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Autore: Zomi    06/08/2014    7 recensioni
Senza fidanzato, circondata da neve e da un inverno che sembra divertirsi nell'intralciare i treni, destinata a una riunione di famiglia disastrosa con nonna Tsuru e i famigliari più pazzi del pianeta, Nami sembra essere ormai giunta al patibolo... ma forse la rimpatriata dei Cocoyashi le nasconde ancora qualche sorpresa, e chissà, magari anche piacevole.
*Fan Fiction partecipante alla Zonami Week indetta dal Midori Mikan*
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, RufyxRobin, Tsuru, Un po' tutti, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 6: Centoventi minuti
 


La tavola imbandita brillava sotto le luci calde e ovattate della sala ristorante.
Tronfia nella sua abbondanza di cibarie e centrotavola luccicanti, la tavolata si apre nel centro del locale, costringendo tutti gli altri commensali, seduti alle loro tavole ben imbandite, ma misere al confronto, ad alzare gli occhi dal loro piatto e boccheggiare per tanta bellezza di stoviglie e posate scintillanti.
Sospiro, per la boriosa mania di mia nonna nel mostrarsi superiore anche tra i suoi clienti.
Zampettando veloce per la sala, corro dietro a nonna Tsuru e a Gladius, trascinando per un braccio Zoro, approdando a grandi falcate alla già rumoregginate tavola dei Cocoyashi.
Non oso nemmeno sollevare lo sguardo dal mio piatto, sedendomi pesantemente sulla sedia imbottita e in tessuto morbido rosso, schiacciando il buzzurro alla mia destra, pestandogli un piede affinché atterri con le sue chiappe sulla sedia che dondola al  mio fianco.
Il tutto in cinque secondi netti.
Il tutto per evitare lespressione shockata e visibilmente impreparata di mia sorella Nojiko, alla vista del mio accompagnatore.
Il tintinnare ferroso della sua forchetta, contro il pattino in porcellana di Rex da cui lo stava imboccando, sottolinea il mio arrivo, facendo sollevare a tutto il parentame  gli occhi su di me.
Una scia di freddo gelido mi corre sulla colonna vertebrale, e ho lorribile sensazione di essere al centro dellattenzione del mondo.
Tossicchiando piano, mi siedo composta alla tavola ben agghindata, sorridendo educata e stirando alla perfezione le pieghe del tovagliolo sulle cosce, fissando con estrema scrupolosità la tovaglia e tutto il servizio coordinato che larreda.
Ora come ora, preferirei essere in una savana circondata da condor e avvoltoi, e pagherei milioni pur di sapere che gli occhi che sviscerano, il mio accompagnatore e me, sono quelli degli uccelli spazzini, e non dei miei zii e cugini.
Perché, se è vero che sono la pecora nera singole della famiglia, è anche vero che vedermi accompagnata da qualcuno -da un qualcuno decente per di più, perché, per quanto nonna voglia dirlo, Zoro decente lo è eccome- può essere solo un nefasto presagio simile allarrivo al galoppo dei Quattro Cavalieri dellApocalisse.
Con il sottofondo della Valchirie.
Cantato da angioletti stonati e brutti.
Angioletti stonati, brutti e dalle ambigue tendenze sessuali alla Gladius.
E la mia famigli lo sa, lo sa perfettamente, e la paura dipinta sui loro volti ne è la prova.
Deglutisco piano, guardando di sfuggita Zoro, sbuffante di noia alla mia destra, che abbozza un ghigno che sembra più un rigurgito gastrico che un sorriso di saluto per i miei parenti.
Mi passo una mano sugli occhi: iniziamo bene
-Ora che siamo tutti riuniti- spezza il silenzio della tavola nonna, portando entrambe le mani sulla cima del bastone da passeggio - possiamo anche iniziare la nostra annuale cena di famiglia-
Si siede sulla tronfia e morbida poltrona che usa in queste occasioni, su cui sempre si è seduta per raccontare storie da brividi a me e a mia sorella da piccole, o per sgridarci. Porta una fragile e grinzosa mano ad afferrare un campanellino che, sussultando, richiama i camerieri dellhotel, che subito iniziano a portare in tavola le prime portate.
Il via vai di camerieri e piatti, leggeri e scivolosi tra le altre tavole occupate dagli ospiti dellhotel, mi da loccasione per sorride a Nojiko, il cui infarto sembra ormai imminente, annuendo velocemente.
Ti spiegherò provo a inviare un messaggio telepatico, che lei sembra cogliere, annuendo convinta e, tornando ad imboccare il piccolo Rex con una poltiglia giallognola e per niente opera di Sanji, sorride a suo marito.
Sospiro, deglutendo piano.
La cena non durerà molto, appena due orette.
Due orette in cui dovrò solamente mantenere i nervi saldi e lo stress sotto il livello critico, sopravvivendo a questa tortura.
Due orette.
Solo due orette.
Che vuoi che accada in due orette?
Insomma, centoventi minuti, cosa può mai accadere in così poco tempo di così gravemente disastroso?!?
Mi guardo attorno, rabbrividendo incrociando i sorrisi dei miei famigliari, ricordando che, in centoventi minuti:
1- Nojiko ha messo al Mondo Bell, con urla strazianti e doglie da torci budella.
2- Rufy ha sposato Robin e divorato tutto il ricevimento di nozze, lasciando a digiuno gli invitati. Bonney non ne era stata entusiasta
3- Mio padre ha giustiziato psicologicamente tutti i miei ex fidanzatini delle medie.
4 -Nonna Tsuru ha demolito la mia autostima in due round da sessanta minuti ciascuno, e differiti in due differenti anni.
5- Zio Garp ha semi ucciso i suoi nuovi cadetti, con una massacrante marcia sui calderoni ardenti e zaini imbottiti di pietre.
6- Ace, il piccolo dolce Ace, ha dato fuoco a Sabo, mezzo addormentato sul divano al cenone natalizio. Sabo non ne era stato contento, Koala un po di meno, visto il pessimo regalo ricevuto dal fidanzato.
7- Lo zio Croco ha spiumato e impalinato zio Dofla per ben tre volte di fila e non in senso figurato o metaforico: in senso carnale.
Mi bastano questi piccoli, sette, minuscoli pensieri, per farmi impallidire e pregare qualsiasi divinità di salvarmi dai prossimi lunghi, devastanti e mortali centoventi minuti.
Perché, si, qualcuno Babbo Natale, Batman, lomino della Michelin, Chopperman- verrà  a salvarmi, vero?
-Mocciosa- mi spintona sulle costole con una gomitata il buzzurro, facendomi sussultare.
Sollevo gli occhi sgranati di terrore su di lui, incrociando il suo sguardo leggermente confuso e irritato.
Irritato ancora per le critiche di nonna, ne sono certa, confuso per labbondare di facce nuove sedute alla nostra tavola.
Approfittando della confusione di piatti e cibarie che volano sulla tavola, mi sporgo verso di lui, sussurrandogli piano per non farmi sentire.
-Quello vicino a nonna - bisbiglio, indicando con un cenno del capo limmensa figura barbuta e dalla risata grossolana che malmena Gladius a suon di pacche sulla schiena - è il pro zio Garp, vice ammiraglio della Marina Nazionale-
Ruoto il capo alla sinistra dello zio, accertandomi che Zoro segua quanto gli dico e le persone che indico con lo sguardo.
-Sabo con la fidanzata Koala, seguiti da Rufy e la moglie Robin, in cinta di Ann, in mezzo a loro Ace, il demoniettladorabile piromane-
-Quel babbeo con il dito nel naso è padre?!?- sbotta incredulo, alzando un po troppo la voce.
Gli do una gomitata sul fianco, mozzandogli il respiro e fulminandolo con lo sguardo.
-Non urlare- sibilo a denti stretti Altrimenti tu di figli non ne avrai proprio-
Lui digrigna i denti, sbuffando e storcendo le labbra, imprecando a denti stretti.
Sbuffo, tornando ad elencare lalbero genealogico della mia famiglia.
-Vicino a Ace, come vedi, cè Bells, la mia nipotina, accanto mia sorella Nojiko con Rex-
-Il cane detectiv ouch!!!-
-Mio nipote- ringhio pestando ben bene un suo alluce con il tacco degli stivali e fulminandolo con lo sguardo E quello con il mento a punta è Drake, mio cognato-
-Uhm- si liscia il mento Zoro, fissandolo Che lavoro fa?-
-Marine, nello stesso distretto di papà- snocciolo informazioni, indicando il mio babbo seduto alla destra di nonna Perché?-
-Pensavo barista: con quel mento a punta ci puoi stappare le bottiglie di birra-
Non oso picchiarlo di nuovo, perché in fondo un po di ragione ce lha, e sorridendo sorvolo sulla sua frecciatina.
-Usopp è quello con il nasone, vicino cè sua moglie Kaya e la piccola Merry che giocattola con Roger, figlio di Bonney e Ace- sospiro abbassando gli occhi Ace era il fratello di Sabo e Rufy, ma è morto in un incidente lanno scorso- mi mordo un labbro Bonney non ne è ancora uscita-
Zoro annuisce piano, fissando per un lungo attimo la rosa che accarezza materna il piccolo ritratto vivente del suo amato.
-Mi dispiace- sussurra, inclinando le spalle verso di me, permettendo al cameriere di posare la prima portata davanti a lui.
Annuisco, e non appena il cameriere serve anche me e si allontana, torno a sussurrargli allorecchio.
-Il posto vuoto accanto a me- indico lunica sedia libera della tavola - è per Sanji-
Sollevo leggermente lo sguardo, assicurandomi che non sia nei paraggi, portando poi una mano davanti alla bocca nel parlottare con il buzzurro.
-Non è un mio aprente, è il capo chef dellHotel, nonché cuoco ufficiale della nonna: lei non mangia niente che non sia preparato a regalo darte da lui- annuisco, fissando dritta negli occhi  Zoro.
-È il miglior cuoco al mondo- affermo senza paura Ed è come se facesse parte della famiglia, e sarebbe anche un caro ragazzo se non fosse per-
-OH NAMI SWANNNNNNNN: SEI ARRIVATA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Deglutisco amaramente, trattenendo il respiro mentre due forti e muscolose braccia mi stritolano il costato, alzandomi a forza dalla sedia.
-Oh mia dorata!!!!- ulula Sanji, premendo il suo ciuffo biondo contro la mia faccia, facendomi sbuffare.
-Sanji!!!- mi dimeno, cercando di allontanarlo da me spingendolo sul petto con entrambe le mani Mollami!!!-
-Oh Nami swan, quanto tempo: come sei diventata morbida!!!!- sanguina dal naso, strusciando il viso sul mio petto, piroettando ed emanando cuori in ogni dove.
-Dannazione!!!- strillo Sanji mollami, così mi insanguini la maglia!!!-
-Oh Nami swannnnnn!!!!-
Roteo gli occhi al cielo, imprecando a denti stretti e, sbuffando, fulmino Zoro, comodamente seduto a tavola a mangiare senza tanti problemi.
-Zoro!!!- strillo, scalciando contro lo schienale della sua sedia Aiutami!!!-
Il buzzurro alza gli occhi dal suo piatto, ghignandomi in faccia divertito.
-Io?- si indica il petto, abbandonando la schiena sulla sedia e lasciando, dondolante e rilassato, il braccio destro contro la spalliera.
-Perché dovrei? Hai detto che Sanji- abbozza un ghigno più accentuato, indicando il biondo che mi stritola -è un così caro ragazzo-
Ringhio al suo farmi il verso, e scalciando su un anca del cuoco sanguinante, allento un po la sua presa, liberando un braccio e colpendo con un pugno il suo già sanguinante naso.
-Mollami babbeo!!!- sbraito, atterrando a piè pari a terra.
Come stavo dicendo, Sanji sarebbe un caro ragazzo se non avesse questa orribile mania per le ragazze, ogni tipo di ragazze, senza discriminazione alcuna.
È una specie di Casanova chef con lepistassi perenne al naso.
Un abbondante e infornabile epistassi perenne al naso.
Lancio unocchiataccia a Sanji, ora a terra che canticchia un non so che sulla mia bellezza, premendo tra loro le nocche delle mie mani mentre mi avvicino a Zoro.
Quel doppio babbeo!!!
Non ci giro tanto attorno, e sferro anche a lui un pugno, sul cranio, facendogli sbattere la testa nel centro del piatto, che risuona come un Gong di guerra al contatto con il suo granitico cranio.
-Grazie per laiuto, tesoro- serro la mascella, spolverando le mani in un battere di palmi.
-Razza di mocciosa violenta- ringhia, fulminandomi in cagnesco mentre mi risiedo a tavola accanto a lui.
A queste scene, allarrivo di Sanji e ai suoi calorosi saluti, la mia famiglia è ben abituata, per questo non si scompongono granché per la mia reazione e per luso forse eccessivo della violenza.
Violenza che, anche usata su presunti miei fidanzati, non fanno inorridire nessuno dei miei parenti.
È il dogma Cocoyashi: la donna forte comanda, e tu obbedisci.
-Avresti dovuto aiutarmi- sbotto, prendendo in mano le posate Sei il mio ragazzo, ricordi?- sibilo sottovoce.
-Te la sei cavata comunque- azzanna un pezzo di bistecca Zoro, soffiando dal naso E poi io devo essere solo il tuo ragazzo, non la tua guardia del corpo-
-E i ragazzi non difendono le proprie donne?- sussurro irritata.
-Hai detto bene- ghigna Le proprie donne- mi guarda di striscio, per poi serrare la mascella e ghignare divertito, molto divertito.
-Le mocciose non sono comprese-
Un calcio gli mozza il fiato e gli rende scarlatta una caviglia, mentre bevo elegantemente dal mi bicchiere.
-Idiota- lo ammonisco, socchiudendo gli occhi.
-Bene Nami- interrompe la nostra sommessaì litigata, nonna.
Mi volto verso di lei al richiamo, sporgendomi sul tavolo per poterla osservare dopo Sanji e mio padre.
Sorrido felice al mio papà, inviandogli un bacio a fior di labbra, facendolo arrossire e traballare i suoi baffetti neri e perfetti.
Lo fisso, mentre mi scruta in viso, passando poi a studiare, con maggior attenzione e disappunto, Zoro, facendo oscillare nervosamente i baffi.
Sospiro, ben conscia che, oltre alla ramanzina di nonna sul non aver informato nessuno del mio presunto fidanzato, dovrò sopportare anche la sua. Meno dura magari, ma pur sempre pesante.
-Raccontami Nami- parla nonna, leccandosi il profilo delle labbra sporche di vino roso Come va il lavoro?-
Annuisco, sorridendo felice di conoscere perfettamente la risposta alla domanda.
Perché ogni domanda di nonna, anche la più semplice e innocua, nasconde in realtà un trabocchetto.
-Bene nonna- rispondo Ho concluso il servizio a Skypea proprio un giorno prima di partire per venire qui-
Nonna annuisce soddisfatta della risposta, mentre Gladius appunta tutto su un tatuino rosso.
-Skypea- mormora Sanji, socchiudendo un occhio nellassaporare un bicchiere di vino Ho sentito dire che le sue spiagge sono simili alla polvere di diamante, e che lacqua dei suoi oceani cristallina come zaffiri- apre del tutto locchio e lo punta su di me.
-Dimmi Nami- sussurra - hai preso il sole in bikini o in top less?!?-
Un pugno lo zittisce, da parte di mio padre però, che lo prende per il collo e lo scuote, minacciandolo di non so che tortura.
Visto?
Sanji non è un cattivo ragazzo, e solo impossessato dal fantasma di Rocco Siffredi.
-Ivankov mi ha detto che ben presto partirai per Dressrosa, per la fiera annuale dei fiori- continua a parlare nonna, nominando il mio capo, noncurante del fatto che mio padre sta minacciando ancora Sanji con un cucchiaino da thè.
-Si, parto a fine mese- mantengo fisso lo sguardo su di lei, concentrata a non lasciarmi ingannare Dovrò fare un reportage fotografico sulle bellezze della città e le maggiori attrazioni della fiera-
-Uhm, bene, bene- annuisce, sorridendo compiaciuta.
Arrossisco e mi emoziono per la sua espressione compiaciuta del volto, compiaciuta di me, di ciò che faccio.
Ed è qui che scatta la trappola, che scivolo nellinganno
Perché basta quel sorrisetto tirato e rugoso, per farmi vacillare e abbassare la guardia, permettendo a nonna di parlare, ma non più a me, bensì a
-E tu, Roronoa, di cosa ti occupi?-
Mi congelo, sussultando sulla sedia.
Oddio, no!!!
Noooooo!!!
Zoro non sa dei tranelli di nonna, Zoro non sa dire il minimo indispensabile per non fare una brutta figura, Zoro non sa è su un patibolo di carta di riso dannazione!!!
Zoro non sa un cavolo!!!
Provo a parlare per prima, evitando ogni pericolo, ma il buzzurro ha già aperto bocca e sta già rispondendo alla domanda.
-Sono uno sportivo- mormora, seccato.
-Uno sportivo?- ghigna nonna, facendomi raggelare Che genere di sport pratichi?-
-Kendo- scandisce la parola con orgoglio Presto sosterrò lincontro per entrare a far parte della formazione ufficiale del paese-
-Shh- cerco di zittirlo, strattonandolo per un braccio Non dire mai a nonna che-
-Oh ma è ancora tutto da vedere allora- prende al balzo lo scivolone del buzzurro nonna Non sai se supererai o meno la prova-
Il braccio di Zoro si irrigidisce sotto la mia presa, e la mascella si contrae irritata.
Parecchio irritata.
Nonna Tsuru sa usare perfettamente le aspettative di chiunque, riducendole a poltiglia organica e maleodorante comunemente chiamata merda, massacrando lautostima personale con uno schiocco di labbra o anche meno.
Risponderle a tono, può costare caro, non rispondere affatto anche peggio.
-Io entrerò a fra parte della nazionale di Kendo- afferma senza paura Zoro, con un tono di voce che non ammette nessuna replica o dubbio sulle sue capacità.
Lo fisso senza parole.
È la prima persona al mondo che fronteggia con tanto coraggio e sprezzo del terrore nonna. Nessuno, nessuno mai ha osato rispondere con questo tono.
Lo ammiro per la sua forza, per il suo coraggio a difendere il suo sogno.
Lo ammiro perché non teme nonna, né ciò che gli farà.
Io non avrei mai avuto questo coraggio. Non tanto nel difendere i miei sogni, quanto nel rispondere con un tono così feroce e imbestialito.
Nonna socchiude gli occhi, annuisce piano e poi sorride.
È una cosa che non ha mia fatto, e mi lascia spiazzata, costringendomi a fissarla mentre sussurra qualcosa a Gladius, che subito si affretta a scribacchiare sul suo tatuino rosso.
È incredibile.
Non che nonna sia rimasta senza parole dal tono del buzzurro, questo non potrebbe accadere nemmeno se le cadesse la lingua nel piatto, ma credo piuttosto che abbia scelto il silenzio, come a concedere a Zoro un po di fiducia.
Deglutisco piano, tornando a fissare il buzzurro, stringendo piano la presa sul suo braccio.
-Zoro- lo chiamo piano, e lui abbassa gli occhi su di me, magnetizzando nuovamente il mio sguardo al suo, vietandomi di distoglierlo.
Mi vedo riflessa nelle sue iridi nere e profonde, percepisco il suo respiro pesante a pochi centimetri dal mio viso, e la tensione dei suoi muscoli sotto la mia mano, ferma a sfiorarlo sullavambraccio.
Vorrei vorrei vorrei quasi
-Ehi, aspettate un attimo- una voce infrange latmosfera, facendomi sbattere ripetutamente le palpebre E tu chi diamine saresti?!?-
Mi volto a fissare Sanji, in piedi dietro di me, che sbraita contro il buzzurro, quasi si fosse accorto solo ora della sua presenza.
Ragionando, credo che se ne sia accorto veramente solo ora.
-Che diamine saresti tu?!? Un Marimo con le gambe?!? E perché diamine sei seduto accanto alla mia dolce Nami?!? Eh? Su parla, idiota algato!!!-
-Idiota algato?!?- ringhia Zoro, piegando una forchetta tra pollice e indice A chi hai dato dellidiota algato, razza di cretino con le sopracciglia a rotolo di carta igienica? Ma ti sei visto allo specchio?!?-
-Razza di babbo, come osi?- sfodera i denti squalini Sanji, alzando un piede sulla sedia Ti cucino con i tagliolini, chi ti credi di essere?!? Eh?-
-Sanji- tossicchio piano - lui è il mio ragazzo-
-Che cosa?!?!?- sbianca, e dalla rocciosa posizione offensiva, si raggomitola in posizione fatale sotto la sua sedia, piangendo e stringendo tra i denti un fazzolettino di carta.
Borbotta un qualcosa del tipo che un Marimo come lui non mi merita, e che anche lui un giorno troverà una ballerina dai riccioli di mora che lo chiamerà Sanji chan.
Una gocciolina di disperazione mi cola dalla tempia, e non riesco a deglutire a disagio, tra una portata e laltra, fissando il mio amico.
Povero Sanji.
Se solo sapesse la verità
-Comunque sia- tossicchia papà, catturando al mia attenzione, mentre i camerieri servono la nuova portata - come vi siete conosciuti tu e Zoccolo?-
-Zoro- sbotta il buzzurro, mentre sto ancora fissando Sanji deprimersi Ci siamo conosciuti un paio dore f.. MMMMFFHHH!!!!-
Gli tappo la bocca con una pagnotta, soffocandolo.
Bravo, bravo davvero idiota deficiente.
Di pure che ci conosciamo da meno di dieci ore, così capiranno tutti che non sei affatto il mio vero ragazzo.
-Sta zitto cretino- lo prendo per il bavero della maglia, portandolo a un soffio dal mio viso incarognito.
Lo mollo, tornando sorridente e cordiale, rivolgendomi a papà.
-Zoro diceva che sembrano solo un paio dore, che ci conosciamo, ma in verità usciamo assieme da almeno tre mesi vero tesoro?- ringhio, rivolgendomi al buzzurro.
Lui annuisce, massaggiandosi la gola mentre ancora è bluastro sul viso.
-Tre mesi- si liscia il mento, senza barba Genzo Tre mesi.. mm Drake!!!-
Mio cognato, dallaltra parte della tavolata, scatta in piedi, e allo schiocco di dita di mio padre, si butta a terra, iniziando una serie di flessioni.
-Tre mesi che escono insieme e tu non ne sapevi nulla? Imbranato!!!- strilla papà, mentre Nojiko scuote il capo disperatamente.
Ve lho detto no? Nella mia famiglia tutti sanno tutto prima di tutti.
E sapere che forse mio cognato, per la grazia di aver sposato mia sorella, deve obbedire a ogni sorta di rodine di mio padre, per fino informarsi della mia vita privata e intima, non mi stupisce più di tanto.
Proprio per niente.
-Suvvia papà- oscillo la mano verso di lui, per tranquillizzarlo - non è poi così tanto-
-Si invece- mi fissa scuro in volto, per poi far spuntare due lacrimoni enormi ai lati del viso Tre mesi- singhiozza Tre mesi che la mia bambina è in mano a uno Zoccolo-
-Zoro- sbotta ancora il buzzurro.
-Tre mesi!!!- ulula, ignorando il buzzurro -Io e tua madre in tre mesi ci siamo sposati e abbiamo concepito Nojiko-
-Si, ok certi dettagli risparmiameli ti prego- sudo freddo Anche perché non si ripeteranno con me-
-Davvero?!?-
Mi ritrovo mio padre contro di me, le sue mani sulle mie e i suoi occhioni scuri brillanti come stelle.
-Vuoi dirmi che sei ancora intoccata, piccola mia?-
Perfetto, eccomi davanti al dilemma di ogni figlia: mentire e dire al proprio padre che non si ha perso la verginità in quinta superiore, in gita a Sabaudy con il ragazzo di allora, o dire la verità e procurargli un infarto?
-P-papà-
-Signore, le assicuro che non ho ancora toccato sua figlia- parla serio Zoro, accarezzandomi una spalla.
Per la seconda volta in poco meno di due ore, Zoro mi coglie alla sprovvista nuovamente.
Mi sorprende il suo tono serio e pacato, quasi perfetto se non ci fosse quel leggero tik sulla ruga sotto il suo occhio sinistro, tipico segno di chi mente. Sorrido, rincuorata che è dalla mia parte nel coprirmi.
Non lo facevo così gentile e
-Insomma, con che coraggio si può andare a letto con una strega come lei?- sbotta ghignate.
 e coglione.
Una mia gomitata la piega in due, mentre torno a ringhiargli contro.
-Tre mesi o più sono comunque pochi, per invitare una persona alla riunione di famiglia- spara ad altezza Nami nonna, e non posso far altro che abbassare lo sguardo alle stoviglie, mentre papà lucida due coltelli, mirando alla giugulare di Zoro.
-Nemmeno Law o Kid hanno raggiunto questo traguardo- continua nonna, sorseggiando champagne e spiluccando un po duva Le tue ex invece, Roronoa?-
Guardo di sottecchi Zoro, studiando la sua reazione.
Con calma, si pulisce la bocca sul tovagliolo, alzando poi gli occhi su nonna, reggendo il suo sguardo indagatore.
-Tutte storie di poco conto- afferma serio, e non noto alcuna traccia di finzione o probabile bugia Nessuna è stata realmente una storia seria-
Abbozzo un sorriso, sollevata dalla sua sobria e soddisfacente risposta, ma prima di posare lo sguardo su nonna, un improvviso dubbio mi assale.
Tremo, e senza pensarci, getto a terra una forchetta, afferrando poi il buzzurro per un polso.
-Oh la forchetta- quasi strillo Tesoro aiutami a cercarla-
Mi immergo sotto il tavolo, trascinando giù a raso terra anche Zoro, afferrandolo poi per il colletto della maglia.
-Ma che diamine-
-Tu non hai una ragazza vero?- sibilo a denti stretti, fissandolo negli occhi.
-Che?- inarca un sopracciglio Ma che cavolo farnetichi?-
-Tu, attualmente- bacchetto un dito allin giù, per sottolineare il periodo temporale Non hai una ragazza che ti aspetta da qualche parte, vero?-
Deglutisco piano, piena di paura.
-Non sto facendo la parte dellamante, giusto?-
Zoro mi scruta, la fronte rilassata e le ciglia scure unite in un'unica linea. Alza una mano e la posa, con alquanta forza e pesantezza, sulla mia fronte, schiacciandomi la frangia.
-Tu non stai bene- decreta.
-Stupido- scuoto il capo, cercando di liberarmi di lui.
-Credi che tradirei mai la mia donna con te? Una mocciosa?-
Ringhio.
-Giuro che se non la pianti con questa storia della mocciosa, al tuo incontro ci va a calci in culo express- minaccio con pungo alzato.
-Ehm, Nami swan adorata?-
Mi volto, e fisso Sanji, ora ricostituito da lumaca piangente a essere umano, scrutarmi da sopra il tavolo, studiano la mia posizione accucciata e i volti, mio e di Zoro, vicinissimi.
-Tutto bene?-
-Certo- trillo, saltando sulla sedia e tornando a tavola ben composta Abbiamo ritrovato la forchetta- ridacchio, cercando di tranquillizzare il biondo.
Sanji annuisce e distoglie lo sguardo da me a Koala, elogiandolo per il suo bel vestito.
Tiro un sospiro di sollievo, beandomi del momentaneo attimo di respiro da parte di nonna e del suo tribunale dellInquisizione.
Siamo solo a metà cena e ho già il cardiopalma: riuscirò ad arrivare alla fine almeno semi viva?
-E poi- continua a borbottare Zoro al mio fianco, ghignando - per definirti amante, dovresti almeno sedurmi, e con cosa lo faresti tu? Con le tue tette di gomma?-
Ringhio ancora, ancora e ancora.
Se questi maledetti centoventi minuti non passano in fretta, al mio elenco de Le cose che si possono fare in due ore si aggiungerà una nuova voce:
8- Squartare vivo un buzzurro cretino dal cranio verde.
 
 








ANGOLO DELLAUTORE:
Piccole news di servizio:
Fino al prossimo primo di settembre non potrò aggiornare ne pubblicare niente di nuovo, causa lavoro intenso e omicida e internet tuttora assente.
So bene che ho un sacco di recensioni a cui rispondere, e chiedo venia a tutti coloro che attendono una mia benedetta risposta, ma mi sarà davvero difficile accedere a EFP in questi giorni. Spero, spero davvero, che a Settembre torni tutti alla norma.
Per quanto riguarda Spada & Mandarino il capitolo 33 sarà molto corposo, e oltre allassenza di connessione, mi prenderò questo periodo per scriverlo e rileggerlo al meglio, per  tutti voi che lo seguite, leggete, commentate.
Mi scuso per questi continui ritardi, ma davvero il lavoro mi lascia poco tempo e con pochissime energie. Vi prego di pazientare, per favore, ma se volete comunque dirmi la vostra, contattatemi pure via mail privata: farò di tutto per rispondervi.
Grazie infinite per lattenzione, a Settembre, con una succosa e rossa sorpresa <3
Zomi
   
 
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