You're my end and my beginning
« Cause all of me
Loves
all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me
I'll
give my all to you. »
Terzo
capitolo:
La domenica era
quasi un giorno sacro per loro, si svegliavano tardi - quasi sempre
verso
mezzogiorno - e andavano a mangiare dalla signora Hall, che li invitava
puntualmente il sabato sera precedente.
Amber Hall era
una donna anziana sulla sessantina, aveva avuto solo un figlio -
misteriosamente scomparso all'età di vent'anni - ed
era sempre
disponibile a curare Aileen mentre
Liam era troppo impegnato con il lavoro. Diceva che le ricordava la
nipotina
che non aveva mai avuto, nonostante nei suoi primi anni di vita le
avesse reso
la vita particolarmente difficile, e, da quando si erano trasferiti
anni e anni
prima in quel quartiere, aveva preso Liam sotto la sua ala.
Era stato
difficile, nei primi tempi, star dietro ad una bambina piccola, alle
sue
esigenze, alla ricerca del lavoro e al pagare le bollette; quindi
l'aiuto di
quella donna era giunto inaspettato ma ben voluto. Probabilmente, anzi
sicuramente, lui da solo non ce l'avrebbe mai fatta ad uscire da quel
brutto
periodo.
Diversamente
dalle altre domeniche mattine, quando Liam si era svegliato, si era
specchiato
negli occhi marrone scuro della bambina; gli angoli della bocca si
erano subito
piegati all'insù, aveva strofinato
il pollice contro la sua guancia e, quando stava
per riaddormentarsi, l'aveva sentita dire: - Voglio la colazione, Lili.-
- Colazione?-
chiese, un'espressione stranita in viso quando,
controllando l'orologio al polso, si accorse dell'orario. - Son le nove
della
mattina, amore.- la informò tra gli sbadigli,
sentendo le sue dita piccole
scuotergli il braccio e ripetere la parola "frittelle, Lili".
Sollevò il braccio, a cui
era aggrappata la piccola, e si coprì l'ennesimo
sbadiglio con la mano, mettendosi seduto e puntando gli occhi in quelli
enormi
della bambina.
Sospirò, sicuro di aver
perso quella battaglia, e passò le dita
tra i suoi capelli scuri, alzandosi e porgendole la mano, che strinse
immediatamente per poter saltare giù dal letto.
- E vada per le
frittelle.- mugugnò, camminando alla
cieca lungo il corridoio e
fermandosi di fronte al frigorifero aperto. - Abbiamo finito le uova,
Lyn.- la
informò immediatamente,
chiudendo l'anta e incamminandosi verso la camera da
letto. - Sarà per un'altra
volt-..-
Si bloccò sui propri passi,
sentendola gridare tutta felice ed entusiasta: -
Usciamo!-
- Ma è domenica!- ribatté, cercando di farla
ragionare, mentre si
concentrava per non addormentarsi contro il muro. - Domani, te lo
prometto.-
mormorò, passando il palmo
su tutto il viso, per poi abbassarlo sulla bambina
che stava aggrappata alla propria maglia e saltellava, ripetendo quanto
fosse
importante che uscissero per quelle frittelle.
Inizialmente cercò di opporre
resistenza, ricordandole che aveva
avuto una settimana davvero stancante, ma quando continuò a fissarlo
coi suoi occhioni lucidi, si arrese e mosse la mano in un cenno,
borbottando: -
Andiamo a vestirci.-
Non l'aveva mai
vista prepararsi e lavarsi così velocemente, quando
la portava a scuola ci
metteva quasi un'ora intera e invece ora, alle nove e venti, erano già fuori dal
loro piccolo appartamento, diretti ad una qualsiasi caffetteria aperta.
Ne avevano superati
già due, ma Aileen non
sembrava intenzionata a
fermarsi, e Liam ormai si lasciava trascinare dalla bambina per
inerzia. Quella
notte aveva fatto ancora gli stessi incubi e non era stato nelle sue
intenzioni
trascorrere quel tempo fuori dal letto; si sentiva male all'idea di
tutte
quelle ore sprecate.
Sospirò di sollievo quando
la bambina si fermò indicandogli
l'insegna con un sorriso enorme,
che metteva in mostra le fossette - quello era forse l'unico motivo che
lo
spingeva a fare le cose più pazze -, e prese
posto sul divanetto di quel
piccolo diner. Il "the Brooklyn diner", come diceva l'insegna
luminosa.
- Ho come
l'impressione che Harry ti abbia parlato di questo posto.-
borbottò tra sé e sé, vedendola annuire
e sistemarsi di fronte a lui, le gambe che
sicuramente non toccavano terra e agitava sotto il tavolo.
- È simpatico, Haz!- la
sentì esclamare, la sua
vocina da bambina sempre
allegra che riusciva a farlo stare bene. - E mi piace tanto, Lili.-
Scosse la testa,
ridacchiando divertito al suo essere così piccola ed
infantile, e inarcò un sopracciglio al
suo: - Da grandi ci sposeremo.-
- E lascerai Lili
tutto solo?- le domandò, piegando le labbra
in un broncio e vedendola
muovere velocemente la testa, negando e rispondendo con: - Io, te e
Haz. Non ci
lasceremo mai.-
Percepì la propria
bocca curvarsi in un sorriso triste, sospirando e appoggiandosi contro
lo
schienale. Aveva sempre paura che quell'equilibrio, che avevano trovato
dopo
parecchi sacrifici, potesse spaccarsi da un momento all'altro.
Fu attirato da uno
schiarirsi la voce al loro fianco e, quando si voltò appena con
il busto, vide una ragazza minuta, dei capelli blu che non potevano
passare inosservati
e il block-notes tra le dita.
- Benvenuti a casa!-
la sentì esclamare, con fin
troppo entusiasmo, la frase
simbolo di quel posto per poi rivolgersi ad Aileen e chiederle con
dolcezza se
avesse già deciso cosa
prendere.
- Frittelle!- la sentì rispondere senza
nemmeno un dubbio. - Con
tanto, tanto, tanto, tanto.. caramello!-
Arricciò il naso e le labbra
in una smorfia, intervenendo con: - Non così tanto, per
favore.- e venendo subito ripreso dalla bambina che incrociò le braccia
al petto con un'espressione stizzita.
- E a lei cosa
porto?-
Arrossì appena
sulle guance, vedendo di sfuggita il nome "Jade" sulla targhetta, e
mormorò: - Non darmi del
lei, mi fai sentire troppo vecchio.-
La sentì ridere e fu subito
contagiato dalla sua allegria, cercando di non
pensare troppo al rossore evidente fino alle orecchie al suo: - E a te
cosa
porto, bel giovanotto?-
- Un caffè, tanto caffè.- rispose,
ridacchiando nel sentirla dire: -
Puntate sulla quantità, eh? Posso portarti
qualcosa da mangiare?-
Scosse la testa,
indicando con un cenno la bambina, e bisbigliò,
sporgendosi verso la ragazza, per non farsi sentire: - Non le finirà mai.-
La vide nuovamente
ridere, annottando altro sul suo blocco, e si morse
il labbro inferiore, osservandola di sfuggita mentre si allontanava.
- Lili?-
- Mh?-
- Io le voglio
tutte le frittelle.-
Scoppiò a ridere,
non riuscendo a trattenersi, ed osservò la ragazza che
portava le loro ordinazioni,
dicendo: - Frittelle per la bambina più bella del mondo.-, per poi arrossire
come un peperone nel sentirla
aggiungere: - Con un papà fin troppo sexy.-
Dopo aver
aiutato Aileen a finire le frittelle, perché erano decisamente
troppe per lei, era stato raggiunto
nuovamente da Jade, che
gli aveva passato il piattino con sopra lo scontrino e aveva aspettato
i soldi
con un sorriso sempre allegro sulle labbra.
Li aveva
salutati con uno: - Spero di vedervi presto!- e le guance le si erano
arrossate
appena, in particolar modo quando Liam aveva incrociato i suoi occhi
scuri e le
aveva rivolto un sorriso cordiale.
Erano tornati
verso il loro appartamento, facendo un giro più
largo per poter arrivare per mezzogiorno, e si erano fermati al piano
terra,
suonando alla signora Hall e venendo accolti dal solito profumino.
Quando avevano
finito quel pranzo - sempre troppo abbondante - Aileen era andata a
sedersi, a
gambe incrociate sul divano e il gatto persiano della loro vicina tra
le
braccia che si lasciava coccolare, miagolando felice; Liam invece stava
aiutando a sistemare la tavola, radunando i pochi piatti e poggiandoli
sul
lavello, mentre ascoltava i discorsi dell'anziana su quanto fosse uno
spreco di
energie una lavastoviglie.
- Potrei
comunque regalargliela per il suo compleanno.- cercò di insistere
Liam, nonostante conoscesse fin troppo bene il carattere di quella
donna. -
Dopo tutto quello che fa per me e Lyn.-
La osservò in silenzio mentre
scuoteva la testa, sempre così testarda,
e iniziò a riempire il
lavandino di piatti, rimboccandosi le maniche della
camicia.
- Allora deve
lasciarmi sistemare qui.- borbottò, riuscendo
a trovare un qualche compromesso, e ridacchiò appena quando la
sentì sbuffare e
replicare: - Vuole fare sempre tutto lui, vero Aileen?-; a cui la
bambina
rispose con un veloce cenno d'assenso e un invito a farsi raggiungere
per farsi
raccontare una storia.
Si era messo a
lavare i piatti, fischiettando per seguire il ritmo
della canzone trasmessa alla radio, e cercava allo stesso tempo di
seguire i
discorsi delle due, sorridendo per l'entusiasmo della piccola nel
sentire la
stessa storia su come la signora Hall avesse conosciuto il signor Hall.
E
pensava di non poter desiderare più di così; quella era la sua
famiglia, un po' strana e
particolare, ma era tutto quello che gli era rimasto e tutto quello che
contava
per lui.
Dopo aver finito di
sistemare la cucina, le aveva raggiunte e si era
seduto sul bracciolo del divano, proprio accanto alla bambina, che
aveva
sollevato lo sguardo su di lui per un semplice secondo, più per assicurarsi
che fosse proprio lui accanto a lei. Aveva tenuto il braccio dietro lo
schienale ed aveva osservato l'album delle foto su cui stavano
discutendo le
due.
- E quanti anni
avevo qui?- la sentì chiedere, mentre
indicava una sua foto di tre
anni prima. Avevano festeggiato tutti assieme come ogni anno, sotto
insistenza
della vicina di casa, ed era stato divertente con quel peperino di soli
tre
anni che si metteva a correre da una parte all'altra della casa.
- E Bail quanti ne
aveva?- insistette la piccola, stringendo il gatto
al petto e sorridendo felice nello scoprire di avere la sua stessa età.
- A Baileys
piacciono le tue coccole, vero?- sentì dire
dall'anziana, che strofinava la mano sul pelo marrone dell'animale. -
Lo vizi
sempre troppo, Aileen.-
Liam annuì solamente, perso
per un secondo tra i propri pensieri mentre muoveva
le dita tra i capelli fini della bambina, e scosse velocemente la testa
nel
sentirla chiedere se potevano uscire al parco.
- Certo, quando
vuoi.- mormorò, risvegliandosi e
osservando con la coda
dell'occhio il suo passare il micio alla donna, alzandosi in piedi e
stringendo
le ditina attorno alla propria mano. - Ora? Va bene, ora andiamo.-
ridacchiò, alzandosi
di conseguenza e rivolgendo un sorriso enorme alla signora anziana che
li
accompagnò fino alla porta.
Restarono fermi
sulla soglia, la bambina piegata sulle ginocchia che
coccolava un'ultima volta il gatto, e ricambiò l'occhiata seria
della vicina, sentendola dire:
- Sai cosa mi diceva sempre il vecchio Bob?-
Infilò le mani nelle
tasche dei jeans - aspettando continuasse la frase,
nonostante ormai quel discorso lo sapesse a memoria - e la fissò in
silenzio, lanciando delle occhiate veloci a quella che giocava col
gatto.
- Che i figli sono
una benedizione, Liam. E Aileen è la tua,
prenditene cura.-
Le rivolse un
sorriso impacciato, non sapendo mai come rispondere a
quelle parole, e sussurrò: - È quel che faccio,
viene sempre prima di tutto.-
- Lyn, saluta
tutti che andiamo.- la richiamò, volendo togliersi
da quell'impiccio il prima
possibile. Non aveva nulla contro quella donna, ma non gli andava giù il fatto
che tutti sembravano saperne più di lui sul rapporto
con Aileen.
Le porse la
mano, aspettandola sulla soglia, e salutò con un sorriso ed
un cenno la donna mentre
stringeva la manina della piccola nella sua.
Avevano deciso
di prendere la metro per raggiungere Central Park - da Brooklyn c'erano
fin
troppe ore a piedi e in una macchina non riusciva a starci senza essere
avvolto
dall'ansia e dalla paura - e ora stavano passeggiando, mano nella mano,
lungo
la via principale.
Aileen era tutta
felice, un passo avanti a lui quasi a tirarselo dietro, e indicava i
ragazzi
che con quel caldo stavano giocando a palla nei prati; erano ancora gli
ultimi
di maggio, il clima estivo stava facendo la sua lenta comparsa, le
ragazzine
iniziavano ad indossare abiti fin troppo corti e tutti avevano tra le
mani coni
gelato più grandi delle loro
facce.
- Lili, gelato!-
la sentì esclamare proprio
in quel momento, lasciandosi tirare per la mano e
scorgendo a qualche metro da loro un chiosco che vendeva gelati.
- Sicura di finirlo
tutto?- le chiese con un'espressione scettica in
viso, fissando il cono enorme che la ragazza stava passando al cliente
prima di
loro. - A me sembra davvero esagerato e..-
- Lo mangio tutto,
Lili! Per favooore!- continuò a gridare
la bambina, stringendogli la mano e agitandogli il braccio. - Non ne
avanzo
nemmeno un briciolo.- la sentì insistere con la
sua vocina infantile e gli
occhioni grandi.
Spostò lo sguardo da lei
alla ragazza, che aspettava con un cono in mano i
loro gusti, e mosse il capo in un cenno impercettibile, sorridendo al:
-
Grazie, Lili. Sei il migliore dei migliori.-
Aveva poi osservato,
con fare sempre più scettico, il cono
enorme - che rischiava di
finire a terra dal peso e dall'inclinazione - e si era preso una
semplice
coca-cola, sicuro di dover mangiare almeno la metà di quel gelato
enorme.
Si erano seduti
su una panchina lì vicino, non volendo
rischiare di far cadere quella montagna a terra,
e Aileen continuava a far ondeggiare le gambe nel vuoto mentre si
sporcava
tutte le guance di cioccolato.
- .. e Mary c'è stata allo zoo e
dice che non è vero che i
coccodrilli si spazzolano i denti.- stava dicendo la bambina,
ribattendo ad una
questione che avevano affrontato settimane prima.
Liam sospirò esasperato - ci
aveva messo tantissimo tempo
per convincerla di quanto fosse importante la pulizia dei denti - e
prese un
sorso di coca-cola, deglutendo e mormorando: - È perché ha visto quelli
cattivi, Lyn.-
Ridacchiò nel vedere la
piccola sollevare il viso, completamente sporco di
cioccolata, e annuì al suo: - Ci son
coccodrilli cattivi?-
- Certamente,
Lyn.- mormorò, seguendo per un
secondo una famiglia al completo che passeggiava
lungo il viale. - Di tutto c'è un buono ed un
cattivo.- sussurrò,
riportando lo sguardo su di lei e strofinando il tovagliolo di carta su
tutto
il suo faccino sporco. - Tra tutte queste cose si mischia il bene e il
male. Ci
sono lati belli e brutti ovunque. E persino i bambini son così.-
aggiunse, passando il pollice bagnato di saliva sulla punta del suo
nasino.
- Come sono i
bambini? Brutti?-
Mosse la testa in un
cenno negativo, sistemandosi contro lo schienale
della panchina, e continuò: - Quando i bambini
non ascoltano la mamma e le
sue raccomandazioni, allora sono cattivi. E i bambini cattivi sono
anche
brutti.-
Al suo: - Come
John?- scoppiò a ridere,
scompigliandole i capelli con un
sorriso dolce ed affettuoso sulle labbra; la osservò mentre si
concentrava per finire il gelato, senza sporcarsi ulteriormente, e
rispose: -
Non so com'è questo tuo compagno
di classe, ma se non ascolta la mamma non è un bel
bambino.-
Continuò a fissarla,
vedendola stranamente silenziosa e pensierosa, e socchiuse
gli occhi al suo: - E io?-
- Tu cosa?- le
chiese, un accenno di idea nella testa che si trasformò in
certezza nel sentirla dire: - Io cosa sono? La mia mamma non c'è, vuol dire
che son troppo cattiva?-
- No, no.- si affrettò a dire, voltandosi
con il busto verso di lei, e
appoggiò una mano sulla sua
gamba. - Hai me, Lyn. E se ascolti me, è come se
ascoltassi la mamma.- sussurrò, vedendola annuire
non del tutto convinta di
quella risposta.
Deglutì il groppo amaro nel
sentirla dire, un bisbiglio appena accennato: -
Ma tu non sei la mia mamma, Lili.-
- So di non essere
lei, Aileen.- mormorò, gli occhi lucidi
puntati sulla ghiaia e sui
piedi che muoveva nervosamente. - E lei vorrebbe essere qui con te. Ti
ha
desiderato così tanto e un po' mi
sento in colpa dall'averti tutta per me.- continuò con la
voce sempre più roca e bassa.
Tutta quella
situazione era ingiusta - non solo per lui e per il compito difficile
che aveva
avuto a vent'anni - ed Aileen aveva tutti i diritti di reclamare quella
figura
materna che non aveva mai conosciuto.
Sollevò di scatto
gli occhi, puntandoli in quelli della bambina che gli sorrideva in modo
dolcissimo, bisbigliandogli: - Non essere triste, Lili.- e annuì
lentamente, cercando di arricciare le labbra in un sorriso più convinto.
- Anche se non ho la
mamma, ho te. E nessuno ha un Lili.- la sentì continuare
il discorso, con una logica spiccatamente infantile e con un senso
molto
sottile.
- Nessuno ha un
Lili.- ripeté, strofinando i
palmi contro i jeans e fissando
di fronte a sé con uno sguardo
perso. - Sei una bambina speciale perché hai Lili.-
aggiunse, vedendola annuire di sfuggita e riprendere a mangiare il
gelato.
Ridacchiò divertito al suo: -
E Lili è solo mio.-, per poi
appoggiarsi contro lo
schienale e allungare le gambe di fronte a sé.
Era difficile, molto
difficile portare avanti quella vita, ma erano
loro due e se la stavano cavando piuttosto bene.
- Lili?-
- Sì, Lyn?-
- Mi è caduto a terra.-
Scoppiò a ridere
nel vedere la sua espressione - il labbruccio sporgente e la mano
ancora
sollevata a tenere il cono spiaccicato ai loro piedi - e se la strinse
al
petto, chinando il viso per lasciarle un bacio tra i capelli.
- Sei bellissima
come lei.- sussurrò, tenendo le labbra
contro le sue ciocche marroni, e si staccò solo dopo
qualche minuto, pulendole nuovamente il viso.
Erano stati
fuori tutto il pomeriggio - non era riuscito a convincere Aileen ad
andare via
da Central Park - sdraiati nell’erba, a pancia in
giù, a fissare le tartarughe
e le papere che occupavano il laghetto.
Si era lasciato
convincere a noleggiare una di quelle barche, che non sembravano molto
sicure,
ed aveva quasi avuto un infarto nel momento in cui Aileen si era sporta
troppo
per toccare un’anatra accanto a loro. Dopo quel piccolo
momento di panico le
cose erano andate per il meglio, avevano fatto il giro del lago nella
tranquillità di quella domenica primaverile e Aileen non
aveva perso nemmeno
per un secondo il sorriso.
Per tutto il
tragitto in metropolitana aveva continuato a parlare e ridere,
ricordando
dell’espressione del “suo Lili” nel
momento in cui aveva pensato di vederla nel
lago, e non aveva smesso fino a quando avevano varcato la soglia di
casa.
- Cosa mangiamo
per cena, Lili?- gli aveva chiesto, dopo aver trottato fino al
frigorifero ed
aver constato che era praticamente vuoto.
Si era
avvicinato a lei, appoggiando un braccio sull’anta, e aveva
abbassato lo
sguardo sul viso della bambina premuto contro il proprio stomaco.
- Domani bisogna
assolutamente fare la spesa.- sussurrò tra sé e
sé, vedendola annuire con
un’espressione seria e “da grande”, come
gli ripeteva lei. - Ma ora non
vogliamo fare morire Lyn e Lili di fame, dico bene?-
ridacchiò, stringendo le
mani attorno alla sua vita e sollevandola per prenderla in braccio.
Sentì le
sue dita
piccole tra i capelli, quasi a massaggiargli la cute, e chiuse
l’anta del
frigorifero, facendole avvolgere le gambe attorno al proprio bacino.
Annuì al
suo semplice: - Cinese.- e la fece sedere sul bancone della cucina,
prendendo
il biglietto da visita del cinese d’asporto più
vicino.
- Cosa prende
oggi, signorina?- le chiese con fare esageratamente accattivante,
facendole
l’occhiolino e ridendo con lei mentre prendeva un foglietto e
una penna per
annotare tutto.
La
osservò di
sfuggita mentre si mordeva il labbro, strizzava appena gli occhi per
concentrarsi, e poi partiva con il solito elenco: - Nuvole bianche, gli
involtini buoni e quella cosa che prendi sempre tu.-
Mosse la testa
in un cenno affermativo, annotando tutto e bisbigliando: - Spaghetti di
soia e
riso alla cantonese, è quello che avevi provato e ti era
piaciuto..-
- E il pollo,
Lili!-
- Alle
mandorle?- chiese, sollevando lo sguardo per vederla annuire e
saltellare sul
bancone, sentendola aggiungere: - E il biscotto!-
- Quello sempre,
Lyn.- ridacchiò, prendendo il telefono ed iniziando ad
elencare quella lista
che sembrava non finire.
Angolo
Shine:
Siamo a
venerdì
e ho pubblicato, <3
Mi sembra di
essere tornata ai tempi della prima long - quanto mi mancano
çç - e di essere
diventata sempre meno pigra. (…)
Penso il
prossimo capitolo lo avrete tra mercoledì e
giovedì, visto che venerdì prossimo
è ferragosto. (Finalmente la grigliata *Q* )
Grazie a tutti
voi che continuate a sopportarmi e ancora non mi avete scritto:
“ma te ne vuoi
andare? Hai scritto abbastanza”. Siete tanto tenere/i.
A presto! E
grazie ancora.