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Autore: Sheylya    05/08/2014    3 recensioni
Voglio creare una scuola capace di comprendere ed aiutare i suoi allievi. Ogni giorno il mondo diventa più crudele, perciò voglio costruire un piccolo rifugio nel quale gli studenti possano curare le proprie ferite per poi uscire ad affrontare i pericoli di ogni giorno senza paura, grazie al nostro appoggio... capisci?
Nessuno presta mai attenzione al Liceo Dolce Amoris, dove le avventure della nuova arrivata hanno luogo... quale sarà il suo passato?
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: La Direttrice, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Liceo Dolce Amoris: una semplice scuola?
- Capitolo 1 - 
da Sheylya (profilo DF)
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Apri i tuoi assonnati occhi azzurri come il cielo e ti dirigi verso la porta della tua cameretta, lasciata leggermente aperta per permettere alla luce di filtrarsi rassicurante nella tua stanza.
I tuoi piccoli passi, inudibili poiché attutiti dai tuoi caldi calzini, ti portano attraverso il lungo e buio corridoio fino alla porta dello studio di tuo padre, anch'essa socchiusa. La spingi pian piano con le tue piccole mani, facendole emettere un leggero cigolo. Tuo padre, seduto sulla sua grande sedia, si gira verso di te; vedendoti, ti sorride. Tu, con una mano ancora appoggiata sulla porta e l’altra stropicciandoti l’occhio sinistro a causa della forte luce della stanza, dici quella rassicurante parola che tanto amavi.
- Papà…
Egli ha già capito; con il sorriso più dolce possibile in volto, apre le sue grandi braccia verso di te. Istantaneamente, senza neanche pensarci, corri verso di lui e ti ritrovi in un caldo abbraccio. Ora sei sicura che i mostri dei tuoi sogni non potranno più raggiungerti.
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Senti il fastidioso trillo, acuto e persistente, della sveglia perforarti i timpani. Con gli occhi ancora chiusi, cerchi di spegnere quell'aggeggio infernale, ma non riesci a trovare quel microscopico bottoncino; assonnata e non del tutto conscia delle tue azioni, spingi dal bordo del comodino l’oggetto. Il tonfo sonoro da esso occasionato ti sveglia quasi completamente, e ti rendi conto di ciò che hai appena fatto.
Vedi accanto a te quella piccola palla di pelo che russa, Kiki.
Come tutte le mattine, dopo aver indossato le pantofole lasciate vicino al letto, ti dirigi verso il bagno per lavarti il viso. Mentre passi le mani bagnate su di esso, senti chiaramente la pelle rigata dalle rughe. Quanti anni sono passati...
Velocemente esegui la tua routine e in un’ora sei pronta per dirigerti verso il suo liceo.
Esci dalla tua modesta casa, chiudendo la porta a chiave, e, con Kiki al guinzaglio, cammini per la stancante salita. Con il respiro affannoso, raggiungi la cima. Segui il piccolo cammino verso destra ed arrivi velocemente dinanzi alle porte della scuola, che apri grazie alla piccola chiave argentea che tenevi nel taschino del tuo grazioso completo rosa.
Cammini per i corridoi vuoti e silenziosi dell’edificio, raggiungi il tuo ufficio e ti siedi sulla tua comoda sedia. Il piccolo “principe”, invece, si sdraia beato nella sua elegante cuccia.
Un nuovo giorno è iniziato. Presto arriveranno i giovani che desiderano ripassare prima dell’inizio della lezione, più tardi coloro che entrano solo pochi minuti prima che inizi ed, infine, quelli che non riescono ad abbandonare il loro caldo letto in tempo.

Le prime ore passano con tranquillità. Durante l’intervallo senti qualcuno bussare.
- Avanti. - dici come sempre.
La porta si apre ed appare il biondo segretario delegato.
- Scusi se la disturbo. - inizia lui - è arrivata un’altra domanda d’iscrizione. 
- Davvero? Grazie, Nathaniel. Puoi andare.
Il ragazzo si ritira e chiude la porta dietro di sé.
- Kentin Dubois… - leggi ancora a voce alta - In due giorni, due iscrizioni...
Cerchi, tra i fogli posati sulla tua scrivania, la domanda d’iscrizione ricevuta il giorno prima e la leggi insieme a quella appena arrivata.
- Entrambi vengono da un’altra città, perciò potranno iniziare le lezioni solamente la settimana prossima… - pensi a voce alta, come fai quando sei da sola.
La giornata prosegue come sempre: studenti disobbedienti, il segretario delegato che lavora più dei docenti stessi, il piccolo Kiki che corre in giro per i corridoi appena ne ha l’opportunità…
Presto la scuola torna ad essere deserta. Ti rilassi sullo schienale della sedia e chiudi gli occhi mentre godi del silenzio.

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- Ho finito! - senti urlare tuo padre nell'ufficio. Incuriosita, decidi di andare a vedere cosa è successo.
Appena entri lo vedi saltellare da un lato all'altro della stanza. Rimani immobile vicino alla porta, confusa.
Egli nota la tua presenza e, con un sorriso a trentadue denti, corre verso di te con le braccia aperte.
Hai l’impulso di scappare da lì, forse eri troppo sorpresa, ma lui ti acchiappa prima che tu possa andartene e ti lancia in aria, per poi riprenderti felice. Ti alza in alto e comincia a girare per la stanza, come stesse ballando. Mentre giri in aria, con ciocche di capelli neri sul viso e il grazioso vestitino bianco svolazzante, sorridi; da tanto tempo non vedevi tuo padre così felice, non potevi non esserlo anche tu.
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Spazio dell'autrice:

Ciao! :D Grazie per aver letto anche questo capitolo! So che è piuttosto corto, ma poco a poco diventeranno più lunghi, non vi preoccupate. Non so sinceramente che titoli dare a questi capitoli, quindi li ho chiamati semplicemente "Prologo" e "Capitolo 1". Mi scuso per la mia carenza di fantasia xD  
Ah, il cognome di Kentin l'ho preso da una lista dei "100 cognomi più comuni in Francia" xD haha E farò così anche per gli altri personaggi.
Come sempre, sarei felice di ricevere critiche costruttive, consigli e correzioni, dato che ho ancora molto da imparare.
Al prossimo capitolo,
Juliana
   
 
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