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Autore: Svazzi    05/08/2014    2 recensioni
[...]"Buongiorno signor Smith" dissi aprendo la porta e notando che effettivamente avevo davanti il vecchio signore, mi squadrò da capo a piedi prima di allungare lo sguardo dietro di me e guardare Harry che lo salutò con un gesto della mano sorridendo sornione "Signorina Austin, un po’ di contegno!" mi ammonì scandalizzato "Sono in casa mia, anzi le dispiace fare in fretta? Io e Harry stavamo per entrare nella doccia quindi avremmo un po’ di fretta" l’anziano mi fulminò con lo sguardo prima di scuotere la testa e bofonchiare qualcosa
"Oggi vengono a trovarmi dei parenti, gradirei che il volume della vostra musica e i ragazzi in casa vostra siano tenuti a bada" disse sprezzante, risi di gusto "Stia tranquillo, il rave party l’abbiamo organizzato per domani, ora se non le dispiace ho un bel ragazzo in casa mia che mi sta aspettando, buona giornata e mi saluti i parenti"[...]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma

 

Stavo sognando di essere in spiaggia, sotto al sole con un bagnino decisamente figo accanto a me quando mi svegliai di soprassalto sentendo qualcuno bussare alla porta. Guardai l’ora sulla sveglia, erano le 10.30. Per un giorno che non avevo il turno al mattino e potevo dormire a oltranza qualcuno mi svegliava. Se era il signor Smith l’avrei mandato al diavolo una volta per tutte.
“Mia per favore vai tu” urlai sperando che la mia coinquilina si fosse svegliata di buon ora come al solito, ma non ricevetti nessuna risposta e i pugni sulla porta si facevano sempre più insistenti. Mi alzai sbuffando e andai in soggiorno, notando che era decisamente più pulito di come l’avevo lasciato io, vidi un biglietto attaccato al muro ‘Sono fuori con Josè, ci vediamo più tardi. Mia’ sospirai e buttai il biglietto nel cestino, prima di andare ad aprire la porta. Per poco non la richiusi in faccia al nuovo ospite.
“Per te è un’abitudine accogliere gli ospiti così?” mi chiese divertito Harry guardandomi e soffermandosi sulle gambe nude, di nuovo. Mi guardai e mi grattai il collo, indossavo solo una maglietta bianca e gli slip neri non erano certamente nascosti.

“Scusa, è che mi sono appena svegliata e non ce la faccio proprio a dormire con dei vestiti addosso” risposi mortificata e in imbarazzo, due volte che era venuto a casa e due volte che lo accoglievo praticamente nuda.

“Oh tranquilla, a me non dispiace affatto – mi sorrise – posso entrare?” annuii lasciando spazio per farlo entrare, si guardò intorno e poi tornò a sorridermi “Lo ricordavo diverso questo posto” alzai gli occhi al cielo e mi incamminai verso i fornelli mettendo su la caffettiera per farmi un caffè.

“Mia è una maniaca dell’ordine io, beh, odio le faccende domestiche. Vuoi un caffè?” chiesi cordiale cercando di non pensare che Harry, il ragazzo più bello che avessi mai visto, era seduto al bancone della cucina e mi guardava certamente le chiappe al vento “Sì grazie. Ti ho riportato il sale” disse lasciando il contenitore che gli avevo dato sul bancone, annuii aspettando pazientemente che il caffè fosse pronto. Sentivo i suoi occhi verdi penetrarmi la schiena,  ma non potevo girarmi perché altrimenti avrebbe sicuramente visto le mie guance rosse. Non avevo una cotta per Harry, non lo conoscevo, ma era un bel ragazzo ed io ero in mutande davanti a lui. Che situazione, dovevo sempre fare figuracce. Mia mi avrebbe preso per il culo a vita. Versai il caffè pronto in due tazze, poi mi sedetti di fronte a lui e gliene allungai una “Ecco a te” mi sorrise, e non potei fare a meno di pensare che quello era il sorriso più bello che avessi mai visto, chi sa quante ragazze aveva fatto innamorare con quelle fossette.

“Allora, cosa ti porta qui a New York?” chiesi sorseggiando un po’ di caffè, il silenzio che si era venuto a creare era decisamente imbarazzante.

“Abitavo già a New York, avevo un appartamento con Louis, sai il cretino con i capelli castani e gli occhi azzurri – annuii divertita –, ma poi ho deciso che dovevo andare a vivere da solo, volevo la mia indipendenza e soprattutto Louis non sa cosa significhi il rispetto dello spazio altrui” disse divertito prendendo anche lui un sorso del suo caffè, sentii nuovamente bussare alla porta e, questa volta, ero sicura al 100% che fosse il signor Simth, sbuffai e mi alzai per andare ad aprire “Buongiorno signor Smith” dissi aprendo la porta e notando che effettivamente avevo davanti il vecchio signore. Mi squadrò da capo a piedi prima di allungare lo sguardo dietro di me e guardare Harry che lo salutò con un gesto della mano sorridendo sornione “Signorina Austin, un po’ di contegno!” mi ammonì scandalizzato “Sono in casa mia, anzi le dispiace fare in fretta? Io e Harry stavamo per entrare nella doccia” l’anziano mi fulminò con lo sguardo prima di scuotere la testa e bofonchiare qualcosa.

“Oggi vengono a trovarmi dei parenti, gradirei che il volume della vostra musica e i ragazzi in casa vostra siano tenuti a bada” disse sprezzante, risi di gusto “Stia tranquillo, il rave party l’abbiamo organizzato per domani, ora se non le dispiace ho un bel ragazzo in casa mia che mi sta aspettando, buona giornata e  mi saluti i parenti” gli chiusi la porta in faccia prima di tornare a sedermi al mio posto dove il caffè si era leggermente raffreddato. Harry mi guardava divertito “Odio quel tizio, e anche quella che abita di fronte a me” alzai le spalle, e finii in fretta il mio caffè .

“Lo so, sono odiosi, pensano che io e Mia siamo delle sgualdrine” dissi alzandomi per buttare le due tazze ormai vuote nel lavandino.

“Gli hai detto che stavamo per andare a fare una doccia insieme e hai aperto in mutande. La cosa non mi stupisce” rispose ridendo, arrossii violentemente, certe volte la mia bocca non si collegava con il cervello e faceva uscire fuori frasi assolutamente stupide e volgari.

“Beh, al diavolo cosa pensa il signor Smith, non lo sopporto e mi diverte prenderlo in giro” risposi, cercando di mascherare tutto l’imbarazzo che provavo in quel momento. Il riccio davanti a me scoppiò a ridere e si avvicinò.

“Sappi che non mi dispiacerebbe fare la doccia con te – si guardò l’orologio – ora devo andare, ci vediamo Emma” mi diede un buffetto sulla guancia e uscì da casa mia lasciandomi lì impalata come un pesce lesso.
Mi feci una doccia veloce e mi vestii, poi presi lo smalto e cominciai a  sperimentare una serie di nail art cercando di non pensare a quello che aveva detto Harry. Beh era un ragazzo, era normale che facesse commenti un po’ ambigui giusto?


“Ti ha detto che farebbe la doccia con te?” esclamò Mia, mentre passeggiavamo per la Fifth Avenue. Lo sapevo che non dovevo dirle niente, dovevo tenere per me l’incontro che avevo avuto con Harry quella mattina “Sì Mia, ma è un ragazzo, è normale che faccia quei commenti” sbuffai. Cosa ci trovasse di così strano proprio non lo sapevo. Sì, anche a me aveva lasciato un attimo interdetta, ma poi mi ero subito ripresa.

“Emma, io sono un ragazzo e, fidati, che non direi a qualsiasi ragazza che farei la doccia con lei. Sicuramente ti trova carina” disse Josè, passando un braccio intorno alle spalle della mia amica Alzai le spalle per niente convinta di quello che dicevano.

“Josè, so di non essere una brutta ragazza, ma sicuramente lui ne avrà viste di più belle” sentii Mia grugnire di fianco a me “Smettila di buttarti giù,  le avessi io quelle gambe” mi morsi il labbro pensando a come Harry mi avesse fissato le gambe sia quella mattina sia pochi giorni prima.

“Cosa c’è? Perché improvvisamente ti sei zittita?” alzai le spalle e nascosi la faccia nella sciarpa sperando che Mia lasciasse stare “O mio Dio, non dirmi che non ti sei messa i pantaloni prima di aprire la porta” quasi urlò fermandosi in mezzo al marciapiede. Josè mi guardò divertito e trattenne una risata, non era un segreto che dormissi in maglietta e mutande anche d’inverno, dato che mi dava fastidio stare con qualcosa di lungo sotto le coperte e avevo già detto alla mia coinquilina che ero stata svegliata da Harry.

“Pensavo fosse il signor Smith, sai quanto  mi piace provocarlo. Non ho sinceramente pensato che potesse essere qualcun altro, né tanto meno Harry” mi difesi, riprendendo a camminare con passo deciso. Avrei fatto tardi a lavoro se fossi stata ad ascoltare le paternali di Mia.

“Ci credo che si offre di fare la doccia con te! Oh, ma non capisci? Questa è un’ottima occasione, chiedigli di uscire” questa volta fu il mio turno di bloccarmi in mezzo al marciapiede, mi voltai a guardarla con le sopracciglia alzate, mentre lei mi guardava con quel faccino innocente che in quel momento avrei preso a schiaffi volentieri.

“Lo sai che non gli chiederò di uscire, ora per favore lasciami in  pace. Farò tardi”.

Quel pomeriggio era abbastanza fiacco, i clienti non erano molti così me ne stavo appoggiata al bancone facendomi aria con la coda di tanto in tanto. Lucy stava servendo una coppietta di ragazzini e li guardava con disgusto, erano quel genere di ragazzini che a dodici anni si dicevano già ‘ti amo’ e progettavano di passare la vita insieme. Lucy odiava queste nuove generazioni. Liam era seduto nel retro a mandare messaggi alla sua ragazza aspettando che il suo turno finisse, mentre Marcus aveva il pomeriggio libero. Guardai fuori notando che nonostante fosse buio si riuscisse tranquillamente a vedere nuvole bianche che minacciavano di buttare giù tonnellate di neve. Sperai che cominciasse a nevicare dopo il mio rientro a casa altrimenti sarebbe stato un casino attraversare il ponte.
“Quei ragazzini vogliono due cioccolate, puoi prepararle per favore?” mi chiese Lucy, passandosi una mano tra i capelli. Sorrisi cominciando a preparare quello che mi aveva chiesto “Sei nervosa?” le chiesi cauta, la vidi girarsi verso i due ragazzi seduti prima di sentirla bisbigliare “Stai scherzando? Non li sopporto. Si chiamano cucciolotto e topolina, ti rendi conto? È già tanto se chiamo Ian 'amore', mentre facciamo sesso. Figuriamoci chiamarlo cucciolotto” scoppiai a ridere allungandole le due cioccolate “Tu e Ian non sembrate nemmeno una coppia” le feci notare io, appoggiandomi al bancone e sorridendole divertita. Mi fulminò con lo sguardo “Io e Ian siamo una coppia bellissima” disse prima di allontanarsi e lasciare malamente le tazze al tavolo di quei due poveri ragazzini.

Hey, cameriera” mi sentii chiamare, mi girai e sorrisi nel vedere gli occhi azzurri familiari di quel ragazzo biondo che era già entrato per due giorni di fila, ormai tre, nel bar di Marcus.

“Ciao, cosa posso portarti?” si mise un dito sotto il mento facendo finta di riflettere con attenzione “Un muffin va bene, possibilmente al cioccolato, ma vanno bene tutti i gusti” annuii e mi allontanai per prendere ciò che mi aveva chiesto e sistemarlo in un piattino.

“Giornata fiacca eh?” disse con la bocca piena facendomi ridacchiare “Sì, deve essere questo tempo, sembra stia per arrivare una bella nevicata” dissi, allungando di nuovo lo sguardo verso le vetrate. Il biondo si girò a sua volta prima di tornare a guardarmi.

“Già, stasera avremmo dovuto suonare in un locale, ma hanno annullato la serata” disse un po’ deluso, riprendendo a mangiare il suo muffin. Lo guardai confusa “Suonare?” tornò ad osservarmi con quegli occhi azzurrissimi e quasi mi fece venire i brividi.

“Sì, abbiamo una band. Comunque piacere io sono Niall” disse sorridendo e porgendomi la mano che strinsi subito “Piacere, sono Emma. Una band? Ero convinta che foste tutti dei modelli” Niall scoppiò a ridere, facendomi ricordare del primo giorno in cui era entrato nella tavola calda e aveva  attirato la mia attenzione con la sua risata sguaiata.

“Modelli? No, forse Harry e Zayn, ma io e Louis modelli proprio no. A proposito, tu come conosci Harry?” pensai alla sua frase, Louis era quello castano a quanto mi aveva detto Harry, mentre Zayn doveva essere l’altro ragazzo che si era presentato al bar il giorno prima.

“Oh, Harry è il mio nuovo vicino, si è trasferito nell’appartamento sotto al mio” il biondo annuì finendo finalmente il suo muffin al cioccolato.

“Davvero? Beh allora magari ci incontriamo. Stasera vado da lui, abbiamo una partita alla playstation sospesa. Louis e Zayn ci hanno dato buca per stare con le proprie ragazze” sorrisi, guardai l’orologio e notai che mancava poco più di un quarto d’ora alla fine del mio turno e alla chiusura del negozio.

“Come ci arrivi a Brooklyn?” gli chiesi senza pensarci su due volte.

“Con un taxi suppongo” rispose, alzando le spalle e lasciando qualche dollaro sul bancone per pagare il muffin .

“Il mio turno finisce tra poco e dobbiamo fare la stessa strada. Ti accompagno io” sorrisi al biondo che mi guardò grato “Fantastico, allora ti lascerò una mancia più alta”.


“Avevi detto che avresti preparato tu da mangiare oggi!” mi rimproverò Mia uscendo dalla sua stanza con i capelli ancora bagnati per via della doccia che si era appena fatta.

“Avevo detto che ci avrei pensato io, infatti sto per chiamare la pizzeria da asporto” sorrisi sorniona, sapendo che l’avrei fatta infuriare.

“Oh ma io mi chiedo che ci sto a fare ancora qui con te” si lamentò sparendo di nuovo in camera sua.

“Sei la mia migliore amica e mi adori” sentii bussare alla porta e alzai gli occhi al cielo, alzai di poco il volume dello stereo sapendo perfettamente chi mi sarei trovata di fronte una volta aperta la porta.

“Oh, sei vestita, che peccato” sbuffai, vedendo il sorrisetto beffardo sul viso di Harry “Cosa ci fai qui? Pensavo che avessi ospiti” annuì, entrando in casa senza nemmeno aspettare che gli dessi il permesso. Ma chi si credeva di essere?

“Io e Niall ci chiedevamo se a te e alla tua amica piacerebbe passare la serata con noi” aprii la bocca per parlare, ma Mia fece di nuovo capolino dalla sua stanza con un sorriso a trentadue denti che non prometteva nulla di buono.

“Ci farebbe molto piacere, in fondo Emma non ha ancora ordinato la cena, giusto?” .

La casa di Harry era ordinata, per essere di un ragazzo. Nessun calzino sporco in giro, nessuna briciola per terra e c’era un buon profumo, ero molto più maschio io di lui in questo caso. Salutai Niall che ci accolse seduto sul divano con in mano il telecomando, ma appena vide Mia scattò in piedi come un soldato.

“Oh, piacere sono Niall” disse porgendo la mano alla mia amica. Risi sotto i baffi, a quanto pare Mia aveva fatto colpo.

“Piacere sono Mia” rispose lei imbarazzata, stringendo appena la mano del biondo. La guardai divertita, mentre mi intimava con lo sguardo di smetterla. A quanto pare anche Niall non le era indifferente dato che era arrossita fino alla punta dei capelli. Ci sedemmo sul divano, mentre Harry ordinava le pizze per tutti e quattro.
Osservai gli altri nella stanza e notai che Niall, che nel tragitto dalla tavola calda all’appartamento non aveva fatto altro che parlare e ridere, ora se ne stava in silenzio, seduto composto. Faceva zapping distrattamente, lanciando qualche occhiata a Mia, la quale se ne stava attaccata al cellulare probabilmente a parlare con José, che era uscito con degli amici, mentre Harry, dopo aver posato il telefono, prese a fissarmi. Mi sentii a disagio sotto quegli occhi verdi che mi bruciavano la pelle.

“Mi aiuti ad apparecchiare la tavola?” mi chiese sorridente, annuii e mi alzai dal divano aspettando che mi indicasse dove fosse la cucina.
Niall è strano Credo che la tua amica gli piaccia” disse prendendo i tovaglioli e le posate, alzai le spalle.

“Mia sta con un ragazzo, non credo che le interessi molto Niall” risposi aprendo il frigo e tirando fuori le cose da bere. Sentii nuovamente i suoi occhi addosso e sbuffai “Puoi smetterla di fissarmi per favore?” chiesi con molta poca gentilezza facendolo ridacchiare.

“Mi chiedevo se anche tu avessi un ragazzo” rimasi a bocca aperta per qualche secondo, prima di scuotere la testa per riprendermi.

“No, io non sono molto fortunata con i ragazzi” risposi a disagio, mi vergognava il fatto che a 21 anni fossi una sfigata senza un ragazzo, vergine e con un sacco di delusioni alle spalle. Mi imbarazzava specialmente parlarne con un ragazzo che era poco più di uno sconosciuto per me e che probabilmente aveva avuto più ragazze degli anni che aveva, a giudicare dall’aspetto. Sapevo che mi stava fissando, di nuovo, ma non volevo alzare lo sguardo né tanto meno intimargli di nuovo di lasciarmi in pace, così continuai tranquilla a sistemare le cose a tavola “Le pizze sono qui” ci avvertì Niall entrando in cucina con i quattro cartoni fumanti.

“Quei ragazzi sono simpatici” disse Mia, appena entrata in casa nostra. Mi tolsi le scarpe e le lanciai in un punto indefinito della sala, guadagnandomi uno sguardo di fuoco da parte della mia migliore amica.
“Harry è strano e Niall deve essersi preso una cotta per te”

Cominciò a ridere; una risata acuta e forzata che faceva ogni volta che voleva nascondere la verità.

“Sto con Josè comunque. Perché strano? Che ha fatto?” feci spallucce, stravaccandomi accanto a lei sul divano. Prontamente aprì le braccia e mi accoccolai al suo fianco . Mi strinse e cominciò ad accarezzarmi i capelli.

“Mi guardava in continuazione, poi mi ha chiesto se ho un ragazzo” mi strinsi di più a Mia che sorrise “Forse gli piaci. E` così strano?” sospirai  “Sì Mia, è strano” la sentii scuotere la testa, mentre le sue dita continuavano ad accarezzarmi. Adoravo Mia, non so cosa avrei fatto senza di lei.

“Dovresti avere più fiducia in te stessa, tesoro. Ora andiamo a nanna che è tardi”.

 

 

Ecco il secondo capitolo, ancora dal punto di vista di Emma. Inizia ad entrare in scena il personaggio di Niall e si capisce un po’ di più l’amicizia tra Mia e Emma.
Non c’è molto da dire, dato che non succede nulla di che, a parte questa cena tra i quattro protagonisti e Niall che conosce Mia e sembra esserne subito attratto.
Fatemi sapere che ne pensate!
Questi sono i miei contatti, se volete aggiungermi o farmi qualche domanda:
Facebook: Sil Efp
Twitter: ImSil__
Ask: Rupert__
Un bacio e alla prossima
Sil

   
 
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