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Autore: Alektos    11/09/2008    3 recensioni
Non sempre puoi conquistare quel lieto fine a lungo sognato, nemmeno dopo la guerra, nemmeno dopo aver combattuto e lottato anche con i denti. A volte non rimangono che cocci da raccogliere e un cuore gonfio d'amarezza. Ma la vita continua e, a volte, quella parte di te che si è spezzata si può sistemare in maniera insperata.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, George Weasley, Molly Weasley, Nimphadora Tonks
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2: Le situazioni degli altri



Maledetto Perce!

Era questa, adesso, la frase che probabilmente passava in simultanea nella testa di Bill e in quella di George.

Era una tranquilla e calda domenica pomeriggio: Charlie era uscito per farsi una delle ultime passeggiate nei pressi della Tana, di lì a poco sarebbe ritornato in Romania; Bill si era assopito sul divano e George, che aveva pranzato nella casa dei genitori, gli faceva compagnia seduto in una posizione molto comoda ma poco elegante sulla poltrona. Molly stava sgranando i fagioli in cucina mentre Arthur fingeva di leggere un libro coricato su una sdraio in giardino.
I due fratelli più piccoli non erano in casa, mentre il piccolo Percy continuava a girare nervosamente da una stanza all’altra, disturbando la sonnolenta armonia.

George cominciò a dare segni di nervosismo iniziando a rigirarsi sulla poltrona e poco dopo Bill fece lo stesso, cambiando fianco ogni due minuti, sbuffando.
Rassegnati all’idea di oziare per tutta la giornata si alzarono, fermando poi Percy chiedendogli se fosse successo qualcosa: così nervoso non lo avevano mai visto! Per tutta risposta lui divenne tutto rosso e poi, prendendo coscienza che quella cosa era troppo grande per lui, decise di confidarsi con i fratelli, non prima però di averli trascinati nella sua camera.

A quella confessione, Percy voleva fosse presente anche l’altro fratello ma visto che questi tardava a tornare, rinunciò ai suoi propositi.

Maledetto Perce!

Dopo che il fratello si fu confidato i due gli diedero sonore pacche sulla spalla, congratulandosi con lui. Erano contenti per lui, ma come al solito il piccolo Perce aveva un tempismo pessimo. L’idea di essere tormentati a lungo su quanto fosse perfetto Percy, terrorizzava Bill e George che videro sfumato il sogno di essere lasciati in pace da mamma Molly per la loro vita sentimentale.
Beh…” Concluse Percy, incerto, “Credo che andrò a prendere Audrey.” Era visibilmente agitato. L’idea di dire ai suoi genitori che voleva sposarsi lo metteva alquanto in imbarazzo. Senza contare la preoccupazione per la reazione di Molly. “Vai tranquillo, Audrey le piace, sarà sicuramente d’accordo con la vostra decisione!” Gli avevano ripetuto i due fratelli, pur sapendo che erano mere parole di circostanza volte solo a farlo sentire più tranquillo e sereno. Nessuno, ora come ora, poteva prevedere quale sarebbe stata la reazione di Molly.

Nell’uscire dalla stanza i tre si imbatterono in Charlie, di ritorno dalla sua passeggiata.
Percy li superò, salutandoli e scendendo poi le scale con passo svelto. George e Bill trascinarono Charlie nella sua stanza, che era poi quella che condivideva con il fratello maggiore da quando erano piccoli. Su una parete c’era appeso un vecchio poster del Quidditch, mentre sull’armadio faceva bella mostra di sé un adesivo a forma di drago che, di tanto in tanto, emetteva una nuvola di vapore.

 I due fratelli fecero sedere Charlie sul letto, senza troppi complimenti e dopo che George, dalla finestra, vide Percy Smaterializzarsi, andò al fianco di Bill facendo  un cenno di assenso e quest’ultimo iniziò a parlare.

Charlie… Percy, stasera, dirà a mamma e a papà che lui e Audrey si sono fidanzati!”

“Voleva dirtelo di persona come ha fatto con noi, ma tu eri fuori.”

Il ragazzo li fissò perplesso per alcuni istanti, spostando lo sguardo da un fratello all’altro, aspettandosi da un momento all’altro che comparisse uno striscione con su scritto che era tutto uno scherzo, ma viste le espressione di George e Bill si convinse, quasi, che non lo stavano prendendo in giro.

“Davvero?”

George annuì, serio. Fu questione di un nanosecondo e Charlie si trovò steso sul letto, con le lacrime agli occhi per il troppo ridere. I due fratelli lo fissarono, poi si guardarono nemmeno troppo sorpresi della reazione: da lui potevano aspettarsi anche di peggio.

Quella stessa sera, come promesso da Percy, Audrey andò a cena a casa Weasley. Era una ragazza piuttosto minuta, con la pelle molto chiara e una massa di capelli crespi neri, che le ricadeva sulle spalle; di carattere chiuso, parlava raramente, anche se con i coniugi Weasley si era ormai ambientata e quindi era più sciolta. A farle soggezione erano gli altri fratelli, specialmente quelli più grandi con cui non aveva mai avuto niente a che fare, se non in rarissime occasioni. Con Ginny, invece si era instaurato da subito un bellissimo rapporto, tanto che le due uscivano spesso insieme, in compagnia di Hermione. Proveniva da una famiglia Babbana di idee un po’ all’antica che faceva fatica a concepire e ad integrarsi con il mondo Magico.

Una volta che ebbero finito di cenare, i ragazzi sparecchiarono, lasciando in tavola solamente i bicchieri. Il colorito di Percy aveva iniziato a virare dal bianco al verde; Bill se ne accorse e facendo cenno al fratello di non muoversi, fece arrivare lui in tavola la bottiglia di Champagne.

“Champagne Elfico Crystal!” Esclamò Arthur prendendo la bottiglia. “Cosa dobbiamo festeggiare?” Chiese rivolto a Bill che fece spallucce.

Be… e… ec… ecco…Percy iniziò a balbettare, ma da sotto al tavolo, George gli tirò un calcio dritto nello stinco che lo fece urlare; Charlie mimò la parola “Alzati!” E lui obbedì, seguito da Audrey.
Tutto questo si chiama amore fraterno.

Noiabbiamodecisodisposarci!”

“Scusa, caro, non ho capito.” Disse Molly, “Sai, con la vecchiaia divento un po’ sorda.”

Percy riprese fiato, poi guardò Audrey e poi di nuovo i suoi genitori: “Abbiamo deciso di sposarci!”

Gli occhi di Arthur si illuminarono di gioia, “Oh, Percy, ma che…

“Non sarai mica incinta?” Chiese in tono asciutto e sbrigativo Molly, rivolgendosi alla futura nuora.

“No!” Esclamò quasi scandalizzata la ragazza.

"Certe cose non si fanno prima del matrimonio" mormorò tra e , abbassando lo sguardo, Percy.

Charlie fu l'unico a leggere il labiale e, ripensando alla sua fama e ai suoi anni di vita vissuta, si chiese da dove spuntasse quel fratello così strano. Se non fosse stato sicuro dell'assoluta fedeltà di sua madre, avrebbe ipotizzato fosse figlio del pulitore di camini.

 

“Ma è meraviglioso!” Molly urlò, tutta soddisfatta per la notizia e corse poi ad abbracciare suo figlio e Audrey e così fecero gli altri.

 

Charlie si passò una mano sul volto, per nascondere un sorriso divertito, ancora ripensava a quella frase; più cercava di non ricordarsi il volto di Percy in quel momento, più questo gli compariva davanti. Dopo il brindisi con una scusa banale uscì dalla stanza per cercare di riprendersi.
Parecchi minuti dopo rientrò, giusto in tempo per salutare i due neo fidanzati che andavano a dare la bella notizia anche ai genitori di lei, che però, viste le loro origini, avrebbero fatto molta più fatica ad accettare la cosa.

Molly era in estasi, girava per la cucina tutta felice, trovandosi poi a discutere con Ginny ed Hermione della cerimonia, dei fiori, del buffet… anche se il matrimonio sarebbe stato celebrato da lì ad una decina di mesi, presumibilmente a Marzo dell’anno nuovo. Per un attimo sembrava tornata la vecchia Molly, ma nessuno si aspettava che durasse. Arthur, passata l’iniziale felicità, invece, si era appartato in un angolo a discutere con Harry e Ron di Quidditch: loro, di merletti, pizzi e bomboniere non volevano saperne.

I restanti tre, Charlie, Bill e George andarono ad accasciarsi su delle sdraio in giardino, dopo averle asciugati dal momento che aveva smesso di piovere solo da pochi minuti. Si coricarono tutti e tre, godendosi il fresco della sera; un forte odore di terra bagnata si sprigionava dal terreno circostante e ora il cielo era tornato limpido, tanto che si potevano vedere le stelle.

Charlie, come al solito, fu il primo a rompere il silenzio: “Ah, che pace!”

Bill rise, “E tu, come sempre, interrompi questi momenti!”

Passarono altri minuti di silenzio, poi fu il turno di George: “E così, il perfetto Percy si sposa…” Sospirò. “Stiamo invecchiando, vero? Inesorabilmente.”

A Charlie scappò un sorriso divertito, benché George, secondo lui, stesse parlando seriamente: “No, non siamo noi ad invecchiare, è Percy ad essere precoce,” rispose.

“C’è qualcosa che non va?” Negli ultimi due anni si era instaurato un nuovo tipo di rapporto tra i tre ragazzi. Con la morte di Fred, George si era avvicinato molto a Bill e Charlie, in special modo al primo in quanto più presente nella sua vita.
Bill era contento di questa cosa: sapere che suo fratello non si era chiuso a riccio dopo la morte del gemello, due anni prima, lo aveva sollevato. In fondo lui era quello grande, quello responsabile, a detta degli altri. E quando George aveva tentato per la prima volta di aprirsi, lo aveva accolto a braccia aperte.

“George…” Lo incalzò Bill.

“Domani sera esco con Angelina.” Lo disse tranquillamente, quasi senza darci peso, ma la cosa lo turbava molto. Lei, ai tempi della scuola, anche se per un brevissimo arco di tempo, era stata la ragazza di Fred. Ora lui aveva paura di essere scambiato per il gemello e, al contempo, di tradirlo. Eppure, Angelina gli piaceva.

I due fratelli maggiori soppesarono le parole. Non era un momento facile, quello.

“Lei ti piace?” Chiese Charlie, sedendosi e fissando il fratello che annuì. Poi sorrise, “Ma hai paura che ti scambi per Fred…” Concluse, e George annuì nuovamente.

“Non può farlo,” intervenne Bill. “George, voi due, benché identici, eravate molto differenti. E una ragazza intelligente come Angelina, non può confondervi.” Charlie diede il suo assenso alle parole del fratello.

“Eravamo… diversi?”

“Sì, e se una persona vi conosce, beh vi avesse conosciuto, veramente, non avrebbe avuto problemi a  distinguervi. Quindi credo che Angelina non abbia dubbi sul fatto che tu sia George.”

Il silenzio calò nuovamente tra i tre, fino a quando il più piccolo non si alzò per ritornare nel suo appartamento. Entrò in casa per salutare gli altri, poi uscì nuovamente in giardino e dopo aver ringraziato i due fratelli più grandi si Smaterializzò con l’animo molto più sollevato.

“E tu, cosa mi dici?” Chiese Bill rivolto a Charlie, “Stai ancora con quella tirocinante svedese?”

A Bill veniva molto più naturale confidarsi con Charlie.

“Con chi?”

“Con la tirocinante svedese!”

“Ah, no, storia vecchia. Ora sto con… aspetta…” Charlie si portò una mano alla fronte, “Charlotte!”

Bill rise, “Non cambierai mai. Ah, ma prima o poi la troverai la persona che ti farà capitolare, bello mio!”

“Cos’è, porti sfiga?” Entrambi scoppiarono a ridere.

“E tu, come stai?”, Chiese Charlie improvvisamente, spiazzando Bill.

“Bene…”

“Sicuro?”

“Sì, e se non fosse per la mamma, per le sue continue insinuazioni, forse andrebbe meglio.” Sospirò.
Le loro conversazioni non erano mai state molto profonde o ricche di dettagli, bastavano due parole per capirsi e in caso, sapevano anche stare in silenzio.

Rimasero ad ascoltare il vento che soffiava tra i rami fino a quando i loro genitori non li richiamarono in casa, perché “Fuori fa freddo!” Proprio come quando erano bambini. Sembrava quasi non fosse cambiato nulla da allora… ma era solo apparenza.

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Un grazie particolare a nina92 per aver lasciato un commento; grazie anche a quelli che hanno messo la storia tra i preferiti e a quelli che leggono nell’ombra.

 

  
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