Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Shine_    08/08/2014    8 recensioni
Liam Payne ha ventisei anni, uno studio da dentista nel centro di Brooklyn e una vita molto più complicata di quel che sembrerebbe. Le cose sembrano andare sempre peggio quando, volendo fare un favore ad un amico di vecchia data, assume come stagista un ragazzino arrogante e pieno di sé, con amici altrettanto particolari.
Dal testo:
Si era vestito lentamente, allacciandosi con cura la camicia, mentre pensava all’identità di questo strano ragazzino di quasi diciotto anni che avrebbe passato con lui tutti quei mesi estivi. Sperava solamente di non finire in casini più grandi di lui.
[Ziam; una leggera sfumatura di Lirry in qualche capitolo e punk!Louis che non ci abbandona mai]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You're my end and my beginning

 

« Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I'll give my all to you.
»

 

Terzo capitolo:

 

La domenica era quasi un giorno sacro per loro, si svegliavano tardi - quasi sempre verso mezzogiorno - e andavano a mangiare dalla signora Hall, che li invitava puntualmente il sabato sera precedente.

Amber Hall era una donna anziana sulla sessantina, aveva avuto solo un figlio - misteriosamente scomparso all'età di vent'anni - ed era sempre disponibile a curare Aileen mentre Liam era troppo impegnato con il lavoro. Diceva che le ricordava la nipotina che non aveva mai avuto, nonostante nei suoi primi anni di vita le avesse reso la vita particolarmente difficile, e, da quando si erano trasferiti anni e anni prima in quel quartiere, aveva preso Liam sotto la sua ala.

Era stato difficile, nei primi tempi, star dietro ad una bambina piccola, alle sue esigenze, alla ricerca del lavoro e al pagare le bollette; quindi l'aiuto di quella donna era giunto inaspettato ma ben voluto. Probabilmente, anzi sicuramente, lui da solo non ce l'avrebbe mai fatta ad uscire da quel brutto periodo.

Diversamente dalle altre domeniche mattine, quando Liam si era svegliato, si era specchiato negli occhi marrone scuro della bambina; gli angoli della bocca si erano subito piegati all'insù, aveva strofinato il pollice contro la sua guancia e, quando stava per riaddormentarsi, l'aveva sentita dire: - Voglio la colazione, Lili.-

- Colazione?- chiese, un'espressione stranita in viso quando, controllando l'orologio al polso, si accorse dell'orario. - Son le nove della mattina, amore.- la informò tra gli sbadigli, sentendo le sue dita piccole scuotergli il braccio e ripetere la parola "frittelle, Lili".

Sollevò il braccio, a cui era aggrappata la piccola, e si coprì l'ennesimo sbadiglio con la mano, mettendosi seduto e puntando gli occhi in quelli enormi della bambina.

Sospirò, sicuro di aver perso quella battaglia, e passò le dita tra i suoi capelli scuri, alzandosi e porgendole la mano, che strinse immediatamente per poter saltare giù dal letto.

- E vada per le frittelle.- mugugnò, camminando alla cieca lungo il corridoio e fermandosi di fronte al frigorifero aperto. - Abbiamo finito le uova, Lyn.- la informò immediatamente, chiudendo l'anta e incamminandosi verso la camera da letto. - Sarà per un'altra volt-..-

Si bloccò sui propri passi, sentendola gridare tutta felice ed entusiasta: - Usciamo!-

- Ma è domenica!- ribatté, cercando di farla ragionare, mentre si concentrava per non addormentarsi contro il muro. - Domani, te lo prometto.- mormorò, passando il palmo su tutto il viso, per poi abbassarlo sulla bambina che stava aggrappata alla propria maglia e saltellava, ripetendo quanto fosse importante che uscissero per quelle frittelle.

Inizialmente cercò di opporre resistenza, ricordandole che aveva avuto una settimana davvero stancante, ma quando continuò a fissarlo coi suoi occhioni lucidi, si arrese e mosse la mano in un cenno, borbottando: - Andiamo a vestirci.-

 

 

Non l'aveva mai vista prepararsi e lavarsi così velocemente, quando la portava a scuola ci metteva quasi un'ora intera e invece ora, alle nove e venti, erano già fuori dal loro piccolo appartamento, diretti ad una qualsiasi caffetteria aperta.

Ne avevano superati già due, ma Aileen non sembrava intenzionata a fermarsi, e Liam ormai si lasciava trascinare dalla bambina per inerzia. Quella notte aveva fatto ancora gli stessi incubi e non era stato nelle sue intenzioni trascorrere quel tempo fuori dal letto; si sentiva male all'idea di tutte quelle ore sprecate.

Sospirò di sollievo quando la bambina si fermò indicandogli l'insegna con un sorriso enorme, che metteva in mostra le fossette - quello era forse l'unico motivo che lo spingeva a fare le cose più pazze -, e prese posto sul divanetto di quel piccolo diner. Il "the Brooklyn diner", come diceva l'insegna luminosa.

- Ho come l'impressione che Harry ti abbia parlato di questo posto.- borbottò tra sé e sé, vedendola annuire e sistemarsi di fronte a lui, le gambe che sicuramente non toccavano terra e agitava sotto il tavolo.

- È simpatico, Haz!- la sentì esclamare, la sua vocina da bambina sempre allegra che riusciva a farlo stare bene. - E mi piace tanto, Lili.-

Scosse la testa, ridacchiando divertito al suo essere così piccola ed infantile, e inarcò un sopracciglio al suo: - Da grandi ci sposeremo.-

- E lascerai Lili tutto solo?- le domandò, piegando le labbra in un broncio e vedendola muovere velocemente la testa, negando e rispondendo con: - Io, te e Haz. Non ci lasceremo mai.-

Percepì la propria bocca curvarsi in un sorriso triste, sospirando e appoggiandosi contro lo schienale. Aveva sempre paura che quell'equilibrio, che avevano trovato dopo parecchi sacrifici, potesse spaccarsi da un momento all'altro.

Fu attirato da uno schiarirsi la voce al loro fianco e, quando si voltò appena con il busto, vide una ragazza minuta, dei capelli blu che non potevano passare inosservati e il block-notes tra le dita.

- Benvenuti a casa!- la sentì esclamare, con fin troppo entusiasmo, la frase simbolo di quel posto per poi rivolgersi ad Aileen e chiederle con dolcezza se avesse già deciso cosa prendere.

- Frittelle!- la sentì rispondere senza nemmeno un dubbio. - Con tanto, tanto, tanto, tanto.. caramello!-

Arricciò il naso e le labbra in una smorfia, intervenendo con: - Non così tanto, per favore.- e venendo subito ripreso dalla bambina che incrociò le braccia al petto con un'espressione stizzita.

- E a lei cosa porto?-

Arrossì appena sulle guance, vedendo di sfuggita il nome "Jade" sulla targhetta, e mormorò: - Non darmi del lei, mi fai sentire troppo vecchio.-

La sentì ridere e fu subito contagiato dalla sua allegria, cercando di non pensare troppo al rossore evidente fino alle orecchie al suo: - E a te cosa porto, bel giovanotto?-

- Un caffè, tanto caffè.- rispose, ridacchiando nel sentirla dire: - Puntate sulla quantità, eh? Posso portarti qualcosa da mangiare?-

Scosse la testa, indicando con un cenno la bambina, e bisbigliò, sporgendosi verso la ragazza, per non farsi sentire: - Non le finirà mai.-

La vide nuovamente ridere, annottando altro sul suo blocco, e si morse il labbro inferiore, osservandola di sfuggita mentre si allontanava.

- Lili?-

- Mh?-

- Io le voglio tutte le frittelle.-

Scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi, ed osservò la ragazza che portava le loro ordinazioni, dicendo: - Frittelle per la bambina più bella del mondo.-, per poi arrossire come un peperone nel sentirla aggiungere: - Con un papà fin troppo sexy.-

 

 

Dopo aver aiutato Aileen a finire le frittelle, perché erano decisamente troppe per lei, era stato raggiunto nuovamente da Jade, che gli aveva passato il piattino con sopra lo scontrino e aveva aspettato i soldi con un sorriso sempre allegro sulle labbra.

Li aveva salutati con uno: - Spero di vedervi presto!- e le guance le si erano arrossate appena, in particolar modo quando Liam aveva incrociato i suoi occhi scuri e le aveva rivolto un sorriso cordiale.

Erano tornati verso il loro appartamento, facendo un giro più largo per poter arrivare per mezzogiorno, e si erano fermati al piano terra, suonando alla signora Hall e venendo accolti dal solito profumino.

Quando avevano finito quel pranzo - sempre troppo abbondante - Aileen era andata a sedersi, a gambe incrociate sul divano e il gatto persiano della loro vicina tra le braccia che si lasciava coccolare, miagolando felice; Liam invece stava aiutando a sistemare la tavola, radunando i pochi piatti e poggiandoli sul lavello, mentre ascoltava i discorsi dell'anziana su quanto fosse uno spreco di energie una lavastoviglie.

- Potrei comunque regalargliela per il suo compleanno.- cercò di insistere Liam, nonostante conoscesse fin troppo bene il carattere di quella donna. - Dopo tutto quello che fa per me e Lyn.-

La osservò in silenzio mentre scuoteva la testa, sempre così testarda, e iniziò a riempire il lavandino di piatti, rimboccandosi le maniche della camicia.

- Allora deve lasciarmi sistemare qui.- borbottò, riuscendo a trovare un qualche compromesso, e ridacchiò appena quando la sentì sbuffare e replicare: - Vuole fare sempre tutto lui, vero Aileen?-; a cui la bambina rispose con un veloce cenno d'assenso e un invito a farsi raggiungere per farsi raccontare una storia.

Si era messo a lavare i piatti, fischiettando per seguire il ritmo della canzone trasmessa alla radio, e cercava allo stesso tempo di seguire i discorsi delle due, sorridendo per l'entusiasmo della piccola nel sentire la stessa storia su come la signora Hall avesse conosciuto il signor Hall. E pensava di non poter desiderare più di così; quella era la sua famiglia, un po' strana e particolare, ma era tutto quello che gli era rimasto e tutto quello che contava per lui.

Dopo aver finito di sistemare la cucina, le aveva raggiunte e si era seduto sul bracciolo del divano, proprio accanto alla bambina, che aveva sollevato lo sguardo su di lui per un semplice secondo, più per assicurarsi che fosse proprio lui accanto a lei. Aveva tenuto il braccio dietro lo schienale ed aveva osservato l'album delle foto su cui stavano discutendo le due.

- E quanti anni avevo qui?- la sentì chiedere, mentre indicava una sua foto di tre anni prima. Avevano festeggiato tutti assieme come ogni anno, sotto insistenza della vicina di casa, ed era stato divertente con quel peperino di soli tre anni che si metteva a correre da una parte all'altra della casa.

- E Bail quanti ne aveva?- insistette la piccola, stringendo il gatto al petto e sorridendo felice nello scoprire di avere la sua stessa età.

- A Baileys piacciono le tue coccole, vero?- sentì dire dall'anziana, che strofinava la mano sul pelo marrone dell'animale. - Lo vizi sempre troppo, Aileen.-

Liam annuì solamente, perso per un secondo tra i propri pensieri mentre muoveva le dita tra i capelli fini della bambina, e scosse velocemente la testa nel sentirla chiedere se potevano uscire al parco.

- Certo, quando vuoi.- mormorò, risvegliandosi e osservando con la coda dell'occhio il suo passare il micio alla donna, alzandosi in piedi e stringendo le ditina attorno alla propria mano. - Ora? Va bene, ora andiamo.- ridacchiò, alzandosi di conseguenza e rivolgendo un sorriso enorme alla signora anziana che li accompagnò fino alla porta.

Restarono fermi sulla soglia, la bambina piegata sulle ginocchia che coccolava un'ultima volta il gatto, e ricambiò l'occhiata seria della vicina, sentendola dire: - Sai cosa mi diceva sempre il vecchio Bob?-

Infilò le mani nelle tasche dei jeans - aspettando continuasse la frase, nonostante ormai quel discorso lo sapesse a memoria - e la fissò in silenzio, lanciando delle occhiate veloci a quella che giocava col gatto.

- Che i figli sono una benedizione, Liam. E Aileen è la tua, prenditene cura.-

Le rivolse un sorriso impacciato, non sapendo mai come rispondere a quelle parole, e sussurrò: - È quel che faccio, viene sempre prima di tutto.-

- Lyn, saluta tutti che andiamo.- la richiamò, volendo togliersi da quell'impiccio il prima possibile. Non aveva nulla contro quella donna, ma non gli andava giù il fatto che tutti sembravano saperne più di lui sul rapporto con Aileen.

Le porse la mano, aspettandola sulla soglia, e salutò con un sorriso ed un cenno la donna mentre stringeva la manina della piccola nella sua.

 

 

Avevano deciso di prendere la metro per raggiungere Central Park - da Brooklyn c'erano fin troppe ore a piedi e in una macchina non riusciva a starci senza essere avvolto dall'ansia e dalla paura - e ora stavano passeggiando, mano nella mano, lungo la via principale.

Aileen era tutta felice, un passo avanti a lui quasi a tirarselo dietro, e indicava i ragazzi che con quel caldo stavano giocando a palla nei prati; erano ancora gli ultimi di maggio, il clima estivo stava facendo la sua lenta comparsa, le ragazzine iniziavano ad indossare abiti fin troppo corti e tutti avevano tra le mani coni gelato più grandi delle loro facce.

- Lili, gelato!- la sentì esclamare proprio in quel momento, lasciandosi tirare per la mano e scorgendo a qualche metro da loro un chiosco che vendeva gelati.

- Sicura di finirlo tutto?- le chiese con un'espressione scettica in viso, fissando il cono enorme che la ragazza stava passando al cliente prima di loro. - A me sembra davvero esagerato e..-

- Lo mangio tutto, Lili! Per favooore!- continuò a gridare la bambina, stringendogli la mano e agitandogli il braccio. - Non ne avanzo nemmeno un briciolo.- la sentì insistere con la sua vocina infantile e gli occhioni grandi.

Spostò lo sguardo da lei alla ragazza, che aspettava con un cono in mano i loro gusti, e mosse il capo in un cenno impercettibile, sorridendo al: - Grazie, Lili. Sei il migliore dei migliori.-

Aveva poi osservato, con fare sempre più scettico, il cono enorme - che rischiava di finire a terra dal peso e dall'inclinazione - e si era preso una semplice coca-cola, sicuro di dover mangiare almeno la metà di quel gelato enorme.

Si erano seduti su una panchina lì vicino, non volendo rischiare di far cadere quella montagna a terra, e Aileen continuava a far ondeggiare le gambe nel vuoto mentre si sporcava tutte le guance di cioccolato.

- .. e Mary c'è stata allo zoo e dice che non è vero che i coccodrilli si spazzolano i denti.- stava dicendo la bambina, ribattendo ad una questione che avevano affrontato settimane prima.

Liam sospirò esasperato - ci aveva messo tantissimo tempo per convincerla di quanto fosse importante la pulizia dei denti - e prese un sorso di coca-cola, deglutendo e mormorando: - È perché ha visto quelli cattivi, Lyn.-

Ridacchiò nel vedere la piccola sollevare il viso, completamente sporco di cioccolata, e annuì al suo: - Ci son coccodrilli cattivi?-

- Certamente, Lyn.- mormorò, seguendo per un secondo una famiglia al completo che passeggiava lungo il viale. - Di tutto c'è un buono ed un cattivo.- sussurrò, riportando lo sguardo su di lei e strofinando il tovagliolo di carta su tutto il suo faccino sporco. - Tra tutte queste cose si mischia il bene e il male. Ci sono lati belli e brutti ovunque. E persino i bambini son così.- aggiunse, passando il pollice bagnato di saliva sulla punta del suo nasino.

- Come sono i bambini? Brutti?-

Mosse la testa in un cenno negativo, sistemandosi contro lo schienale della panchina, e continuò: - Quando i bambini non ascoltano la mamma e le sue raccomandazioni, allora sono cattivi. E i bambini cattivi sono anche brutti.-

Al suo: - Come John?- scoppiò a ridere, scompigliandole i capelli con un sorriso dolce ed affettuoso sulle labbra; la osservò mentre si concentrava per finire il gelato, senza sporcarsi ulteriormente, e rispose: - Non so com'è questo tuo compagno di classe, ma se non ascolta la mamma non è un bel bambino.-

Continuò a fissarla, vedendola stranamente silenziosa e pensierosa, e socchiuse gli occhi al suo: - E io?-

- Tu cosa?- le chiese, un accenno di idea nella testa che si trasformò in certezza nel sentirla dire: - Io cosa sono? La mia mamma non c'è, vuol dire che son troppo cattiva?-

- No, no.- si affrettò a dire, voltandosi con il busto verso di lei, e appoggiò una mano sulla sua gamba. - Hai me, Lyn. E se ascolti me, è come se ascoltassi la mamma.- sussurrò, vedendola annuire non del tutto convinta di quella risposta.

Deglutì il groppo amaro nel sentirla dire, un bisbiglio appena accennato: - Ma tu non sei la mia mamma, Lili.-

- So di non essere lei, Aileen.- mormorò, gli occhi lucidi puntati sulla ghiaia e sui piedi che muoveva nervosamente. - E lei vorrebbe essere qui con te. Ti ha desiderato così tanto e un po' mi sento in colpa dall'averti tutta per me.- continuò con la voce sempre più roca e bassa.

Tutta quella situazione era ingiusta - non solo per lui e per il compito difficile che aveva avuto a vent'anni - ed Aileen aveva tutti i diritti di reclamare quella figura materna che non aveva mai conosciuto.

Sollevò di scatto gli occhi, puntandoli in quelli della bambina che gli sorrideva in modo dolcissimo, bisbigliandogli: - Non essere triste, Lili.- e annuì lentamente, cercando di arricciare le labbra in un sorriso più convinto.

- Anche se non ho la mamma, ho te. E nessuno ha un Lili.- la sentì continuare il discorso, con una logica spiccatamente infantile e con un senso molto sottile.

- Nessuno ha un Lili.- ripeté, strofinando i palmi contro i jeans e fissando di fronte a sé con uno sguardo perso. - Sei una bambina speciale perché hai Lili.- aggiunse, vedendola annuire di sfuggita e riprendere a mangiare il gelato.

Ridacchiò divertito al suo: - E Lili è solo mio.-, per poi appoggiarsi contro lo schienale e allungare le gambe di fronte a sé.

Era difficile, molto difficile portare avanti quella vita, ma erano loro due e se la stavano cavando piuttosto bene.

- Lili?-

- Sì, Lyn?-

- Mi è caduto a terra.-

Scoppiò a ridere nel vedere la sua espressione - il labbruccio sporgente e la mano ancora sollevata a tenere il cono spiaccicato ai loro piedi - e se la strinse al petto, chinando il viso per lasciarle un bacio tra i capelli.

- Sei bellissima come lei.- sussurrò, tenendo le labbra contro le sue ciocche marroni, e si staccò solo dopo qualche minuto, pulendole nuovamente il viso.

 

 

 

 

Erano stati fuori tutto il pomeriggio - non era riuscito a convincere Aileen ad andare via da Central Park - sdraiati nell’erba, a pancia in giù, a fissare le tartarughe e le papere che occupavano il laghetto.

Si era lasciato convincere a noleggiare una di quelle barche, che non sembravano molto sicure, ed aveva quasi avuto un infarto nel momento in cui Aileen si era sporta troppo per toccare un’anatra accanto a loro. Dopo quel piccolo momento di panico le cose erano andate per il meglio, avevano fatto il giro del lago nella tranquillità di quella domenica primaverile e Aileen non aveva perso nemmeno per un secondo il sorriso.

Per tutto il tragitto in metropolitana aveva continuato a parlare e ridere, ricordando dell’espressione del “suo Lili” nel momento in cui aveva pensato di vederla nel lago, e non aveva smesso fino a quando avevano varcato la soglia di casa.

- Cosa mangiamo per cena, Lili?- gli aveva chiesto, dopo aver trottato fino al frigorifero ed aver constato che era praticamente vuoto.

Si era avvicinato a lei, appoggiando un braccio sull’anta, e aveva abbassato lo sguardo sul viso della bambina premuto contro il proprio stomaco.

- Domani bisogna assolutamente fare la spesa.- sussurrò tra sé e sé, vedendola annuire con un’espressione seria e “da grande”, come gli ripeteva lei. - Ma ora non vogliamo fare morire Lyn e Lili di fame, dico bene?- ridacchiò, stringendo le mani attorno alla sua vita e sollevandola per prenderla in braccio.

Sentì le sue dita piccole tra i capelli, quasi a massaggiargli la cute, e chiuse l’anta del frigorifero, facendole avvolgere le gambe attorno al proprio bacino. Annuì al suo semplice: - Cinese.- e la fece sedere sul bancone della cucina, prendendo il biglietto da visita del cinese d’asporto più vicino.

- Cosa prende oggi, signorina?- le chiese con fare esageratamente accattivante, facendole l’occhiolino e ridendo con lei mentre prendeva un foglietto e una penna per annotare tutto.

La osservò di sfuggita mentre si mordeva il labbro, strizzava appena gli occhi per concentrarsi, e poi partiva con il solito elenco: - Nuvole bianche, gli involtini buoni e quella cosa che prendi sempre tu.-

Mosse la testa in un cenno affermativo, annotando tutto e bisbigliando: - Spaghetti di soia e riso alla cantonese, è quello che avevi provato e ti era piaciuto..-

- E il pollo, Lili!-

- Alle mandorle?- chiese, sollevando lo sguardo per vederla annuire e saltellare sul bancone, sentendola aggiungere: - E il biscotto!-

- Quello sempre, Lyn.- ridacchiò, prendendo il telefono ed iniziando ad elencare quella lista che sembrava non finire.

 

 

Angolo Shine:

Siamo a venerdì e ho pubblicato, <3

Mi sembra di essere tornata ai tempi della prima long - quanto mi mancano çç - e di essere diventata sempre meno pigra. (…)

Penso il prossimo capitolo lo avrete tra mercoledì e giovedì, visto che venerdì prossimo è ferragosto. (Finalmente la grigliata *Q* )

Grazie a tutti voi che continuate a sopportarmi e ancora non mi avete scritto: “ma te ne vuoi andare? Hai scritto abbastanza”. Siete tanto tenere/i.

A presto! E grazie ancora.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Shine_