Emma
Stavo
sognando di essere in spiaggia, sotto al sole con un bagnino decisamente figo accanto a me quando mi svegliai di soprassalto
sentendo qualcuno bussare alla porta. Guardai l’ora sulla sveglia, erano le
10.30. Per un giorno che non avevo il turno al mattino e potevo dormire a
oltranza qualcuno mi svegliava. Se era il signor Smith l’avrei mandato al
diavolo una volta per tutte.
“Mia per favore vai tu” urlai sperando che la mia coinquilina si fosse
svegliata di buon ora come al solito, ma non ricevetti nessuna risposta e i
pugni sulla porta si facevano sempre più insistenti. Mi alzai sbuffando e andai
in soggiorno, notando che era decisamente più pulito di come l’avevo lasciato
io, vidi un biglietto attaccato al muro ‘Sono
fuori con Josè, ci vediamo più tardi. Mia’ sospirai e buttai il biglietto
nel cestino, prima di andare ad aprire la porta. Per poco non la richiusi in
faccia al nuovo ospite.
“Per te è un’abitudine accogliere gli ospiti così?” mi chiese divertito Harry
guardandomi e soffermandosi sulle gambe nude, di nuovo. Mi guardai e mi grattai
il collo, indossavo solo una maglietta bianca e gli slip neri non erano
certamente nascosti.
“Scusa,
è che mi sono appena svegliata e non ce la faccio proprio a dormire con dei
vestiti addosso” risposi mortificata e in imbarazzo, due volte che era venuto a
casa e due volte che lo accoglievo praticamente nuda.
“Oh
tranquilla, a me non dispiace affatto – mi sorrise – posso entrare?” annuii
lasciando spazio per farlo entrare, si guardò intorno e poi tornò a sorridermi
“Lo ricordavo diverso questo posto” alzai gli occhi al cielo e mi incamminai
verso i fornelli mettendo su la caffettiera per farmi un caffè.
“Mia
è una maniaca dell’ordine io, beh, odio le faccende domestiche. Vuoi un caffè?”
chiesi cordiale cercando di non pensare che Harry, il ragazzo più bello che
avessi mai visto, era seduto al bancone della cucina e mi guardava certamente
le chiappe al vento “Sì grazie. Ti ho riportato il sale” disse lasciando il
contenitore che gli avevo dato sul bancone, annuii aspettando pazientemente che
il caffè fosse pronto. Sentivo i suoi occhi verdi penetrarmi la schiena, ma non potevo girarmi perché altrimenti
avrebbe sicuramente visto le mie guance rosse. Non avevo una cotta per Harry,
non lo conoscevo, ma era un bel ragazzo ed io ero in mutande davanti a lui. Che
situazione, dovevo sempre fare figuracce. Mia mi avrebbe preso per il culo a
vita. Versai il caffè pronto in due tazze, poi mi sedetti di fronte a lui e
gliene allungai una “Ecco a te” mi sorrise, e non potei fare a meno di pensare
che quello era il sorriso più bello che avessi mai visto, chi sa quante ragazze
aveva fatto innamorare con quelle fossette.
“Allora,
cosa ti porta qui a New York?” chiesi sorseggiando un po’ di caffè, il silenzio
che si era venuto a creare era decisamente imbarazzante.
“Abitavo
già a New York, avevo un appartamento con Louis, sai il cretino con i capelli
castani e gli occhi azzurri – annuii divertita –, ma poi ho deciso che dovevo
andare a vivere da solo, volevo la mia indipendenza e soprattutto Louis non sa
cosa significhi il rispetto dello spazio altrui” disse divertito prendendo
anche lui un sorso del suo caffè, sentii nuovamente bussare alla porta e,
questa volta, ero sicura al 100% che fosse il signor Simth,
sbuffai e mi alzai per andare ad aprire “Buongiorno signor Smith” dissi aprendo
la porta e notando che effettivamente avevo davanti il vecchio signore. Mi
squadrò da capo a piedi prima di allungare lo sguardo dietro di me e guardare
Harry che lo salutò con un gesto della mano sorridendo sornione “Signorina
Austin, un po’ di contegno!” mi ammonì scandalizzato “Sono in casa mia, anzi le
dispiace fare in fretta? Io e Harry stavamo per entrare nella doccia” l’anziano
mi fulminò con lo sguardo prima di scuotere la testa e bofonchiare qualcosa.
“Oggi
vengono a trovarmi dei parenti, gradirei che il volume della vostra musica e i
ragazzi in casa vostra siano tenuti a bada” disse sprezzante, risi di gusto
“Stia tranquillo, il rave party l’abbiamo organizzato per domani, ora se non le
dispiace ho un bel ragazzo in casa mia che mi sta aspettando, buona giornata
e mi saluti i parenti” gli chiusi la
porta in faccia prima di tornare a sedermi al mio posto dove il caffè si era
leggermente raffreddato. Harry mi guardava divertito “Odio quel tizio, e anche
quella che abita di fronte a me” alzai le spalle, e finii in fretta il mio
caffè .
“Lo
so, sono odiosi, pensano che io e Mia siamo delle sgualdrine” dissi alzandomi
per buttare le due tazze ormai vuote nel lavandino.
“Gli
hai detto che stavamo per andare a fare una doccia insieme e hai aperto in
mutande. La cosa non mi stupisce” rispose ridendo, arrossii violentemente,
certe volte la mia bocca non si collegava con il cervello e faceva uscire fuori
frasi assolutamente stupide e volgari.
“Beh,
al diavolo cosa pensa il signor Smith, non lo sopporto e mi diverte prenderlo
in giro” risposi, cercando di mascherare tutto l’imbarazzo che provavo in quel
momento. Il riccio davanti a me scoppiò a ridere e si avvicinò.
“Sappi
che non mi dispiacerebbe fare la doccia con te – si guardò l’orologio – ora
devo andare, ci vediamo Emma” mi diede un buffetto sulla guancia e uscì da casa
mia lasciandomi lì impalata come un pesce lesso.
Mi feci una doccia veloce e mi vestii, poi presi lo smalto e cominciai a sperimentare una serie di nail
art cercando di non pensare a quello che aveva detto Harry. Beh era un ragazzo,
era normale che facesse commenti un po’ ambigui giusto?
“Ti ha detto che farebbe la doccia con te?” esclamò Mia, mentre passeggiavamo
per la Fifth Avenue. Lo sapevo che non dovevo dirle
niente, dovevo tenere per me l’incontro che avevo avuto con Harry quella
mattina “Sì Mia, ma è un ragazzo, è normale che faccia quei commenti” sbuffai.
Cosa ci trovasse di così strano proprio non lo sapevo. Sì, anche a me aveva
lasciato un attimo interdetta, ma poi mi ero subito ripresa.
“Emma,
io sono un ragazzo e, fidati, che non direi a qualsiasi ragazza che farei la
doccia con lei. Sicuramente ti trova carina” disse Josè, passando un braccio
intorno alle spalle della mia amica Alzai le spalle per niente convinta di
quello che dicevano.
“Josè,
so di non essere una brutta ragazza, ma sicuramente lui ne avrà viste di più
belle” sentii Mia grugnire di fianco a me “Smettila di buttarti giù, le avessi io quelle gambe” mi morsi il labbro
pensando a come Harry mi avesse fissato le gambe sia quella mattina sia pochi
giorni prima.
“Cosa
c’è? Perché improvvisamente ti sei zittita?” alzai le spalle e nascosi la
faccia nella sciarpa sperando che Mia lasciasse stare “O mio Dio, non dirmi che
non ti sei messa i pantaloni prima di aprire la porta” quasi urlò fermandosi in
mezzo al marciapiede. Josè mi guardò divertito e trattenne una risata, non era
un segreto che dormissi in maglietta e mutande anche d’inverno, dato che mi
dava fastidio stare con qualcosa di lungo sotto le coperte e avevo già detto
alla mia coinquilina che ero stata svegliata da Harry.
“Pensavo
fosse il signor Smith, sai quanto mi
piace provocarlo. Non ho sinceramente pensato che potesse essere qualcun altro,
né tanto meno Harry” mi difesi, riprendendo a camminare con passo deciso. Avrei
fatto tardi a lavoro se fossi stata ad ascoltare le paternali di Mia.
“Ci
credo che si offre di fare la doccia con te! Oh, ma non capisci? Questa è
un’ottima occasione, chiedigli di uscire” questa volta fu il mio turno di
bloccarmi in mezzo al marciapiede, mi voltai a guardarla con le sopracciglia
alzate, mentre lei mi guardava con quel faccino innocente che in quel momento
avrei preso a schiaffi volentieri.
“Lo
sai che non gli chiederò di uscire, ora per favore lasciami in pace. Farò tardi”.
Quel pomeriggio era abbastanza fiacco, i clienti non erano molti così me ne
stavo appoggiata al bancone facendomi aria con la coda di tanto in tanto. Lucy
stava servendo una coppietta di ragazzini e li guardava con disgusto, erano
quel genere di ragazzini che a dodici anni si dicevano già ‘ti amo’ e progettavano di passare la vita insieme. Lucy odiava
queste nuove generazioni. Liam era seduto nel retro a
mandare messaggi alla sua ragazza aspettando che il suo turno finisse, mentre
Marcus aveva il pomeriggio libero. Guardai fuori notando che nonostante fosse
buio si riuscisse tranquillamente a vedere nuvole bianche che minacciavano di
buttare giù tonnellate di neve. Sperai che cominciasse a nevicare dopo il mio
rientro a casa altrimenti sarebbe stato un casino attraversare il ponte.
“Quei ragazzini vogliono due cioccolate, puoi prepararle per favore?” mi chiese
Lucy, passandosi una mano tra i capelli. Sorrisi cominciando a preparare quello
che mi aveva chiesto “Sei nervosa?” le chiesi cauta, la vidi girarsi verso i
due ragazzi seduti prima di sentirla bisbigliare “Stai scherzando? Non li
sopporto. Si chiamano cucciolotto e topolina, ti
rendi conto? È già tanto se chiamo Ian 'amore',
mentre facciamo sesso. Figuriamoci chiamarlo cucciolotto”
scoppiai a ridere allungandole le due cioccolate “Tu e Ian
non sembrate nemmeno una coppia” le feci notare io, appoggiandomi al bancone e
sorridendole divertita. Mi fulminò con lo sguardo “Io e Ian
siamo una coppia bellissima” disse prima di allontanarsi e lasciare malamente
le tazze al tavolo di quei due poveri ragazzini.
“Hey, cameriera” mi sentii chiamare, mi girai e sorrisi nel
vedere gli occhi azzurri familiari di quel ragazzo biondo che era già entrato
per due giorni di fila, ormai tre, nel bar di Marcus.
“Ciao,
cosa posso portarti?” si mise un dito sotto il mento facendo finta di
riflettere con attenzione “Un muffin va bene, possibilmente al cioccolato, ma
vanno bene tutti i gusti” annuii e mi allontanai per prendere ciò che mi aveva
chiesto e sistemarlo in un piattino.
“Giornata
fiacca eh?” disse con la bocca piena facendomi ridacchiare “Sì, deve essere
questo tempo, sembra stia per arrivare una bella nevicata” dissi, allungando di
nuovo lo sguardo verso le vetrate. Il biondo si girò a sua volta prima di
tornare a guardarmi.
“Già,
stasera avremmo dovuto suonare in un locale, ma hanno annullato la serata”
disse un po’ deluso, riprendendo a mangiare il suo muffin. Lo guardai confusa
“Suonare?” tornò ad osservarmi con quegli occhi azzurrissimi e quasi mi fece
venire i brividi.
“Sì,
abbiamo una band. Comunque piacere io sono Niall”
disse sorridendo e porgendomi la mano che strinsi subito “Piacere, sono Emma.
Una band? Ero convinta che foste tutti dei modelli” Niall
scoppiò a ridere, facendomi ricordare del primo giorno in cui era entrato nella
tavola calda e aveva attirato la mia
attenzione con la sua risata sguaiata.
“Modelli?
No, forse Harry e Zayn, ma io e Louis modelli proprio
no. A proposito, tu come conosci Harry?” pensai alla sua frase, Louis era
quello castano a quanto mi aveva detto Harry, mentre Zayn
doveva essere l’altro ragazzo che si era presentato al bar il giorno prima.
“Oh,
Harry è il mio nuovo vicino, si è trasferito nell’appartamento sotto al mio” il
biondo annuì finendo finalmente il suo muffin al cioccolato.
“Davvero?
Beh allora magari ci incontriamo. Stasera vado da lui, abbiamo una partita alla
playstation sospesa. Louis e Zayn ci hanno dato buca
per stare con le proprie ragazze” sorrisi, guardai l’orologio e notai che
mancava poco più di un quarto d’ora alla fine del mio turno e alla chiusura del
negozio.
“Come
ci arrivi a Brooklyn?” gli chiesi senza pensarci su due volte.
“Con
un taxi suppongo” rispose, alzando le spalle e lasciando qualche dollaro sul
bancone per pagare il muffin .
“Il
mio turno finisce tra poco e dobbiamo fare la stessa strada. Ti accompagno io”
sorrisi al biondo che mi guardò grato “Fantastico, allora ti lascerò una mancia
più alta”.
“Avevi detto che avresti preparato tu da mangiare oggi!” mi rimproverò Mia
uscendo dalla sua stanza con i capelli ancora bagnati per via della doccia che
si era appena fatta.
“Avevo
detto che ci avrei pensato io, infatti sto per chiamare la pizzeria da asporto”
sorrisi sorniona, sapendo che l’avrei fatta infuriare.
“Oh
ma io mi chiedo che ci sto a fare ancora qui con te” si lamentò sparendo di
nuovo in camera sua.
“Sei
la mia migliore amica e mi adori” sentii bussare alla porta e alzai gli occhi
al cielo, alzai di poco il volume dello stereo sapendo perfettamente chi mi
sarei trovata di fronte una volta aperta la porta.
“Oh,
sei vestita, che peccato” sbuffai, vedendo il sorrisetto beffardo sul viso di
Harry “Cosa ci fai qui? Pensavo che avessi ospiti” annuì, entrando in casa
senza nemmeno aspettare che gli dessi il permesso. Ma chi si credeva di essere?
“Io
e Niall ci chiedevamo se a te e alla tua amica
piacerebbe passare la serata con noi” aprii la bocca per parlare, ma Mia fece
di nuovo capolino dalla sua stanza con un sorriso a trentadue denti che non
prometteva nulla di buono.
“Ci
farebbe molto piacere, in fondo Emma non ha ancora ordinato la cena, giusto?” .
La casa di Harry era ordinata, per essere di un ragazzo. Nessun calzino sporco
in giro, nessuna briciola per terra e c’era un buon profumo, ero molto più
maschio io di lui in questo caso. Salutai Niall che
ci accolse seduto sul divano con in mano il telecomando, ma appena vide Mia
scattò in piedi come un soldato.
“Oh,
piacere sono Niall” disse porgendo la mano alla mia
amica. Risi sotto i baffi, a quanto pare Mia aveva fatto colpo.
“Piacere
sono Mia” rispose lei imbarazzata, stringendo appena la mano del biondo. La
guardai divertita, mentre mi intimava con lo sguardo di smetterla. A quanto
pare anche Niall non le era indifferente dato che era
arrossita fino alla punta dei capelli. Ci sedemmo sul divano, mentre Harry
ordinava le pizze per tutti e quattro.
Osservai gli altri nella stanza e notai che Niall,
che nel tragitto dalla tavola calda all’appartamento non aveva fatto altro che
parlare e ridere, ora se ne stava in silenzio, seduto composto. Faceva zapping
distrattamente, lanciando qualche occhiata a Mia, la quale se ne stava
attaccata al cellulare probabilmente a parlare con José, che era uscito con
degli amici, mentre Harry, dopo aver posato il telefono, prese a fissarmi. Mi
sentii a disagio sotto quegli occhi verdi che mi bruciavano la pelle.
“Mi
aiuti ad apparecchiare la tavola?” mi chiese sorridente, annuii e mi alzai dal
divano aspettando che mi indicasse dove fosse la cucina.
“Niall è strano Credo che la tua amica gli piaccia”
disse prendendo i tovaglioli e le posate, alzai le spalle.
“Mia
sta con un ragazzo, non credo che le interessi molto Niall”
risposi aprendo il frigo e tirando fuori le cose da bere. Sentii nuovamente i
suoi occhi addosso e sbuffai “Puoi smetterla di fissarmi per favore?” chiesi
con molta poca gentilezza facendolo ridacchiare.
“Mi
chiedevo se anche tu avessi un ragazzo” rimasi a bocca aperta per qualche
secondo, prima di scuotere la testa per riprendermi.
“No,
io non sono molto fortunata con i ragazzi” risposi a disagio, mi vergognava il
fatto che a 21 anni fossi una sfigata senza un ragazzo, vergine e con un sacco
di delusioni alle spalle. Mi imbarazzava specialmente parlarne con un ragazzo
che era poco più di uno sconosciuto per me e che probabilmente aveva avuto più
ragazze degli anni che aveva, a giudicare dall’aspetto. Sapevo che mi stava
fissando, di nuovo, ma non volevo alzare lo sguardo né tanto meno intimargli di
nuovo di lasciarmi in pace, così continuai tranquilla a sistemare le cose a
tavola “Le pizze sono qui” ci avvertì Niall entrando
in cucina con i quattro cartoni fumanti.
“Quei ragazzi sono simpatici” disse Mia, appena entrata in casa nostra. Mi
tolsi le scarpe e le lanciai in un punto indefinito della sala, guadagnandomi
uno sguardo di fuoco da parte della mia migliore amica.
“Harry è strano e Niall deve essersi preso una cotta
per te”
Cominciò
a ridere; una risata acuta e forzata che faceva ogni volta che voleva
nascondere la verità.
“Sto
con Josè comunque. Perché strano? Che ha fatto?” feci spallucce, stravaccandomi
accanto a lei sul divano. Prontamente aprì le braccia e mi accoccolai al suo
fianco . Mi strinse e cominciò ad accarezzarmi i capelli.
“Mi
guardava in continuazione, poi mi ha chiesto se ho un ragazzo” mi strinsi di
più a Mia che sorrise “Forse gli piaci. E`
così strano?” sospirai “Sì Mia, è
strano” la sentii scuotere la testa, mentre le sue dita continuavano ad
accarezzarmi. Adoravo Mia, non so cosa avrei fatto senza di lei.
“Dovresti
avere più fiducia in te stessa, tesoro. Ora andiamo a nanna che è tardi”.
Ecco il secondo capitolo, ancora dal punto di vista di Emma.
Inizia ad entrare in scena il personaggio di Niall e
si capisce un po’ di più l’amicizia tra Mia e Emma.
Non c’è molto da dire, dato che non succede nulla di che, a parte questa cena
tra i quattro protagonisti e Niall che conosce Mia e
sembra esserne subito attratto.
Fatemi sapere che ne pensate!
Questi sono i miei contatti, se volete aggiungermi o farmi qualche domanda:
Facebook: Sil Efp
Twitter: ImSil__
Ask: Rupert__
Un bacio e alla prossima
Sil