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Autore: SeparatriX    10/01/2005    7 recensioni
Harry e Draco hanno una relazione di odio-odio, ma c'è una linea sottile tra odio e amore. L'estate dopo il loro quinto anno, un ammiratore si dichiara ad Harry. I suoi sentimenti saranno ricambiati?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Then He Opened His Mouth (Poi aprì la sua bocca)

Titolo: Then He Opened His Mouth (Poi aprì la sua bocca)

Autrice: SeparatriX

Traduttrice: Lori

Beta: Grace

Rating: PG-13 all’inizio, poi R

Pairing: HP/DM

 

 

 

capitolo cinque

L’abitante dei sotterranei

 

 

 

Osservai Psyche volare via nel cielo albeggiante di Londra, trasportando il mio ultimo messaggio per Potter. Era stato un rischio calcolato, scrivergli in quel modo, ed ero preoccupato che potesse prenderla male. In accordo col suo carattere, all’inizio era stato adeguatamente reticente. Ma non c’era nessuna dannata possibilità che io lasciassi perdere e sollevassi bandiera bianca solo perché Potter pensava che mi stessi prendendo gioco di lui. Potevo quasi sentire il suono implorante della sua voce nell’ultima lettera che mi aveva mandato.

 

 

Perché?

 

Avvertivo che la domanda era un po’ riluttante, come se non fosse esattamente certo se fidarsi del suo giudizio o meno. O forse, semplicemente, ancora non si fidava di me. Naturalmente, Potter non aveva idea che io fossi Glenn deWedlour, e mi sarei assicurato che le cose restassero così per molto tempo. In passato tra noi era scorso tanto di quel cattivo sangue, e volevo approfittare di questa estate per mostrare ad Harry che molte cose che credeva di sapere sul mio conto non erano quello che sembravano. Senza dubbio avrei avuto il mio bel da fare.

 

 

~@~

 

 

Avevo iniziato a concepire il mio piano poco prima che lasciassimo Hogwarts per le vacanze estive. Innanzitutto, mi serviva un nome. Dubitavo seriamente che dei gufi da Draco Malfoy sarebbero stati benvenuti a casa dei parenti babbani di Harry. No, quello che ci voleva era uno pseudonimo. Ho tentato di comporre dozzine di anagrammi usando le lettere del mio nome, ma in qualche modo mi sembravano sempre poco convincenti. Poi ho avuto l’idea di usare Dungeon Dweller come soprannome, e poi alterarlo in un anagramma, e così è nato Glenn deWedlour. Gli altri tasselli del piano li ho composti durante il viaggio in treno. Mi stupiva quanto sarebbe stato semplice.

 

Con mio padre incarcerato ad Azkaban, mia madre non faceva che piangere e disperarsi alla prospettiva di una vita senza lui. Ho rifiutato con decisione di trascorrere le vacanze a guardarla trascinarsi avvilita per il Maniero, quindi ho deciso che mi sarei trasferito al Paiolo Magico per l’estate. La stanza magari non era di classe come quelle a cui ero abituato, ma era pulita, comoda, e splendidamente vicina a tutte le cose che mi sarebbero potute servire con l’andare avanti del mio piano.

 

Dopo essermi sistemato nella mia stanza, decisi di stilare una lista delle cose di cui avevo bisogno, non solo per mettermi a mio agio nella mia nuova residenza, ma anche per tenere segreta a Potter la mia identità. In cima alla mia lista c’era un viaggetto alla Gringott per ritirare un po’ di fondi, e convertirli in moneta babbana. Non che io avessi qualche esperienza con le cose babbane, escluso qualche capo di vestiario, ma c’è sempre una prima volta per tutto. La mia fermata successiva era fu la cartoleria per pergamene bianche, penne incantate, inchiostro e spago. Poi attraversai la strada per andare all’Emporio del Gufo dove trovai Psyche, un piccolo barbagianni delizioso in vendita con tanto di gabbia e cibo. E con questo sarei riuscito a mantenere Glenn deWedlour l’uomo del mistero. Sentendomi piuttosto compiaciuto di me stesso, decisi di cambiarmi con dei vestiti babbani e fare un salto su Charing Cross Road per vedere se c’era qualcosa che potesse interessarmi. A dire il vero, è lì che ho sentito per la prima volta la canzone che ho riportato ad Harry nell’ultima lettera che gli ho mandato. Sapete, accanto al Paiolo Magico c’è un negozietto che vende dischi usati. La prima volta che l’ho sentita stavo in piedi davanti all’entrata, e chiesi al ragazzo al bancone il titolo della canzone, e se ce l’avevano disponibile. Naturalmente, ho detto ad Harry che ho faticato molto a rintracciarla, ma era solo una piccola, minuscola bugia.

 

Non mi aspettavo di sentirlo prima di un paio di giorni. Quando gli ho detto che volevo che si prendesse un paio di giorni per riflettere prima di rispondermi, dicevo sul serio. Ciononostante, il suo silenzio era incredibilmente snervante, e non facevo che chiedermi se la mia ultima lettera lo avesse spaventato troppo. Stare seduto nella mia stanza ad aspettare una risposta era una tortura, e dopo tre giorni, finalmente ammisi che avevo bisogno di uscire un po’ a sgranchirmi le gambe. Mi ritrovai a bighellonare per Diagon Alley, guardando gli articoli affascinanti nelle vetrine dei vari negozi. Le cose che attirarono davvero la mia attenzione furono manici di scopa, telescopi, lunascopi, e un modellino della galassia in movimento in una sfera di vetro. Poi una mezzora dopo il mio girare senza meta mi portò alla gelateria di Florian Fortebraccio, dove ricevetti un gelato gratis come era usanza. Sulla via di ritorno verso la mia stanza mi fermai a Accessori di Prima Qualità per il Quidditch ad osservare la tanto agognata Firebolt. Da quando mio padre era ad Azkaban, avevo accesso all’intera fortuna dei Malfoy, e non c’era nessuno a dirmi che non avrei potuto averla sin quando non avessi battuto il dannato Harry Potter. Beh, vaffanculo, Lucius! Senza nemmeno uno straccio di senso di colpa, mi comprai una Firebolt. Non mi ero mai sentito così libero, ed era bellissimo.

 

Quando rientrai nella mia stanza Psyche mi stava aspettando, seduta pazientemente sul davanzale della finestra con una busta nel becco. Le mani mi tremavano per l’eccitazione mentre aprivo la finestra per permetterle di entrare. Presi la lettera, le diedi un biscottino e andai a sedermi sulla sedia nell’angolo della stanza per cominciare a leggere la risposta di Harry. Mi ritrovai a sorridere alla vista dei familiari scarabocchi sulla pergamena.

 

 

Caro Glenn,

 

Mi hai chiesto a cosa penso nell’oscurità. A dire il vero, mi sforzo con tutto me stesso di non pensare a nulla. Quindi invece di pensare, siedo qui e guardo fuori dalla finestra per ore intere osservando le stelle, sognando di essere la fuori in quell’immensa oscurità a volare tra di loro. È uno dei pochi momenti in cui riesco a scordare chi sono e come ho deluso tutte le persone che contavano su di me.

 

E da quando ho ricevuto il tuo messaggio tre giorni fa, ho passato le mie nottate a pensare a te (già, so che ho detto che tento di non pensare, ma tu sei diventato l’eccezione che conferma la regola) e non posso fare a meno di chiedermi chi sei e perché hai scelto me.

 

Quindi dimmi, Glenn… a che cosa pensi quando sei da solo nelle tenebre?

 

Tuo,

 

Harry

 

 

Non so quanti fogli ho accartocciato cercando di scrivergli una risposta. Sembravano una più sciocca dell’altra, e il pavimento cominciava a riempirsi di piccole palle di pergamena. Psyche sedeva sulla sua pertica e mi diceva con lo sguardo non ti arrendere! Le lanciai un’occhiataccia e alla fine riuscii a tirar fuori una risposta accettabile da mandare ad Harry.

 

 

Caro Harry,

 

pensare è decisamente sopravvalutato, se proprio vuoi saperlo. E tu vuoi saperlo. Ma ora, Harry, vorrei condividere con te un mio piccolo segreto. Spesso ti osservo volare sul campo da Quidditch, quando pensi che nessuno ti stia guardando. Non ho mai visto nulla tanto fluido e aggraziato come te quando sei sulla tua scopa. Col vento che ti scompiglia i capelli, sei così bello, che mi togli il respiro. E adesso ti immaginerò per sempre come una stella cadente, correndo attraverso il cielo con la tua Firebolt. È un immagine che da questo momento in poi mi farà sempre sorridere.

 

Ma non posso fare a meno di chiedermi perché vorresti essere solo là fuori. È a causa di tutte quelle persone che credi di aver deluso? Perché per quello che ho potuto vedere, tu non hai fatto altro che aiutare gli altri, guarda solo quanto è diventato più sicuro di sé Paciock per merito tuo. E so per certo che Fred e George Weasley non avrebbero mai potuto aprire il loro negozio senza il tuo aiuto. In più hai liberato un elfo domestico dai Malfoy. Non credo che Malfoy smetterà mai di lagnarsi di come tu sia costato a suo padre un leale servitore.

 

Ti prego, non scordare chi sei, Harry. Io credo che tu sia davvero speciale, e non per le ragioni per cui lo credono gli altri. Ti ho visto mentre ti caricavi un peso da cui molti uomini più vecchi si sarebbero tenuti ben alla larga. Ma ti hanno detto che era un tuo dovere, e tu non hai ignorato neppure una volta quel fardello che ti grava addosso, non importa quanto questo sia costato alla tua anima. Ma io ti ho osservato attentamente e so cosa ti è costato.

 

Ti prometto che un giorno non dovrai più chiederti chi sono, e ti assicuro che non ti lascerò nessun dubbio sul perché ho scelto te. Oh, e per rispondere alla tua domanda, io penso a te, e non devo nemmeno essere solo per farlo. Ho sempre creduto che i miei sentimenti per te risalissero al nostro quarto anno, ma pensandoci bene, non c’è mai stato davvero un tempo in cui io non abbia pensato a te.

 

Tuo Glenn

 

 

Sapevo che il compleanno di Harry sarebbe stato il 31 Luglio, quindi dopo aver spedito il messaggio ritornai a Diagon Alley per comprargli un regalo. Adesso che sapevo che era affascinato dalle stelle, avevo qualcosa su cui basare la mia scelta. Quindi girai di negozio in negozio, scegliendo le cose che pensavo avrebbero potuto renderlo felice. Scelsi “La stanza delle stelle: un viaggio ad occhio nudo nelle profondità dell’universo” che era un ottimo libro di astronomia per dilettanti, un piccolo telescopio, e poi il regalo più bello, e cioè il modellino della galassia in movimento, che avevo intenzione di incantare per aggiungere un piccolo ragazzo dai capelli neri che volava selvaggiamente tra le stelle a cavallo della sua Firebolt.

 

Il giorno dopo arrivò una risposta alla mia lettera.

 

 

Caro Glenn,

 

Non mi azzardo ad immaginarmi in nessun altro luogo che là fuori da solo, perché in qualche modo, mi sembra la cosa più sicura. Tutti coloro che mi sono stati vicini, o che si sono affezionati a me hanno finito per soffrire, o peggio ancora sono morti. A cominciare dai miei genitori, poi il povero Cedric, per arrivare alla fine dello scorso anno, quando sono stato responsabile della morte del mio padrino. Ti confesso, però, che è la morte di Cedric a tormentarmi di più, perché avrei dovuto essere in grado di evitarla. Se non gli avessi chiesto di prendere la coppa insieme a me, oggi sarebbe ancora vivo. Senza dubbio puoi vedere anche tu che ho fallito con lui nel peggior modo possibile. I miei sogni sono puntellati dal suo grido tormentato, e nella mia mente sento quella voce ripetere ancora e ancora “Uccidi l’altro, uccidi l’altro.” Non credo che potrò mai dimenticarlo. Quanto ti sembrerò debole, Glenn, adesso che ti ho confessato le mie colpe. Non credo che siano in molti a sapere che il tanto acclamato salvatore del mondo magico molte notti si addormenta piangendo a causa degli orrori che ha visto. E lo giuro su Dio, non ho mai chiesto d’essere il salvatore di nessuno, vorrei solo essere un ragazzo normale, se davvero ne esiste qualcuno.

 

Sembra che tu sappia una spaventosa quantità di cose su di me e su quello che ho fatto. Per esempio, ben poche persone sanno che ho usato il premio del Torneo Tremaghi per investire nel negozio di scherzi di Fred e George. Volevo tenere riservato il mio coinvolgimento in quell’impresa azzardata, ma in qualche modo tu ne sei a conoscenza.

 

Credo che tu abbia una distinto vantaggio su di me. Tu sai così tanto di me, mentre io posso contare sulla punta delle dita le cose che so per certe su di te. A questo punto, so che sei un ragazzo (cielo, almeno spero!) e che sei al mio anno, e so che mi guardi volare, Dio solo sa perché. E pensi che io sia bello? Scusa se rido, Glenn, ma decisamente non sono bello.

 

L’unica cosa che so per certa è che tu mi hai fatto qualcosa che mi fa desiderare di essere l’uomo che tu vedi in me.

 

Tuo Harry

 

 

Quando finii di leggere, abbassai lo sguardo sulla pergamena tra le mie mani e notai che l’inchiostro era sbavato su alcune delle parole di Harry. Battei le palpebre quando un’altra goccia bagnata cadde sul foglio e sbavò altro inchiostro. Ero sbigottito; non credo di essermi mai commosso fino alle lacrime per nulla prima d’ora. Come avevo fatto a non comprendere la profondità del suo senso di colpa e della sua agonia? E ancor più importante, come aveva fatto Harry a mascherare così bene, e per così tanto tempo, quello che stava passando? Mi presi qualche momento prima di scrivergli una risposta.

 

 

Mio bellissimo, bellissimo Harry…

 

Non devi mai, MAI, dubitare della tua bellezza! Non solo tu sei bello interiormente, ma guarda caso io trovo che l’involucro sia altrettanto apprezzabile. Non posso nemmeno cominciare a contare le notti che ho passato seduto nella mia stanza, pensando a te, desiderandoti accanto a me, per poterti mostrare quanto bello tu sia ai miei occhi.

 

Non sei responsabile per la morte dei tuoi genitori, di Cedric o di Sirius. Devi smetterla di sentirti in colpa per loro. C’è solo una persona che è responsabile per le loro morti, e sappiamo entrambi chi è. Non ti ritengo debole, tutt’altro, credo che tu sia la persona più forte che conosco. E non credo che tu sia il salvatore del mondo magico, né che lo dovresti essere. Tu, Harry Potter, sei il mio salvatore. Ed ogni giorno della mia vita, ringrazio la mia buona stella per te.

 

Con amore,

Glenn

 

Posai un bacio leggero sulla pergamena e la piegai dentro ad una busta, e la mandai in volo verso il mio destino.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note della traduttrice: “Dungeon Dweller” vuol dire “abitante dei sotterranei”, come dice il titolo… l’ho lasciato in originale per ovi motivi di anagramma.

 

“Charing Cross Road” , da quello che sono riuscita a spizzicare in rete, è una strada di Londra, famosa per una libreria, al numero 84. È un po’ un macello trovarne notizie in rete, perché con quel nome esistono sia un libro che un film, e ovviamente i primi link che compaiono sono quelli.

 

Altra piccola precisazione: Draco si riferisce ai suoi genitori con gli appellativi Father e Mother (padre e madre), al contrario di tutti gli altri ragazzi (ad esempio Blaise ed Hermione nel terzo capitolo) che dicono sempre dad e mum (babbo e mamma)… in italiano suonava strano all’interno della frase, quindi ho optato per mio padre e mia madre, ma poi mi sono accorta che così non si capiva la formalità del rapporto di Draco con i genitori, e quindi ho deciso di fare questa precisazione… o forse sono solo insopportabilmente pignola (non è colpa mia, sono un tecnico, chiamatela deformazione professionale!)

  
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