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Autore: Zola_Vi    05/08/2014    3 recensioni
-A lui interessa un altro genere di ragazze- dissi distogliendo il viso dal suo e mantenendolo basso. 
Sorrise. 
-Questo é tutto da vedere- 
-Cioè?- 
-Potresti chiederglielo- 
-A quale scopo?-
-Magari siete anime gemelle- mi fece un occhiolino. 
Si alzò poco dopo, lasciandomi ai miei pensieri, tornando in camera sua. 
“Anime gemelle” aveva detto. 
“Figurati” 
.........................
“Che ci sta succedendo?” pensai. 
All’improvviso, era cambiato tutto. 
Perché lui mi aveva evitata?
Perché lui non mi aveva più parlato?
Era tornato ad odiarmi, come in passato?
Voleva lasciarmi, di nuovo?
Come sempre, dipendeva tutto da lui. 
E io mi sentii debole, incapace di agire, come anni prima. 
-Ti prego. Non andartene un’ altra volta, non riuscirei a sopportarlo- lo supplicai.  
..........................
“Sai… quello che mi fa più rabbia é che io continuo a tenere a te, nonostante tutta questa merda” mi fermai alcuni secondi, per trattenere le lacrime.
“Mentre tu ti sei dimenticato di me da un pezzo”
“É così” disse semplicemente, dopo aver distolto il suo sguardo dal mio.
Quelle parole mi ferirono.
Il mio cuore si frantumò.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Narra: Ploon. 

 

La festa ormai stava per iniziare. 

Molte persone erano arrivate in anticipo: alcune erano venute a darmi un bacio e farmi gli auguri, altre si erano intrufolate in casa mia senza che mi conoscessero. 

-Compi 18 anni proprio stasera, Ploon! Non sei eccitata?- continuava a domandarmi insistentemente la mia migliore amica. 

Io annuivo e basta. 

-Non fare quella faccia da funerale e divertiti, Simon dovrebbe arrivare tra poco- mi fece un occhiolino. 

Sorrisi a quell’affermazione. 

Simon era un ragazzo dolcissimo, il perfetto fidanzato: se non ci fosse stato lui lì molto probabilmente sarei scappata. 

Odiavo che la gente mi festeggiasse per una giornata intera, non amavo stare al centro dell’attenzione: diventavo tutta rossa e rimanevo in imbarazzo per tutto il tempo. 

-Buon compleanno, amore mio- 

Davanti ai miei occhi mi ritrovai il ragazzo più bello e raggiante di tutta la stanza. 

-Sei arrivato finalmente- 

-Ti sono mancato?-

-Più di quanto tu possa immaginare- sorrisi. 

Mi avvicinai al suo corpo e in men che non si dica lo riempii di baci. 

-Ok, io vi lascio soli- sghignazzò Hayley. 

Non appena vide tornare in cucina la mia amica, Simon disse: “Mi concederà un ballo questa sera, principessa?”

Non gli risposi, sapeva perfettamente quale fosse la mia risposta. 

-Ti amo- concluse. 

-Anche io- 

 

La casa adesso era piena di gente. 

I miei mille regali erano tutti posati sull’enorme tavolo da pranzo in salotto. 

Almeno la metà dei cibi e dei bicchieri che avevo comprato il giorno prima erano stati lanciati sul pavimento.

Tutta l’abitazione era stata circondata da adolescenti vogliosi di sballarsi e all’interno la situazione non era tanto migliore: ovunque mi girassi potevo notare ragazze avvinghiate a ragazzi, persone completamente ubriache e senza controllo, musica a tutto volume. 

Nella confusione avevo perso Simon, forse era andato a prendere il suo regalo per farmelo aprire.

-Ploon! Vieni, é uno spasso-

Parlando di persone ubriache… Hayley ne era un perfetto esempio. 

-Prendi uno di questi- 

Con tutta la forza che possedeva, mi infilò in gola un liquido più forte che buono. 

-Non ora, Hayley! E’ casa mia, devo rimanere tranquilla- dissi urlandole per farmi sentire. 

Decisi di buttarmi nella mischia e ballare un po’. 

Dopo circa qualche minuto sentii la mia vita essere presa da una stratta di mano forte e calorosa. 

-Balliamo, signorina?-

Sorrisi ascoltando quelle parole sussurrate al mio orecchio.

-Ti stavo aspettando- 

Mi voltai verso quel ragazzo che mi stava facendo impazzire da quando era scomparso durante la festa. 

-Buon diciottesimo anno di vita- 

 

 Narra: Harry. 

 

Era completamente immobilizzata: per quel motivo, per aiutarla, le avevo sorretto la vita ancor più forte. 

Non era riuscita ancora a completare una frase, eppure da minuti mi stava guardando: continuava a fissarmi con uno sguardo inconsapevole e spiazzato. 

-Devo prenderti in braccio per paura che tu svenga o posso stare tranquillo?- sorrisi per sdrammatizzare.

Corrugò la fronte dopo alcuni istanti, riemergendo da chissà quale mondo. 

-Cosa ci fai tu qui?-

-Hai invitato la mia ragazza, pensavo che…- 

-Non pensare, ti riesce meglio- disse togliendo dalla sua vita le mie mani. 

Abbassai lo sguardo. 

-Ce l’hai ancora con me eh-

-Non dovrei?- 

Sospirai. 

Aveva tutto il diritto di essere arrabbiata ancora con me in effetti. 

Sfilai dalla tasca della mia giaccia di jeans un regalino impacchettato di giallo, il suo colore preferito, e glielo porsi molto lentamente. 

-Spero ti piaccia, l’ho preso un po’ di tempo fa- 

Le sorrisi un’ ultima volta dolcemente e subito dopo me ne andai, lasciandola lì.

 

Decisi di fare il giro della città durante la notte. 

Holmes Chapel non é molto grande, la girai per tre o quattro volte. 

Mi era mancato davvero tutto di quel paesino. 

Diventarono ben presto le sette della mattina, il sole cominciava a sorgere, così decisi di incamminarmi verso la mia abitazione. 

La casa di Ploon adesso era silenziosa e vuota, dal suo interno non proveniva neanche un rumore. 

La porta d’ ingresso, però, era rimasta aperta. 

Decisi di entrare lì dentro un’ altra volta per controllare se tutto fosse apposto.

Vidi Piccola Peste indaffarata a rimettere tutto in ordine: sorrisi a quella scena, anni prima lasciava sempre tutto in disordine. 

-Hai bisogno di una mano, Ploon?-  

Rimasi in silenzio fissandola. 

-Vedo che il mio nome te lo ricordi, wow- ridacchiò. 

-Tu ricordi il mio?- 

- Sinceramente… Cosa vuoi da me adesso?-

-Pensavo avessi bisogno di una mano- 

-No, non da te! Me la cavo benissimo da sola- 

-Questo lo so...- 

Fece passare qualche secondo prima di parlare. 

-Sai, adesso anche io ho un ragazzo- 

Non so il motivo per il quale me lo disse, ma corrugai la fronte. 

-Simon, giusto?- 

Aggrottò le sopracciglia. 

-Tu che ne sai?- 

-Io so tutto quello che ti riguarda-

-Pff… E’ un tuo patetico tentativo di provarci anche me come  con tutte le altre?- 

-Tu non sei “tutte le altre”- bofonchiai. 

Mi girò le spalle, tornando a pulire per terra. 

-Vattene adesso, sono impegnata-

5 anni. 

5 anni che non ci rivolgevamo la parola ed ecco la nostra prima vera conversazione.

Se le nostre due madri ci avessero ascoltato sarebbero venuti loro i brividi. 

Ammirai quella giovane donna ancora un po’, promettendomi che avrei fatto di tutto per rivolgerle un'altra volta la parola. 

 

I giorni passarono… e con loro anche la voglia di parlare un altro po’ con Piccola Peste. 

-Mamma, sono a casa!- 

Anne e Gemma corsero ad abbracciarmi: ormai le vedevo raramente durante l’anno, ogni attimo volevano passarlo con me. 

Adesso avevo una band piuttosto famosa: tutto l’anno ero impegnato a girare per l’ Inghilterra cantando e divertendomi con i miei compagni.

Loro erano diversi, con loro potevo rimanere me stesso, con loro non indossavo una maschera per essere piaciuto e apprezzato. 

-Fratellino!- urlò Gemma stampandomi in volto un enorme bacio. 

-Dove sei stato fino a questa ora?-

-Hai fame? Ti preparo da mangiare un panino se vuoi, ormai é quasi l’ora di cena- 

-Novità?- 

-Ploon ti ha ringraziato per il regalo dell’atra sera adesso?- chiese mia madre. 

-A proposito… Dovrei proprio vedere quella ragazza- continuò. 

-E’ diventata bellissima- aggiunse mia sorella. 

E così, in pochi secondi, la loro concentrazione passò sulla mia ex migliore amica, che da sempre adoravano. 

-Sta ancora con quel Simon- sbuffai. 

-E ti da fastidio, Harry?- mi fece un occhiolino Gemma. 

Alzai le spalle al vento e accesi la televisione. 

Mia sorella a volte sapeva essere davvero fastidiosa. 

-Hai intenzione di farti perdonare?- 

La gelai con lo sguardo. 

-Neanche una parola mi dici?-

Aspettò qualche minuto per ricevere una risposta, ma nulla. 

Non avevo intenzione di parlare di Ploon. 

-Sei proprio insopportabile, sono curiosa- 

Si coricò sul divano a peso morto, appiccicandomisi ad un mio braccio.

-Mi sei mancato, Harry- 

 

Narra: Ploon. 

 

Dopo essere arrivata a casa da un appuntamento con Simon ed essermi fatta una doccia fredda, decisi di andare a salutare Anne: la mia dolce vicina di casa, migliore amica di mia madre da sempre, e nonché madre di Lui, che non vedevo da parecchi giorni per paura d’incontrarlo. 

“Spero solo non sia in casa” pensai. 

Non feci neanche in tempo a suonare il loro campanello che Gemma e Anne saltarono fuori per abbracciarmi. 

-Ploon!- esclamarono. 

Fui invasa dal loro eccessivo profumo di lavanda. 

-Fatemi respirare- sghignazzai. 

-Sei sempre più grande ogni volta che ti vedo- esclamò Anne. 

-Già…- 

Odiavo quando le persone me lo ricordavano. 

Notai dietro di loro Lui sdraiato sul divano che mi fissava serio. 

-Mi chiedevo se tu, Gemma, volessi uscire un po’ con me domani pomeriggio- sorrisi. 

-Certo che vengo!- disse tutta eccitata. 

-Perfetto- risi. 

Quella ragazza era sempre stata buffa e amabile.

-Se vuoi, visto che tua mamma non torna prima di mezzanotte, puoi cenare da noi, Ploon- 

-Oh no, non vorrei disturbare! Prendo una pizza qui vicino, non ti preoccupare Anne- 

-Sicura?-

-Certo- 

E così, dopo essermi fermata ancora per un po’, salutai Gemma e Anne e tornai a casa, vestendomi finalmente comoda. 

Chissà cosa avevano pensato quando io e Lui non c’eravamo neanche degnati di uno sguardo. 

“Ormai sono abituate” pensai. 

Sapevo che Anne era incredibilmente dispiaciuta per il comportamento del figlio, ma non poteva farci nulla: ormai erano passati parecchi anni. 

Rimasi a fissare un libro dalla copertina azzurra molto consumata posato sulla mia sedia. 

Peter Pan. 

Dio, quante volte lo avevo letto! 

Era la mia storia preferita.

Lo presi tra le mani e iniziai a sfogliarlo, riemergendomi in tanti ricordi tra una riga e l’ altra. 

 

Narra: Harry. 

 

Stava leggendo.

Peter Pan, un’ altra volta. 

La vedevo dalla mia finestra. 

Teneva i capelli raccolti in una treccia molto bassa e pendente su una spalla, ogni tanto passava la sua mano sui ciuffi d’oro che le arrivavano sugli occhi. 

Indossava una camicetta celeste e dei leggine bianchi. 

Ripensai alla conversazione avuta pochi giorni prima. 

Come era stato possibile arrivare fino ad odiarsi?

Coricato sul mio letto fissai il mio sguardo su una copertina di Spiderman che mi aveva regalato per il mio sesto compleanno: l’avevo usata così tanto! Senza quella, da piccolo, non riuscivo a dormire mai. 

Non capivo. 

Come avevo potuto andarmene? 

Con quale coraggio l’avevo fatto?

Mi sentivo un vero stronzo solo adesso. 

Ero stato egoista: mi ero preoccupato dei miei sentimenti, senza curarmi dei suoi. 

E adesso? Sentivo di dover rimediare, ma come? 

Non potevo fare decisamente più nulla. 

 

24:00.

“Perché sua madre non arriva?” pensai. 

Aspettai qualche minuto, non di più. 

Presi una felpa dal mio armadio e corsi verso il suo giardino. 

Sebbene fosse quasi estate, ad Holmes Chapel non faceva mai caldo. 

Cosa stavo facendo?

Molto probabilmente avrebbe preferito passare del tempo da sola piuttosto che con me. 

Bussai alla sua porta, odiava il rumore del campanello. 

Non appena mi vide, aggrottò le sopracciglia.

Diedi un occhiata attenta al salotto dietro di lei. 

-Hai fatto un buon lavoro qui- dissi sorridendole. 

-Cosa vuoi?- 

-Tu odi restare da sola- 

Un profondo silenzio calò su di noi. 

Io la guardavo. 

Lei mi guardava. 

-Hai bussato…- 

-Pensavo ti desse fastidio il suono del citofono- sorrisi. 

-E’ così- 

-…-

-…-

-Posso entrare?- 

-Quali sono le tue vere intenzioni, Harry?- 

-Allora te lo ricordi il mio nome- dissi facendole un occhiolino. 

Non mosse un dito, una palpebra.

Continuava a guardarmi gelida. 

-Desidero solo farti un po’ di compagnia finché tua mamma non arriva-

-Come ai vecchi tempi?- 

-Come ai vecchi tempi, più o meno- 

Non rispose nulla. 

Vidi solo chiudermisi in faccia la porta di casa, velocemente. 

Rimasi in quella posizione come un cretino per parecchio tempo. 

Forse l’avevo persa per sempre. 


Ehi, ragazze bellissime. Come state?
Spero sia tutto ok :3 
Allora, che ne dite? 
Come si evolverà la situazione? <3 
Ploon ed Harry faranno pace? In che modo? Come mai? Tra quanto?
Vi piacciono? 
Lei é stata ferita, povera <3 
Saprà rimediare il ricciolo? Speriamo... 
Un bacio e fatevi sentire nelle recensioni se pensate che valga la pena leggere questa Ff, 
-Zola. 

 

 

 
   
 
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