i complimenti. Come risponderà il povero Ed, messo
alle strette dalla sorellina? Riuscirà Lucy ad arruolare il fratello
nella sua campagna dell’amore? E Susan e Caspian, riusciranno a scambiarsi quel fatidico bacio?
Alla prossima, baci AlexiaLil