Mors guardava sua
madre e i suoi fratelli andarsene senza di lei. Appena vide che furono lontani
si portò la mano alla guancia schiaffeggiata e se la massaggiò iniziando a
piangere. Piangere a dirotto, perché i suoi fratelli gli avevano impedito di
partecipare alla prima festa della sua vita a cui era stata invitata. Non
avrebbe più avuto occasioni.
Si alzò e corse a
palazzo. Corse davanti alla sala da pranzo dove Tremia stava cambiando dei
fiori e si chiuse nelle sue stanze. Si buttò sul letto e iniziò a piangere a
dirotto.
Dopo pochi minuti
bussarono alla porta, era Tremia che, vedendola correre piangendo, voleva
vedere cosa le era successo. Si avvicinò al letto e si sedette vicino alla
ragazza.
- cosa ti è
successo cara? – chiese dolcemente carezzandole la testa. Mors non si girò.
Così la donna continuò a parlare. – perché non sei con tuoi genitori alla
festa? E cosa ti è capitato all’abito? – cercò di chiedere il pi dolcemente
possibile. Mors cercò di rispondere tra i singhiozzii. Tremia stette ad ascoltare
la ragazza. Era molto dispiaciuta. Quando si fu un po’ calmata, la fece
cambiare e la mise a letto.
- dormi
tranquilla. Vedrai che i tuoi genitori ti perdoneranno. –
- si… grazie
Tremia, mi sei sempre di grande sostegno. – disse la ragazza chiudendo gli
occhi. In poco si addormentò e la donna uscì.
Quando i genitori
e i fratelli tornarono, Mors dormiva da tempo ormai. Ma fu svegliata dalla
porta della sua stanza che sbatteva violentemente. Nella stanza erano entrati
Kalania e Nicrom. Mors si alzò e si mise la vestaglia.
- oh… bentornati.
– disse chinando la testa in segno di riverenza.
Nicrom le si
avvicinò e la prese per i capelli, dando scatti violenti.
- la tua mancanza
ci ha messo in ridicolo, stupido essere inutile. – la scaraventò contro il muro
e la guardò irato mentre lei iniziava a piangere.
- ma… non ho
deciso io di non venire. Madre, me lo avete proibito voi. – cercò di
giustificarsi Mors, ma quello che disse fece arrabbiare ancora di più suo padre
che gli tirò un potente schiaffo, che le fece uscire del sangue dalla bocca.
- non cercare di
dare la colpa a tua madre stupida mocciosa. Lo ha fatto perché TU avevi reso
inutilizzabile l’abito che ti aveva gentilmente dato. – disse urlando. Kalania
non si mosse e continuò a guardare la figlia con aria di sufficienza.
Mors non ce la
fece più, sapeva che ne avrebbe subito le conseguenze, ma voleva tentare lo
stesso. Ribatté. – se era così importante che io venissi, bastava darmi un
altro abito. – disse alzandosi da terra. Ma non rimase in piedi per molto. Suo
padre la sollevò per il colletto della sua camicia da notte e iniziò a tirargli
schiaffi. Schiaffi uno dopo l’altro. – come hai osato ribattere. come hai
potuto mettere in dubbio le nostre decisioni?! Chi credi di essere?! Sei
soltanto una mocciosa incapace e inutile in tutti i campi. Sei la disgrazia di
una nobile casata. Sarebbe stato meglio se tu fossi morta alla nascita. - disse lasciandola cadere a terra dolorante –
allora perché non mi avete uccisa?! Sarebbe stato meglio anche per me! Vivere
così è peggio che essere morti all’inferno! – disse tutto d’un fiato.
- e così non ti
piace il modo in cui vivi. Sei una presuntuosa. Come pensi che dovrebbe vivere
la disgrazia?! – intervenne Kalania con aria arrabbiata.
- non sono io la
disgrazia della famiglia, siete voi che mi avete concepita, è colpa vostra. –
disse cercando si scappare dalla stanza. Ma fu fermata dalla madre che gli
prese il braccio.
- e così è colpa
nostra ora?! Dovresti esserci grata, noi ti abbiamo allevata! –
- voi non vi ricordate
nemmeno quanti anni ho. Non sapete nulla di me! In cosa vi dovrei esservi
grata?! Devo esservi grata per il modo in cui mi avete trattata?! Devo esservi
grata per tutti gli onori che mi riservate?! O forse per tutti i regali di
questi quindici anni?! – disse arrabbiata Mors staccandosi dalla presa della
madre. Le due si guardarono negli occhi. Poi kalania parlò. – se quello che
vuoi è che la tua vita cambi, bene. da domani cambierà. Non potrai più uscire
da queste stanze. Rimarrai qui e non andrai da nessuna parte. Non avrai visite.
Una serva ti porterà i pasti e i vestiti puliti. Poi basta. Chiaramente la
serva non sarà Tremia. Tu, da domani vedrai come sei stata fortunata in questi
anni. – detto questo uscì insieme a Nicrom e chiuse la porta a chiave. Mors
cadde a sedere a terra e pianse disperata. Pianse tutta la notte. La mattina
cercò di aprire la porta, ma non ci riuscì nonostante gli sforzi.
Restò tutto il
giorno in camera. Una serva gli portò i pasti e degli abiti puliti. Poi non
vide nessun altro.
Passò così una
settimana, un mese, due mesi, sei mesi.
Un giorno vide,
dalla finestra, che i suoi genitori e i suoi fratelli stavano uscendo. Così
decise di tentare di fuggire lontano. Preparò una borsa e si mise abiti
normali, una gonna lunga nera con un corpetto dello stesso colore e un paio di
stivali uguali. Prese varie lenzuola e le legò insieme. Prese la borsa, se la
mise a zaino e si calò dalla finestra. A terra si mise un mantello nero e si
avviò verso le stalle.
Arrivata trovò il
suo cavallo, Belle, una cavalla nera con una macchia bianca sull’occhio destro.
Salì in groppa al cavallo e uscì dalla reggia. Cavalcò per molto tempo. Quando
al tramonto si sentì stanca, decise di fermarsi a dormire ad una locanda. Aveva
con se molti soldi, raccolti in quindici anni.
Entrò nella
locanda e andò verso il bancone. Nella locanda c’erano poche persone. Era
piccola, ma accogliente. Mors per la prima volta si sentì libera.
- in cosa vi posso
aiutare giovane signorina? – chiese gentilmente la donna dietro al bancone.
- ecco, io vorrei
una stanza per la notte. – rispose gentilmente Mors
- certo cara.
Seguitemi. – la donna iniziò a salire delle scale dietro al bancone. Quando
furono salite percorsero un corridoio illuminato da piccole candele.
La stanza di mors
era molto carina. Aveva un letto a baldacchino un comodino con specchio e in un
angolo una piccola stanzina con un bagno. La camera parve a Mors molto
accogliente così ringraziò la signora e la congedò. Il primo pensiero che passò
per la mente a Mors fu solo uno.
“ Finalmente, sono libera”.
ED ECCOMI TORNATA!!! SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO!!! A PRESTO!!! ^Ciao^