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Autore: Mordekai    06/08/2014    3 recensioni
Una ragazza con un potente potere proibito, una Regina di ghiaccio che nutre odio nei confronti del Regno di Huvendal e del suo Re Searlas. Arilyn, la protagonista di questa avventura dovrà salvare i suoi amici e Darrien.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole stava sorgendo oltre le montagne ghiacciate, dipingendo il cielo di rosa e arancio, creando un panorama suggestivo. Vorshan era già sveglio, mentre Arilyn continuava a dormire come se fosse in letargo:
‘’Arilyn?’’
‘’…Si?’’
‘’Dobbiamo andare, alzati, lavati e vestiti.’’
‘’Altri cinque minuti per favore…’’-rispose strascicando le parole, non voleva alzarsi, il piacere di dormire era inevitabile. Come non darle torto dopo settimane di duro allenamento.
‘’C’è un ragno sulla tua spalla.’’-sussurrò lo stratega nel suo orecchio, facendola scattare in piedi per lo spavento, causando la caduta della ciotola dell’acqua e la colazione sul pavimento in legno:
‘’Questo trucco funziona sempre.’’- disse sorridendo, ma Arilyn aveva una smorfia di rabbia dipinta sul volto, non le era piaciuto lo scherzo, nonostante suo padre sapesse della fobia dei ragni.
Dopo aver ripulito il pavimento, mangiato del pane con formaggio duro e una mela, la ragazza si preparò per bene, indossando un pantalone nuovo, una cassa color crema con risvolti bianchi sulle spalle e gli stivali ancora sporchi di fango ed erba, mentre Vorshan indossò il suo vecchio cappotto nero e uscirono, arrivando nel bosco, dove i rami raggiungevano quasi il suolo e le radici massicce avevano spaccato anche le pietre più dure:
‘’Da questa parte Arilyn, c’è un branco di cervi diretto verso il fiume.’’
‘’E da cosa lo deduci?’’
Vorshan sbuffò contrariato dalla sua domanda: ‘’L’unica fonte non gelata di acqua è in quella direzione’’- puntando l’indice oltre un enorme tronco sradicato, con la base ricoperta di muschio – ‘’Se ti avvicini, riuscirai a vedere le orme che vanno in quella direzione…’’ Lo stratega si interruppe, un odore che proveniva nella direzione opposta aveva attirato la sua attenzione. Cercando di fare il minimo rumore, si avvicinò a quell’odore che persisteva e diventava sempre più intenso, un odore di limone misto a bacche selvatiche; spostando un cespuglio fitto di rovi, vide un giovane uomo intento a mescolare e a pestare in alcune ciotole bucce di limone, nell’altra muschio e aloe vera e altri intrugli:
‘’Nestor?’’
‘’Oh, sei tu Vorshan, per la corona del Re mi hai spaventato. Cosa ci fai qui?’’- chiese Nestor alzandosi in piedi.
Nestor Bazeder era il curatore della corte del Re di Huvendal, dal comportamento strano ed enigmatico, corporatura normale anche se l’enorme tunica cremisi lo rendeva robusto e forte, occhi verdi e capelli neri leggermente lunghi;  un cinturone in cuoio avvolgeva la zona lombare e le tasche strabordavano di foglie profumate, rametti di cannella e spezie varie, così tante da impregnare l’aria di odori gradevoli e pungenti.
‘’Sono a caccia di cervi con mia figlia. Arilyn, lui è Nestor, Nestor lei è Arilyn.’’- disse lo stratega con un movimento rapido del braccio, il curatore mise la mano destra sul cuore e fece un piccolo inchino:
‘’Incantato. Comunque Vorshan, sono in pausa e la sfrutto per preparare infusi medici e unguenti, dato che la mia abilità funziona di più se riceve un piccolo ‘’aiuto’’.’’- affermò il curatore facendo un piccolo occhiolino.
Una campana suonò in lontananza, echeggiando.
 ‘’Oh Santi numi, devo andare.’’- si affrettò a dire Nestor, recuperando le sue cose e dirigendosi verso il luogo da dove proveniva il suono: ‘’Oh, buona fortuna con i cervi.’’
Vorshan e sua figlia ripresero il cammino verso il fiume, evitando fosse profonde e cumuli di fango; giunti al fiume notarono qualcosa di strano, c’era un solo cervo, fermo, con la testa piegata sull’acqua cristallina, ma nessun movimento della lingua o altro:
‘’Resta qui Arilyn, c’è qualcosa che non va.’’- disse preoccupato lo stratega, brandendo l’arco e alzandolo leggermente verso il cervo.
D’un tratto, qualcosa di grosso e pesante colpì rapidamente Vorshan, facendolo cadere contro il cervo che si ridusse in tanti frammenti ghiaccio.
‘’Bregoldir?’’
‘’Vorshan, mio caro amico e compagno d’arme, sorpreso di rivedermi?’’
‘’Sono sorpreso si, ma dal fatto che non sia morto.’’- rispose lo stratega alzandosi e brandendo la spada che aveva dietro la schiena;  sferrò un fendente, ma la canaglia afferrò la lama con una mano e la spezzò con l’altra, per poi sferrare un calcio allo stomaco di Vorshan.  Arilyn osservava impotente la scena.
L’uomo che stava attaccando suo padre trasudava odio e rancore, le labbra screpolate contratte in un ghigno sadico, il viso coperto da una barba grigio fumo, piena di nodi e briciole di pane. Sotto gli occhi si notavano delle venature bluastre che si estendevano sulle braccia scoperte. I capelli erano unti e tirati all’indietro, legati in una coda corta. Indossava una tunica pesante, con finiture di pelliccia, un pantalone marrone e dalle sue mani avvampavano fiamme cerulee. 
Improvvisamente una folata di vento le scompigliò i capelli e dal cespuglio sgusciò un giovane ragazzo che spinse nel fiume Bregoldir, che congelò buona parte del fiume. Stordito da quel colpo e ferito al braccio esclamò:
‘’Non termina qui, caro Vorshan.’’- disse la canaglia di Bregoldir svanendo in una nube di ghiaccio.
Colui che aveva spinto il nemico nel fiume era Darrien Forven, un tipo di poche parole, corporatura atletica, capelli neri  di media lunghezza e occhi azzurri, una cicatrice sulla guancia destra e un volto che non lasciava trapelare nessuna emozione.
Vorshan si alzò, ripulendosi dai pezzi di carne congelata e dal fango, mentre Darrien si avvicinò ad Arilyn, porgendole la mano per farla alzare e uscire dal cespuglio di rovi:
‘’Grazie…’’- riuscì a dire imbarazzata ed allo stesso tempo affascinata dalla sua bellezza, ma non ricevette risposta.
Lo stratega e sua figlia si riposarono dopo un lungo cammino verso la città, vicino ad un cumolo di fieno, in una strada dove passavano gruppi di Guardie Merfolk, le truppe speciali di terra. Indossavano sempre tuniche color nero con risvolti argentei sulle maniche e sul torace lo stemma del Re e della città.
‘’Ecco a te Arilyn, formaggio di capra, latte e qualche mela.’’ 
‘’Ho una domanda da farti. Chi era l’uomo che ci ha attaccati?’’
Vorshan esitò per qualche secondo, ma poi con un respiro profondo disse: ‘’Bregoldir era un mio vecchio compagno d’armi, valoroso e intrepido. Solo che cercava di essere il più abile di tutti, finché non finì con uccidere un soldato semplice. La corruzione della Regina si impossessò di lui dopo l’omicidio ed oggi è quello che è. Altre domande?
‘’Ehm si. Chi era quel ragazzo?’’
‘’Si chiama Darrien, una delle guardie del re. E’ un tipo piuttosto silenzioso, ma sappi che è fedele al suo regno e vuole molto bene alle persone.’’- disse Vorshan staccando un pezzo di formaggio per poi addentarlo, notò che ad Arilyn scappò un mezzo sorriso.
‘’Oh, ora capisco.’’
‘’Cosa?’’- chiese la ragazza balbettando.
‘’Lo leggo dai tuoi occhi, sei affascinata da lui e provi anche qualcosa.’’ Arilyn si sentì divampare di calore le gote, imbarazzata per la frase detta dal padre, ma fu distolta dai suoi pensieri quando giunse, urlando e gemendo dal dolore, una delle guardie di frontiera ferito in diverse zone del corpo da speroni di ghiaccio:
‘’Gah…aiutatemi, siamo stati attaccati e…e…’’
La guardia che sanguinava copiosamente stramazzò al suolo, perdendo i sensi. Nestor intervenne prontamente, ma l’energia che emanavano gli speroni era troppo forte per lui:
‘’Oh, dannazione…non riesco a…’’Il curatore non riuscì a terminare la frase che venne sbalzato contro un carro in legno e ferro battuto, rompendo una ruota.
D’un tratto, dai vicoli bui e stretti della città, sgusciarono fuori decine e decine di Taurus, creature di ghiaccio e pietra, capaci di alzarsi su due zampe come gli umani e lacerare, ridurre a brandelli o spezzare le ossa delle persone e la loro schiena era piena di aghi che usavano come difesa.
‘’Al riparo. Guardie Merfolk, in posizione!’’- urlò Khamrin, generale delle Guardie, un omaccione nerboruto, barbuto e dall’aspetto trasandato, un volto pieno di cicatrici e un alito che puzzava di cipolle e birra, indossava un vecchio cappotto nero, sgualcito, consumato e pieno di strappi sulle maniche, ma stranamente quel cappotto era l’unica cosa che lo rendeva ancora un generale e non un ubriacone fetido. 
Le Guardie aprirono le loro mani e un’immensa onda di fiamme iniziò ad espandersi sulla strada, colpendo le bestiacce che non cessavano la loro avanzata, cercando di infrangere la barriera difensiva costruita in uno schiocco di dita: erano enormi scudi in metallo nero ricurvi verso l’alto, con lo stemma del regno al centro e diversi spuntoni affilati sui bordi, molto resistenti ma stranamente la violenza delle creature li stava distruggendo, rendendo anche la barriera instabile.
‘’Arilyn, presto mettiti al riparo.’’- disse Vorshan afferrando una sbarra di legno e colpendo la testa di un Taurus, rompendola in frammenti.
‘’No papà, non ti lascio in balia di queste creature.’’
‘’Fa come ti ho detto!’’
Una nuova folata di vento, intenso e freddo li colpì, ma Arilyn riconobbe quella folata, era Darrien che dall’alto del Palazzo Imperiale scese rapido sulle bestiacce e aprendo la mano sinistra si sprigionò un fascio di colore nero-verde che perforò le creature, bruciandole, ma si fermò subito visto che il braccio iniziò a presentare ustioni e ferite sanguinanti.
‘’Arilyn, attenta!’’- urlò Vorshan.
La giovane ragazza si ritrovò con le spalle al muro e una di quelle bestiacce che cercò di azzannarla e di abbassarle la difesa costruita dall’arco: ‘’Levati di dosso, maledetto, lasciami.’’- ripeteva Arilyn, cercando di spingere via la creatura, ma faceva resistenza, diventando sempre più forte.
Lo stratega venne ferito al volto e alla gamba, perdendo l’equilibrio e cadendo rovinosamente sulla schiena, trovandosi accerchiato da una dozzina di nemici e l’unica cosa visibile era sua figlia; le sorrise, prima di essere sommerso dai Taurus.
Il volto della giovane ragazza si contorse in una smorfia di rabbia mista a tristezza, il suo cuore sembrava esploderle nel petto, le mani strinsero il legno dell’arco fino a spezzarlo:
‘’No!’’
D’un tratto una luce abbagliante avvolse la ragazza.
I Taurus esplosero in mille pezzi che si sciolsero, lasciando pozzanghere d’acqua sotto i suoi piedi; Arilyn si avvicinò a suo padre, ferito gravemente al volto, al petto e con un taglio profondo sul fianco, per fortuna Nestor, ripresosi dall’urto, si avvicinò allo stratega e iniziò a curare la sua ferita:
‘’Arilyn, cosa hai fatto?’’
‘’Io non ho fatto assolutamente nulla!’’- rispose la ragazza con le guance umide, le lacrime scendevano da sole e cadevano tra la polvere e il ghiaccio. Improvvisamente n gemito di dolore, un respiro affannato fece capire che Vorshan era vivo:
‘’Fi-figlia mia…Per fortuna…sei viva.’’
‘’Riposati Vorshan, chiederò a Ryre di portarti in infermeria, io mi prenderò cura di tua…figlia.’’- disse Nestor deglutendo rumorosamente, come se fosse spaventato dalla ragazza; non appena giunse Ryre, capo curatore, Arilyn fu bloccata da due guardie Merflok che le puntarono le carabine contro il volto:
‘’Un solo passo falso e ti faccio saltare la testa.’’- urlò con rabbia uno di loro, con il fucile che gli tremava tra le mani, Arilyn si sentiva confusa ed impaurita, era successo qualcosa, qualcosa di straordinario ma allo stesso tempo terrificante.

La ragazza fu incatenata e condotta all’interno del palazzo, i cittadini la osservavano spaventati, solo Darrien la osservava perplesso mentre veniva curato.
Sei un mostro, non una ragazza, è così che tutti ti considerano. La voce della coscienza non si sbagliava, e le lacrime non cessavano a rigarle le guance, bagnandole anche la casacca infangata e sgualcita.
‘’Cammina.’’- disse con intimidazione Ryre, stringendole con forza il braccio, quasi a farle male e, giunti al cospetto del re, Arilyn disse con voce provocatrice: ‘’E’ così che tratti una donna?’’
Ryre, infastidito da quelle parole, la colpì in pieno volto con uno schiaffo, facendole perdere l’equilibrio e cadde rovinosamente sul freddo pavimento in marmo bianco.
‘’Ryre, non tollero certi comportamenti nel mio palazzo, sei un Capo Medico e come tale devi comportarti o sarò costretto a punirti. Questo è il primo e ultimo avvertimento che ti do…’’- disse con voce imponente il Re Searlas  scendendo dal suo trono rapido come una lepre marzolina e inginocchiandosi vicino la ragazza:
‘’Puoi andare ora, non mi servi.’’
‘’Ma Signore, io…’’ Queste parole furono interrotte dallo sguardo d’ira del Re, mai accaduto prima d’ora che Ryre si sentisse così terrorizzato: ‘’Ho detto che puoi andare. Grazie!’’- riprese Searlas cercando di vedere il gonfiore sulla guancia della ragazza, ma si rifiutava ad ogni tentativo.
Il Capo Medico se ne andò accigliato e amareggiato, osservando ancora la ragazza con disgusto.
Vi parlerò del Re Searlas, un uomo carismatico, dal passato oscuro e privo di gioie,  una infanzia difficile, un padre che mentiva spudoratamente e una madre assente, fredda come il ghiaccio. Per essere uno dei re più acclamati, era molto giovane, capelli castano corti, barbetta, occhi verdi, corporatura atletica, nascosta dalla lunga tunica blu notte che raggiungeva i polpacci.
Si udì uno schiocco di dita, le catene attorno i polsi e il collo di Arilyn si spezzarono, cadendo rumorosamente, emettendo un tintinnio che echeggiò nella sala.
‘’Arilyn, guardami.’’- disse il re con voce pacata e sorridendo, posando una mano sulla sua spalla.
La ragazza, con gli occhi rossi per il pianto, alzò lo sguardo e osservò il re, che sorrideva:
‘’Non sopporto vedere la mia gente trattata in questo modo, Ryre è un selvaggio. Nestor, prenditi cura di Arilyn e portala da suo padre.’’- riprese Searlas facendola alzare e togliendola la polvere dalla casacca.
Nestor arrivò subito e condusse la giovane ragazza da suo padre, tenendole la mano; arrivarono in una grande stanza dove c’erano letti con coperte di seta e le assi che li sostenevano erano ricoperte da incisioni in ottone, la stanza si diramava in volte a botte in marmo bianco con venature grigiastre sfumate. Ognuna di queste volte era sorretta da colonne lisce con decorazioni floreali che terminavano con il Sigillo reale.
Su uno di quei letti invitanti e morbidi, c’era Vorshan seduto, con bendaggi sulle braccia e sullo stomaco, aveva l’aspetto trasandato e stanco, ma Arilyn pianse di gioia nel vederlo ancora vivo.
‘’Piccola mia, per fortuna sei viva.’’- disse Vorshan alzandosi piano e reggendosi sulla spalliera del letto, mascherando con un sorriso il dolore delle ferite.
La giovane ragazza si tuffò tra le sue braccia, singhiozzando e stringendosi a lui, come se non lo vedesse da tempo, causando un piccolo gemito di dolore da parte del padre: ‘’Scusa papà…ho avuto paura di perderti.’’
‘’Ssh, sono qui.’’- disse lo stratega, cercando di calmare i suoi singhiozzi continui.
‘’Mi dispiace interrompere questo momento di intimità, ma il Re vuole vederti Vorshan.’’
Non se lo fece ripetere due volte, si vestì e piano piano raggiunse il salone, accompagnato da Nestor, che osservava impassibile il corridoio davanti a se, mentre Arilyn notava che c’era tensione nei suoi occhi.
‘’Vorshan, mio caro amico, grazie al cielo ti sei ripreso.’’- esclamò Searlas vedendoli arrivare, con un cenno fece ad Arilyn di allontanarsi e lei si allontanò di qualche metro, restando sempre nei paraggi.
‘’Vorshan, non mi avevi mai detto che tua figlia avesse un potere del genere, soprattutto se proibito.’’- esclamò il Re con sguardo preoccupato.
‘’Searlas, ti giuro che io non sapevo nulla di tutto questo. Lei sa di essere stata trovata da me quando era ancora in fasce, ma di questo strano potere di cui tu parli…’’
‘’Il problema è che se qualcuno al di fuori del nostro Regno scoprisse che abbiamo una ragazza capace di sterminare nemici, riducendoli in cenere, c’è il rischio che la usino come arma offensiva contro altre persone o popoli, se non sa controllarlo è un pericolo per tutti noi…Maledizione!’’
Il Re era amareggiato e preoccupato, le sorti del regno di Huvendal era appese ad un filo, il potere di cui disponeva Arilyn era molto potente, ma proibito e chiunque lo usasse andava incontro ad una morte terribile.
‘’Che l’Oscurità mi porti con se, c’è già una soluzione.’’
‘’Quale sarebbe?’’- domandò Vorshan grattandosi le ferite.
‘’Addestrarla.’’
‘’Addestrarla?’’
‘’Esatto mio caro Vorshan, addestrarla ad usare il suo potere e a renderlo più forte per sconfiggere la regina di ghiaccio. E forse so con chi.’’ Gli occhi del re 
‘’Non dirmelo, per favore. Vuoi farla addestrare da Sindar e Edan?!’’
‘’Esattamente.’’- rispose il re sorridendo e ridendo. ‘’Domani, all’alba.’’ – riprese, ricomponendosi.
Vorshan rimase in silenzio, era meglio obbedire al Re, non era gentile se riceveva un ‘’No’’ come risposta, si veniva marchiati come traditori del Regno e mandati in esilio in terre lontane.
Lo stratega e sua figlia ripresero a camminare lungo il corridoio che portava all’esterno del castello:
‘’Arilyn, domani all’alba dovrai dirigerti dal Re, vuole addestrarti.’’
‘’Addestrarmi? E per cosa?’’
‘’Vuole che tu abbia il controllo sul tuo…potere.’’
Arilyn era perplessa, forse lo shock del combattimento aveva confuso suo padre o era lei che non riusciva a comprendere, rimase così tanto a pensare che non si accorse di Darrien alle sue spalle e ci sbatté contro:

‘’Oh…scusami.’’- disse Arilyn abbassando la testa, imbarazzata e temendo una risposta seccata.

Darrien allungò il braccio verso di lei, tenendo il pugno stretto, fino a quando non lo aprì e mostrò un ciondolo con un lupo in un cerchio, lo stesso che indossava la ragazza.
‘’Questo dovrebbe essere tuo. Lo hai perso durante lo scontro.’’- disse Darrien con voce serena, i suoi occhi azzurri erano ipnotici, profondi e la sua voce era così serena da far letteralmente ‘’imbambolare’’ la ragazza.
‘’Stai bene?’’- domandò Darrien inclinando la testa da un lato.

‘’Oh, ehm…si, sto bene, un po’ intontita, tutto qui…’’- rispose con un sorriso nervoso.

Afferrò con cura il ciondolo e per un attimo la ragazza ebbe la sensazione che Darrien le avesse sfiorato la mano con le sue dita.

‘’Grazie.’’

Darrien non disse nulla, proseguì il suo cammino verso la sala del re, a passo svelto e a testa bassa, stringendosi le bende che aveva sulla mano sinistra.
‘’Sei innamorata follemente di lui.’’- disse Vorshan cercando di trattenere un ghigno che l’avrebbe infastidita, ma Arilyn non disse nulla, continuò ad osservare quel misterioso giovane dagli occhi penetranti e dal temperamento autoritario.

Tornarono a casa, invitante come non mai, accesero il camino e il calore si propagò nella piccola dimora in poco tempo, la felicità che aveva la ragazza svanì di colpo, suo padre aveva rischiato la vita per proteggerla:

‘’Scusami…’’

‘’Di cosa Arilyn?’’

‘’Per averti lasciato solo nello scontro. Quando ti ho visto essere assalito da quelle creature, qualcosa è esploso con tutta la sua energia, ma non riesco a ricordare cosa e ho paura che tu mi consideri un mostro.’’

Vorshan le posò una coperta sulle spalle, le diede un bacio sulla fronte e le disse: ‘’Tu sei mia figlia, la mia intrepida guerriera Thandulircath.’’
‘’Non esagerare.’’- rispose Arilyn ridendo e stringendosi nella coperta di lana. ‘’Sai chi erano i miei veri genitori?’’- riprese con una domanda particolare.
‘’No, so solo che ti ho trovato sotto un cumolo di ossa di contadini e ho riconosciuto la razza a cui appartieni dal tuo ciondolo. Credo sia l’unico ricordo che tu possa avere della tua madre.’’

‘’Chissà se è ancora viva…’’- disse mormorando e addormentandosi di colpo sul suo cuscino.
La voce della giovane ragazza era colma di tristezza e malinconia, non aveva mai conosciuto i suoi veri genitori, solo quel piccolo ciondolo in bronzo con il lupo poteva portarle un po’ di conforto.
   
 
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