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Autore: sweetPotterina    06/08/2014    2 recensioni
“Voglio risparmiarti dall’oscurità”.
Avevano un muto accordo.
La regola? Non parlarsi.
Lo scopo? Qualcuno, sapendo, avrebbe detto tenersi compagnia.
Sembrava meno lacerante il dolore quando si era in due.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombra costante'
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PREMESSA: Questa storia é legata alla long-fic “Solo con te”, in quanto rappresenta il prologo della saga “Ombra costante”.
Essendone, tuttavia, il primo capitolo, la comprensione di questa storia, delle circostanze e dei personaggi, sono possibili anche senza la lettura della storia da cui dipende. Pertanto, buona lettura a tutti!




CAPITOLO IV
NON SIAMO SOLI


Quest'orrore della solitudine,
questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore,
l'uomo lo chiama nobilmente bisogno d'amare.
( Charles Baudelaire)



Ottobre 1996.

-Ancora con questa storia?
Hermione sbuffò, rinunciando definitivamente alla lettura del suo libro. Lo chiuse sulle sue gambe e si sistemò meglio sulla poltroncina, trovando una posizione più comoda. C’era qualcosa sotto le sue natiche che le dava fastidio…
-Sì, Hermione, ancora- le rispose il suo amico, continuando a camminare su e giù per la sala comune. Erano dieci minuti buoni che tentava di convincerla circa la sua assurda teoria.
-Trovata!
Una piuma. Aveva sopportato sotto il sedere tutto quel tempo una maledetta piuma!
Harry si fermò, lanciandole un’occhiataccia. –Ma mi stai ascoltando?
Hermione alzò gli occhi al cielo e poggiò la schiena su un morbido cuscino, gettando l’arnese su un tavolino.
-Sì, Harry. Ma lo capisci quanto sia ridicolo ciò che stai dicendo?
Il mago riprese il suo giro, e la sua arringa. -No, non lo è. Pensaci…
-Harry, tu vedi solo ciò che vuoi vedere. Lui non può…
-Ti dico di sì. Ne sono certo. Draco Malfoy è diventato uno di loro. Un Mangiamorte.
Era così sicuro di ciò che andava affermando che per un attimo gli credette sul serio. E un’inspiegabile paura sulla possibile veridicità di quelle parole a quel punto la colpì.
Se la scrollò di dosso in fretta. -Non hai nessuna prova.
L’amico alzò entrambe le braccia verso il soffitto frustrato. -Ma l’hai visto anche tu da Magie Sinister!
La strega gli sorrise in maniera confortante, facendo appena spallucce. -Harry, quello che abbiamo visto non prova nulla.
Odiava vederlo così abbattuto, ma stavolta non poteva proprio sostenere le sue sensazioni a priori. La sua era un’accusa davvero molto, troppo, pesante.
Ed Harry lo sapeva. Sapeva che quello che aveva tra le mani –cioè niente- non era sufficiente per condannare una persona che fino a prova contraria era innocente. Anche se era Malfoy.
Hermione inoltre era certa che in cuor suo, l’amico, sapesse già che le sue non erano altro che supposizioni senza alcun vero fondamento e che probabilmente potevano anche essere state influenzate dai cattivi rapporti che lo legavano al compagno.
Tuttavia, questo non avrebbe fatto smettere ad Harry di sospettare del Serpeverde, ed Hermione non avrebbe smesso di ascoltarlo e consigliarlo.
-Lui sta combinando qualcosa, Herm. Lo sento.
Hermione incrociò lo sguardo determinato dell’amico e gli sorrise ancora una volta, per dirgli silenziosamente che capiva le sue paure e che voleva credergli, solo per non vederlo così combattuto.
Ma quella volta proprio non poteva. No.

La porta si aprì e delle risate risuonarono nella stanza, facendo stridere le orecchie della strega che non ebbe bisogno di attendere oltre per capire di chi fossero. Rivolse ad Harry un occhiata di scuse e si alzò, prendendo le sue cose e superando gli ultimi arrivati con due sole falcate senza degnarli di uno sguardo.
Mentre oltrepassava il quadro della Signora Grassa, le parve di sentire la voce del ragazzo, che l’aveva ferita, dire innocentemente. –Che ho fatto adesso?
Scendendo gli scalini, rise poi di se stessa.
Ronald Weasley, abbracciato alla sua bionda oca, di innocente aveva ben poco in quel momento.

***


Ops!
Aveva dimenticato quanto il bagno dei Prefetti potesse divenire imbarazzante a certe ore della sera. C’era mancato poco così che Ernie Macmillian non si accorgesse di lei mentre si spogliava e raggiungeva una ragazza – nuda! - dai lunghi capelli neri nella piscina.
Aveva appena fatto in tempo a registrare quanto stava avvenendo d’avanti ai suoi occhi che subito si era voltata rossa in viso e si era sbattuta la porta alle spalle. Poco importava se potesse averli spaventati, sarebbe stato peggio se l’avessero vista mentre li coglieva in flagrante.
Si diceva che lui avesse già una mezza storia con Padma…
Corse, senza voltarsi mai, finché non esaurì l’aria nei polmoni e fu costretta a fermarsi per riprendere fiato.
Si chiese se i due ragazzi avessero cambiato idea, spaventati di poter essere stati scoperti, oppure avessero continuato la loro serata. Se erano innamorati o la loro fosse un avventura di una notte.
Si chiese cosa si provava ad avere le mani di un ragazzo sulla propria pelle nuda, come si sarebbe sentita circondata dalle sue braccia, dal calore delle sue labbra.
E in quel momento vide Ron, nella sua testa, che faceva tutte quelle cose dolci, così emozionanti… ad un’altra ragazza. A Lavanda Brown.
Sì tirò indietro i capelli e si tamponò gli occhi umidi, come se potesse spingere indietro le lacrime qualora avessero deciso di scorrere contro il suo volere.
Guardò fuori una vetrata e alzò gli occhi alla luna. Era splendida quella sera.
E sola, esattamente come lei.
Decise di farle compagnia, o meglio, di rubare la sua di compagnia, benché avesse poco senso.
Ma quando arrivò alla torre di astronomia, capì che qualcun altro aveva dovuto avere la sua stessa idea, perché Draco Malfoy era proprio lì, sdraiato sul bordo della balaustra in marmo, con lo sguardo rivolto al triste satellite.
Quando era uscita dalla sua sala comune non aveva tenuto in conto di ritrovarsi di nuovo al bagno dei prefetti, mentre continuava a rimuginare sui suoi pensieri. Aveva lasciato che le sue gambe percorressero la strada che più preferivano, e si disse che fu l’abitudine delle ultime sere alla fine a far scegliere loro proprio quel posto.
Ma non era stata così cieca. Si era resa conto di dove si trovasse proprio quando si ritrovò d’avanti la porta che attendeva la solita parola d’ordine.
A quel punto il suo primo pensiero era che avrebbe rivisto Malfoy. Ne era così certa, che inconsciamente si convinse che era stata proprio quella consapevolezza a condurla lì, anche se non sapeva trovarne la ragione.
Di certo non mancavano altri posti in cui poter leggere.
Eppure, nonostante avesse persino ripensato a come si era concluso il loro ultimo incontro, non gliene era importato, ma anzi, dopo la sua conversazione con Harry ne era stata più che motivata.
Ma ovviamente anche lui doveva aver ricevuto la sua stessa accoglienza, anche se ciò che aveva visto e i pensieri che ne erano conseguiti l’avevano distratta al punto da dimenticarsi di lui.

Tentennò sui suoi stessi piedi e alla fine si disse che anche lei aveva il diritto di godere della compagnia della luna, che non era di Malfoy, e che non avrebbe cambiato i suoi piani solo perché il destino sembrava voler farle condividere anche quel momento proprio con lui.
Determinata si guardò intorno e scelse un angolino al centro, tra il posto in cui si trovava adesso lei e Malfoy. Fece un passo e le sembrò di fare troppo rumore, così si fermò e volse lo sguardo sul mago che sembrava non aver ancora notato la sua presenza. Si issò sulle spalle, stupita dal timore che provava nel palesarsi a lui e con tutta la delicatezza di cui era capace, si diresse al punto che aveva scelto, facendo piano a non fare troppo rumore.
Si sedette per terra e si appoggiò ad una colonna, aprendo il libro sulle sue ginocchia.
Se lui intanto l'avesse sentita, non lo diede a vedere.
Hermione abbassò lo sguardo per riprendere la lettura da dove l’aveva interrotta ormai un’ora prima, ma si rese conto che era troppo buio per non sforzare la vista oltre il necessario.
Pensò di usare la propria bacchetta per farsi un po’ di luce, ma capì che l’interesse sul libro era svanito del tutto da quando era arrivata lì.
Si sforzò però di non volgere il proprio sguardo sul ragazzo, ma di issarlo sulla luna. Era lì per lei, dopotutto, no?
Non passarono che pochi secondi, Hermione guardava senza pudore Draco Malfoy.
La bastarda tentazione aveva vinto.
Complice quell’inaspettato silenzio pacifico che aleggiava tra loro, si concesse di indugiare sul corpo del mago, steso sul marmo lucido.
Quando era più piccolo, quando il seme della discordia non si era ancora impiantato nel suo cuore, lo aveva trovato un bel bambino di undici anni. I capelli biondi come i raggi del sole e gli occhi celesti come il cielo in estate, erano riusciti a farla soprassedere su quel caratterino viziato e capriccioso.
Ma, adesso, di quel ragazzino sembrava essere rimasto solo il nome.
I capelli erano come fili di grano spezzati da un violento uragano, quasi bianchi sotto la pallida luce lunare. La pelle così sottile e fragile che sembrava potersi incrinare ad ogni impercettibile movimento, così come il suo corpo che aveva la sua consistenza di per sé esile.
Un cadavere sarebbe sembrato più vivo.
Eppure era nei suoi occhi che ricordava aveva visto il cambiamento più grande. Quel grigio che sotto la luce poteva un tempo sembrare azzurrino adesso si perdeva in tonalità bigie e oscure come il diavolo che sembrava aver rubato la sua anima.
Non c’era emozione in quegli occhi, né sentimento. Che questo fosse d’amore o d’odio.
Non era bello, Draco Malfoy.

Lo vide sospirare sommessamente, facendola sussultare e voltare in un punto indistinto del cielo, mentre uno strano calore le saliva sulle guance.
Si lasciò distrarre dai puntini bianchi sul manto scuro della notte così distanti e piccoli e si chiese se la luna potesse mai prenderli in considerazione come amici.
Rispetto a lei erano insignificanti, ma era sola. Poteva quello bastare per spingerla a riconsiderarli? Ma che sto dicendo? Quelle sono solo stelle e, quello, un vuoto e arido satellite.
Arricciò il naso convenendo con se stessa che aveva forse persino abusato della compagnia della luna, così distolse lo sguardo anche da essa.
E fu a quel punto che si accorse che era in quel momento ad essere rimasta davvero sola.
Draco Malfoy se n’era andato.


Novembre 1996.

Era accaduto qualcosa quella notte, anche se la strega più intelligente di Hogwarts, a distanza di un mese, faticasse ancora a capire cosa.
Nonostante avesse rivissuto poi ogni attimo nella sua mente per giorni.
Dopo quella sera, i due maghi hanno continuato a incontrarsi al bagno dei prefetti.
Quando era occupato, nella torre di astronomia.
Lui si sedeva sempre al suo solito posto. Lei anche.
Lui fumava l’erba pipa, oppure guardava il cielo. Lei leggeva un libro, oppure guardava lui.
Una volta Hermione era arrivata piangendo e aveva continuato a singhiozzare per un’ora intera, nascosta nel suo cerchio d’ombra.
Lui l’aveva ignorata.
Qualche tempo dopo, lui era entrato sbattendosi la porta alle spalle e più tardi, rimuginando su pensieri che alla strega non era dato conoscere, aveva sbattuto il pugno sul pavimento.
Lei, per ringraziarlo della volta precedente, lo aveva ignorato.
Avevano un muto accordo.
La regola? Non parlarsi.
Lo scopo? Mmm… qualcuno, sapendo, avrebbe detto tenersi compagnia.
Sembrava meno lacerante il dolore quando si era in due.
Hermione alla fine aveva smesso di chiedersi come lui avesse imparato ad accettare la sua presenza.
Iniziò, invece, a chiedersi come mai lei continuasse ad accettare quella di lui.





Buon pomeriggio gente!
Non so se c’è qualcuno che sta veramente seguendo questa storia – che io però adoro, non posso farci niente… sarà perché riesco a immaginarla passo per passo! -, ma se così fosse mi scuso per il ritardo e mi auguro che il capitolo sia piaciuto.
Diciamo che qualcosa sta accadendo tra i due protagonisti, ma c’è talmente tanta nebbia che nessuno riesce a vedere al di là del proprio naso.
Ringrazio voi care anime pie che siete arrivate fin qui.
Alla prossima!

   
 
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