Titolo:
Then He Opened His Mouth (Poi aprì la sua bocca)
Autrice:
SeparatriX
Traduttrice:
Lori
Beta:
Grace
Rating:
PG-13 all’inizio, poi R
Pairing:
HP/DM
capitolo cinque
L’abitante dei sotterranei
Osservai Psyche volare via nel cielo albeggiante di Londra, trasportando il mio ultimo messaggio per Potter. Era stato un rischio calcolato, scrivergli in quel modo, ed ero preoccupato che potesse prenderla male. In accordo col suo carattere, all’inizio era stato adeguatamente reticente. Ma non c’era nessuna dannata possibilità che io lasciassi perdere e sollevassi bandiera bianca solo perché Potter pensava che mi stessi prendendo gioco di lui. Potevo quasi sentire il suono implorante della sua voce nell’ultima lettera che mi aveva mandato.
Perché?
Avvertivo
che la domanda era un po’ riluttante, come se non fosse esattamente certo se
fidarsi del suo giudizio o meno. O forse, semplicemente, ancora non si fidava
di me. Naturalmente, Potter non aveva idea che io fossi Glenn deWedlour, e mi
sarei assicurato che le cose restassero così per molto tempo. In passato tra
noi era scorso tanto di quel cattivo sangue, e volevo approfittare di questa
estate per mostrare ad Harry che molte cose che credeva di sapere sul mio conto
non erano quello che sembravano. Senza dubbio avrei avuto il mio bel da fare.
~@~
Avevo iniziato a concepire il mio piano poco prima che lasciassimo Hogwarts per le vacanze estive. Innanzitutto, mi serviva un nome. Dubitavo seriamente che dei gufi da Draco Malfoy sarebbero stati benvenuti a casa dei parenti babbani di Harry. No, quello che ci voleva era uno pseudonimo. Ho tentato di comporre dozzine di anagrammi usando le lettere del mio nome, ma in qualche modo mi sembravano sempre poco convincenti. Poi ho avuto l’idea di usare Dungeon Dweller come soprannome, e poi alterarlo in un anagramma, e così è nato Glenn deWedlour. Gli altri tasselli del piano li ho composti durante il viaggio in treno. Mi stupiva quanto sarebbe stato semplice.
Con
mio padre incarcerato ad Azkaban, mia madre non faceva che piangere e
disperarsi alla prospettiva di una vita senza lui. Ho rifiutato con decisione
di trascorrere le vacanze a guardarla trascinarsi avvilita per il Maniero,
quindi ho deciso che mi sarei trasferito al Paiolo Magico per l’estate. La
stanza magari non era di classe come quelle a cui ero abituato, ma era pulita,
comoda, e splendidamente vicina a tutte le cose che mi sarebbero potute servire
con l’andare avanti del mio piano.
Dopo
essermi sistemato nella mia stanza, decisi di stilare una lista delle cose di
cui avevo bisogno, non solo per mettermi a mio agio nella mia nuova residenza,
ma anche per tenere segreta a Potter la mia identità. In cima alla mia lista
c’era un viaggetto alla Gringott per ritirare un po’ di fondi, e convertirli in
moneta babbana. Non che io avessi qualche esperienza con le cose babbane,
escluso qualche capo di vestiario, ma c’è sempre una prima volta per tutto. La
mia fermata successiva era fu la cartoleria per pergamene bianche, penne
incantate, inchiostro e spago. Poi attraversai la strada per andare all’Emporio
del Gufo dove trovai Psyche, un piccolo barbagianni delizioso in vendita con
tanto di gabbia e cibo. E con questo sarei riuscito a mantenere Glenn deWedlour
l’uomo del mistero. Sentendomi piuttosto compiaciuto di me stesso, decisi di
cambiarmi con dei vestiti babbani e fare un salto su Charing Cross Road per
vedere se c’era qualcosa che potesse interessarmi. A dire il vero, è lì che ho
sentito per la prima volta la canzone che ho riportato ad Harry nell’ultima
lettera che gli ho mandato. Sapete, accanto al Paiolo Magico c’è un negozietto
che vende dischi usati. La prima volta che l’ho sentita stavo in piedi davanti
all’entrata, e chiesi al ragazzo al bancone il titolo della canzone, e se ce
l’avevano disponibile. Naturalmente, ho detto ad Harry che ho faticato molto a
rintracciarla, ma era solo una piccola, minuscola bugia.
Non
mi aspettavo di sentirlo prima di un paio di giorni. Quando gli ho detto che
volevo che si prendesse un paio di giorni per riflettere prima di rispondermi,
dicevo sul serio. Ciononostante, il suo silenzio era incredibilmente snervante,
e non facevo che chiedermi se la mia ultima lettera lo avesse spaventato
troppo. Stare seduto nella mia stanza ad aspettare una risposta era una
tortura, e dopo tre giorni, finalmente ammisi che avevo bisogno di uscire un
po’ a sgranchirmi le gambe. Mi ritrovai a bighellonare per Diagon Alley,
guardando gli articoli affascinanti nelle vetrine dei vari negozi. Le cose che
attirarono davvero la mia attenzione furono manici di scopa, telescopi,
lunascopi, e un modellino della galassia in movimento in una sfera di vetro.
Poi una mezzora dopo il mio girare senza meta mi portò alla gelateria di
Florian Fortebraccio, dove ricevetti un gelato gratis come era usanza. Sulla
via di ritorno verso la mia stanza mi fermai a Accessori di Prima Qualità per
il Quidditch ad osservare la tanto agognata Firebolt. Da quando mio padre era
ad Azkaban, avevo accesso all’intera fortuna dei Malfoy, e non c’era nessuno a
dirmi che non avrei potuto averla sin quando non avessi battuto il dannato
Harry Potter. Beh, vaffanculo, Lucius! Senza nemmeno uno straccio di
senso di colpa, mi comprai una Firebolt. Non mi ero mai sentito così libero, ed
era bellissimo.
Quando
rientrai nella mia stanza Psyche mi stava aspettando, seduta pazientemente sul
davanzale della finestra con una busta nel becco. Le mani mi tremavano per
l’eccitazione mentre aprivo la finestra per permetterle di entrare. Presi la
lettera, le diedi un biscottino e andai a sedermi sulla sedia nell’angolo della
stanza per cominciare a leggere la risposta di Harry. Mi ritrovai a sorridere
alla vista dei familiari scarabocchi sulla pergamena.
Caro
Glenn,
Mi
hai chiesto a cosa penso nell’oscurità. A dire il vero, mi sforzo con tutto me
stesso di non pensare a nulla. Quindi invece di pensare, siedo qui e guardo
fuori dalla finestra per ore intere osservando le stelle, sognando di essere la
fuori in quell’immensa oscurità a volare tra di loro. È uno dei pochi momenti
in cui riesco a scordare chi sono e come ho deluso tutte le persone che
contavano su di me.
E
da quando ho ricevuto il tuo messaggio tre giorni fa, ho passato le mie nottate
a pensare a te (già, so che ho detto che tento di non pensare, ma tu sei
diventato l’eccezione che conferma la regola) e non posso fare a meno di
chiedermi chi sei e perché hai scelto me.
Quindi
dimmi, Glenn… a che cosa pensi quando sei da solo nelle tenebre?
Tuo,
Harry
Non
so quanti fogli ho accartocciato cercando di scrivergli una risposta.
Sembravano una più sciocca dell’altra, e il pavimento cominciava a riempirsi di
piccole palle di pergamena. Psyche sedeva sulla sua pertica e mi diceva con lo
sguardo non ti arrendere! Le lanciai un’occhiataccia e alla fine riuscii
a tirar fuori una risposta accettabile da mandare ad Harry.
Caro
Harry,
pensare
è decisamente sopravvalutato, se proprio vuoi saperlo. E tu vuoi saperlo. Ma
ora, Harry, vorrei condividere con te un mio piccolo segreto. Spesso ti osservo
volare sul campo da Quidditch, quando pensi che nessuno ti stia guardando. Non
ho mai visto nulla tanto fluido e aggraziato come te quando sei sulla tua
scopa. Col vento che ti scompiglia i capelli, sei così bello, che mi togli il
respiro. E adesso ti immaginerò per sempre come una stella cadente, correndo
attraverso il cielo con la tua Firebolt. È un immagine che da questo momento in
poi mi farà sempre sorridere.
Ma
non posso fare a meno di chiedermi perché vorresti essere solo là fuori. È a
causa di tutte quelle persone che credi di aver deluso? Perché per quello che
ho potuto vedere, tu non hai fatto altro che aiutare gli altri, guarda solo
quanto è diventato più sicuro di sé Paciock per merito tuo. E so per certo che
Fred e George Weasley non avrebbero mai potuto aprire il loro negozio senza il
tuo aiuto. In più hai liberato un elfo domestico dai Malfoy. Non credo che
Malfoy smetterà mai di lagnarsi di come tu sia costato a suo padre un leale
servitore.
Ti
prego, non scordare chi sei, Harry. Io credo che tu sia davvero speciale, e non
per le ragioni per cui lo credono gli altri. Ti ho visto mentre ti caricavi un
peso da cui molti uomini più vecchi si sarebbero tenuti ben alla larga. Ma ti
hanno detto che era un tuo dovere, e tu non hai ignorato neppure una volta quel
fardello che ti grava addosso, non importa quanto questo sia costato alla tua
anima. Ma io ti ho osservato attentamente e so cosa ti è costato.
Ti
prometto che un giorno non dovrai più chiederti chi sono, e ti assicuro che non
ti lascerò nessun dubbio sul perché ho scelto te. Oh, e per rispondere alla tua
domanda, io penso a te, e non devo nemmeno essere solo per farlo. Ho sempre
creduto che i miei sentimenti per te risalissero al nostro quarto anno, ma
pensandoci bene, non c’è mai stato davvero un tempo in cui io non abbia pensato
a te.
Tuo
Glenn
Sapevo che il compleanno di Harry sarebbe stato il 31 Luglio, quindi dopo aver spedito il messaggio ritornai a Diagon Alley per comprargli un regalo. Adesso che sapevo che era affascinato dalle stelle, avevo qualcosa su cui basare la mia scelta. Quindi girai di negozio in negozio, scegliendo le cose che pensavo avrebbero potuto renderlo felice. Scelsi “La stanza delle stelle: un viaggio ad occhio nudo nelle profondità dell’universo” che era un ottimo libro di astronomia per dilettanti, un piccolo telescopio, e poi il regalo più bello, e cioè il modellino della galassia in movimento, che avevo intenzione di incantare per aggiungere un piccolo ragazzo dai capelli neri che volava selvaggiamente tra le stelle a cavallo della sua Firebolt.
Il giorno dopo arrivò una risposta alla mia lettera.
Caro Glenn,
Non mi azzardo ad immaginarmi in nessun altro luogo che
là fuori da solo, perché in qualche modo, mi sembra la cosa più sicura. Tutti
coloro che mi sono stati vicini, o che si sono affezionati a me hanno finito
per soffrire, o peggio ancora sono morti. A cominciare dai miei genitori, poi
il povero Cedric, per arrivare alla fine dello scorso anno, quando sono stato
responsabile della morte del mio padrino. Ti confesso, però, che è la morte di
Cedric a tormentarmi di più, perché avrei dovuto essere in grado di evitarla.
Se non gli avessi chiesto di prendere la coppa insieme a me, oggi sarebbe
ancora vivo. Senza dubbio puoi vedere anche tu che ho fallito con lui nel
peggior modo possibile. I miei sogni sono puntellati dal suo grido tormentato,
e nella mia mente sento quella voce ripetere ancora e ancora “Uccidi l’altro,
uccidi l’altro.” Non credo che potrò mai dimenticarlo. Quanto ti sembrerò
debole, Glenn, adesso che ti ho confessato le mie colpe. Non credo che siano in
molti a sapere che il tanto acclamato salvatore del mondo magico molte notti si
addormenta piangendo a causa degli orrori che ha visto. E lo giuro su Dio, non
ho mai chiesto d’essere il salvatore di nessuno, vorrei solo essere un ragazzo
normale, se davvero ne esiste qualcuno.
Sembra che tu sappia una spaventosa quantità di cose su
di me e su quello che ho fatto. Per esempio, ben poche persone sanno che ho
usato il premio del Torneo Tremaghi per investire nel negozio di scherzi di
Fred e George. Volevo tenere riservato il mio coinvolgimento in quell’impresa
azzardata, ma in qualche modo tu ne sei a conoscenza.
Credo che tu abbia una distinto vantaggio su di me. Tu
sai così tanto di me, mentre io posso contare sulla punta delle dita le cose
che so per certe su di te. A questo punto, so che sei un ragazzo (cielo, almeno
spero!) e che sei al mio anno, e so che mi guardi volare, Dio solo sa perché. E
pensi che io sia bello? Scusa se rido, Glenn, ma decisamente non sono bello.
L’unica cosa che so per certa è che tu mi hai fatto
qualcosa che mi fa desiderare di essere l’uomo che tu vedi in me.
Tuo Harry
Quando finii di leggere, abbassai lo sguardo sulla pergamena tra le mie mani e notai che l’inchiostro era sbavato su alcune delle parole di Harry. Battei le palpebre quando un’altra goccia bagnata cadde sul foglio e sbavò altro inchiostro. Ero sbigottito; non credo di essermi mai commosso fino alle lacrime per nulla prima d’ora. Come avevo fatto a non comprendere la profondità del suo senso di colpa e della sua agonia? E ancor più importante, come aveva fatto Harry a mascherare così bene, e per così tanto tempo, quello che stava passando? Mi presi qualche momento prima di scrivergli una risposta.
Mio bellissimo, bellissimo Harry…
Non devi mai, MAI, dubitare della tua bellezza! Non
solo tu sei bello interiormente, ma guarda caso io trovo che l’involucro sia altrettanto
apprezzabile. Non posso nemmeno cominciare a contare le notti che ho passato
seduto nella mia stanza, pensando a te, desiderandoti accanto a me, per poterti
mostrare quanto bello tu sia ai miei occhi.
Non sei responsabile per la morte dei tuoi genitori, di
Cedric o di Sirius. Devi smetterla di sentirti in colpa per loro. C’è solo una
persona che è responsabile per le loro morti, e sappiamo entrambi chi è. Non ti
ritengo debole, tutt’altro, credo che tu sia la persona più forte che conosco.
E non credo che tu sia il salvatore del mondo magico, né che lo dovresti
essere. Tu, Harry Potter, sei il mio salvatore. Ed ogni giorno della mia vita,
ringrazio la mia buona stella per te.
Con amore,
Glenn
Posai un bacio leggero sulla pergamena e la piegai dentro ad una busta, e la mandai in volo verso il mio destino.
Note
della traduttrice: “Dungeon Dweller” vuol dire “abitante dei sotterranei”, come dice il
titolo… l’ho lasciato in originale per ovi motivi di anagramma.
“Charing
Cross Road” , da quello che sono riuscita a spizzicare in rete, è una
strada di Londra, famosa per una
libreria, al numero 84. È un po’ un macello trovarne notizie in rete, perché
con quel nome esistono sia un libro che un film, e ovviamente i primi link che
compaiono sono quelli.
Altra
piccola precisazione: Draco si riferisce ai suoi genitori con gli appellativi
Father e Mother (padre e madre), al contrario di tutti gli altri ragazzi (ad
esempio Blaise ed Hermione nel terzo capitolo) che dicono sempre dad e mum
(babbo e mamma)… in italiano suonava strano all’interno della frase, quindi ho
optato per mio padre e mia madre, ma poi mi sono accorta che così non si capiva
la formalità del rapporto di Draco con i genitori, e quindi ho deciso di fare
questa precisazione… o forse sono solo insopportabilmente pignola (non è colpa
mia, sono un tecnico, chiamatela deformazione professionale!)