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Autore: margio    05/08/2014    1 recensioni
Quanto ci si può sentire male nel constatare tutti i giorni di aver bisogno di reagire? Quanto può ferire il rendersi conto che non si vuole uscire da un baratro così profondo da non vedere più la superficie?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goten, Trunks | Coppie: Goten/Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8

 

Dirò la verità. Mi aspettavo di svegliarmi da un momento all’altro, sudato ed eccitato ma ciò non successe. Ci masturbammo a vicenda e finito il tutto la sua faccia non svanì. La voce di mia madre non irruppe nella stanza che, da quella di Trunks, ogni mattina diventava di colpo la mia portandomi fuori da quei sogni. Nulla che appartenesse alla routine successe. Tutto rimase troppo calmo, troppo uguale al momento precedente. Era successo alla fine. Nulla di speciale, nulla che non avessi già provato ma era successo no? Era abbastanza.

Mi alzai e, dopo essermi riallacciato i pantaloni andai a prendere un bicchier d’acqua. Mi sedetti al tavolo della cucina e rimasi li a sorseggiare. Effettivamente non avrei dovuto sentirmi così, insomma, Trunks mi aveva fatto una sega e io mi sentivo come se avessi appena finito di fare i compiti. Nulla di sbagliato ma nemmeno eclatante. Semplicemente una cosa che è successa e non aveva motivo di non accadere, tutto qua.

Dopo una decina di minuti il senso di vuoto che persisteva cominciò a farmi paura. Quel pomeriggio non tornai di sopra. Aprii la porta e me ne andai.

Rimango a fissare il muro di fronte a me. Ma che ho fatto??

Goten ora è di sotto, o almeno credo. Gli ho fatto una sega e lui ne ha fatta una a me. Da non crederci!

Ora, per la prima volta dopo tanta sicurezza in me stesso, ho paura. Paura della sua reazione, paura del fatto che mentre ero con Goten mi sembrava tutto così dannatamente naturale, come se dovesse succedere da un momento all’altro. Probabilmente ho finito la mia sicurezza qualche minuto fa.

Non ci siamo baciati. È stato più un bisogno fisico che altro. O almeno questo è quello che tento di ripetermi da un po’.

Io avevo voglia e il fatto che per la seconda volta si fosse eccitato ad un millimetro da me, SOTTO di me, ha fatto nascere in me questa strana idea che ho, ancor più stranamente, realizzato. Avrei dovuto sentirmi appagato, almeno come quando mi toccavo da solo, se non di più, ma sembrava che il senso estatico di piacere che succede di solito, l’atto, venisse soffocato da un peso sul petto.

Piansi. Piansi tutte le lacrime che avevo. Piansi fino ad addormentarmi. Mi sveglio alle tre di notte. Strano. Posso rimanere in piedi a vedere l’alba. Francamente tutta questa situazione mi sta mandando al manicomio. Non so, ho la netta sensazione che qualcosa di grande, sconvolgente stia per esplodere ma rimango in questa bolla. Mi sembra di guardare una corsa di macchine a rallentatore. Tutto è calmo, pacato e io continuo ad avere questa punta di irritazione, come a dire “mondo, ma ti vuoi muovere??”.

Non mi ricordo perché al mio ritorno sono scoppiato in lacrime. Ero confuso e allo stesso tempo troppo vigile. Non ricordo nemmeno sforzandomi, il momento in cui ho smesso di piangere e sono caduto tra le braccia di Morfeo.

Rimango sveglio a fissare la finestra. Tra poco è l’alba. Chissà cosa starà facendo Goten? Improvvisamente mi vedo, preso da un familiare impulso, scavalcare la finestra, spiccare il volo, andare da Goten che probabilmente ora starà dormendo, sollevare la finestra e accoccolarmi accanto a lui sotto le coperte. Come a dire “chissenefrega di tutto, il mio posto è qui”, ma quando tutto si dissolve sono ancora in camera mia. Il mio corpo, solito a scattare in momenti come questo, non ne vuole sapere di raggiungere la fonte della mia insonnia. Porterebbe risposte a domande che non voglio pormi e quesiti a cui non saprei rispondere, così mi limito a stare qui. Guardo il sole che nasce e, in qualche modo, mi sento più vicino a Goten, più di quanto non lo sarei stato se mi fossi accoccolato accanto a lui. L’unica pecca è non sentire il suo profumo.

Il sole ha cominciato a nascere. Potrei prepararmi per la scuola, potrei preparare la colazione per tutti, potrei… non lo so nemmeno io. Non ho voglia di fare nulla eppure l’irritazione che mi accompagna da ieri mi rende fastidiosamente iperattivo. Il sole oggi sembra diverso. Rilascia strane luci in tutto il cielo. Mi ricorda qualcuno ma sono troppo, come dire, immobile, sia fisicamente che mentalmente, per portare a termine il mio pensiero. Rimango così. A sentir crescere il senso di familiarità che mi coccola dall’interno. Osservando il cielo tingersi di tante sfumature. Di colore lilla.

 

Francamente vado abbastanza fiero di questo capitolo, quindi lo posto subito!

Non lo so, quello che avevo in mente si trasformava in maniera particolarmente verosimile in parole e la cosa mi ha permesso di risparmiare tanto tempo che avrei impiegato a cercare di pensare e, di fatto, a innervosirmi.

Bene, spero vi sia piaciuto il capitolo, ci vediamo alla prossima!

Recensite in tan…. Va beh, l’importante è che qualcuno recensisce va!

M

  
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